2.3 STIMA DEL MODELLO DI GRAVITÀ PER IL MERCATO EUROPEO
Per testare la robustezza delle previsioni effettuate dalle analisi condotte all’avvio della transizione si è proceduto a stimare una nuova e diversa diequazione gravità relativa ai flussi di esportazione bilaterali annuali tra i paesi che daranno vita al cosiddetto “mercato unico paneuropeo”. Trattasi, in pratica, dei 15 paesi membri dell’Ue, dei 3 paesi appartenenti Efta e di 12 PECO, e fra essi, le ex Repubbliche Socialiste Sovietiche dell’Europa dell’Est (Bielorussia, Federazione russa, Ucraina e Moldavia) ed alcuni fra i paesi più rappresentativi dal punto di vista dei flussi di commercio extra-europei (USA, Canada, Giappone, Australia e Turchia).
L’analisi non comprende i flussi relativi alle isole mediterranee Cipro e Malta, che rimangono comunque candidate all’adesione, mentre considera la Turchia tra i mercati potenziali esterni all’area, in
considerazione della sua posizione particolare di paese potenzialmente candidato. L'equazione analizzata considera, come nella "versione base" del modello digravità, il PIL, totale e pro-capite, dei paesi presi in considerazione - quale proxy rispettivamente della dimensione della domanda e dell'offerta e dell'effetto reddito - e la variabile distanza geografica - quale proxy dei costi di trasporto e di transazione legati al commercio bilaterale. Essa tenta, tuttavia, di cogliere anche l'intensità delle relazioni commerciali "non standard" fra i paesi analizzati, facendo ricorso a specifiche variabili dummies (caratterizzate dal comune prefisso "D"). Tramite l'impiego di tali variabili qualitative si è tentato, inoltre, di verificare anche il peso dell'eredità storica e culturale nelle relazioni commerciali all'interno del continente europeo con il duplice obiettivo di verificarne.La rilevanza è di testare la capacità dell'approccio gravitazionale ad adattarsi a diverse situazioni di analisi empirica. Naturalmente, coefficienti positivi per le dummies evidenziano l'esistenza di "commercio bilaterale preferenziale", ossia di un flusso commerciale bilaterale eccedente il livello "normale" (intendendo per normale o "standard" il flusso di commercio bilaterale previsto utilizzando la sola versione base del modello gravitazionale). Parallelamente, la stima di coefficienti negativi per le dummies implica invece una "discriminazione" dal punto di vista del commercio bilaterale rispetto al livello "normale".
L'equazione di gravità stimata è la:
seguente:XIJ=C(1)+C(2)*GDPI+C(3)*GDPJ+C(4)*GDPPCI+C(5)*GDPPCJ+C(6)*DISTIJ+C(7)*DADJ++C(8)*DLANG+C(9)*DEU+C(10)*DEFTA+C(11)*DEA+C(12)*DCEFTA+C(13)*DCEFTAEXP++C(14)*DPTABAL++C(15)*DAUSHUN+C(16)*DRUS+C(17)*DOTTOM+C(18)*DCEECS++C(19)*DFED+C(20)*DCMEA+C(21)*DEXEFTA
Tutte le variabili sono espresse in logaritmi naturali.
- La variabile XIJ rappresenta le esportazioni del paese “i” verso il paese importatore“j”.
- Le variabili GDPI, GDPJ, GDPPCI e GDPPCJ rappresentano, rispettivamente, i PIL,totali e pro-capite, del paese esportatore “i” e del paese importatore “j”.
- La variabile DISTIJ rappresenta la distanza geografica tra i due principali centrieconomici dei paesi “i” e “j”.
- Le altre variabili sono dummies (prefisso “D”), utilizzate nel modello per “cogliere”gli effetti di differenti tipologie di commercio bilaterale preferenziale. Per maggiorchiarezza espositiva, esse sono state raggruppate in
- Tipologie di dummies standard
- Affinità geografiche e culturali
- DADJ per l'adiacenza geografica. In pratica, l'esistenza di confini comuni;
- DLANG per la condivisione di una lingua ufficiale comune;
- Membership ad accordi commerciali preferenziali europei
- DEU per i paesi membri dell'UE;
- DEFTA per i paesi membri della European Free Trade Association (EFTA);
- DCEFTA per i paesi membri del Central European Free Trade Agreement (CEFTA);
- DPTABAL per i paesi membri dell'accordo di libero scambio del Baltico;
- DEA, per i paesi candidati al prossimo allargamento, firmatari degli "Accordi Europei" di Associazione all'Unione europea.
- Tipologie di dummies non standard
- Forme di membership non tradizionale
- DCEFTAEXP per i paesi
beneficiari potenziali di forme di liberalizzazione commerciale con i paesi membri del CEFTA. In pratica, per misurare gli effetti attuali di una possibile liberalizzazione futura;
DEXEFTA, per i paesi ex-membri dell'EFTA. In pratica, per misurare gli effetti attuali di passati legami commerciali "preferenziali";
DCEECS, per i paesi europei dell'Europa Centro-orientale. In pratica per misurare gli effetti di possibili "preferenze informali" derivanti dalla comune appartenenza al "blocco" di paesi europei ex-comunisti "in transizione";
Eredità storico-politica ed istituzionale
DAUSHUN, per la comune appartenenza storica all'impero Austro-ungarico;
DRUS, per la comune appartenenza storica all'impero Russo;
DOTTOM, per la comune appartenenza storica all'impero Ottomano;
DFED, per la comune appartenenza ad ex-Federazioni di Stati dell'Europa Centro-Orientale e dell'Est Europa;
DCMEA, per la
comune membership al dissolto Consiglio di Mutua Assistenza Economica;
Per quanto concerne la variabile XIJ (esportazioni del paese "i" verso il paese "j"), i dati sono tratti dal Direction of Trade Statistics Yearbook (Dots), pubblicato annualmente dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), e sono espressi in milioni di dollari USA a prezzi correnti. Essi concernono i flussi di esportazione bilaterale annuali del 1998 fra i 15 paesi membri dell'Ue, i 3 Efta ed i 12 PECO e fra essi, le ex Repubbliche Socialiste Sovietiche dell'Europa dell'Est (Bielorussia, Federazione russa, Ucraina e Moldavia) ed alcuni fra i paesi più rappresentativi dal punto di vista dei flussi di commercio extra-europei (USA, Canada, Giappone, Australia e Turchia). Per un totale di 29 paesi esportatori (Belgio e Lussemburgo sono considerati congiuntamente) e 38 paesi importatori, pari a 1073 osservazioni di flussi bilaterali annuali. Poiché in 23 casi i flussi di
esportazione non risultavano disponibili odattendibili, sono state rilevate nel complesso 1050 osservazioni.
Sono stati considerati nella regressione anche casi di assenza e/o di intensità di commercio bilaterale troppo ridotta per essere rilevata dalle statistiche Dots.
Poiché i dati sono espressi in logaritmi ed il logaritmo di zero non è definito, si è proceduto a sostituire tali valori nulli (in totale 14 flussi esportativi) con un valore arbitrariamente piccolo (pari a 10.000 $).
Per quanto concerne le variabili GDPI, GDPJ, GDPPCI e GDPPCJ (PIL, totali e pro-capite, dei paesi esportatori ed importatori), i dati, sempre in milioni di dollari a prezzi correnti, sono tratti dalla pubblicazione annuale della Banca mondiale World Development Indicators del 2000.
Tali variabili "standard" sono utilizzate come proxy, rispettivamente, della dimensione dei paesi, esportatore (GDPI) ed importatore (GDPJ), nonché dell'ampiezza dell'offerta.
All'export (GDPPCI) e dell'ampiezza della domanda di importazioni (GDPPCJ). La variabile DISTIJ è data dal logaritmo della distanza geografica, espressa in Km, fra i due principali centri economici dei paesi analizzati. Il calcolo è stato fatto facendo riferimento alle rispettive capitali geografiche. Tuttavia, in ossequio alla finalità del modello teso ad individuare i centri effettivi delle rispettive masse economiche, si è ritenuto opportuno considerare, nel calcolo della matrice, Hannover per la Germania, Amsterdam per i Paesi bassi; Milano per l'Italia, Zurigo per la Svizzera, Chicago per gli USA, Toronto per il Canada, Sidney per l'Australia, Istanbul per la Turchia. L'approccio metodologico è stato quello di calcolare le distanze stradali effettive in Km fra i principali centri economici del continente europeo, tramite. Questa è la metodologia più utilizzata (fra gli altri, Linnemann 1966 e Wang e Winters 1991).
Esiste, tuttavia, il problema che il logaritmo di un numero positivo molto piccolo è costituito da un numero negativo molto grande in valore assoluto che tende ad avere, in qualità di "valore estremo", un peso eccessivamente rilevante nella regressione, in base alla metodologia OLS adottata. Esistono, in realtà, almeno altri tre metodi per affrontare il problema:
- la semplice omissione dei flussi commerciali pari a zero dal database;
- l'utilizzo di una formulazione semilogaritimica per misurare con apposite tecniche di stima (Tobit) il valore dei coefficienti, sotto la condizione che il valore osservato sia diverso da zero;
- la trasformazione della variabile dipendente come log di (1+Xij). Frankel (1997), che ha proceduto a stimare il modello sia nella formulazione moltiplicativa originale, sia nella usuale, più semplice, forma logartimico-lineare, ha dimostrato che l'omissione delle osservazioni pari a zero non comporta grandi.
Differenze nella stima. Conformemente al modello adottato, infatti, nella formulazione moltiplicativa stimata, flussi commerciali pari a zero tendono ad essere associati al commercio bilaterale fra paesi di dimensione parimenti contenuta. Non esiste all'interno della Germania riunificata una città che assuma una posizione gerarchica assolutamente primaria. Esistono, al contrario, metropoli con compiti settoriali prioritari come, ad esempio, Amburgo, principale porto tedesco, Francoforte sul Meno, principale centro finanziario, Bonn, per oltre 40 anni capitale della ex-Repubblica Federale ed, appunto, Hannover, principale centro industriale situato nella fascia di saldatura tra i primi rilievi del Mittelgebirge e le pianure sassoni (Istituto geografico De Agostini, 1995).
L'Atlante stradale interattivo dell'Istituto geografico De Agostini su CD-Rom, ricorrendo alle great-circle distances ossia alle combinazioni fra le latitudini e longitudini delle città considerate,
mercato derivanti dalla distanza geografica tra i paesi coinvolti nel commercio. La variabile DLANG, invece, è utilizzata per valutare gli effetti derivanti dalla differenza linguistica tra i paesi. Per quanto riguarda la distanza geografica, è stato dimostrato che maggiore è la distanza tra i paesi, maggiori sono i costi di trasporto e di comunicazione, e quindi minori sono le probabilità di scambi commerciali. Questo perché la distanza geografica può comportare tempi di consegna più lunghi, maggiori costi di spedizione e difficoltà di comunicazione tra i partner commerciali. Per quanto riguarda la differenza linguistica, invece, è stato dimostrato che può influenzare la facilità di comunicazione tra i paesi e quindi la probabilità di scambi commerciali. Infatti, se due paesi parlano la stessa lingua o hanno una lingua comune, sarà più facile per le imprese comunicare tra loro e quindi aumenteranno le probabilità di scambi commerciali. In conclusione, le variabili DADJ e DLANG sono utilizzate per valutare gli effetti della distanza geografica e della differenza linguistica sul commercio extra-europeo.Scarica il documento per vederlo tutto.
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