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I cambiamenti dell'archeologia nel '700
I cambiamenti che fa l'archeologia nel '700 influiscono quindi anche nel modo di restaurare. Sempre nel '700 iniziano i grandi scavi archeologici. Gli obiettivi di scavo del '700 erano però molto diversi, si volevano trovare sculture e reperti da collezionare. Vengono promosse campagne di scavo partendo dallo studio del territorio. Gli eruditi riconoscevano le zone grazie allo studio e sulla base di questo ne promuovevano lo scavo. Lo stato pontificio divideva in tre parti il ritrovamento dello scavo: una parte andava al proprietario terriero, una a chi aveva pagato lo scavo e metteva i soldi e i lavoranti, e una parte andava allo stato pontificio. Negli anni '40 del '700 il Papa comincia a comprare sculture antiche, arrivano soprattutto le sculture ritrovate da questi scavi. Inoltre, lo stato pontificio aveva diritto di prelazione. Da un lato c'è quindi questa nuova attenzione a "tirare fuori" e il dibattito fa un salto di...
Qualità e quantità per il ritrovamento delle grandi sculture. Alla fine degli anni '30 vengono attuati scavi a Pompei e molti materiali vengono immessi sul mercato d'arte. In questa situazione si innesta la personalità di Winckelmann: autore della prima storia dell'arte antica che scrive senza essere mai stato in Grecia e in buona parte nemmeno a Roma, rimane colpito dai restauratori Romani. Voleva scrivere l'evoluzione della storia dell'arte, ed è il primo che cerca di metterla in ordine cronologico da Egizi a Romani. L'opera è importante perché nota e osserva le caratteristiche stilistiche delle opere, vuole creare legami e ci racconta che inizia a frequentare restauratori di sculture antiche, si crea una sorta di sensibilità. A Roma si andavano a cercare antichità (Grand Tour), verrà quindi sviluppata una pratica del restauro. Bartolomeo Cavaceppi, restauratore di fiducia di Winckelmann.
Firmerà un trattato su come bisogna restaurare le sculture antiche; trattato importante in quanto uno dei primi testi dedicati (sono 3 piccoli volumi) "l'arte del benrestaurare". Comincia ad essere molto importante il ruolo del restauratore, nel '700 sia nelle sculture che nei dipinti viene rivendicata la qualità specifica che serve al restauratore, completamente differente rispetto al mestiere dell'artista.
Giovanni Pierantoni -> capo restauratore del Museo Pio Clementino: diretti da lui i 60 lavoranti e sotto il controllo di Visconti, diventa importante il rapporto tra studioso e restauratore.
I restauratori cominciano quindi ad essere riconosciuti come professione e anche ben retribuita, tanto è vero che entrambi i personaggi si costruiscono un Palazzo come residenza.
Cavaceppi lo fa diventare addirittura museo e laboratorio. La sua casa diventa luogo di rappresentanza e diventa membro dell'accademia di San Luca; nel
ritratto accademico si fa ritrarre come appunto restauratore. Pierantoni ugualmente avrà momento di fortuna accademica e con le 3 case diroccate costruirà il suo palazzo. Nel caso di Cavaceppi c'è anche aspirazione teorica: scrive la raccolta di antiche statue ecc. È un'opera di tre volumi di sculture restaurate da lui, le sue incisioni delle statue restaurate si vendevano singolarmente o all'interno dei suoi 3 volumi. Come saggio introduttivo pubblica il "di ben restaurare le antiche statue" (1768-72), alcuni pensano che siano state scritte a quattro mani in quanto i restauratori a quell'epoca non erano considerate persone di "grande qualità", ma lui era molto ambizioso. In uno dei frontespizi dei suoi volumi c'è un suo ritratto fatto da Von Maron che negli stessi anni aveva ritratto anche Winckelmann—> se i due ritratti si guardano assieme si nota che sullo sfondo ci sono due statue, inoltre.la posizione di Cavaceppi è uguale a quella di Winckelmann, anche l'abbigliamento è praticamente uguale (il turbante era alla moda negli eruditi Francesi), in mano Cavaceppi teneva una bacchetta per modellare l'argilla e questo spiega come cambia il processo di restauro. La statua che ha sul resto non è una scultura ma un bozzetto in argilla; Cavaceppi rivendica un ruolo che fino a quel momento i restauratori non avevano avuto considerando il suo lavoro allo stesso livello dello scrittore. Il processo di restauro nel '700 cambia completamente: diventa fondamentale l'intervento di uno studioso in quanto si vuole sapere come integrare una scultura. Cosa si rappresenta non può essere più inventato, deve essere fondato sullo studio filologico di quel determinato pezzo (schede di restauro), il discorso è erudito e deve essere aderente o verosimile rispetto al pezzo in origine.Faceva un modello in argilla di una statua finale (per questo Cavaceppi nel ritratto ha la bacchetta per modellare l'argilla e il bozzetto alle sue spalle). Si guardavano quindi i pezzi con più attenzione, i restauratori non hanno più il permesso di inventare ma si devono attenere a quel tipo di studio: anche questo deve essere erudito in quanto parte da uno studio e poi si arriva il più possibile al verosimile.
Cavaceppi da indicazioni su come si dovrebbe operare:
- Rendere indistinti i restauri dalla maniera in cui l'antico scultore aveva lavorato la materia: bisogna adattare il proprio stile a quello della parte antica. Stilisticamente la parte nuova deve quindi somigliare alla parte antica, dal punto di vista stilistico.
- Bisogna prima informarsi con gli eruditi e poi restaurare, che sappia di storia e mitologia; comincia anche a distinguere quelle che sono ipotesi a certezze, appoggiandosi solo ad eruditi che sanno veramente di antico.
- Bisogna ispirarsi al
Verso antico e se non ci sono segni sufficienti astenersi dal restauro (molto spesso c'è scollamento temporale da quello che si dice in teoria e quello che poi si arriva a fare in pratica; lui non ha per esempio mai rifiutato un lavoro ma comunque da peso all'indicazione di aspirazione teorica); si deve quindi capire l'iconografia.
Il restauratore attraverso la pratica deve quindi essere in grado di imitare tutti gli stili, deve saper rinunciare alla propria cifra stilistica e nonostante la mediocrità o la perfezione dell'inferiore (opera di partenza).
Non bisogna poi alterare la materia originale (lui ha grande sensibilità per marmo antico) e bisogna ancorare il pezzo antico al pezzo moderno; nel '700 si conservava quanta più parte antica si può e la parte nuova deve adattarsi a quella antica in quanto la parte antica assumeva maggior valore.
Nelle cose restaurate deve essere maggiore la parte antica di quella moderna (almeno 2/3).
questo è comunque obiettivo assolutamente teorico in quanto è raro che braccia e gambe o teste si salvassero o si conservassero; C'è di nuovo la consapevolezza che la parte antica ha più valore. - nel terzo volume aggiunge di non pulire mai la parte antica con la pietra pomice o con la Rota, in quanto le puliture aggressive leva la patina o "pelle" finale della scultura che serviva a uniformare il manto; accorgimento che ci fa di nuovo riferimento alla nuova sensibilità. La tecnica è piuttosto quella di invecchiare la parte nuova di integrazione. Cavaceppi usa o marmi antichi (capitelli, basi di colonne ecc.) oppure se si usava marmo nuovo c'erano una serie di ricette per invecchiare il marmo, ad esempio con la "colorina". -> Inizia anche una sensibilità verso i marmi - un bel frammento di mezza testa, piede o una mano meglio goderselo così com'è che non rifarlo per intero. NonostanteQuesto però e sculture erano tutte restaurate eraramente si aveva esposto un solo frammento (a parte per il Torso del Belvedere)-ci sono inoltre una serie di annotazioni per capire chi fosse un falsario e su come agiscono (Cavaceppi tra l'altro era un falsario, ma nonostante questo scrisse di falsari) "Le sculture antiche non vi si restaurano che per apprendervi." Cavaceppi faceva tutto questo per auto celebrarsi in parte, pubblica anche il racconto del viaggio che fece con Winckelmann in Germania (ultimo che farà W.) -> Winckelmann passate le alpi ha una specie di momento di crisi per la lontananza del suo modello estetico mollando Cavaceppi e fermandosi a Trieste in un albergo dove viene ucciso. Cavaceppi è quindi tenutario anche degli ultimi giorni di vita di Winckelmann. Anche dal punto di vista pratico il restauro fa un salto di qualità anche soprattutto per quanto riguarda le sculture antiche, il punto di frattura è ancora molto
irregolare: la parte moderna si adatta al punto di frattura antico—> lavorando prima su argilla, poi su gesso e poi su marmo. A differenza della pittura lo scultore ha da sempre un problema in più in quanto se va troppo a fondo sul blocco deve buttare via tutto il pezzo di marmo. Prima quindi si fa il bozzetto sull'argilla che è poco costosa e molto malleabile, poi viene trasportato in gesso con il sistema del calco. Il modello in gesso aveva il vantaggio di essere bianco (effetto finale simile), sul gesso si potevano eventualmente fare modifiche (anche se solo per togliere e non aggiungere), una volta che ho la forma definitiva con punti di frattura compresi viene trasposto in marmo. Una volta fatta la trasposizione veniva messo a posto, il telaio vetrato era lo strumento appunto necessario per trasporre velocemente dal gesso al marmo che nel '700 era considerata invenzione tecnologica.—> Era più veloce perché i due telai erano.identici e dal telaio si facevano calare deifili a piombo che servivano a far prendere tutti i punti di misura (che solitamente sonoi più sporgenti e i fondamentali).
Cambiamento di sensibilità tra ‘600 e ‘700-Torso del discobolo, scultura di Mirone in Bronzo
Molte repliche vengono fatte e ad esempio una viene assegnato il restauro a EtienneMonnot che invita l’iconografia e ricostruisce scenograficamente per assolvere al luogoin cui doveva essere inserita-il restauro di Cavaceppi invece è diverso, lui studia il progetto antico e la posizione digambe e braccia fanno intuire la ricerca della posizione originaria, senza resecare laparte antica.
Nel 1781 esce una copia che aveva testa, gambe e braccia che erano antiche: e sicapisce da questo momento che la scultura deve essere restaurata secondo il modelloantico.
Cavaceppi rielabora il lavoro del restauratore; rispettava la materiastudio dellamateria e degli stili
Acropoli