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MARCATORI DEL DNA
trumenti permettono di analizzare la variabilità genetica a livello della sequenza del DNA.
un segmento di DNA, un tratto di cromosoma, fenotipicamente rilevabile e che permette di individuare un
ratto cromosomico ben definito.
quindi un locus genomico rilevabile con:
sonda specifica
un tratto di DNA a filamento singolo ibridato, va a cercare la sequenza complementare per formare il ponte
drogeno. Quindi attraverso la sonda si può individuare dove sta la sequenza complementare.
primer - innesco specifico
=corto oligonucleotide (10-30) a singolo filamento con un ossidrile libero che attaccandosi al filamento
stampo del DNA denaturato funge da innesco per la reazione di polimerizzazione di un nuovo filament
per opera della DNA polimerasi.
Quando nella provetta inserisco il pezzetto di DNA che funge da innesco, questo va a cercare la sequenza
omplementare alla quale si attacca e parte da DNA polimerasi. Quindi la sequenza dell’innesco permette d
dentificare con sicurezza il locus genomico che vado a replicare.
MARCATORE MOLECOLARE frammento di DNA di dimensione variabile e riconducibile ad un locus genomico
ilevabile con sonde (probe) o inneschi (primer) che contraddistingue in modo caratteristico e inequivocabil
tratto cromosomico con il quale si identifica (a quel punto, possono fare il confronto tra individu
opolazioni, specie, confrontando quel tratto cromosomico) e le regioni che lo circondando alle estremità 5’ e
’.
er il tratto cromosomico, in realtà è la stessa cosa che faceva Mendel quando confrontava le piante di pisello
er il colore del fiore. Confrontava un tratto cromosomico, ossia il tratto cromosomico che codifica per
olore del fiore, andando a vedere il fenotipo morfologico. Noi facciamo gli stessi confronti andando però
edere il fenotipo molecolare e le regioni che lo circondando alle estremità 5’ e 3’.
Ciò significa che il locus genomico che si analizza è delimitato dalle regioni che hanno sequenza nota, ossia
uella degli inneschi che abbiamo immesso e che fiancheggia il tratto di DNA.
Mendel carattere utile ed ereditabile SE esiste almeno in due forme (fenotipi)
Marcatori fenotipo riconducibile ad un una forma alternativa di un gene specifica(allele) o parte del tratto
romosomico
Caratteri morfologici un singolo fenotipo può dipendere da più geni. MARCATORE MORFOLOGICO
Gene è polimorfico se presenta almeno due alleli diversi mutazioni
Gene è monomorfico Ex. (tutti semi gialli) non è un carattere utilizzabile come marcatore perché g
ndividui per quel tratto di cromosoma sono tutti uguali.
Le due sequenze che fiancheggiano il cromosoma s
conoscono sempre perché sono quelle del primer. L
sequenza del frammento possiamo conoscerla o meno i
funzione della tecnica che usiamo.
I marcatori morfologici hanno dei limiti :
- è difficile in una specie trovare caratteri morfologici che s
presentano in forma alternativa chiaramente distinguibili;
- epistasi, penetranza incompleta. L’epistasi è un tip
’interazione intergenica per cui la situazione ad un locus condiziona la manifestazione di un altro (es: colore
ella zucca). Penetranza incompleta significa che tutti gli individui che portano un certo genotipo
manifestano quel carattere. Se un gene ha penetranza incompleta, l’analisi fenotipica è labile.
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è difficile risalire dal fenotipo al genotipo. È possibile solo per quei caratteri che vengono definiti mendelian
emplici, caratteri controllati da un solo gene. Per altezza, epoca di fioritura, contenuto oleico, produzione d
ranella, il passaggio da fenotipo a genotipo è impossibile perché i caratteri sono controllati da molti geni.
sono influenzati dall’ambiente. Due piante di genotipo identico coltivate in ambienti diversi, sono diverse tra
i loro.
Aspetti positivi dei marcatori molecolari:
Analisi fatta a livello di DNA non vi sono interazioni dal parte dell’ambiente. Non vi sono differenza a livell
i fenotipo molecolare in funzione delle diverse condizioni (età, ambiente,…)
Si può analizzare qualsiasi parte del genoma permettendo confronti tra individui sia tratti di DNA che
ontrollano caratteri fenotipici più o meno importanti o regioni intergeniche non trascritte rilevando differenze
ra individui che sono geneticamente molto simili e fenotipicamente identici (es: si possono rilevare differenze
livello di regioni non trascritte, che non danno origine a proteine, ma che magari hanno funzione d
egolazione dell’espressione);
Si può distinguere la condizione eterozigote da quella omozigote in funzione della tecnica usata.
Uso dei marcatori molecolari
Analizziamo se nel tratto di cromosoma gli individui sono tutti uguali tra di loro (monomorfici) e in questo
aso non avremo nessuna informazione utile o se ci sono delle differenze (polimorfismi). I polimorfismi non
ono altro che la conseguenza di mutazioni. NB: gli allei diversi di Mendel, sono conseguenze di mutazioni da
n iniziale carattere unico. Quindi si analizzano polimorfismi in regioni omologhe del DNA ossia nello stess
ratto cromosomico d’individui diversi.
Non è detto che i marcatori molecolari siano riconducibili all’azione di un gene. Possiamo analizzare, infatti
n tratto cromosomico in regioni non codificanti (NB: nel genoma umano solo il 3% e codificante).
Quindi ci si basa, non su specifici geni, ma sulla rilevazione di differenze a livello di regioni della molecola d
DNA e la certezza di confrontare la stessa regione negli individui è data dal primer.
marcatori studiati si basano su una tecnica di base = Reazione a Catena della Polimerasi (PCR)
marcatori PCR - derivati.
PCR
a reazione a catena della polimerasi, utilizza l’enzima DNA polimerasi per replicare molte volte (amplificare
na delimitata regione del DNA, un determinato frammento del DNA, ossia quello delimitato dai primer.
Una volta partita la DNA-polimerasi che duplica quel frammento selezionato, questo a sua volta funge da
tampo per la sintesi di un nuovo frammento. Quindi ad ogni ciclo di replicazione raddoppia il numero di copie
el frammento (amplificazione esponenziale).
Affinché la DNA-polimerasi sia in grado di replicare il frammento, è necessario che il DNA si denaturi. Quest
i ottiene portando la provetta ad una certa temperatura piuttosto elevata che consenta la rottura dei legam
drogeno. Così facendo però denaturo anche la DNA-polimerasi stessa.
a scoperta che ha segnato una svolta è stata la Taq DNA polimerasi. È la polimerasi di un batterio (Thermu
cquasticus) che vive nelle acque termali a 72°C e in grado quindi di tollerare temperature elevate (fino 95°).
quindi necessaria questa DNA-polimerasi e che i primer selezionino il frammento. Questi primer saranno
ovviamente a singolo filamento (singola elica) perché solo in questo mod
si attaccheranno alla sequenza complementare permettendo alla Taq d
partire.
Come funziona la reazione a catena della polimerasi?
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Vengono messi all’interno della provetta: DNA dell’individuo da analizzare, Taq-polimerasi, primer, nucleotidi
si fa partire la reazione.
tutto avviene con una serie di cicli di cambio di temperatura mediante il termociclatore.
A) Avvenuta la denaturazione (94-95°C), appena le condizioni di temperatura della reazione lo permettono, s
ormano i ponti idrogeno (37°-55/60°C – in funzione di quanto lungo è il primer, delle basi azotate) e i primer
anno ad ibridare (attaccarsi) dove trovano la sequenza complementare.
A questo punto, con il primer che ha il carbonio 3’ con l’OH libero, può partire la DNA-polimerasi
nalogamente in entrambi i frammenti che si allungano uno verso l’altro (direzione 5’-3’). Vengono così
intetizzati i nuovi frammenti delimitati inizialmente dai primer.
B) Avviene nuovamente un ciclo e i nuovi frammenti avranno come stampi i due frammenti originali e i due
rammenti sintetizzati dagli originali dalla prima DNA-polimerasi (in tutto 4 molecole di DNA). Ad ogni ciclo si
addoppia la quantità di copie del frammento.
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a PCR dura di norma 25-30 cicli e avremmo 2 copie del frammento.
Fasi della PCR
) Denaturazione del DNA
Rottura dei ponti idrogeno tra i due frammenti complementari (94-95%);
) Annealing
bridazione dei primer con la sequenza complementare riformando i ponti idrogeni ad una temperatura che
uò andare dai 37 ai 60°C;
) Allungamento
Avviene a 72°C in funzione dell’enzima del Thermus aquaticus.
termociclatore opera questi cicli termici in maniera molto precisa poiché sbagliare anche di mezzo grado
uò compromettere l’efficienza della reazione (es: ibridazione anche con base errata).
ciclo dura di norma 2min:
30 sec. Denaturazione;
30 sec. Annealing;
1 min. Allungamento.
a variazione di temperatura deve essere pressoché immediata.
imiti della DNA-polimerasi:
necessità frammento stampo;
necessità innesco;
non riesce a replicare frammenti troppo lunghi.
a capacità di polimerizzazione è di circa 2000 paia di basi. Quindi può avvenire se i due primer trovano
innesco ad una distanza compatibile con la capacità di polimerizzazione. Se sono troppo distanti non vi
arebbe amplificazione.
Tipi di primer
Primers casuali
Utilizzo per fare analisi di variabilità genetica in una popolazione oppure per sapere se due individui sono lo
tesso clone o cloni diversi. In tal caso non interessa quale frammento amplifico. Mi basta che siano gli stessi
egli individui che vado a confrontare. Conosciamo la sequenza dei primer ma non dove andranno ad
mplificare.
- RADP (Rapid) - AFLP. 34
Primers specifici per un determinato sito
i utilizzo per amplificare frammenti specifici (primer di 25-25 nucleotidi).
- SSR, marcatori microsatelliti;
- SNP, marcatori che analizzano mutazioni di singoli nucleotidi.
Distiguiamo inoltre:
marcatori multilocus (primers a sequenza casuale)
ermettono di analizzare più loci alla volta (anche 100) che derivano dall’amplificazione di tratti cromosomic
on primer a sequenza casuale. Proprio perché sono più brevi, è verosimile che trovino più siti d’ibridazion
ma il loro numero non lo conosciamo a propri. Quindi saranno amplificati più frammenti. In questo modo però
urante la separazione dei frammenti mediante elettroforesi, non siamo in grado di distinguere quali son
llelici tra di loro e quali sono su loci diversi.
er questo li consideriamo dominanti: andremo a rilevare polimorfismi solo mediante la presenza o assenz
el frammento, ma non siamo in grado dire se deriva da una situazione di omozigosi o eterozigosi (la PCR non
quantitativa, non ci dice se l’amplificazione è partita da una sola molecola inziale o da due cromosom
mologhi). Es: marcat