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Le caratteristiche delle storie che curano nello storytelling con un esempio (che riguarda anche un aspetto più clinico perché la Dott.ssa Mossa si è concentrata su quello)

Lo storytelling è uno strumento trasversale poiché riceve l'influenza da più da diversi approcci psicologici. È uno strumento conoscitivo che consente di raccogliere informazioni relative al mondo interno di un individuo in modo delicato e veloce. La distanza che intercorre tra la storia narrata e il paziente, viene vissuta come una distanza di sicurezza che consente al terapeuta di accedere al suo mondo interno senza essere invadente. Lo storytelling è un esempio di comunicazione efficace perché la storia raccontata è interattiva e coinvolgente e suscita una risposta da parte di chi ascolta. In questo modo è possibile raggirare le resistenze poste dal paziente, senza distruggere le sue barriere protettive.

Le storie hanno un linguaggio universale,

Comprensibile a tutti e a tutte le età. Per una maggiore efficacia, è funzionale adattarle a seconda del contesto culturale, sociale e rispetto all'individuo.

Lo storytelling può essere utilizzato come strumento per promuovere l'abilità di problem solving. In ogni storia si ha una fase iniziale di presentazione del problema, che poi viene elaborato e successivamente risolto. Il terapeuta colloca il suo intervento nella fase di elaborazione del problema del paziente, in modo da aiutarlo a promuovere questa abilità e consentirgli di raggiungere la soluzione alla problematica presentata.

La storia realizzata mediante questa tecnica possiede uno scopo terapeutico, quindi il storytelling va utilizzato quando si ha una buona conoscenza del paziente e si è stabilita un'alleanza e una fiducia reciproca.

La storia deve essere costruita ad hoc seguendo dei passi fondamentali affinché sia funzionale alla promozione del benessere del paziente.

Per costruire una storia curativa è importante in primis scegliere il tema emotivo del racconto. Il tema in questione è lo scopo terapeutico, quindi occorre che rispecchi il problema effettivo del paziente. Qui risulta essere di particolare rilievo l'analisi della domanda, ovvero bisogna determinare il vero problema del paziente, che spesso non coincide con la richiesta di aiuto posta all'inizio della terapia. Successivamente, bisogna individuare i partecipanti e il protagonista. In questo contesto è utile la regola della similitudine, cioè che il protagonista deve essere tanto più simile al paziente, quanto quest'ultimo è piccolo, così sarà possibile favorirne l'immedesimazione e la proiezione. Questo significa che con gli adulti, e in particolare con gli adolescenti, l'eccessiva similitudine non è una strategia adeguata, poiché invece di immedesimarsi, tendono a provare vergogna e sentirsi vulnerabili.

e quindi potrebbero adottare dei meccanismi di difesa per potersi distanziare e per non accogliere la storia. Mentre si seleziona o si costruisce la storia, è importante considerare la scolarità e il contesto del paziente, per evitare di proporre dei racconti inappropriati. La fase successiva consiste nel mettere a fuoco le strategie del protagonista, che rispecchiano le strategie disfunzionali che il paziente ha utilizzato prima di entrare in terapia. Anche qui vale la regola della similitudine, quindi con i bambini più piccoli si possono riportare le stesse identiche strategie, mentre con gli adolescenti e gli adulti non è il caso ed è meglio utilizzare delle metafore. Quindi un altro punto importante per le storie che curano è l'utilizzo di immagini metaforiche che, in qualche modo, rappresentano le strategie errate utilizzate dal paziente, ovvero tutti quegli atteggiamenti che non gli hanno permesso di risolvere il problema. Così facendo,Sarà possibile comunicare delicatamente gli errori compiuti dal paziente, senza farlo drasticamente; altro elemento importante per questo tipo di storie. Successivamente, occorre rivelare la soluzione e mostrare il cambiamento, sollecitando il paziente a riflettere attivamente sulle soluzioni che avrebbe potuto adottare il protagonista per risolvere la problematica. Infine, è importante condurre la storia verso un lieto fine, poiché solo in questo modo la storia verrà ricordata dal paziente. Il lieto fine dovrà essere commisurato alla situazione in cui si trova il paziente. Il lieto fine ha dei limiti perché non consente di essere utilizzato per tutte le problematiche, in particolare per il lutto. In questo caso, il suggerimento è quello di soffermarsi sulla resilienza, quindi sulla possibilità di star meglio in seguito alla condizione dolorosa portata dal lutto. Questi sono gli elementi che permettono la costruzione di una storia che cura.Bisognapoi stare attenti alla conclusione del racconto, nel senso che non è funzionale chiudere velocemente la storia o la metafora, ma è necessario un graduale passaggio alla realtà, nel momento in cui il paziente farà capire di essere pronto per rientrare nel mondo reale. Passare direttamente alla realtà è controproducente, perché si maschera il paziente e lo si rende nuovamente vulnerabile. Può capitare, soprattutto nei primi tentativi, che non si riesca a costruire una storia col paziente. Questo accade perché il mondo interno dei pazienti è confuso e difficile da rappresentare in una storia. Quindi sono stati individuati degli interventi terapeutici che permettono di sbloccare le storie definite "ammalate" (Burns), che fanno fatica a emergere e che hanno appunto bisogno dell'intervento del terapeuta. Quindi gli interventi terapeutici con una maggiore probabilità di successo sono i seguenti. Innanzitutto,bisogna porre un certo riguardo verso la storia dei personaggi. Questa deve essere completa non solo per il protagonista, ma anche per il resto di personaggi (2/3 personaggi oltre al protagonista). Questo permette di utilizzare la storia dei personaggi per introdurvi aspetti del paziente che non possono essere messi nel protagonista, a causa della regola della similitudine. Ciò che il paziente non è in grado di esprimere mediante il protagonista che è un'estensione di sé stesso, riesce a spostarlo su un altro personaggio. Quindi, per esempio, potrebbero essere gli altri personaggi a compiere qualcosa che il protagonista non riesce a fare. Questa tecnica non può essere utilizzata con i bambini più piccoli perché non hanno delle competenze cognitive adeguatamente sviluppate e si annoiano facilmente nel focalizzarsi su un'unica storia. Il secondo intervento da ricordare è che la similitudine tra il paziente e il protagonista nondeve riguardare esclusivamente l'età e il genere, ma perlopiù si deve focalizzare sugli hobby e sulle cose che piacciono al paziente. Un altro intervento cruciale è l'introduzione di un nuovo personaggio o un nuovo oggetto che permette di sbloccare la situazione. Infine, l'ultimo consiste nella modifica del paesaggio. Siccome il mondo interno del paziente è "ammalato", anche l'ambientazione della storia deve essere "ammalatala". Il clinico dovrà intervenire introducendo nel paesaggio qualcosa che lo renda più positivo, senza esagerare. Lo storytelling potrebbe essere utilizzato nel seguente modo. Dei genitori chiedono al terapeuta di aiutare il loro figlio di 7 anni che a scuola veniva spesso burlato dai compagni a causa delle sue orecchie "a sventola". I genitori raccontano che hanno preso dei provvedimenti insieme alle maestre per sensibilizzare i compagni del bambino. Tuttavia, anche se ibambino che non è importante ciò che gli altri pensano di lui, ma ciò che lui pensa di sé stesso. Ogni persona ha delle caratteristiche uniche e speciali, e spesso ciò che può sembrare un difetto può diventare una grande forza. Dumbo ha imparato a credere in sé stesso e a superare le difficoltà, dimostrando a tutti che era capace di volare nonostante le sue orecchie grandi. Questa storia può insegnare al bambino l'importanza di accettarsi e di non farsi influenzare dalle opinioni negative degli altri.bambino che non dovrebbe farsiabbattere dalle critiche. Inoltre, si potrebbe aiutare il paziente a riconoscere tutte lesue qualità e ad avere fiducia in esse nel rapporto con gli altri. Così come Dumbo nonha bisogno della "piuma magica" per saper volare, anche il bambino non ha bisogno diavere delle orecchie "normali" per poter giocare e divertirsi con gli altri. Questa è lametafora che viene veicolata da questa storia.

8) TEATRO FORUM LE SUE CARATTERISTICHE E PER QUALI OBIETTIVI DIPREVENZIONE SI USA

Il teatro è una forma di prevenzione che è caratterizzata da una notevole flessibilità, cioè può essere usato ovunque e con chiunque. È uno strumento potenzialmenteeconomico, non necessita di tutti gli elementi di una classica rappresentazioneteatrale. Non è qualcosa di asettico, infatti prevede il coinvolgimento del pubblico eimplica la loro presenza sul palco. La premessa è che tutti nella

vita recitano unaparte, quindi la recitazione di un ruolo è qualcosa che tutti sono in grado di fare, quindi è qualcosa che ci accomuna. Si basa sull'idea che le persone apprendono megliomettendo in pratica quanto appreso.Il teatro presenta degli aspetti positivi nell'ambito della prevenzione e dellapromozione del benessere. In primo luogo, permette di raggiungere un numerocospicuo di persone in funzione al luogo che si sceglie per la rappresentazioneteatrale. Inoltre, è flessibile, quindi può essere adattato agli scenari più disparati. ilteatro favorisce il confronto e la discussione dell'argomento scelto. Permette anchel'emergere dell'emotività sia da parte degli attori, sia da parte del pubblico. Promuoveil perspective taking, cioè l'assunzione di diversi punti di vista, differenti da quello chesi è soliti assumere. Tale aspetto permette una più ampia visione d'insieme.uesto punto di vista.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
14 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JNY8 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Modelli e strumenti di prevenzione del disagio in adolescenza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Pozzoli Tiziana.