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CENNI STORICI
Dal 1970 il diritto del voto si ottiene a 18 anni.
Nel 79’ in Inghilterra Margaret Thatcher vince le elezioni, venne soprannominata la Lady di ferro per la voglia di combattere la
gioventù con la quale è cresciuta. Le azioni terroristiche sono all’ordine del giorno, ciò per far valere i propri diritti. Nascono molti
attivisti politici e gruppi armati come: l’OLP in Medio Oriente, l’IRA in Irlanda, la RAF in Germania, le BLACK PANTHER in
America.
Il 72’ decreta la fine della sanguinosa guerra nel Vietnam.
Film come la “la febbre del sabato sera”, “grease”, “saranno famosi” fecero moda e vennero visti da tutti. Si scatenò la voglia di
ballare sia la notte in discoteca che nelle palestre di giorno, chi non amava tali attività si manteneva in forma praticando giornalmente
jogging.
La moda era aderente, ciò costringeva le persone a sdraiarsi sul letto per allacciarsi i jeans.
A New York aprì un famoso night-club “studio 54” frequentato da star rock, del pop e da ogni star e celebrità, dopo 2 anni chiuse ma
divenne una leggenda poiché si poteva ballare assumendo liberamente cocaina ed altri tipi di droga in grandi quantità.
Nel 72’ Nolan Bushnell realizza il primo videogame, nel 71’ Gary Kildall inventa un programma operativo universale per computer,
nel 78’ si trovano in commercio floppy disc e i modem.
L’alta moda apre le porte anche ai giovani stilisti, permettendo loro di farsi conoscere attraverso grandi manifestazioni nei mesi di
marzo e ottobre.
ABBIGLIAMENTO:
La moda di questi anni si ispira al folklore e l’etnico, tutto può essere di moda, tutto può essere mescolato: le zeppe con gli hotpants,
le camicie in poliestere e i pantaloni a zampa d’elefante, i tessuti naturali, i disegni si fanno più piccoli, ognuno sceglie in base al
proprio gusto e a quello che pensa possa conferirgli un aspetto diverso ed originale; grazie anche alla cultura hippy che lancia la
tendenza ad un gusto individuale.
Lo stilista che riesce più ad interpretare il gusto etnico nell’alta moda è YSL che crea anche una fragranza “Opium” .
Altro must degli anni 70’ sono i jeans, venivano indossati da tutti e per ogni occasione, non più ricamati o rattoppati ma sbiaditi e
consumati, dall’aria trasandata.
Le forme attenuate danno origine all’unisex e l’uniformità nel vestire permette agli uomini di scegliere pullover dai colori accesi,
cappotti bianchi, cinture fantasiose e borsello. David Bowie alla moda unisex reagì truccandosi e indossando abiti di un’eleganza
eccentrica e colorata, dando origine al Glamour-rock.
In America i musicisti neri del funk per riscattare la loro provenienza dal ghetto si presentarono con un abbigliamento ricercato:
camicie con ruches, pantaloni italiani aderenti in seta jersey e dolcevita neri, cappotti di pelle e stivali.
Un altro filone provocatorio e ribelle compare nella scena degli anni 70’ i punk: rasati, tatuati, ricoperti di piercing, atteggiamento
irriverente, magliette strappate, pelle nera, fantasie leopardate, look militare, lurex, stivali Doc Martens, catene, croci uncinate, teschi,
spille, biancheria intima del sexyshop, plastica in sostituzione del cotone.
Nel 71’ le donne sostituiscono i calzoncini alle minigonne: gli hot pants abbinati con gli stivali-calza e giacche da uomo.
La giacca da uomo venne indossata dalle donne sul corpo nudo e le camicette portate aperte fino all’ombelico per dimostrare che non
necessitava l’uso del reggiseno.
Nel 73‘ la gonna maxi fa intravedere la caviglia, fatta in lana pesante, jersey, in tweed, tricot ( tessuto di maglia e costine) a disegni
jacquard, a zig-zag variopinto, a minuscoli motivi geometrici, in cachemire bianco o in velluto grigio con applicate guarnizioni in
pizzo bianco che sottolineano il motivo a balze.
Per la sera si diffonde una linea a trapezio con spacco centrale e camicie in lamè e satin di foggia militare portate con vertiginose
zeppe.
INTIMO:
Negli Stati Uniti c’erano riviste specializzate che vendevano la biancheria per corrispondenza anche in Europa.
Nel 76’ un’azienda “la sabbia rosa” presentò un magazzino di capi di biancheria intima di lusso.
Nel 77’ sulle riviste di moda ricominciano ad apparire i reggicalze.
TESSUTI E FILATI:
Negli anni 70 vi è una sovrapproduzione di fibre e di tessili dovuto all’ingresso nel panorama mondiale dei paesi di nuova
industrializzazione che dispongono di una manodopera a basso costo.
PELLI E PELLICCE:
Il concetto di pelliccia si evolve e invade il mercato del pronto moda; si arrivò a creare una pelliccia fatta di capelli umani.
Le Fendi sono maestre di lavorazioni, ma anche Carlo Tivioli uno stilista pellicciaio che debutta nel 71’ a Roma e che durante una
sua sfilata fa uscire le sue modelle vestite da motocicliste e con la pelliccia destrutturata e senza fodera da una sacca a tracolla come
fosse un golfino, non ha paura di osare e copre la pelliccia con un impermeabile di plastica trasparente. Nel 1977 partecipa
all’International Swakara Show di Bruxelles con una mini collezione di capi di Swakara(persiano) increspati da nastri di raso; nasce
la pelliccia reversibile con la pelle interna lavorata a camoscio; la pelliccia con la linea a uovo mette al collo un lucchetto d’oro
chiamandola “la pelliccia antiscippo”.
Giarrettiere in camoscio, gilet lunghi, tailleur di canguro, il plaid.
Giancarlo Ripà ha iniziato la sua carriera a Roma nel 1969, nel 75’ elabora una pelliccia unendo sottilissime strisce di visone e
castoro cucite alternativamente dal lato del pelo o del cuoio; dal 77’ al 79’ rende famosa una lavorazione con pelle e camoscio.
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COPRICAPO E ACCONCIATURE:
I capelli erano un forte elemento di seduzione e dovevano essere folti, lucidi, scalati e voluminosi. L’afro look naturale era un
orgoglio.
COSMESI:
Nel 1976 a Londra Anita Roddick aprì “body shop” simbolo della cosmesi naturale, diffuse una gran quantità di linee di cosmetici
ottenendo anche un copyright sulle creazioni di nuovi make-up. Il look adottato durante il giorno è quello naturale, ombretti color
carne e lucidi per le labbra, mentre per la sera la donna si trasformava, ombretti colorati e scintillanti, labbra rosse, la pelle resa
luccicante con brillantini oro e argento.
La moda punk metteva in discussione l’ideale di bellezza, per loro un solo colore: il nero.
GIORGIO ARMANI (Piacenza 1934)
Uno dei più grandi nomi della moda italiana: nato a Piacenza l’11 luglio del 1934, all’età di 25 anni interrompe gli studi di medicina
per trasferirsi a Milano e lavorare alla Rinascente come vetrinista e buyer. Nel 1965 lavora come stilista dalla Hitman di Cerruti nella
quale resterà per 7 anni. Disegna le sue prime collezioni pret-à-porter per le case Jenny, Complice e Callargan. Collabora con varie
case di moda italiane e in seguito scopre che oltre all’Alta Moda esiste anche un pronto moda, che può diventare una forma di riscatto
sociale per intere categorie, che suggeriscano altri modi di vestire funzionali alla vita quotidiana dove uomini e donne lavorano
insieme e necessitano di una nuova immagine. Figurini asessuati e innovazione nei colori usati, fino a prima necessario come
elemento accessorio e accattivante per costruire un’immagine, la gamma di tinte tenue delle terre, i grigi, gli ocra, creando cosi il
“greige” (beige e grigio chiaro). Da studioso dell’abito inizia la creazione con un disegno-progetto visto come punto di partenza
studiato nei minimi dettagli,dalla linea al volume al tessuto all’occasione.
Nel 1974 lancia una sua linea Uomo e fonda con Sergio Galeotti una linea di pronto moda.
La sua moda è senza tempo, ha scambiato i ruoli dell’abbigliamento, applicando alla giacca femminile i canoni di quella maschile, il
tailleur pantalone è diventato capo insostituibile per la donna che lavora per poi la sera trasformarsi e tornare una donna femminile.
Chi indossa la sua linea segue una filosofia di vita, secondo cui si fa ordine, si aboliscono determinate cose e si pensa ad una donna
intelligente, autonoma vestita in abiti austeri/severi. Una moda che non si vende!
Veste una donna dinamica, moderna, vitale, che ha ottenuto ciò che voleva dalla vita, dallo stile immutabile e che si rifà a Chanel o
Ysl. Sua testimonial preferita è Catherine Deneuve. Presenta per entrambi i sessi un vestire sobrio e disinvolto, dal taglio perfetto e
dall’essenzialità vincente.
Il suo logo è un aquilotto stilizzato che firmerà l’abbigliamento casual maschile nel 1981 per la linea Emporio Armani: sui pullover, i
jeans e i giubbotti di pelle.
Disegnò l’intero guardaroba per Richard Gere nel film “American gigolò”. Miglior stilista internazionale per la moda uomo. Lancia
la linea unisex Armani Underwear che cambia l’arte della seduzione (piacersi e stare comodi).
Riceverà molti premi tra i quali “Men’s Fashion Award Cutty Sark” (laurea in moda maschile)
Nel 2000 per i suoi 25 anni di carriera allestisce a New York una grande mostra retrospettiva, e un’altra a Roma tre anni dopo.
REMO BASILE
Fondò l’azienda poi passata in mano alla famiglia Monti, una delle più grandi produttrici di pronto moda italiano (collaborò con
grandi stilisti e grafici come Albini e Versace). Produce abbigliamento da uomo lussuoso e dal 1970 anche una linea da donna,
sportswear e di capi in pelle. Produce e distribuisce le linee dell’azienda Soprani. Dal 1989 collabora con la società Mistui e kimbun
lanciandosi sul mercato giapponese, anche con gli accessori.
BENETTON
Azienda fondata nel 1965 a Ponzano Veneto dai fratelli Giuliana, Gilberto, Luciano e Carlo; in origine era un laboratorio artigianale
di maglieria a prezzi contenuti ma nel 1973 iniziano la produzione di jeanseria e nel 1979 fanno una politica di leasing che esporterà
la catena di negozi Benetton in tutto il mondo. I loro prodotti sono di linea casual in lana, misto lana, cotone e misto cotone, dai
colori vivi e dai prezzi accessibili ma sempre attenti alle tendenze della moda. Si avvalgono anche di licenze per accessori, biancheria
intima, da mare e da casa.
ENRICO COVERI (Firenze 1952-1990)
Ha frequentato l’accademia delle belle arti di Firenze e il suo inizio nella moda fu in qualità di indossatore e poi disegnatore in un
azienda di Biella. Nel 1978 ha presentato a Parigi le sue collezioni nell’ambito delle manifestazioni della “Federation Francaise du
Pret-à-porter des Couturiers ed des createurs de mode” . Nel 1979 lancia la sua prima collezione uomo; nel ’82 lancia la Enrico
Coveri S.P.A. la sportswear, la linea junior e l’anno dopo la baby; nella linea casual “you young” ha manifestato tutta