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Estratto del documento

RM=CM

Il ricavo marginale del monopolista non coincide con la sua curva di domanda, ma giace

al di sotto. Il ricavo marginale del monopolista è quindi sempre inferiore al prezzo e quindi

non coincide con il prezzo di vendita. Allʼaumentare della quantità prodotta il prezzo è via

via migliore. Vi è quindi una relazione inversa.

Se il monopolista ha un certo costo marginale che ipotizziamo come costante, il punto di

intersezione tra il ricavo marginale e il costo marginale é Qc quindi la quantità perfetta. Il

monopolista ha convenienza a produrre meno e ad alzare il prezzo. Qm<Qp. Pm>Pc

(prezzo prodotto maggiore del prezzo di concorrenza perfetta).

Lʼimpresa in concorrenza perfetta realizza solo il profitto normale, nel monopolio vi può

invece, come è già stato detto, alzare il prezzo ad un livello superiore del costo marginale

e questo implica che oltre al profitto normale si realizza un extra-profitto da potere

monopolistico.

Analisi normativa (vedere le implicazioni di welfare del monopolio): quando si parla di

queste implicazioni ovvero si fa una analisi normativa del monopolio ci si preoccupa delle

conseguenze dellʼesistenza di un monopolio per il benessere sociale. Tale analisi si basa

su diverse nozioni che vedremo in seguito.

Proprietà di efficienza allocativa come proprietà che caratterizza un mercato di

concorrenza perfetta e che quindi rispetta le sue assunzioni. Il mercato di concorrenza

perfetta è caratterizzato dalla proprietà di efficienza allocativa perché?

Sottolineato: domande/risposte ricorrenti in sede dʼesame.

Se si prende invece la curva di offerta di mercato: esprime il costo marginale a cui la

società va incontro per produrre unʼunità in piu di quella determinata merce.

BM: beneficio marginale. CM: costo marginale.

Efficienza allocativa:condizione che viene raggiunta quando utilizzando i fattori produttivi

si riesce a raggiungere un livello di output ottimale sia dal punto di vista quantitativo che

qualitativo, con il minor costo possibile.

Q1 non è la quantità ottimale dal punto di vista del benessere generale. È richiesto di

aumentare la produzione fino a quando il benessere marginale è maggiore del costo

marginale. Equilibrio che si determina in un mercato di concorrenza perfetta è dato da un

efficienza allocativa, quindi non vengono allocate ne troppe ne troppo poiché risorse. Vi

é un conflitto di interessi tra monopolisti e società nel suo complesso.

Il conflitto di interesse si traduce in un danno per la società. La teoria economica

dimostra che la perdita di efficienza allocativa comporta per la società un costo che va

oltre il vantaggio che il monopolista ottiene in quanto tale, quindi vi è una perdita secca o

netta per la società nel suo complesso: vi è una perdita che va oltre al vantaggio che il

monopolista ottiene. Tale avvenimento si chiama fallimento del mercato. Per dimostrare

lʼesistenza di tale perdita?

Riassumendo la forma di mercato monopolistica prevede che ci siano tanti compratori ed

un unico venditore, che è lo stato. Le altre imprese non possono entrare ed infatti vi sono

barriere di entrata del mercato. Il prezzo è determinato da, monopolista ed è presente

scarsa qualità disponibile e prezzi alti.

Nel caso di monopolio esiste una curva di offerta del monopolista? Nel caso di

concorrenza perfetta tale curva esiste, nel caso di monopolio non si ha una curva di

offerta poiché la decisione di prezzo collegata alla decisione di quanto produrre è

intrinsicamente legata nel caso di monopolio.

Oligopolio: una struttura é oligopolistica quando esistono poche e grandi imprese. Il

numero delle imprese è quindi limitato. (Al contrario nella concorrenza perfetta avevano

tante piccole imprese e nel monopolio una sola). È la forma di mercato empiricamente

più rilevante, quindi i settori produttivi del mondo reale sono generalmente oligopolistici.

Il numero di imprese che si prendono in considerazione per definire un oligopolio è N=2,

quindi a livello di teoria economica consideriamo un settore in cui esistono solo due

imprese. Lʼoligopolio racconta come effettivamente funziona nel mondo reale.

Nellʼoligopolio emerge il fenomeno dellʼinterdipendenza oligopolistica o interazione

strategica tra oligopolistici ovvero i risultati che ottiene unʼimpresa non dipendono

soltanto dalle sue decisioni ma anche da quelle prese dalle altre imprese. Per tale

fenomeno si ha bisogno di strumenti analitici nuovi, per riuscire a capire come si

determina lʼequilibrio nellʼoligopolio.

Gioco del dilemma del prigioniero (esempio di interazione strategica): vi sono due

persone che hanno commesso un reato e sono state fermate da unʼautorità che deve

accertare la loro colpevolezza ed è possibile farlo e sanzionare il loro comportamento se

almeno uno dei due confessa. Le due persone si trovano quindi di fronte al seguente

dilemma: entrambe le persone (A e B) possono decidere di confessare o di negare.

B: confessare B: negare

A: confessare -3, -3 0, -5

A: negare -5, 0 -1, -1

Matrice dei pay-off 2x2 ovvero matrice dei risultati (cosa succede ai due a seconda che

siano condannati da un tribunale o meno).

Risultati:

Se entrambi confessano scatta la condanna (nella tabella -3 è il loro grado di

– insoddisfazione per una condanna di tre mesi).

Se entrambi negano vengono assolti per insufficienza di prove, ma non mettiamo

– zero poiché essere assolti per insufficienza di prove è peggio che essere assolti per

non aver commesso il fatto (loro infatti lo hanno commesso). Pertanto nella tabella

compare -1.

Se A confessa e B nega si può ipotizzare che per A il risultato sia addirittura migliore

– di quello che avrebbe ottenuto essendo assolto per mancanza di prove per cui

mettiamo 0, a B va invece peggio poiché cʼè la prova che ha commesso il fatto e

lʼaggravante di non aver confessato, quindi mettiamo -5. Viceversa avviene

nellʼipotesi in cui sia B a confessare e A a negare.

Si è in dunque una situazione di interazione strategica, quindi i risultati di A non

dipendono solo dalle sue decisioni, e viceversa.

Tale gioco è non cooperativo: gli agenti non possono accordarsi per tenere un certo

comportamento poiché vengono interrogati separatamente. Può accadere che si

accordino prima, ma nonostante ciò a fatto avvenuto si trovano di fronte ad un dilemma e

ognuno ragiona da agente autointeressato e razionale.

Risoluzione del gioco: la prospettiva corretta per la risoluzione è mettersi concretamente

nei panni di uno dei due, riconoscendo la presenza di una situazione di interazione

strategica. Ci si chiede cosa succede se si confessa, in relazione anche a ciò che

potrebbe fare lʼaltra persona. Confessare, dal punto di vista di A, è la strategia dominante

poiché qualunque cosa faccia B per A è la cosa più conveniente. Ma confessare è anche

la strategia di B. Caliamoci dal punto di vista di B: se A confessa, a B conviene confessare

poiché otterrebbe -3, mentre negando -5. La strategia dominante è confessare anche

per B. Il risultato è quindi dato da (-3)+(-3)=-6. Se avessero negato avrebbero invece

ottenuto (-1)+(-1)=-2. => Per il loro benessere comune sarebbe quindi stato meglio

negare, ma per entrambi confessare è la scelta migliore, nonostante il risultato ottenuto

non sia ottimo.

Il dilemma del prigioniero è propedeutico per individuare ciò che succede nellʼoligopolio.

Una situazione di equilibrio economico generale (EEG) è caratterizzato dalla presenza di

una situazione di efficienza allocativa (EA).

Le decisioni di prezzo-produzione nellʼoligopolio fa sì che le imprese si trovino in una

situazione del tutto analoga a quella del dilemma del prigioniero:

B: prezzo alto B: prezzo basso

A: prezzo alto 20, 20 5, 30

A: prezzo basso 30, 5 10, 10

(Se allʼesame nella tabella si mettono numeri diversi è meglio poiché dimostra la logica).

Se il prezzo per unʼimpresa è basso e per unʼaltra alto vi è competizione.

Nel momento in cui il prezzo A è alto, i profitti sono molto contenuti (5), al contrario di B

che ha dei bassi prezzi, quindi poniamo un alto profitto (30). Viceversa se i prezzi di A

fossero bassi e di B alti.

I risultati in termini di profitto di A dipendono anche dalle decisioni di B e viceversa.

Le due imprese non possono accordarsi sul prezzo, se potessero farlo avrebbero dei

prezzi alti poiché ciò porterebbe ad avere dei profitti alti.

Soluzione: dal punto di vista di A, se B fissa un prezzo alto ad a conviene praticare un

prezzo basso, se B sceglie un prezzo basso ad A conviene ugualmente un prezzo basso

poiché altrimenti subirebbe una drastica diminuzione dei profitti, pertanto per A la

strategia più conveniente è una politica di prezzi bassi. Essendo il gioco simmetrico, la

stessa cosa vale per B. Praticando prezzi bassi le imprese ottengono 10+10=20. Se

avessero avuto prezzi alti avrebbero ottenuto 20+20=40.

Perché non si mettono dʼaccordo attuando il cosiddetto price-fixing (collusione) ossia

fissare il prezzo? Con tale metodologia il prezzo sarà vicino o coincidente con il prezzo

marginale. È interesse dei competitori mettersi dʼaccordo. Nellʼoligopolio emerge un

equilibrio o con quantità e prezzi vicini allʼequilibrio di concorrenza perfetta o se cʼè

collusione emerge un equilibrio più vicino a quello del monopolio perciò si dice che gli

equilibri sono multipli. (A differenza del monopolio e della concorrenza perfetta in cui vi

era un solo equilibrio).

Instabilità degli equilibri di mercato monopolistici: cʼè unʼoscillazione tra prezzi alti e

prezzi bassi e il prezzo è quindi influenzato anche da questo:

Se partendo da q1 i ricavi aumentano, vuol dire che la differenza cioè il profitto aumenta.

Rendimenti di scala, che significa dimensione dellʼimpresa. Quando si parla di tali

rendimenti si fa riferimento ad un lungo periodo. Vi possono essere requisiti che

inducono lʼimpresa ad aumentare la scala dimensionale.

Il costo medio sono i costi totali diviso la quantità prodotta: CT/q.

CMLP: costo medio di lungo periodo. Cioè si ragiona su unʼottica in cui la dimensione

dellʼimpresa può cambiare.

Se i costi medi hanno un andamento al si dice che esistono delle economie di scala

(come si vede nel grafico) o rendimenti di scala crescenti.

ACLR: average cost long run.

Le fonti delle economie di scarto, che vengono anche dette presenza di convessità:

Tecnologia: importante la catena di montaggio.

r.

s. Costi fissi (CF): pensando allʼinnovazione (di prodotto o di processo), bisogna

procedere dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
18 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valegioia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica internazionale UNINETTUNO di Roma o del prof Venturini Luciano.