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Struttura, replicazione, patogenesi, risposta immunitaria e trasmissione
Struttura e replicazione
Il virus varicella-zoster appartiene alla famiglia degli herpesvirus. Ha un genoma costituito da un DNA a doppia catena di circa 125000 basi. L'espressione genica del virus varicella-zoster è simile a quella degli altri herpesvirus ed è sequenzialmente ordinata in 3 classi: immediate-early, early e late. I primi geni ad essere espressi sono quelli immediate-early, che rendono possibile l'espressione dei geni early e late. I prodotti dei geni "early" comprendono proteine fondamentali per la replicazione virale, come la timidinchinasi, la proteasi e la ribonucleotide-reduttasi (queste proteine sono l'eventuale bersaglio della terapia). Gli ultimi geni ad essere espressi (i geni "late") codificano componenti strutturali del virione come le glicoproteine e le proteine del nucleocapside (queste proteine sono il bersaglio del sistema
nell'impedire la riattivazione del virus durante l'infezione secondaria (herpes zoster). Durante l'infezione primaria, il sistema immunitario produce anticorpi specifici che neutralizzano il virus e cellule T che eliminano le cellule infettate. Questa risposta immunitaria permette di controllare l'infezione e di ridurre i sintomi. Tuttavia, il virus varicella-zoster può rimanere latente nel corpo e riattivarsi in seguito, causando l'herpes zoster. Durante l'infezione secondaria, il sistema immunitario produce una risposta immunitaria più rapida ed efficace, che limita l'estensione dell'infezione e riduce i sintomi.nel prevenire la riattivazione del virus. Ad esempio, i bambini con difetti congeniti dei linfociti T o con AIDS hanno una più alta probabilità di sviluppare forme disseminate rispetto ai bambini con anomalia dei linfociti B. L'infezione con virus varicella-zoster induce la produzione di linfociti T citotossici che riconoscono e distruggono le cellule infettate dal virus. Le cellule citotossiche riconoscono e distruggono le cellule che esprimono le glicoproteine gB, gC, gE, gH, gI e le proteine della cute IE62 and IE63. I linfociti impegnati in questo processo riconoscono gli antigeni associati alle classi I (CD8) e II (CD4) del sistema di istocompatibilità MHC. Sebbene il sistema immunitario abbia molti modi per distruggere le cellule infettate, il virus varicella-zoster ha sviluppato vari meccanismi per ridurre la presentazione delle sue proteine al sistema immune, così da sfuggire al riconoscimento. Infatti, il virus rimane latente (e nascosto) nei gangli.
sensitivi (nei neuroni e nelle cellule satelliti) per tutta la vita dell'ospite, e per far ciò riduce al minimo l'espressione delle sue proteine
Il virus varicella-zoster può anche evadere il sistema immunitario dal ridurre l'espressione degli antigeni di classe I MHC sulla superficie delle cellule infette. Quando una cellula si infetta, le proteine virali vengono degradate all'interno della stessa, la quale mostra (presenta) molecole di classe I MHC (contenenti frammenti delle proteine virali) alle cellule citotossiche T che riconoscono le finiscono con l'uccidere la cellula stessa. In altri termini si può dire che la cellula infettata sacrifica la propria vita per non permettere la moltiplicazione del virus e l'infezione delle cellule vicine. Ma il virus varicella-zoster adotta il sistema di impedire o meglio di ridurre drasticamente l'esposizione del proprio materiale proteico, limitando così gli attacchi dei linfociti T
citotossici e sfuggendo alla distruzione da parte del sistema immunitario. Infatti le cellule umane