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LITOSFERA

Involucro superficiale della crosta terrestre caratterizzata da uno spessore variabile da alcune chilometri ad alcune decine di chilometri.

Si divide in:

  • Suolo ed è lo strato superficiale della crosta terrestre esplorata dalle radici ed in cui operano i microorganismi.
  • Sottosuolo è la porzione di crosta e complesso di rocce che si trovano al di sotto della superficie del suolo.

Il suolo si divide in:

  • Fase solida: componente organica ed inorganica
  • Fase liquida: acqua come soluzione circolante di Sali, gas e colloidi (falda e precipitazioni)
  • Fase gassosa: in aerobiosi (stessi elementi dell'atmosfera in % diverse), in anaerobiosi (presenti NH3, CH4, H2S). NB: non sono numeri assoluti!

All'interno dei suoli queste componenti possono essere presenti in diverse percentuali e in base a questa possiamo distinguere i suoli in diverse categorie. All'interno della decomposizione della materia organica vi è il processo di rendere di nuovo.

disponibile l'azoto atmosferico per gli esseri viventi. ANALISI DPSIR della LITOSFERA Determinanti: - tra le principali attività umane che possono avere un'influenza possiamo identificare 4 grandi categorie: urbanizzazione, agricoltura e allevamento, modifiche dell'habitat e industria. Per poter quantificare il ruolo dei determinanti devo utilizzare degli indicatori. Per la prima degli indicatori che ci forniscono un'idea della richiesta umana può essere il numero di abitanti o il numero di edifici; per la seconda possiamo considerare il numero di aziende agricole o il numero di agricoltori; per la terza il numero di persone coinvolte e la tipologia di intervento e infine per la quarta il numero di industrie o il numero di operai. Pressioni: Ogni determinante presenta una propria pressione. Per urbanizzazione abbiamo cementificazione e reflui urbani (indicatori: superficie cementificata e numero di scarichi urbani). Per agricoltura e allevamento abbiamo...fertilizzazione e reflui agricoli (indicatori: quantità di fertilizzanti e di fitosanitari). Per le modifiche dell'habitat abbiamo disboscamento ed incendi (indicatori: numero di alberi abbattuti e frequenza di incendi). Infine per l'industria abbiamo cementificazione e reflui industriali (indicatori: superficie industriale e numero di scarichi industriali). - Stato: Per garantire l'attività ottimale degli organismi decompositori, lo stato fisico e chimico del suolo deve rispettare determinati parametri. - Impatti: In termini di impatti, questi processi si traducono in consumo del suolo. Ma questi non sono gli unici tipi di impatti. Risposte: - Summary -> IDROSFERA Insieme delle masse d'acqua sotterranee e superficiali presenti sulla crosta terrestre -> totale 1,5 km^3, di cui il 97% in mari e oceani ed il 3% nelle acque interne (ghiacciai, acque sotterranee, acque superficiali e atmosfera). A. ACQUE SUPERFICIALI La distinzione è importante perché in termini di

parametri chimico fisici variamolto (es: ossigeno più concentrata nelle acque lotiche rispetto a quellelentiche che essendo un’acqua ferme non prevede un grande scambio diossigeno).

Ambienti lotici: sono ecosistemi aperti (hanno numerosi apporti/ imput dall’esterno) e dinamici; il metabolismo dei corsi d’acqua è principalmenteeterotrofo cioè dipende dalla catena del detrito piuttosto che del pascolo.

Il maggior apporto energetico con è dato dalla produttività primaria madall’ingresso dall’ambiente esterno di materiale organico. (?)

In termini ecologici il principale fattore selettivo è la corrente; tanto è piùveloce tanto gli organismi dovranno sviluppare degli adattamenti neiconfronti di essa che gli consentono di sopravvivere a velocità molto alte.

Le due fonti principali di nutrimento su cui si basa l’ecosistema fluviale edegli ambienti lotici sono: CPOM (course particulate organic

matter) = detriti di origine vegetale, foglie, rami che entrano nel fiume. Si ha anche il Periphyton (costituita da un biophylum di microrganismi vegetali, che sostengono un'attività fotosintetica).- Il fiume essendo un ecosistema dinamico, è stata creata una teoria detta Stream continuum concept che spiega come variano i rapporti tra i diversi gruppi di organismi nel fiume sulla base del loro ruolo trofico in esso. Vicino alla sorgente si hanno condizioni di forte pendenza che comporta un aumento nella velocità della corrente. Per quest'ultima il substrato fine non si deposita ma viene portato a valle, a differenza di quello grossolano. CPOM come principale fonte di nutrienti con dominanza della catena del detrito. La produttività primaria (P) ed il ruolo degli eterotrofi è <1. Abbiamo shredders, predators, collectors, grazers che sono per lo più invertebrati.- Quando arriviamo in una zona intermedia, quando la copertura vegetale intorno diminuisce,

la pendenza minuisce di molto e questo porta ad una diminuzione della velocità della corrente con un substrato sempre grossolano ma di dimensioni minore.

Poiché la copertura vegetale è minore vi è una maggiore quantità di luce che penetra del fiume. Periphyton è la principale fonte di nutrienti con dominanza della catena del pascolo. Ci sono pterofite e macrofite anche. La produttività primaria ed il ruolo degli eterotrofi è >1. Diminuiscono i shredders (tagliuzzatori), aumentano i grazers mentre i collectors (raccolgono particolato fine; quest'ultimo riesce a percorrere lunghe distanze) e i predators restano quasi uguali o comunque ben rappresentati.

Si vede nuovamente una dominanza della catena del detrito con una produttività primaria che diminuisce drasticamente quasi ad azzerarsi, questo a causa delle profondità non raggiungibili dalla luce. Il substrato diventa molto fine e si ha poca pendenza generale.

I fiumi alpini dove

vengono collocati nella prima categoria ma con alcune differenze perché il metabolismo ha un rapporto tra organismi autotrofi ed eterotrofi >1 con un abbondanza di grazers. Inoltre la velocità dell'acqua è fortemente limitato dallo stato fisico a cui si trova questa → c'è più fotosintesi perché l'acqua è rallentata e limita l'accesso della vegetazione sulle sponde al fiume e questo fa sì che il metabolismo diventi a favore degli organismi autotrofi. Ambienti lentici: sono quasi diametralmente opposti a quelli precedenti. → Sono ecosistemi chiusi e statici con dei confini molto definiti ed i rapporti non sono così stretti con l'ambiente circostante. Questi ambienti cambiano ma nel corso di tempi più lunghi (es: lago, stagno, torbiera). → Il metabolismo è principalmente autotrofo ed il principale fattore selettivo è la trasparenza. NB: Le diverse tipologie di

acque lentiche sono in realtà stadisuccessivi del processo di interramento.

Lago dimittico: lago con due fasi di circolazione (rimescolamento delle acque).

In estate andando verso il basso si ha una diminuzione di temperatura ed un aumento di densità. Qui il picco di produttività primaria ad esempio da fitoplancton si avrà nell'epilimnio.

In inverno invece la situazione è opposta, con l'epilimnio ricoperto di ghiaccio e al di sotto metalimnio e ipolimnio con temperatura superiori (sono liquidi solo se il lago è abbastanza profondo).

Lago monomittico: lago con un'unica fase di piena circolazione annuale.

Lago meromittico: lago con grande accumulo di soluti sul fondo -> l'acqua di fondo è talmente densa che non si rimescola mai.

B. ACQUE SOTTERRANEE ANALISI DPSIR DELL'IDROSFERA:

Determinanti: urbanizzazione che ha come indicatori il numero di abitanti ed edifici, agricoltura ed allevamento come indicatori

possiede numero di aziende agricole e di agricoltori, prelievo di risorse ha tipologia di risorsa e numero di persone coinvolte, ed industria con numero di industrie e di operai.

pressioni- : Urbanizzazione comprende cementificazione e reflui urbani (indicatori: superficie cementificata e numero di scarichi urbani), agricoltura ed allevamento includono fertilizzazione e reflui agricoli (indicatori: quantità di fertilizzanti e di fitosanitari), prelievo di risorse con captazioni idriche e vasche di raccolta (indicatori: numero di captazioni e quantità di acque in vasche), industria con attività estrattive e reflui industriali (indicatori: quantità di materiale estratto e numero di scarichi industriali).

pStato: BOD=DOMANDA BIOCHIMICA DI OSSIGENO COD = DOMANDA CHIMICA DI OSSIGENO.

pImpatti: 1) 2) 3)

pRisposte: Numero di getti d’acqua (sostituisce numero di alberi piantati).

pBIOSFERA Insieme degli organismi viventi che interagiscono tra loro e sono condizionati dalle altre

componenti ambientali (atmosfera, litosfera, idrosfera).
Biodiversità: è l'insieme delle specie e dei loro rapporti evolutivi, rappresenta il risultato ultimo e complessivo dell'evoluzione biologica sul Pianeta Terra. La sua misurazione dipende dall'obiettivo dello studio.
Quando si parla di biodiversità a fini conservazionistici, ci si riferisce per lo più a popolazioni e comunità. [Composizione genetica, composizione fenotipica, dinamica di popolazione, composizione di comunità, struttura ecosistemica, funzioni ecosistemiche].
I fattori ambientali che influenzano la biodiversità dipendono dalla scala di analisi. Quando si parla di biodiversità a fini conservazionistici, si lavora per lo più a scala di ecosistema e di paesaggio. [Ecosistema, paesaggio, regionale, continentale, globale]. A scala globale la biodiversità è influenzata dalla radiazione solare e dalle precipitazioni.
A scala continentaleè influenzata da fattori biogeografici: - Speciazione allopatrica: interruzione del flusso genico tra la popolazione iniziale e la nuova popolazione causato da barriere geografiche. - Speciazione parapatrica: la divergenza avviene all'interno di popolazioni che possiedono una ristretta zona di contatto, ma le migrazioni tra popolazioni sono limitate poiché si trovano in condizioni ambientali differenti. - Speciazione peripatrica: avviene quando un piccolo numero di individui si separa dalla popolazione principale e colonizza un nuovo ambiente isolato.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
37 pagine
SSD Scienze della terra GEO/04 Geografia fisica e geomorfologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher RoriV di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Conservazione della natura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Piano Elena.