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La curva di costo totale e i rendimenti decrescenti del lavoro
Nell'esempio la curva di costo totale ha pendenza positiva perché il numero di lavoratori impiegati, quindi il costo totale, aumenta all'aumentare della quantità prodotta e la curva diventa sempre più ripida all'aumentare della quantità prodotta a causa dei rendimenti decrescenti del lavoro.
Il mitico mese uomo è la falsa idea che la quantità di linee di codice informatico prodotte sia proporzionale al numero dei programmatori impiegati per scriverle. Infatti, un progetto che può essere portato a termine in 12 mesi da un programmatore non può essere completato da 12 programmatori in un mese, poiché superato un certo numero, se si aggiunge un altro programmatore, il tempo necessario per completarlo aumenta.
La ragione di questi rendimenti decrescenti sta nella natura della funzione di produzione di un progetto software: ogni programmatore deve coordinare il suo lavoro con quello di tutti gli altri.
altri impiegati nel progetto e, all'aumentare del numero dei programmatori, aumenta anche il tempo che ciascuno di loro deve dedicare a comunicare e coordinarsi con gli altri.
Il costo marginale è dato dal rapporto tra la variazione del costo totale e la variazione della quantità di lavoro, esso è la variazione del costo totale generata da una unità addizionale di prodotto.
Nell'esempio la curva di costo marginale ha pendenza positiva poiché la seconda cassa di passata accresce il costo totale di 36 € ma l'ottava cassa di passata accresce il costo totale di 180 €.
La curva ha pendenza positiva perché in questo esempio i fattori di produzione hanno rendimenti decrescenti, all'aumentare della quantità prodotta il prodotto marginale del fattore di produzione variabile diminuisce e di conseguenza all'aumentare della quantità prodotta bisogna utilizzare sempre maggiori quantità del fattore variabile.
totale si calcola dividendo il costo totale con la quantità prodotta, esso è importante perché indica al produttore quanto costa in media produrre un'unità di prodotto; il costo marginale invece è il costo di produrre un'unità addizionale di prodotto. All'aumentare della quantità prodotta, il costo medio totale prima diminuisce e poi aumenta. Una curva di costo medio totale è convessa e decrescente in corrispondenza di bassi livelli di produzione e crescente in corrispondenza di livelli elevati. Il costo medio fisso è il costo fisso per unità di prodotto, mentre il costo medio variabile è il costo variabile per unità di prodotto.totale è la derivata del costo medio totale rispetto alla quantità prodotta. Il costo marginale rappresenta quindi il costo aggiuntivo per produrre un'unità aggiuntiva.è in aumento. Per quantità superiori alla produzione di minor costo, il costo marginale è maggiore del costo medio totale e il costo medio totale è in aumento. Inoltre, il costo medio variabile rappresenta il costo medio di produzione di ciascuna unità di prodotto, escludendo i costi fissi. Il costo medio fisso rappresenta invece i costi fissi totali divisi per la quantità di prodotto. Infine, la curva di costo marginale rappresenta l'andamento del costo aggiuntivo per produrre un'unità in più di prodotto.è decrescente. Per quantità superiori alla produzione di minor costo, il costo marginale è maggiore del costo medio totale e il costo medio totale è crescente.
(ai) Per dimostrare che la curva di costo marginale interseca la curva di costo medio totale nel suo punto di minimo, corrispondente alla produzione di minor costo, vediamo cosa succede quando il costo marginale è diverso dal costo medio totale. Se il costo marginale è minore del costo medio totale, un aumento della quantità prodotta non può che ridurre il costo medio totale, come avviene nelle economie di scala; se il costo marginale è maggiore del costo medio totale, un aumento della quantità prodotta farebbe aumentare anche il costo medio totale come avviene nelle diseconomie di scala.
(al) Nella realtà la curva di costo marginale ha spesso pendenza negativa nel tratto iniziale poiché l'impresa sta imparando. Espandendo la produzione a partire da
quantità prodotta. Al contrario, si hanno rendimenti di scala decrescenti se il costo medio totale di lungo periodo aumenta all'aumentare della quantità prodotta. La curva di costo marginale rappresenta la variazione del costo totale quando si produce un'unità aggiuntiva di prodotto. Inizialmente, la curva di costo marginale diminuisce, indicando rendimenti crescenti. Tuttavia, superato un certo livello di produzione, la curva di costo marginale diventa crescente, indicando rendimenti decrescenti. La curva di costo medio variabile ha una forma convessa, simile alla curva di costo medio totale. Questo perché, inizialmente, i costi medi variabili diminuiscono con l'aumentare della produzione, ma poi iniziano a aumentare a causa dei rendimenti decrescenti. Le curve di costo medio totale di breve periodo e di lungo periodo differiscono perché nel lungo periodo un'impresa può scegliere il livello di costo fisso. Nel breve periodo, invece, il costo fisso è fisso e non può essere modificato. In conclusione, la specializzazione e la divisione del lavoro possono portare benefici all'impresa fino a un certo livello di produzione, ma poi i rendimenti decrescenti entrano in gioco. La scelta del livello di costo fisso nel lungo periodo influisce sulla forma delle curve di costo medio totale e di costo medio variabile.quantità prodotta; si hanno rendimenti di scala decrescenti se il costo medio totale di lungo periodo aumenta all'aumentare della quantità prodotta; si hanno rendimenti di scala costanti se il costo medio totale di lungo periodo rimane costante all'aumentare della quantità prodotta. (an)Capitolo 12 La concorrenza perfetta e la curva di offertaUn mercato in cui nessun produttore e nessun consumatore è sufficientemente grande rispetto alle dimensioni del mercato stesso da avere il potere di influenzare il prezzo di equilibrio, è un mercato che opera in condizione di concorrenza perfetta.Un produttore price-taker è un'impresa le cui decisioni di produzione non hanno alcun effetto sul prezzo di mercato del bene che vende, un consumatore price-taker è un individuo le cui decisioni di consumo non hanno alcun effetto sul prezzo di mercato del bene che acquista.In un mercato perfettamente concorrenziale tutti i partecipanti,quantità di prodotto venduta. In un settore perfettamente concorrenziale, il prezzo di mercato è determinato dall'interazione tra domanda e offerta. I produttori non hanno il potere di influenzare il prezzo, ma devono accettare il prezzo di equilibrio di mercato. La quota di mercato di un produttore è la percentuale della produzione totale del settore che è prodotta da quel particolare produttore. In un settore perfettamente concorrenziale, nessun produttore ha una quota di mercato rilevante, poiché ci sono molti produttori che offrono prodotti simili. Perché un settore sia perfettamente concorrenziale, ci devono essere tre condizioni fondamentali. In primo luogo, il numero di produttori deve essere elevato, in modo che nessuno di essi abbia un potere di mercato significativo. In secondo luogo, il prodotto offerto deve essere standardizzato o indifferenziato, il che significa che i consumatori lo considerano identico, indipendentemente dal produttore. Ad esempio, l'energia elettrica è un bene standardizzato. Infine, il settore deve essere caratterizzato da una libertà di entrata e uscita, il che significa che non ci sono ostacoli significativi per l'ingresso o l'uscita dei produttori dal mercato. Il ricavo totale di un produttore in un settore perfettamente concorrenziale è pari al prezzo di mercato moltiplicato per la quantità di prodotto venduta. Tuttavia, poiché i produttori sono price-taker, non possono influenzare il prezzo di mercato e devono accettare il prezzo determinato dall'interazione tra domanda e offerta.quantità prodotta. Il profitto è la differenza tra il ricavo totale e i costi totali. Il livello ottimo di un'attività è quello in corrispondenza del quale il beneficio marginale è uguale al costo marginale; il beneficio marginale di quell'unità è il ricavo addizionale che si ottiene dalla sua vendita ed è detto ricavo marginale. Il ricavo marginale è la variazione del ricavo totale generata da una unità addizionale di prodotto e si calcola dividendo la variazione del ricavo totale con la variazione della quantità prodotta. La regola del prodotto ottimo afferma che il profitto è massimo in corrispondenza della quantità per la quale il ricavo marginale dell'ultima unità prodotta è uguale al costo marginale. Secondo la regola del prodotto ottimo di un'impresa price-taker, il profitto di un'impresa price-taker è massimo in corrispondenza di una quantità di
prodotto tale per cui il costo marginale dell'ultima unità prodotta è uguale al prezzo di mercato. La curva di ricavo marginale mostra graficamente come varia il ricavo marginale al variare della quantità prodotta. Nel calcolo del profitto economico, il costo totale dell'impresa comprende sia il costo implicito che il costo esplicito; al contrario il profitto contabile è una misura del profitto calcolata tenendo conto solo dei costi espliciti sostenuti dall'impresa, questo significa che il profitto economico, a differenza del profitto contabile, incorpora anche il costo opportunità delle risorse di proprietà dell'impresa utilizzate nella produzione. Un'impresa può avere un profitto contabile positivo e allo stesso tempo un profitto economico nullo o negativo. È importante avere ben chiaro in mente che la decisione di un'impresa di produrre o meno, di restare in attività o chiusura, si deve basare.re alcuni concetti fondamentali. Innanzitutto, è importante distinguere tra profitto economico e profitto contabile. Il profitto contabile è calcolato sottraendo i costi totali dalle entrate totali. Tuttavia, questo calcolo non tiene conto di tutti i costi impliciti, come ad esempio il costo opportunità dei fattori di produzione impiegati. Il profitto economico, invece, tiene conto di tutti i costi impliciti. Per calcolarlo, è necessario sottrarre dai ricavi totali sia i costi espliciti (come i costi dei materiali e della manodopera) sia i costi impliciti (come il costo opportunità). Per comprendere se la produzione è redditizia o meno, è possibile utilizzare le curve a nostra disposizione. Una delle curve più importanti è la curva di costo marginale. Questa curva rappresenta l'andamento del costo marginale, ovvero il costo aggiuntivo per produrre un'unità in più di prodotto. Se il costo marginale è inferiore al prezzo di vendita del prodotto, allora la produzione è redditizia. Al contrario, se il costo marginale è superiore al prezzo di vendita, la produzione non è redditizia. Un altro concetto importante è la curva di ricavo marginale. Questa curva rappresenta l'andamento del ricavo marginale, ovvero il ricavo aggiuntivo ottenuto dalla vendita di un'unità in più di prodotto. Se il ricavo marginale è superiore al costo marginale, allora la produzione è redditizia. Al contrario, se il ricavo marginale è inferiore al costo marginale, la produzione non è redditizia. Utilizzando queste curve, è possibile valutare se la produzione è redditizia o meno e prendere decisioni informate per massimizzare il profitto economico.