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Estratto del documento

Il prodotto medio del lavoro è l’output che si ottiene, in media, da ogni unità (ora) di

lavoro. Il prodotto marginale del lavoro indica di quanto varia il prodotto totale in

ragione di una variazione (discreta o piccola o infinitesima) della quantità di lavoro

impiegata dall’impresa.

Le leggi dei rendimenti decrescenti afferma che all’aumentare del fattore produttivo

variabile impiegato, dati dagli altri fattori (in un ammontare fisso) si raggiunge un

livello di output totale oltre il quale il prodotto marginale del fattore variabile è

destinato a diminuire.

L’isoquanto è una curva che mostra tutte le combinazioni di lavoro e capitale per le

quali l’output risulta costante. Distinguiamo:

a) Area inefficiente di produzione, dove vi sono isoquanti con pendenza positiva;

b) Area efficiente di produzione, dove vi sono isoquanti con pendenza negativa.

Il tasso marginale di sostituzione tecnica tra lavoro e capitale è il tasso al quale la

quantità impiegata di capitale può essere ridotta per ogni unità di aumento nella

quantità di lavoro tenendo costante il livello di prodotto finale. Il tasso marginale

decrescente di sostituzione tecnica è la proprietà di una funzione di produzione per la

quale il tasso marginale di sostituzione tecnica del lavoro al capitale diminuisce

all’aumentare della quantità di lavoro impiegata lungo un medesimo isoquanto.

L’elasticità di sostituzione misura quanto velocemente cambia il tasso marginale di

sostituzione tecnica degli input lungo un isoquanto. Il rapporto capitale-lavoro è il

rapporto tra quantità capitale e quantità lavoro:

a) Se l’elasticità è prossima a 0, scarsa è la possibilità di sostituzione tra gli input;

b) Se l’elasticità è elevata, c’è molta sostituibilità tra gli input

La funzione di produzione a proporzioni fisse è una funzione di produzione dove gli

input sono combinati in un rapporto costante tra di loro. La funzione di produzione o

elasticità di sostituzione costante è una funzione di produzione che include quella

lineare a proporzioni fisse o Cobb-Douglas come caso particolare.

I rendimenti di scala indicano di quanto aumenta percentualmente l’output al crescere

di tutti gli input di una determinata percentuale. Il progresso tecnologico può essere:

a) Neutrale;

b) A risparmio di lavoro L;

c) A risparmio di capitale K.

Capitolo 7

Il capitolo introduce il concetto di costo. Distinguiamo:

a) Costi espliciti che comportano un esborso monetario;

b) Costi impliciti che non comportano un esborso monetario.

Il costo opportunità è il valore delle migliori alternative alle quali si rinuncia per

intraprenderne un’altra (è una valutazione prospettica). Distinguiamo:

a) Costi economici, ovvero la somma dei costi espliciti e dei costi impliciti di

un’impresa;

b) Costi contabili, ovvero costi espliciti sostenuti in passato;

c) Costi non recuperabili, ovvero costi già sopportati e che non si possono più

modificare;

d) Costi recuperabili, ovvero costi che si sopportano solo se si prende una

determinata decisione.

Con il problema della minimizzazione dei costi si determina quali combinazione

produttiva comporti i costi minimi per l’impresa che intende realizzare un certo

livello produttivo. L’impresa cerca di ridurre i costi per realizzare tale output. Da qui:

a) Lungo periodo, ovvero il periodo di tempo sufficientemente lungo per

consentire all’impresa di variare gli input come desidera;

b) Breve periodo, ovvero il periodo di tempo in cui almeno un input non può

essere cambiato.

L’isocosto rappresenta tutte le possibili combinazioni di lavoro e capitale alle quali

corrisponde lo stesso costo totale.

Il sentiero di equazione è la linea che unisce tutte le combinazioni di ottimo degli

input, al variare dell’output e invariati i prezzi degli input. La curva di domanda

lavoro è una curva che mostra quanto lavoro domanda l’impresa che minimizza i

costi al variare del prezzo del lavoro. La curva di domanda di capitale è una curva che

mostra quanto capitale domanda l’impresa che minimizza i costi al variare del prezzo

del capitale. L’elasticità della domanda di lavoro al prezzo misura la variazione

percentuale della quantità di lavoro che minimizza i costi rispetto a una variazione

dell’1% del prezzo lavoro. L’elasticità della domanda di capitale al prezzo misura la

variazione percentuale di capitale che minimizza i costi al variare dell’1% del prezzo

del capitale.

Il costo totale variabile è la somma della spesa per gli input variabile come il lavoro o

le materie prime nell’ipotesi di minimizzazione dei costi di breve periodo. Il costo

fisso totale è il costo degli input fissi, che non varia al variare dell’output.

Capitolo 8

La curva di costo totale di lungo periodo è la curva che mostra come varia il costo

totale al variare della quantità prodotta, supposti costanti i prezzi degli input e

scegliendo la combinazione di input che minimizza i costi. Il costo totale di lungo

periodo è la relazione tra costo totale minimo è quantità prodotta. Un aumento del

prezzo del capitale comporta una nuova curva di costo totale che sta sopra quella

originaria per ogni Q>0 (per Q=0 il costo totale è sempre pari a zero). Un aumento

del prezzo, quindi, ruota la curva del costo totale verso l’alto.

Il costo medio di lungo periodo è il costo totale di produzione per unità di output, pari

al rapporto tra il costo totale e quantità o volume di produzione.

Il costo marginale di lungo periodo è il saggio di variazione del costo totale di lungo

periodo al variare dell’output. Il costo marginale è pari (dunque) alla pendenza della

curva del costo totale.

Le economie di scale misurano quando il costo medio diminuisce all’aumentare della

quantità prodotta. Le diseconomie di scale misurano quando il costo medio di lungo

periodo aumenta all’aumentare della quantità prodotta. La scala minima efficiente

(MES) è la più piccola quantità per la quale il costo medio di lungo periodo è

minimo. L’elasticità dei costi totali rispetto alla quantità prodotta misura la variazione

percentuale del costo totale in ragione di una variazione dell’1% dell’output. La curva

di costo totale di breve periodo mostra il costo minimo totale per produrre Q unità di

output quando almeno un fattore è fisso. È la somma di due componenti:

1. La curva del costo totale variabile. È la somma delle spese relative agli input

variabili per la combinazione di input che consente la minimizzazione dei costi

nel breve periodo;

2. La curva costo totale fisso. È relativo al capitale e non varia al variare

dell’output.

Il costo medio di breve periodo è il costo totale per unità di output in presenza di uno

o più fattori. Il costo marginale di breve periodo è la pendenza del costo totale di

breve periodo. Il costo variabile medio è il costo totale variabile per unità di prodotto.

Il costo fisso medio è il costo totale fisso per unità di prodotto. La somma di questi

due costi dà il costo medio.

Capitolo 9

I mercati di concorrenza perfetta presentano tali caratteristiche:

1. L’industria è altamente frammentata;

2. Le imprese producono beni indifferenziati;

3. Perfetta informazione sui prezzi;

4. Uguale accesso alle risorse.

Queste caratteristiche hanno tre implicazioni:

1. Price-taker. È un venditore o un compratore che prende il prezzo del bene o

servizio come dato quando deve decidere la quantità da domandare o da

offrire;

2. Legge del prezzo unico. Le transazioni tra acquirenti e venditori avvengono a

un unico e comunque prezzo di mercato;

3. Libertà d’entrata. Un’industria è libera di entrare nel mercato.

Il profitto economico è la differenza tra i ricavi dell’impresa e i costi economici,

inclusi i costi opportunità. Il profitto contabile è la differenza tra ricavi delle vendite

meno i costi contabili. Il ricavo marginale è il saggio al quale varia il ricavo totale al

variare dell’output. Per un’impresa price-taker ciascuna unità venduta fa aumentare il

ricavo totale pari all’aumentare del prezzo di mercato.

Il prezzo di chiusura è il prezzo al di sotto del quale nel breve periodo l’impresa

chiude la produzione. Il costo medio recuperabile è la somma del costo medio

variabile e del costo medio fisso recuperabile. La curva di offerta di mercato di breve

periodo è la curva che mostra la quantità globalmente offerta da tutte le imprese del

mercato per ogni livello del prezzo quando il numero dei produttori è fisso.

Il costo economico misura il costo opportunità delle risorse che le imprese utilizzano

per produrre e vendere i loro prodotti. Il costo contabile misura le spese in cui

l’impresa incorre per produrre e vendere il suo output.

La curva di offerta di breve periodo indica come varia la quantità che massimizza il

suo profitto al variare del prezzo di mercato.

L’equilibrio perfettamente concorrenziale si raggiunge in corrispondenza del prezzo

al quale l’offerta uguaglia la domanda e non esiste più un incentivo all’ingresso e

all’uscita delle imprese dell’industria. È caratterizzato da:

1. Un prezzo di mercato P;

2. Numero di imprese identiche n;

3. E una quantità prodotta Q da ciascuna impresa che soddisfa 3 condizioni:

i) Ciascuna impresa massimizza il profitto di lungo periodo rispetto alla

quantità prodotta e alla dimensione dell’impianto;

ii) Profitto economico per ciascuna impresa è pari a 0;

iii) La domanda di mercato uguaglia l’offerta di mercato.

La curva di offerta di mercato di lungo periodo mostra la quantità di output offerta

nel mercato a diversi livelli di prezzo, nell’ipotesi che siano stati realizzati tutti gli

aggiustamenti necessari.

I costi costanti si hanno quando variazioni nell’output prodotto nell’industria non

hanno conseguenze sui prezzi degli input. I costi crescenti si hanno quando

un’industria nella quale incrementi nell’output fanno aumentare i prezzi degli input. I

costi decrescenti si hanno quando un’industria nella quale incrementi nell’output

portano alla diminuzione del prezzo di alcuni o tutti gli input.

La rendita economica corrisponde alla differenza tra l’ammontare massimo che

un’impresa sarebbe disposta a pagare per i servizi di un input (A) e il valore di riserva

dell’input

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
20 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher siveee di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Gianfreda Giuseppina.