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L'OFFERTA
Y = f (L,K) dove L indica il lavoro e K il capitale.
L'output dipende dal lavoro e dal capitale impiegato.
La funzione di produzione lega gli output agli input: [T,A] ∆L y = f (∆L, K) f > 0 f2 < 0
Se aumento il numero di lavoratori aumenta l'output → variazione del lavoro positiva
i rendimenti all'inizio crescono fino ad un certo punto, in cui poi iniziano a decrescere.
Questa funzione è fondamentale quando si esamina la situazione produttiva di un'impresa.
Approccio marginalista: si considerano le grandezze ai margini.
Produttività media = Y/L Il rapporto medio è dato dalla relazione tra output e lavoro.
Dato lo stock di capitale, se continuo ad aggiungere lavoratori ad un certo punto i rendimenti
calano.
Prezzo di equilibrio: la quantità di un bene che i compratori vogliono e possono acquistare è
equivalente alla quantità del bene che i venditori vogliono e possono vendere.
Eccesso di domanda: I compratori non riescono ad acquistare tutta la quantità di bene che vogliono
Eccesso di offerta: quando i venditori non sono in grado di vendere quanto vorrebbero per quel
dato livello di prezzo → abbassamento dei prezzi.
CURVA DI OFFERTA: Rappresenta la quantità di un bene che i produttori sono disposti a vendere
ad un dato prezzo.
Variabili che influenzano l'offerta: 1. costi di produzione
2. lavoro
3. capitale
4. materie prime
C'è un collegamento tra rendimenti e costi
INVESTIMENTO: variazione dello stock di capitale. Se lo stock di capitale è fisso la funzione
sarà legata al mero lavoro.
Y = f (L, K)
se io tengo fisso il lavoro ma vario lo stock di capitale la funzione rimane la stessa → produzione
prima crescente e poi decrescente.
Se cambio tecnica di produzione, cambio anche la combinazione degli input (disoccupazione
tecnologica).
I COSTI:
Rendimenti di scala: quando vengono modificati tutti gli input
I costi si dividono in FISSI e VARIABILI
Il costo totale medio è dato dai costi totali fratto la produzione MCT = TC/Y(produzione)
MCV = VC/Y (costo variabile medio) MCF = CF/Y (costo fisso medio)
I costi fissi medi crescono sempre al crescere della produzione.
COSTO TOTALE MEDIO: ATC = AVC + AFC = [VC (Q) + FC] : Q
Q = Produzione, quantità prodotta che non viene necessariamente venduta.
I costi variabili variano al variare di Q
Se prevale l'effetto sul numeratore (VC (Q) + FC) i costi variabili medi salgono.
Se prevale l'effetto sul denominatore (Q) i costi variabili medi scendono.
Sono sempre crescenti i costi variabili, mentre il costo fisso è costante.
Il costo fisso non varia al variare della produzione.
CMa = ∆CT/∆Y = ɅCT/ɅY Ʌ → derivata
Mettendo insieme CTM, CVM, CFM ottengo il costo marginale.
Breve periodo: Y = f (L, K) → Stock di capitale dato
Lungo periodo: ∆Y = f (L, K) → varia sia il lavoro che il capitale.
→ variazione dello stock di capitale fisico = investimento dell'azienda.
Rendimenti di scala: mi chiedo cosa succede al rendimento se aggiungo il 10% sia di lavoro che di
capitale, che succede all'output?
L + 10% K + 10% = Y + 10% (costante)
→ RENDIMENTI COSTANTI DI SCALA: Al variare equiproporzionale degli input, l'output
cresce proporzionalmente = + 10% → Y + 10%
→ RENDIMENTI CRESCENTI DI SCALA: Al variare di tutti gli input, la produzione cresce più
che proporzionalmente = + 10% → Y + 20%
→ RENDIMENTI DECRESCENTI DI SCALA: Al variare di tutti gli input, la produzione totale
cresce meno che proporzionalmente = - 10% → Y + 8%
Legami tra rendimenti di scala ed economie di scala?
Se al crescere della produzione scende l'incidenza dei costi si ha un' ECONOMIA DI SCALA
Mentre al contrario, quando al variare equiproporzionale di tutti gli input l'incidenza dei costi sale si
ha una DISECONOMIA DI SCALA.
Emerge il problema dei ricavi, perchè deve esserci ilo profitto. (No profitto, no investimenti), devo
avere un'aspettativa (al rialzo della domanda).
∏ (profitto) = RT (ricavi totali) – CT (costi totali)
Massimizazione della differenza tra RT e CT
In microeconomia si distinguono i seguenti costi:
Costi fissi (FC): Nel breve periodo non variano al variare della produzione.
• Costi variabili (VC): nel breve periodo variano al variare della produzione.
• Costi totali (TC): Somma dei costi fissi e dei costi variabili.
• Costi Marginali (MC): Si riferiscono al costo di un'unità supplementare di produzione.
• Costi Medi (ATC): Si riferiscono al costo di una singola unità di produzione.
•
→ Se varia il lavoro cosa succede? (∆L)
Y = f (∆L, K) → ∆Y = f (∆L, TC) Al variare di L varia anche Y(input)
F > 0 La funzione è positiva perchè cresce il reddito, è crescente fino ad un certo punto, devo
variare lo stock di capitale. La funzione ha derivata seconda negativa.
Rendita Estensiva decrescente: Non crescono infinitamente
• Rendita intensiva decrescente: è decrescente perchè lo stock è fisso, io continuo a mettere
• lavoratori.
FUNZIONE DI PRODUZIONE:
Il flesso cambia verso: prima più che proporzionalmente, dopo meno che proporzionalmente.
Mp = ∂Y/∂L
Variazione input e lavoro.
I RICAVI:
Ci sono ricavi totali, medi e marginali.
RT = P x Q Dove Q indica la quantità sia domandata che offerta, e bisogna tener conto delle
vendite.
● Ricavi Totali:
Come si comporta un'impresa?
Ci sono imprese che possono formare i prezzi e altre che devono prendere quelli dati, ma vediamo
uno schema esplicativo:
Forma di mercato N° di imprese Barriere all'entrata Prodotto Curva di domanda
Concorrenza Molto elevato Nessuna Omogeneo Orizzontale
perfetta (Es. prodotti
alimentari)
Concorrenza Elevato Significative Differenziato Piuttosto elastica
monopolistica (Es. servizi
professionali)
Oligopolio Scarso Consistenti Sia omogeneo che Elasticità che
(Es. oli e gas) differenziato dipende dalla
concorrenza
Monopolio Unica Molto consistenti Omogeneo Anaelastica
Ora vediamo le varie tipologie nel dettaglio.
● CONCORRENZA PERFETTA:
Anche detta di Price takers.
E' una forma di mercato caratterizzata dall'impossibilità degli imprenditori di fissare il prezzo di
vendita dei beni che producono, i quali prezzi derivano esclusivamente dall'incontro della domanda
e dell'offerta.
La concorrenza perfetta soddisfa il primo teorema dell'economia del benessere, secondo il quale
questo tipo di concorrenza è il meccanismo ottimale per l'allocazione efficiente delle risorse, in
quanto il prezzo di vendita che si forma sul mercato è quello che remunera tutti i fattori di
produzione e non consente creazione di extra profitto. Quindi niente guadagno.
Questo tipo di concorrenza è infatti un'utopia.
I prodotti offerti in questa forma di mercato sono perfettamente sostituibili tra loro e compratori e
venditori sono così numerosi, da non influenzare singolarmente il prezzo di mercato.
Condizione di massimo profitto: CMg = RMg = P
Dovrebbero esserci i prezzi non variabili dalle piccole imprese. Se ho n → ∞ di imprese che
producono un bene omogeneo, queste imprese che sono piccole, non dovrebbero influenzare il
prezzo del mercato (Prezzo esogeno). L'unica variabile è la quantità prodotta.
→ sulla base dei costi e dei ricavi marginali si dovrà calcolare quale sarà l'ottimo per massimizzare.
Ricavo medio → RM = RT/Q = (P x Q) : Q = P
Nella concorrenza perfetta il ricavo medio deve essere uguale al prezzo.
ANALISI MERCATO IN CONCORRENZA IMPERFETTA:
Differenziazione di prodotto
• Libera autorità
• Diverse imprese
• Diverse qualità organotattiche
• Le imprese decidono cosa fissare per massimizzare l'ottimo, quasi ignorando le altre imprese
• C'è un extra profitto
•
CONCORRENZA IMPERFETTA NEL BREVE PERIODO:
Considero le aziende già sul mercato.
Per determinare il punto d'ottimo devo vedere dove massimizzare.
Determino Q e poi vado sulla curva di domanda (PQ) e determino il prezzo, poiché non sono in
concorrenza perfetta dove il prezzo è uguale al costo marginale.
→ PDOE è l'arco di profitto = extra profitto
Per il ricavo marginale faccio la derivata rispetto a Q.
∂(PQ)/∂Q → [f1(X) x g(X) + f(X) x g1(X)] : Q2 Se non ho la vendita non ho il ricavo.
P = RMe = Ricavo marginale
Nella concorrenza perfetta il prezzo è uguale al ricavo medio e al ricavo marginale.
MASSIMIZAZIONE DELL'OTTIMO DI UN'IMPRESA RAPPRESENTATA NELLA
CONCORRENZA PERFETTA:
Q* = punto di ottimo.
Come faccio ad indovinare il punto di equilibrio?
Uso l'analisi marginale.
Se il reddito marginale è maggiore del C marginale mi conviene portarne uno in più (a
• destra cioè E → grafico)
Se sono in Q1 (vedi grafico) devo pagare di più di quello che è il ricavo. Mi conviene
• diminuire.
Se il costo marginale e il ricavo marginale coincidono devo stare lì perchè quello è il punto
• d'ottimo (Q*)
Massimizza in quel punto dove il costo è uguale al ricavo nell'analisi marginale.
•
Per vedere il profitto:
Profitto: Ricavo totale – costi totali.
ANALISI FORME DI MERCATO:
Forme di mercato: insieme di norme che si riferiscono ad una certa parte di mercato precisa.
Es: concorrenza perfetta → piccole imprese che non influenzano il prezzo di mercato (Price takers)
per determinare se sono piccole imprese bisogna guardare il fatturato (no colossi economici).
→ producono prodotti omogenei
→ completa libertà di entrata
→ perfetta e completa informazione
● CONCORRENZA MONOPOLISTICA:
Numero elevato di imprese, libertà di entrata sul mercato, differenziazione del prodotto e maggiore
instabilità di mercato.
La condizione di massimo profitto è RMg = CMg
(Grafico uguale al monopolio tranne che per le curve più elastiche).
L'extra profitto è tanto più elevato quanto meno elastica è la domanda.
In questa forma di mercato ci sono molti venditori, ma i loro prodotti non sono perfettamente
sostituibili e in una certa misura i venditori possono stabilire i prezzi.
CURVA DI OFFERTA DI UN'IMPRESA RAPPRESENTATIVA:
Curva d'offerta: luogo dei punti dove un'impresa massimizza il profitto. Avrà un'elasticità?
Es Offerta e domanda statica comparata:
Massima efficienza
– CMT → massimizzata
– Sovranità del consumatore
–
Sono tutti elementi della concorrenza perfetta.
L'innovazi