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IL MODELLO DI BERTRAND
Il modello di Bertrand, essendo un modello competitivo, è un modello in cui si compete sui prezzi. Bertrand
sviluppò questo modello nel 1893. Le regole di Bertrand sono le seguenti:
- Le imprese competono sui prezzi;
- Il mercato impone il prezzo più basso;
- Il prodotto è omogeneo (il consumatore acquista sempre il medesimo bene indipendentemente
dall’impresa da cui acquista).
Abbiamo due imprese:
> = 0
- Se i consumatori acquistano dall’impresa uno quindi (l’impresa due non vende
2 1 2
nulla);
= /2;
- Se le imprese si dividono il mercato, quindi, venderebbero
1 2
< = 0
- Se i consumatori acquistano dall’impresa due (venderebbe tutto) quindi (l’impresa
2 1 1
uno non vende nulla perché il prezzo è più alto).
Questa situazione graficamente la possiamo rappresentare come segue:
2 >
2 1
=
1 2
1
<
Q→ 2 1
2
>
Quindi, come vediamo graficamente, se , l’impresa uno venderebbe tutta la quantità sul mercato e
2 1
l’impresa due non venderebbe nulla. Se i prezzi delle imprese fossero uguali, queste si dividerebbero la
=
quantità venduta. Superato il punto in cui Se , cioè quando il prezzo dell’impresa due è minore del
1 2
prezzo dell’impresa uno, l’impresa due, man mano che l’impresa uno alza il suo prezzo di offerta, comincia
a vendere una maggiore quantità, fino a venderla tutta. Come possiamo vedere, la funzione dell’impresa
due è una spezzata; ovviamente la curva dell’impresa uno sarebbe identica ribaltata. Nel momento in cui
abbiamo le due imprese, dobbiamo decidere la nostra risposta ottimale (funzione di reazione) a seconda di
quello che fa l’altra impresa. Vediamo qual è la nostra risposta ottimale a seconda dei casi che possono
accadere.
Comportamento dell’impresa due a seconda del comportamento dell’impresa uno:
> → =
- Se l’impresa uno fissa un prezzo l’impresa due fisserà un prezzo e questa fa
1 2
profitti del monopolista (nella realtà non potrebbe succedere, l’impresa uno dovrebbe uscire
pazza);
< < → = −
- Se l’impresa uno fissa un prezzo l’impresa due fisserà un prezzo (dove
1 2 1
è uguale a un valore piccolo, tanto basta anche un centesimo per fare un prezzo più basso anche
perché il bene è omogeneo); = → =
- Se l’impresa uno fissa un prezzo l’impresa due ovviamente fisserà un prezzo
1 2 1
(perché se l’impresa due fissasse un prezzo più basso farebbe profitti negativi, se invece fissasse un
prezzo più alto dei costi non venderei nulla); 0 ≤ <
- Se l’impresa uno (impazzisce completamente) fissa un prezzo (quindi più basso dei
1 >
costi, è disposta addirittura a fare profitti negativi)→ l’impresa due fisserà un prezzo 2 1
(perché se mettesse un presso uguale all’impresa uno farebbe anche lei profitti negativi, quindi
mette un prezzo maggiore tanto profitti non ne fa lo stesso ma almeno non li fa negativi.
Comportamento dell’impresa uno a seconda del comportamento dell’impresa due
> → =
- Se l’impresa due fissa un prezzo l’impresa uno fisserà un prezzo ;
2 1
< < → = − ;
- Se l’impresa due fissa un prezzo l’impresa uno fisserà un prezzo
2 1 2
= → =
- Se l’impresa due fissa un prezzo l’impresa uno ovviamente fisserà un prezzo ;
2 1 2
0 ≤ < → >
- Se l’impresa due fissa un prezzo l’impresa uno fisserà un prezzo .
2 1 2
Se l’impresa uno fissasse un prezzo uguale al prezzo di monopolio l’impresa due è costretta ad abbassare i
prezzi, di conseguenza l’impresa uno abbassa i prezzi. Dopodiché l’impresa due abbasserebbe
ulteriormente i prezzi e l’impresa uno anche e così via, fino a quando sia il prezzo dell’impresa uno che
quello dell’impresa due è uguale ai costi sotto i quali non è più possibile abbassare il prezzo:
= =
1 2
Anche perché se una delle due imprese mettesse un prezzo maggiore dei costi l’altra fisserebbe un prezzo
uguale ai costi e si prenderebbe il mercato; se invece una delle due fissasse un prezzo minore dei costi
farebbe profitti negativi, quindi entrambe non possono andare al di sotto dei costi. Noi sappiamo che il
prezzo è uguale al costo marginale in concorrenza perfetta. Abbiamo provato il cosiddetto paradosso di
Bertrand, cioè abbiamo dimostrato teoricamente che bastano due imprese che competono sul prezzo per
simulare il risultato di concorrenza perfetta. Tra l’altro, noi abbiamo visto che per avere la concorrenza
perfetta servivano un numero elevatissimo di imprese, invece in questo caso Bertrand dimostra che
bastano due imprese che competono sul prezzo per arrivare all’equilibrio di concorrenza perfetta
(paradosso di Bertrand). È evidente che nel momento in cui abbiamo il modello di Bertrand, otteniamo il
risultato di concorrenza perfetta per cui abbiamo raggiunto il massimo livello di efficienza di mercato
possibile. Verifichiamolo a livello numerico (sul quaderno). Come abbiamo capito il paradosso di Bertrand è
un problema dal punto di vista delle imprese poiché costringe quest’ultime a comportarsi come se fossero
in concorrenza perfetta (ma di base ci sono due imprese).
In realtà il paradosso di Bertrand si risolve utilizzando due meccanismi attraverso cui l’impresa non impone
un prezzo uguale al costo marginale senza rischiare di perdere tutti i suoi clienti (perché fondamentalmente
il problema è che nel modello di B. una delle due imprese imponesse un costo più basso, i consumatori
migrerebbero tutti dall’altra impresa che ha il prezzo uguale al costo marginale). Questi due meccanismi
che risolvono il paradosso di Bertrand sono:
- Vincolo di capacità: supponiamo che ci siano due ristoranti nella stessa via e che, come giusto che
sia tutti i consumatori che giungono in questa via, vanno a mangiare nel ristorante che fa il prezzo
più basso, ovviamente questo ristorante non ha un numero di tavoli infinito ma prima o poi finirà i
suoi posti a sedere. Quindi, nel momento in cui il ristorante è pieno, gli altri che arrivano, se
vogliono mangiare, andranno nel ristorante che fa i prezzi un po' più alti. In poche parole, tutte le
imprese hanno un vincolo di capacità. Noi in Bertrand abbiamo immaginato che le imprese
producono tutto quello che c’è sul mercato, questo però non è compatibile con la realtà; una sola
impresa non può produrre tutto, ogni impresa ha un limite produttivo che una volta superato non
può produrre più, per cui anche se si fissa un prezzo leggermente più alto, sicuramente venderò di
meno ma non venderò zero, avrò sempre profitti positivi. Abbiamo risolto il paradosso di Bertrand.
Nel modello di Bertrand classico, avevamo due ipotesi fondamentalmente: dicevamo che le
imprese competono sui prezzi e chi fa il prezzo più basso prende tutto il mercato. In questo caso del
vincolo di capacità, salviamo l’ipotesi che le imprese competono sempre sul prezzo e l’ipotesi che
viene meno è che, sì l’impresa che fissa il prezzo più basso sicuramente vende di più però non è
detto che se una mette un prezzo più basso conquista tutto il mercato perché le imprese decidono
ed hanno un determinato livello di capacità, con l’evidente sicurezza che non si può produrre
all’infinito, tutti hanno un livello massimo di produzione. Ragionando sul funzionamento, quindi, se
noi abbiamo dei vincoli di capacità e io produco 10 beni e fisso un prezzo più alto e tizio ne produce
20 e fissa un prezzo più basso, io vendo 10 lui vende 20. Lui naturalmente farà profitti maggiori
rispetto ai miei che saranno più bassi ma comunque positivi. Il fatto che entrambi abbiamo profitti
positivi ci allontana dal risultato di Bertrand (ci allontaniamo dalla concorrenza perfetta) e ci
avvicina al risultato di Cournot. Analizziamo numericamente il concetto di vincolo di capacità (sul
quaderno). Nel momento in cui io decido quanto produrre, naturalmente posso anche decidere che
prezzo imporre, visto che la competizione è sul prezzo. Il prezzo che impongo sarà in riferimento
alla scelta su quali clienti servire e quali no; visto che non posso servire tutti i clienti, metterò un
prezzo tale per cui andrò automaticamente a decidere, a seconda della disponibilità a pagare dei
consumatori, chi acquisterà da me e chi acquisterà dall’altro. Per fare ciò, quindi, si applica la regola
del razionamento efficiente cioè decido in maniera efficiente quali clienti servire e quali no (i beni
rimangono omogenei). Analizziamo numericamente il concetto di vincolo di capacità, e di cosa
accade (sul quaderno).
- Nella realtà i beni non sono tra di loro perfetti sostituti, ma sono differenziati: è un’altra evidenza
realistica che ci impedisce di ricadere nel paradosso di Bertrand. Noi abbiamo sempre detto fino ad
ora che i beni sono omogenei, ma come sappiamo nella realtà non troveremmo mai dei beni
perfettamente identici. Quindi nella realtà i beni non sono tra di loro perfetti sostituti ma sono
differenziati di conseguenza i consumatori non comprano lo stesso bene (guardando quello che
costa di meno) ma compreranno il bene che piace di più non guardando soltanto il prezzo (perché
se a me piace un bene piuttosto che un altro, anche se costa di più comprerò quello). Dunque,
anche in questo caso, dato che il prezzo è più alto del costo marginale, non si ricade più nel
paradosso di Bertrand. Il modello che abbiamo utilizzato in precedenza, inerente alla
differenziazione del prodotto era il modello di Hotelling. Quindi, quello che faremo ora è introdurre
il modello di Hotelling nel modello di Bertrand. Supponiamo quindi di avere, come succedeva nel
modello di Hotelling, una differenziazione orizzontale dal punto di vista spaziale. Abbiamo pertanto
due negozi che producono un bene omogeneo ma che sono però posizionati in due punti del nostro
segmento: Impresa 1 Impresa 2
- Abbiamo quindi, come diceva Hote