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Il surplus del produttore è una misura del beneficio monetario netto di cui i produttori
godono offrendo un bene a un prezzo dato.
In equilibrio il numero di imprese corrisponde al rapporto tra questa quantità e la
produzione di unità realizzata da ogni impresa. L’equilibrio perfettamente
concorrenziale di lungo periodo è caratterizzato da un prezzo di mercato P, un
numero di impresa identiche n e una quantità prodotta da ciascuna impresa Q.
Capitolo 10
L’analisi di equilibrio parziale è l’analisi che studia la determinazione di prezzo è
quantità di equilibrio in un singolo mercato, prendendo come dati i prezzi in tutti gli
altri mercati. L’analisi di equilibrio generale è l’analisi che determina i prezzi e le
quantità di equilibrio in più di un mercato simultaneamente.
L’esternalità è l’effetto che l’azione di un oggetto ha sul benessere di altri
consumatori o produttori, al di là degli effetti trasmessi dai cambiamenti nei prezzi.
L’accisa è una tassa applicata su uno specifico prodotto. In un mercato con una curva
di offerta crescente e una curva di domanda decrescente, gli effetti di una tassa sono i
seguenti:
1) Il mercato sotto produrrà rispetto al livello di produzione efficiente;
2) Il surplus del consumatore sarà inferiore rispetto all’ipotesi di assenza di
tassazione;
3) Il surplus del produttore sarà inferiore rispetto all’ipotesi di assenza di tassazione;
4) Ci sarà un effetto positivo sul bilancio pubblico grazie alle entrate derivanti delle
tasse. Rientrano nel beneficio economico netto (somma dei surplus);
5) Le entrate dovute alle tasse sono inferiori alla diminuzione dei surplus di
consumatore e produttore. Quindi la tassa produrrà una riduzione del beneficio
economico netto (o perdita secca).
La perdita secca è la riduzione del beneficio economico netto risultante da
un’efficiente allocazione delle risorse. Il beneficio economico netto si divide in:
1. Potenziale che è pari alla somma del surplus del consumatore, del produttore,
dell’importo della tassazione e della perdita secca;
2. Effettivo, ovvero diminuisce di un ammontare equivalente alla perdita secca.
L’incidenza di una tassa è la misura dell’impatto di una tassa sui prezzi che i
consumatori pagano e che i venditori ricevono in un mercato. Essa dipende dalla
forma della curva di offerta e dalla domanda. In un equilibrio concorrenziale una
tassa avrà un impatto maggiore sui consumatori se la domanda è meno elastica
dell’offerta e un impatto maggiore sui produttori in caso contrario.
Gli effetti di un sussidio saranno opposti a quelli della tassa. Infatti:
a) Il mercato sovra produrrà rispetto al livello efficiente;
b) Il surplus del consumatore sarà maggiore che in assenza di sussidio;
c) Il surplus del produttore sarà maggiore che in assenza di sussidio;
d) L’impatto sul bilancio pubblico sarà negativo;
e) La spesa pubblica dei sussidi sarà superiore all’incremento del surplus dei
consumatori e produttori. Si avrà una perdita secca a causa della
sovrapproduzione.
Il sussidio riduce il beneficio economico netto perché spinge il mercato a produrre di
più rispetto al livello efficiente di produzione. Graficamente la curva di offerta si
trova al di sopra della curva di domanda e quindi il beneficio netto si riduce man
mano che ognuna di questa unità viene prodotto.
I prezzi massimi influenzano la distribuzione del reddito e l’efficienza economica
solo quando risultano inferiori al livello che si osserverebbe in caso di equilibrio
senza intervento statale. Il prezzo massimo ha i seguenti effetti:
a) Il mercato non sarà in equilibrio. Ci sarà un eccesso di domanda per quel
bene;
b) Il mercato sotto produrrà rispetto al livello efficiente;
c) Il surplus del produttore sarà inferiore a quello che si avrebbe in assenza di
regolamentazione del prezzo;
d) Una parte (ma non la totalità) del surplus del produttore andato perso sarà
trasferito ai consumatori;
e) Con un prezzo massimo, il surplus del consumatore aumenta o diminuisce;
f) Ci sarà un perdita secca.
I prezzi minimi sono stabiliti per mantenere il prezzo di un bene o servizio al di sopra
del livello che il mercato fisserebbe in equilibrio senza intervento governativo e, al
pari dei prezzi massimi, non consentono il raggiungimento di tale equilibrio. Gli
effetti di un prezzo minimo sono:
a) Il mercato non è in equilibrio. Ci sarà un eccesso di offerta nel mercato per
quel bene o servizio;
b) I consumatori acquisteranno una quantità del bene inferiore;
c) Il surplus del consumatore sarà inferiore;
d) Una parte (ma non la totalità) del surplus del consumatore perso sarà trasferito
ai produttori;
e) Il surplus del produttore può sia aumentare che diminuire;
f) Ci sarà una perdita di beneficio sociale netto.
Gli effetti delle quote sono:
a) Il mercato non è in equilibrio, infatti ci darà un eccesso di offerta;
b) I consumatori acquistano una quantità di beni inferiore;
c) Il surplus del consumatore sarà inferiore che in assenza di quote;
d) Una parte (ma non la totalità) del surplus del consumatore perduto sarà
trasferito al produttore;
e) Il surplus del produttore può sia aumentare che diminuire;
f) Ci sarà una perdita di beneficio sociale netto.
La quota d’importazione è un limite posto alla quantità complessiva di un certo bene
che può essere importata in un paese. Una quota è una restrizione al libero scambio.
Capitolo 11
Perché il monopolista non può applicare prezzi troppo elevati? La risposta è che il
deve considerare anche la curva di domanda dei suo consumatori: maggiore sarà il
prezzo scelto minore sarà la quantità che potrà vendere. Questo perché la curva di
domanda del monopolista è inclinata negativamente. Per individuare il massimo
profitto del monopolista, si richiede l’individuazione del:
a) Trade-off ottimale tra volume di produzione (numero di unità vednute);
b) Margine di ricarico o mark-up (la differenza tra il prezzo di vendita e il costo
marginale delle unità vendute).
Riassumendo:
a) Se l’impresa produce una quantità per cui MR>MC, non massimizza il suo
profitto perché incrementando la produzione il suo profitto aumenterebbe;
b) Se l’impresa produce una quantità per cui MR<MC, non massimizza il suo
profitto poiché riducendo la produzione il suo profitto aumenterebbe;
c) L’unica soluzione è quella in cui il ricavo marginale eguaglia il costo
marginale MR=MC.
La condizione di massimo profitto di un monopolista è la condizione per cui un
monopolista massimizza il suo profitto producendo una quantità in corrispondenza
della quale il marginale eguaglia il costo marginale. Da ricordare che per un’impresa
price-taker, il ricavo marginale coincide con il prezzo di mercato. Per un monopolista
il ricavo marginale non è uguale al prezzo di mercato. Quando il monopolista riduce
il prezzo e aumenta l’output, la corrispondente variazione del ricavo totale, è la
somma dei ricavi ottenuti dalle unità marginali, meno i ricavi sacrificati sulle unità
intramarginale. Se si divide la variazione nei ricavi totali per la variazione nella
quantità, si ottiene il tasso di variazione del ricavo totale rispetto alla quantità, ovvero
il ricavo marginale.
Il ricavo medio è il ricavo totale per unità di output. Poiché il ricavo totale si calcola
moltiplicando il prezzo per la quantità, si AR=P, dunque il ricavo medio è uguale al
prezzo. Se l’output è positivo (Q):
1. Il ricavo marginale è minore del prezzo;
2. Siccome il ricavo medio è uguale al prezzo, il ricavo marginale è inferiore al
ricavo medio;
3. Poiché la curva del ricavo medio coincide con la curva di domanda, la curva
del ricavo marginale si trova al di sotto della curva di domanda.
Nella condizione di massimo profitto, il profitto è dato dai ricavi totali meno i costi
totali. I ricavi si calcolano moltiplicando il prezzo (o ricavo medio) per la quantità
prodotta e i costi totali sono dati dal costo medio per la quantità.
L’inverse elasticity pricing rule è la regola secondo la quale la differenza tra il prezzo
di massimo profitto e il costo marginale, espressa in percentuale sul prezzo, è uguale
all’inverso (negativo) dell’elasticità della domanda rispetto al prezzo. Maggiore è
l’elasticità della domanda del monopolista, minore sarà il mark-up ottimale. Un
monopolista orientato al massimo profitto opererà nella regione elastica della curva di
domanda di mercato.
La differenziazione d prodotto è una situazione in cui due o più prodotti possiedono
attributi che li rendono distinguibili agli occhi dei consumatori, e di conseguenza non
perfettamente sostituibili. Il potere di mercato è la capacità di un agente economico di
influenzare il prezzo di mercato di un bene. L’indice di Lerner o del potere di
mercato è una misura del potere monopolistico di un’impresa; il mark-up percentuale
del prezzo sul costo marginale. La regola del punto medio del monopolista è una
regola che stabilisce il prezzo ottimale del monopolista operante con costi marginali
costanti e una curva di domanda lineare si trova a metà tra l’intercetta verticale della
curva di domanda (ovvero il prezzo di riserva) e l’intercetta verticale della curva del
costo marginale.
Un incremento del costo marginale comporta un incremento del prezzo e una
riduzione della quantità. Una riduzione del costo marginale determina un incremento
della quantità e una riduzione del prezzo di massimo profitto.
Il cartello è un gruppo di produttori che definisce in modo collusivo il prezzo e la
quantità in un mercato (le condizioni di massimo profitto del cartello sono identiche a
quelle del monopolista multi-impianto). L’equilibrio di monopolio non coincide con
l’equilibrio di concorrenza perfetta.
La perdita di benessere sociale (perdita secca) dovuto al monopolio è la differenza tra
il benessere sociale che si otterrebbe se il mercato fosse di concorrenza perfetta e il
beneficio ottenuto nell’equilibrio di monopolio. L’attività di rent-seeking è l’attività
finalizzata alla creazione o al mantenimento del potere monopolistico. Il monopolio
naturale è un mercato in cui, per qualsiasi livello rilevante di output all’industri