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PROBING

Difficoltà nel saper gestire correttamente il silenzio, in generale si copre, ma qui si dovrebbe superare il disagio del silenzio. Il probing riguarda la richiesta di specifiche, utile soprattutto in fase iniziale meglio indagare sulle risposte sin da subito. Etnia, età, genere, background culturale possono essere facilitatori o inibitori della discussione. Per esempio, raramente i FG sulla violenza sulle donne sono moderati da uomini. Attenzione ai leader "eletti" dal gruppo in adolescenza è fondamentale, e in adolescenza vengono naturalmente. Solitamente chi risponde prima e di più. Attenzione però al rischio che tale persona monopolizzi il dialogo: in quei casi giusto chiedere direttamente ad un'altra persona di parlare.

Quello appena fatto è anche un esempio di capacità di gestire la poca/eccessiva partecipazione. Quali competenze servono per condurre adeguatamente un FG? Conoscenza di:

  • tecniche di
  1. comunicazione
  2. tecniche di conduzione dei gruppi
  3. dinamiche di gruppo

Fasi che caratterizzano un FG:

Tali fasi sono sovrapponibili in parte alle domande che caratterizzano un FG.

Dopo l'introduzione segue la presentazione delle regole di base (come si prende la parola, come si interagisce, quanto dura, etc.). Con le domande di introduzione si presentano i partecipanti e poi vi è una sorta di riscaldamento.

Si ha poi la discussione con le domande cruciali, per poi arrivare alla conclusione.

Importanza del debriefing: il debriefing può essere fatto una volta concluso il FG o anche durante un piccolo rinfresco. È utile per comprendere eventuali critiche, etc.

Analisi dei risultati:

Dopo aver condotto il FG ci si concentra sull'analisi dei risultati. Tale analisi è complessa e deve avere le caratteristiche di: Rigore, concretezza, sistematicità, verificabilità.

Il livello di approfondimento dipende da:

  • Obiettivi

Tempo a disposizione: ■ Budget: ■ Richieste del committente

Si deve valutare se le richieste del committente e il budget offerto giustificano il lavoro e l'approfondimento scelto.

La registrazione di un FG (Focus Group) va sbobinata. Come va trascritta? Vi sono 4 tipologie di trascrizioni:

  1. Trascrizioni integrali
  2. Trascrizioni condensate
  3. Appunti
  4. Ricordo/memoria

In una trascrizione integrale si deve tener presente che 2 ore di focus group corrispondono a circa 40-50 pagine e richiedono circa 10 ore di lavoro. Si tratta di un resoconto fedele delle parole dette dai partecipanti, inclusi gli appunti sul non verbale.

Le trascrizioni condensate sono meno dettagliate. Il lavoro consiste nel riascoltare le registrazioni e scrivere delle sintesi con i punti salienti. Per effettuare questo tipo di trascrizione è necessario conoscere la tematica oggetto di discussione e sarebbe opportuno che chi trascrive abbia preso parte al focus group come moderatore o assistente.

Un'altra tecnica consiste nel basarsi

Esclusivamente sugli appunti. Solitamente si usano quelli dell'assistente uniti a quelli del moderatore (questi ultimi sono ovviamente più frammentati). È bene distinguere comunque citazioni dirette dai commenti dell'assistente o moderatore. Si può usare la registrazione come supporto. L'ultima tipologia è la trascrizione basata sul ricordo/memoria. Non va bene.

Per fare una buona trascrizione:

  • Distinguere le domande del moderatore dagli interventi dei partecipanti;
  • Attenzione alla forma (carattere, spaziatura, numero di pagina);
  • Nella trascrizione degli interventi riportare le parole effettive (inclusi errori di grammatica) → questo perché può essere rilevante, per esempio nel caso in cui il ragazzo che parla peggiore sia anche quello che si trova sempre in disaccordo con gli altri.
  • Dove non si comprende il parlato mettere (…);
  • Inserire tra parentesi commenti (es., sovrapposizione di voci),

Francesco Aveta © - 60

interruzioni impreviste, risate, comportamento non verbale; solo se costituiscono una risposta (se sono intercalari veri e propri si possono omettere). Per analizzare i dati si può procedere sia in senso bottom-up che top-down. Quindi, si può partire da una griglia preparata in precedenza oppure costruire le categorie di significato sulla base dei contenuti della discussione. (in alcuni casi indispensabile) l'utilizzo di programmi di analisi del testo (es., Atlas-Ti, NVivo, Spad-T, R). È utile L'utilizzo di questi programmi non è immediato, per cui va considerato: tempo di apprendimento + tempo di analisi. Questo è un out-put di Spad-T, e sono dati di un FG su vissuti legati alla tesi di laurea. E qui sono riportate tutte le affermazioni che gli studenti utilizzano con all'interno la parola "difficoltà". La seconda immagine riguarda un FG condotto con.donne rumene sulla loro esperienza nello stare in Italia. Si calcola la frequenza delle parole utilizzate. Cosa che si può fare anche con una nuvola di parole. Infine, quest'ultimo è un output di Atlas-Ti di un FG sul ricorso alla omeopatia piuttosto che alla medicina. In Atlas la codifica prevede categorie di significati, e si possono mettere in evidenza i legami che i soggetti affermano essere tra diverse categorie di significati. Francesco Aveta © - 61 Lezione con ospite – Valentina Mossa Psicologia e storytelling Alcune storie sono buoni canovacci per insegnare ai clinici come le storie possono istruire i clinici. Lo storytelling è uno strumento conoscitivo molto utile e conosciuto, perché permette di accedere al mondo interno in modo veloce e soprattutto cauto. C'è chi usa non solo storie, ma anche film e musica. In secondo luogo lo ST rappresenta perfetto strumento di problem solving, in quanto le storie possono essere scomposte quasisempre in 3 parti: Presentazione del problema; Crisi/elaborazione del problema; Soluzione del problema. Come psicologi, ci si colloca nella seconda fase. Il psicologo facilita il passaggio da crisi a elaborazione del problema. Un esempio di comunicazione efficace: Sono interattive; Insegnano affascinando; Aggirano le resistenze importante non scontrarsi direttamente con le resistenze del paziente; Coinvolgono ed eliminano l'immaginazione; Sollecitano a decidere autonomamente. Che cos'è però una storia che cura? Una storia che cura non è un racconto casuale, ma è un racconto costruito deliberatamente per conseguire un preciso scopo terapeutico. Lo ST necessita di una relazione salda con il paziente. Non si può utilizzare in prima battuta. Vedi Analisi della domanda di Carli e Paniccia; come Teorie e tecniche del colloquio di Semi. Ricetta per preparare una storia che "cura": 1.

Scegliere il tema emotivo scopo terapeutico, attenzione alla domanda esplicita del paziente, che spesso non corrisponde alla domande reale, implicita;

Individuare i personaggi del racconto regola della similitudine: tanto più piccolo di età il paziente e tanto più vicina ed esplicita deve essere la similitudine, in modo da far scattare il meccanismo dell'identificazione proiettiva. Invece, adolescenti potrebbero vergognarsi nei confronti di un personaggio troppo vicino a loro. Dato il livello di scolarità e intelligenza;

Scegliere con cura il protagonista; Francesco Aveta © - 624;

Mettere a fuoco le strategie con un paziente si parte dal presupposto che abbia già messo in pratica varie strategie, e nel percorso di ST vanno messe in luce tali strategie attraverso immagini metaforiche, per mettere in luce ciò che non ha funzionato;

Utilizzare immagini metaforiche;

Mostrare l'errore;

Mostrare

la soluzione;

8. Mostrare il cambiamento;

9. Non dimenticare il lieto fine attenzione, di fronte al→lutto la storia non dovrà avere una soluzione magica del tipo resurrezione, ma un finale di resilienza;

10. Porre attenzione alla fine del racconto non si esce→subito dalla storia ma ci si lavora anche nelle sedute successive.

Attenzione, possibili focus nelle storie:

  • Bambini adottati: sentirsi non desiderati;
  • Vittime di bullismo: sentirsi insignificante o invisibile. Sentirsi solo/perso;
  • Nascita di un nuovo fratellino o sorellina. Sentire di non essere il preferito;
  • Separazione e lutti, malattie. Sentirsi perso, vuoto;
  • Avere paura che la mamma o il papà possano morire o abbandonarci;
  • Cercare di aggiustare mamma e papà se ammalati;
  • Vivere nel terrore di fare qualcosa di sbagliato;

La musica è uno strumento altrettanto comunicativo. vedi Romeo, lo psicologo del→rock con la soft terapy. Ciò è particolarmente importante.

in adolescenza. Con il film è più complesso, perché è difficile mostrare un film in terapia poiché occupiamo molto tempo. Magari lo si consiglia per casa. Che cosa succede invece quando è il bimbo o l'adolescente a portare una storia? 101 storie che guariscono di Barns, disponibili anche le suddivisioni in infanzia e in adolescenza. Linee guida le 4 fasi di Burns:

  1. Ascoltare ed osservare le metafore che il bimbo porta in colloquio;
  2. Focalizzarci sull'immagine metaforica che il bimbo ci ha portato il paziente dice sempre la stessa cosa in modi differenti;
  3. Facilitare il cambiamento da una metafora vecchia (mal funzionante) ad una nuova, più efficace;
  4. Confermare/consolidare il cambiamento avvenuto all'interno della metafora.

La storia può subire inceppi, poiché il mondo interno del paziente è incasinato, c'è bisogno dell'intervento terapeutico per

sbloccare l'impasse. Ecco alcuni interventi terapeutici per permettere il proseguo della storia: 1. La storia dei personaggi; 2. Il paziente-protagonista: Lo storytelling si basa sull'identificazione e la proiezione. Si deve cercare di rendere il personaggio riconducibile al protagonista per gusti, hobbies, etc.; 3. Il nuovo personaggio: qualsiasi nuova forza che entrando nella storia può migliorarla. Si rifà un po' al ruolo del terapeuta; 4. La modifica del paesaggio: ogni storia ha un'ambientazione, ma se si pensa alle storie ammalate, allora anche le storie saranno ammalate, come il mondo interno.
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Publisher
A.A. 2019-2020
94 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Francesco3654 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Modelli e strumenti di prevenzione del disagio in adolescenza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Pozzoli Tiziana.