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La realizzazione di nuovi Stati nazione

La realizzazione di nuovi Stati nazione è sempre riuscita legando la "questione nazionale" a quella "sociale". A tal proposito l'internazionalismo socialista è l'antitesi della nazionalità ma la forza del nazionalismo riuscì a prevalere sull'ideologia socialista tanto da sfruttarla come uno strumento per la propria causa (nazionalsocialismo).

Nel 1854-55 la guerra di Crimea sanzionò l'appoggio occidentale all'impero ottomano contro l'invasione russa. Gli ottomani poco dopo diedero il via ad un programma di riforme politico sociali che prevedevano l'abolizione dei poteri civili delle gerarchie religiose, l'apertura dei cristiani nell'esercito e il nuovo motto era "libertà e patria". Vi fu il varo di un nuovo codice civile, una nuova legge per i diritti di cittadinanza. Ma nel 1874 ci fu un collasso economico dell'impero con la restaurazione.

L'abolizione della Costituzione) ad opera del sultano di cui si approfittò subito la Russia. Nel 1878, le grandi potenze grazie alla mediazione di Bismark, ridimensionarono le proporzioni della vittoria Russa proclamando la nascita di nuovi Stati (Romania e Montenegro) e formalizzando l'indipendenza della Serbia. La Bulgaria fu eretta a principato autonomo dalla Turchia e la Bosnia-Erzegovina fu concessa in amministrazione agli austriaci. Nessuno dei nuovi e vecchi Stati era contento del territorio che era stato assegnato. Tutti i nuovi Stati erano tenuti ad affrontare problemi socio-politici (l'amministrazione politica di essi era problematica dopo la partenza dei turchi per la mancanza di elites alte tradizionali) ed economici enormi (monocolture). Nel 1908 ci fu un'insurrezione nell'impero e la conseguente caduta del sultano ad opera del movimento nazionale dei giovani turchi che comunque in pochi anni non poteva raddrizzare le enormi difficoltà.

Economiche dell'impero. Esse sfociarono nel 1912 con una nuova sconfitta da parte dell'Italia e la conseguente perdita della Libia e di alcune isole greche. Scoppia nel 1913 la prima guerra balcanica che vide contrapporsi da una parte la Serbia, il Montenegro, la Grecia e la Bulgaria e dall'altra i turchi con la vittoria dei primi sui secondi. Ma la spartizione nel 1913 dei territori conquistati diede luogo alla seconda guerra balcanica che oppose la Bulgaria (appoggiata dall'Austria che contrastava le mire espansionistiche serbe: vedi Croazia) e la Serbia (appoggiata da Grecia, Romania e la stessa Turchia). La vittoria serba fu accompagnata da feroci purificazioni etniche (comunque reciproche) che sconvolsero tutta l'Europa.

Capitolo IX La democrazia in America. La storia americana risulta per molti aspetti diversa e per altri simile a quella europea. E' affine a quella di molti Stati europei in merito alla costruzione dello Stato nazione che avvenne con

caratteristiche proprie in quanto il territorio dello Stato (considerato come un dato fisico naturale, privo di storia e di cultura) fu conquistato con la guerra. Infatti non si trattò di inglobare realtà statuali preesistenti (come in Italia ed in Germania) bensì di spazzarle via. Tali realtà erano le nazioni indiane che non furono riconosciute come interlocutori autoctoni; infatti i diritti di sovranità vennero contrattati a livello internazionale con le nazioni economicamente e politicamente interessate ai nuovi territori (GB, Francia, Spagna, ecc.). La popolazione considerata legittima era nuova al territorio formatasi sia al seguito dell'espansione dei coloni che dall'immigrazione europea di gente diversa che doveva essere americanizzata ed insieme ai quali vivevano comunque i già residenti quali messicani conquistati, nativi sottomessi e schiavi deportati. Per cui gli USA si pensarono come una nazione euro-americana trapiantata in

altro continente; però fin dall'inizio questo nuovo Stato si presentava come una società post-rivoluzionaria nel senso che aveva un governo repubblicano, consenso dei governati, eguaglianza civile, diritti di cittadinanza democratica molto evoluti. Per questi aspetti molti ritenevano che la democrazia americana fosse faro di speranza e modello per il futuro dell'umanità mentre altri pensarono che l'America fosse solo una meravigliosa eccezione non comparabile con altre esperienze storiche.

Bisogna dire però che l'America di cui si parlava era quella settentrionale ed anglofona. Nella parte meridionale, centrale e nel Messico invece il potere reale rimase nelle mani dei Creoli che formarono una ristretta élite di proprietari fondiari che portarono alla formazione di Stati molto dipendenti economicamente dalla GB. Per cui l'ideologia democratica che fu detta americana non celebrava l'unicità di tutta l'America

Il popolo sovrano era molto esteso dal 1830 esisteva il suffragio universale maschile esteso a tutti i maschi adulti e bianchi che fossero cittadini degli USA e anche gli immigrati che avessero avviato le pratiche di naturalizzazione. La società USA era democratica e repubblicana la cui forma di governo era federale e dove vigeva una separazione tra poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) molto netta con meccanismi di controllo reciproco. La sua autorità era delimitata con precisione dalla costituzione che lasciava competenze ampie ed esclusive agli Stati che a seguito dell'espansione territoriale aumentavano di numero. Ciò comportò inevitabilmente un accrescimento del potere del governo federale e con esso la tensione conseguente tra centro e periferia.

Gli Stati che avevano ottenuto l'indipendenza dalla GB con la rivoluzione (1776) ne erano 13 tutti compresi tra l'oceano atlantico e i monti appalachi. Nel

1860 erano diventati 33 e si estendevano fino al Minnesota e al Texas e dall'Oregon alla California sul Pacifico. A fine secolo ve ne erano 45 e quasi tutto il continente era stato colonizzato. La formazione degli Stati era regolata da una legge del 1787 che prevedeva con il raggiungimento di un certo numero di abitanti bianchi un territorio poteva darsi una costituzione e fosse automaticamente ammesso nell'unione su un piede di parità con gli Stati originari. La lotta per il dominio in Nord America non fu combattuta solo fra popoli e potenze europee ma già al tempo della rivoluzione lo scontro era tra tre pretese di sovranità territoriale (quella dei coloni bianchi, degli inglesi e dei nativi). La vittoria della rivoluzione segnò la fine dell'autorità britannica, l'affermazione dell'indipendenza degli americani di origine europea e l'inizio della fine dell'indipendenza per le nazioni indiane. Per questi ultimi fu

unavera e propria catastrofe risolta con la forza delle armi per tutto l'800 e furono guerre feroci perché la posta in gioco era il controllo del territorio e lo sfruttamento della terra. Nelle nuove terre al seguito dei bianchi giunsero anche gli schivi neri deportati dall'Africa. La schiavitù era sopravvissuta alla rivoluzione, essa aveva una importanza economico sociale strategica specie nel Sud. All'inizio dell'800 il fulcro dell'economia schiavistica si spostò dalla costa atlantica al profondo Sud sulla costa del golfo del Messico che divenne il grande regno delle piantagioni di cotone. In tale periodo gli interessi delle due macro aree regionali (il Sud agricolo e schiavistico e il Nord con l'industria nascente e libero) entrarono in rotta di collisione sconvolgendo gli assetti nazionali: alla questione dell'espansione verso l'Ovest si unirono altre di ordine economico doganali (il Nord protezionista per difendere la

La storia degli Stati Uniti d'America è segnata da un periodo di divisione e conflitto noto come la guerra civile americana. Questo conflitto, che durò dal 1861 al 1865, vide contrapposti gli Stati del Nord, industrializzati e contrari alla schiavitù, e gli Stati del Sud, agricoli e schiavisti.

Le tensioni tra Nord e Sud erano state presenti fin dalla fondazione degli Stati Uniti, ma si intensificarono nel corso del XIX secolo a causa di questioni economiche, sociali e politiche. Il Nord, grazie alla sua industria in rapida crescita, cercava di imporre politiche protezionistiche per favorire le sue esportazioni agricole, mentre il Sud, che dipendeva dalla schiavitù per l'economia delle sue piantagioni, difendeva il libero mercato.

Queste divergenze portarono a tentativi di compromesso, ma quando il nuovo partito repubblicano, prevalentemente nordista, salì al potere e elesse Abraham Lincoln come presidente nel 1861, gli Stati schiavisti decisero di abbandonare l'Unione e formare la Confederazione degli Stati del Sud. Questa secessione scatenò la guerra civile.

La guerra civile americana durò quattro anni e si concluse con la vittoria dei nordisti. Fu un conflitto moderno, in cui si scontrarono eserciti di massa sostenuti da un'industria in rapida espansione e da sistemi di trasporto e comunicazione avanzati come le ferrovie e il telegrafo. Fu proprio il carattere industriale del conflitto a determinare la sconfitta del Sud, che entrò nella guerra con una posizione di debolezza.

Il Nord aveva il monopolio dell'industria siderurgica, tessile e meccanica, oltre a possedere conoscenze scientifiche e tecnologiche avanzate e una forza lavoro specializzata. Inoltre, controllava le vie di comunicazione e di trasporto, il che gli conferiva un vantaggio strategico.

commercio e il capitale finanziario e aveva la rete più estesa delle ferrovie. Il Sud sottovalutando questi fattori aveva creduto che il Nord, messo di fronte al fatto compiuto della separazione, lo avrebbe accettato; ma così non fu. La guerra fu moderna anche per le ingenti perdite umane dovute alla partecipazione di massa. Il Nord ricordò la guerra come una guerra civile fra cittadini appartenenti alla stessa nazione e il Sud come una guerra per l'indipendenza materiale o una guerra fra Stati diversi. Gli ex schiavi neri ricordano una guerra per l'emancipazione. La vittoria del Nord fu accompagnata da uno sconvolgimento della società meridionale dove il potere dei grandi proprietari fu distrutto e ridimensionato a livello locale. La schiavitù venne abolita e gli ex schiavi ottennero diritti civili e politici (emendamenti alla costituzione del 1865-70). Il governo federale guidato dai repubblicani acquistò autorità rispetto a.quelli Statali e assunse un ruolo propulsivo nello sviluppo economico. I repubblicani del Nord all'indomani della vittoria cercarono di ricostruire la società meridionale con l'occupazione militare e il controllo politico (non mancarono prevaricazioni e corruzioni) e attiva fu la partecipazione che i neri liberati ebbero in questa vicenda, partecipazione violentemente contrastata dagli attacchi di una associazione terroristica razzista, il Ku Klux Klan, costituitosi nell'immediato dopoguerra. A pochi anni dalla libertà i neri conquistarono il suffragio universale maschile ed una porzione reale del potere politico (per la prima volta furono eletti nelle assemblee legislative degli Stati e nel congresso federale). Ci furono progetti per distribuire agli ex schiavi parte della terra da loro stessi coltivata ma essi fallirono e i neri rimasero senza risorse in balia dei vecchi padroni. Quando ci fu l'inizio di una riconciliazione tra Nord e Sud essi furono.oggetto di nuove forme di oppressione che scaturirono in leggi statali che li privarono dell'esercizio effettivo dei diritti che erano stati sanciti dalla costituzione federale. I neri dovevano essere tenuti segregati e la pratica del linciaggio fu applicata per ottenere ciò. La guerra civile diede al governo federale l'opportunità di prendere importanti provvedimenti.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
45 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cecilialll di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto della comunicazione e dell'informazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Crainz Guido.