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(AD’)
• economica ESPANSIVA (E1); prezzi rimangono inalterati.
Classici: si basa su forze di mercato: salari e prezzi si
• riducono e quindi AS si sposta verso il basso (E2)=non c’è
bisogno di politiche economiche, lasciano fare al mercato.
SE SIAMO IN PIENA OCCUPAZIONE (CLASSICA)
- Perché non vi sia inflazione occorre che politica economica non
faccia crescere il reddito oltre il prodotto potenziale:
Se ciò accade, AD si sposta a dx con una politica economica
• espansiva e i prezzi aumentano (E3).
Se accade l’opposto, AD si sposta a sx con una politica
• restrittiva
economica e prezzi diminuiscono (potremmo tornare
E1 E0).
in o E3 meccanismo automatico classico
Ma se siamo in vi è un
• flessibili, AS
che può funzionare se prezzi e salari sono e la
orizzontale si sposta verso l’alto automaticamente senza
necessità di politiche restrittive (E3).
- rigidità dei salari
Keynes porta più argomenti contro la tesi classica:
verso il basso non è irrazionale: può essere spiegata dalla mancanza di coordinamento o
comportamenti asimmetrici tra lavoratori e imprese:
es. se lavoratore accettasse riduzione di w, non è detto che altri lo facciano, per cui
• cambierebbero salari relativi, cosa che non è accettata.
O, contrarietà lavoratori verso riduzioni salari avviene se cambiano salari nominali, ma meno
• se cambiano P che comunque riducono w/p (illusione monetaria).
O, anche se lavoratori accettassero riduzione salari, non è detto che le imprese riducano P,
• potrebbero aumentare i profitti: lavoratori subirebbero così perdita di potere d’acquisto.
Se la AD è verticale, una diminuzione dei P sarebbe inefficace. L’unico modo per aumentare
• Y sarebbe una politica fiscale espansiva.
- Tra tesi classica e keynesiana è stata proposta la seguente lettura:
breve periodo AS
Nel è ragionevole ipotizzare salari e prezzi dati, cioè
• orizzontale. AD determina il livello di Y:
La in questo caso vi può
essere disoccupazione involontaria (tesi keynesiana).
medio-lungo periodo
Nel si può ipotizzare una maggiore flessibilità di
• AS verticale.
salari e prezzi, cioè una Il sistema economico tende
spontaneamente a raggiungere il livello della piena occupazione,
AD determina soltanto il livello dei prezzi.
determinata dall’AS. La
Problema AS Come L'Abbiamo Vista Finora
- Prezzi aumentano anche se non siamo in piena occupazione.
- Il modello sin qui visto prevede che w non risenta della debolezza e forza contrattuale dei
lavoratori, influenzata dal tasso di disoccupazione. Neppure prevede che i lavoratori nel fissare
w risentano del livello dei prezzi.
- Queste 2 ipotesi/limitazioni potrebbero essere superate in diversi modi: si può ipotizzare:
Che la disoccupazione influisca sulla determinazione del salario nominale.
• Che i lavoratori tengano conto dei prezzi nel determinare il salario contrattato.
• Che la negoziazione sul salario non sia fatta dal singolo lavoratore, ma dal sindacato.
•
SALARI E DISOCCUPAZIONE
- Finora abbiamo visto che disoccupazione o c’è o non c’è: in realtà, anche in pieno impiego, c’è
qualcuno di
un certo numero di disoccupati (disoccupati frizionali): c’è sempre la volontà di
trovare un posto di lavoro migliore, e quindi si licenzierà, e per le imprese c’è la volontà di
trovare lavoratori più bravi, licenziando quelli meno bravi.
- Si può parlare quindi di piena occupazione se il tasso di disoccupazione (ubarrato=DIS/FL) si
trova al livello frizionale.
- Questo è importante quando si considera come lavoratori rispondono a un tasso di
disoccupazione superiore/inferiore a ubarrato: come cambia la loro forza contrattuale?
- Nel medio periodo si ipotizza che i salari reagiscano con gradualità all’esistenza di
disoccupazione, secondo la seguente funzione, dove:
Disoccupazione influenza forza contrattuale lavoratori.
• Quindi che salari crescano molto o poco, deve essere messo in relazione alla differenza tra il
• tasso di disoccupazione effettiva (u) e il tasso di disoccupazione frizionale (ubarrato).
Se u=ubarrato: nessuna spinta che spieghi una variazione positiva/negativa del salario.
• u>ubarrato:
Se differenza tra u e ubarrato ha effetto negativo sulla variazione dei salari
• possono diminuire).
(=salari
u<ubarrato:
Se differenza tra u e ubarrato ha effetto positivo sulla variazione dei salari
• possono aumentare).
(=salari
=grado di reattività dei salari al tasso di disoccupazione. 0≤≤∞
• =1,
Es: ubarrato=2%, u=1%→salari aumentano del +1% all’anno.
•
=0 significa completa rigidità salari indipendentemente da disoccupazione (ip. keynesiana).
• =∞ significa totale flessibilità dei salari (ip. classica). Piccolissima variazione tra u e ubarrato
• causerebbe una crescita/diminuzione infinita dei salari.
- Quindi salari non sono sempre rigidi verso il basso e perfettamente flessibili verso l’alto:
possono risentire della differenza tra u e ubarrato→rispondono alla forza contrattuale dei
lavoratori, che è maggiore se disoccupazione è bassa e minore se disoccupazione è alta.
TRADE-OFF TRA INFLAZIONE E DISOCCUPAZIONE
- Il passo successivo è passare dai salari ai prezzi: ovvero come i prezzi risentano dei salari che
sono a loro volta influenzati dalla disoccupazione.
- Consideriamo le aspettative sui prezzi e come i prezzi possono influenzare i salari (vedremo più
avanti). Poi considereremo anche come i lavoratori possono formulare aspettative sui prezzi.
- =∆P/P il tasso d’inflazione.
Indichiamo con Dipende dalla variazione dei salari, perché le
imprese fissano i salari e poi determinano i prezzi, anche la variazione dei prezzi è data dalla
u.
differenza tra u e ubarrato→=ubarrato -
- Dato che nella formula del prezzo vista in precedenza abbiamo ipotizzato
, la variazione % dei P (tasso d’inflazione) è
come dati e costanti z e
pari a quella dei salari, cioè:
- Inflazione e disoccupazione appaiono pertanto correlate negativamente. Esiste cioè un
trade-off tra e u.
- Quindi crescita salari influenza crescita disoccupazione, che a sua volta
influenza crescita dei prezzi.
GRAFICO
- Asse x: tasso di disoccupazione (u).
- Asse y: tasso d’inflazione ().
-
Se ubarrato, è 0 e quindi i prezzi non cambiano mai.
- Se riduco disoccupazione e vado in u1, l’inflazione aumenta al
1,
livello e quindi i prezzi aumentano.
=0,5, 1=inflazione
es. se u1=disoccupazione al 2%, allora
• dell’1%.
=0,5, 2=inflazione
es. se u2=disoccupazione all’1%, allora
• al 2%.
- Quindi o inflazione e poca disoccupazione, o disoccupazione
e poca inflazione→P possono crescere ancora prima che si
arrivi a ubarrato.
PERCHÉ LA FORZA CONTRATTUALE DEL SINDACATO CONTA?
- istituzioni: sindacato
Abbiamo detto che il mercato del lavoro è influenzato dalle il rappresenta
forza
il soggetto di rappresentanza dei lavoratori, e influisce sul salario contrattato. La sua
dipende dalla disoccupazione: più elevata è la disoccupazione, minore è la forza contrattuale.
- Forza contrattuale dipende però anche da come il mercato è regolato da norme
giuridiche e consuetudini sociali che conferiscono più o meno potere al sindacato.
Indipendentemente da u, in presenza di queste norme giuridiche o consuetudini sociali, il
sindacato può avere potere nel determinare il salario nominale contrattato:
Norme che garantiscono le libertà sindacali; norme anti discriminatorie per coloro che
• svolgono attività sindacale; norme sulle assunzioni dei lavoratori; norme sui licenziamenti
individuali e collettivi a tutela del lavoro; norme sui diritti di contrattazione sindacale su
salario e organizzazione del lavoro; norme sulle retribuzioni minime; consuetudini su pari
dignità e uguali diritti tra lavoratori; consuetudini su parità di retribuzione dei lavoratori per
identico lavoro svolto; consuetudini su equo trattamento tra lavoratori, per età, genere, etnia,
provenienza…; tutela in caso di disoccupazione; sistemi previdenziali e pensionistici.
- Anche composizione/struttura delle FL influenza forza contrattuale del sindacato:
Struttura per età della forza lavoro; struttura per titolo di studio; composizione per genere;
• composizione per area di provenienza.
- =forza contrattuale del
Modifichiamo il modello:
sindacato che influenza la crescita salariale:
- =∆P/P
E quindi, con (formula): per cui tasso di inflazione .
non è dato solo da u-ubarrato, ma è anche influenzato positivamente da
GRAFICO
- Asse x: tasso di disoccupazione (u).
- Asse y: tasso d’inflazione ().
-
Retta rossa: abbiamo introdotto la variabile positiva (=forza contrattuale), che
per ogni livello di disoccupazione sposta in alto la retta.
- →maggiore →minore
Maggiore spostamento verso l’alto; minore
spostamento verso l’alto.
- il livello dei prezzi (P) non è più una
Se crescita di P dipende dalla differenza tra u-ubarrato,
variabile esogena: è la variabile che dobbiamo spiegare.
- Se salario (w)=-*(u-ubarrato)+, e se produttività del lavoro
i prezzi:
()=Y/N, allora si ha che
- Dato che il tasso di disoccupazione può essere scritto come u/FL, possiamo dire che u è la
u=1-(N/FL).
differenza tra il totale delle FL meno gli occupati diviso per FL: semplificando
- Dato che N=Y/, nell’equazione precedente scriviamo direttamente Y/ al posto di N.
- Allora nell’equazione dei prezzi abbiamo (formula): in questo
modo posso vedere il legame tra Pt e Yt.
-
Assumendo FL costante, costante uguale a 1:
relazione diretta tra Pt e Yt: quando Yt
Quindi c’è una
• aumenta, anche Pt aumenta. Pt dipende
Cioè
,
positivamente da Yt, dati FL, z e ubarrato.
- Se aumenta il reddito (Y), data la produttività del lavoro (), aumenta l’occupazione (N), e
dato FL, si riduce il tasso di disoccupazione u.
- Con la riduzione della disoccupazione, crescono i salari nominali, in quanto dipendono
dalla differenza tra u-ubarrato: a fronte dell’aumento dei salari nominali (w), le imprese,
tenendo costante il mark-up (z), aumentano i prezzi P.