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PROPIETA’ DELLA SPORA
Entità poco permeabile a tutto quindi anche agli antibiotici, sostanzialmente antisettiche, ma
(1) anche ai nutrienti. Infatti la spora può essere definita come una struttura QUIESCENTE, cioè ha
un metabolismo quasi azzerato, inerte, ma pronto a ripartire
Il core (il citoplasma) deriva da quelli dello sporangio, ma il core è modificato: durante il processo di
(2) sporulazione, il citoplasma dello sporangio ha subito un processo di disidratazione e le molecole di
H2O in parte vengono sostituite con un sale del calcio, formato dall’acido dipicolinico
DIPICOLINATO DI CALCIO. Quindi il citoplasma non è più un mezzo acquoso. Quindi il core
avrà una consistenza gelatinosa, in cui sono intrappolati tutti gli organuli. Da qui segue la seconda
proprietà della spora: forte termoresistente , resistenza alla alta Temperatura.
[Il Clostridium botulinum è patogeno per l’uomo, provoca intossicazione alimentare. Cibi a rischio sono
in particolare i sott’oli fatti in casa, perche sulle verdure ci sono questi batteri. Quindi vanno cotte nella
pentola a pressione ad alta T. questi batteri sono anaerobi, vivono senza O2 e liberano una tossina
mortale].
Le spore del Clostridium botulinum sono resistenti a 100°C per 330 minuti; quelle del Clostridium
tetanis a 100°C per 90 minuti.
Da cosa deriva questa resistenza ad alte temperature?
Ad alta temperatura si ha denaturazione delle macromolecole, soprattutto le proteine, che perdono tutte
le loro proprietà.
Perché nelle spore in tempi rapidi questo non avviene?
Ad alta T si ha agitazione molecolare e quindi di rompono i legami. Ma ciò avviene solo se la molecola è
libera di muoversi. In questo caso si trovano in una matrice gelatinosa, quindi non c’è agitazione
molecolare sufficiente per rompere i legami e provocare denaturazione. Quindi si ha questa
termoresistenza ascrivibile esclusivamente alla grave disidratazione del citoplasma
Le spore sono resistenti ai raggi ultravioletti. Ad esempio quando in laboratorio si vogliono
(3) sterilizzare delle superfici, in genere si utilizzano i raggi ultravioletti, ma le spore resisterebbero
Le spore sono rinfrangenti , rinfrangono la luce. Questa proprietà è ascrivibile sempre allo stato di
(4) disidratazione del citoplasma 12
Le spore hanno un contenuto di H2O del 510% , una cellula normale ha un contenuto di H2O
(5) che va dell’80% al 90%
La spora è insensibile al lisoenzima . La cellula batterica è sensibile al lisoenzima, che taglia il
(6) legame tra i due nacetilmuranico e
nacetilglucosammina del peptidoglicano
Quindi quando una cellula è in un ambiente avverso, attiva il meccanismo di SPORULAZIONE. Il DNA inizia ad
addensarsi in posizione centrale, e poi la prima fase è proprio la duplicazione del DNA (1), quindi una copia del genoma
batterico. In posizione non centrale, tra i due cromosomi batterici, si forma un setto, che si chiama setto sporale (2), la
membrana tende a formare una propria invaginazione, tende a chiudersi formando due compartimenti, uno più piccolo e
uno più grande all’interno del citoplasma, ognuno contenente una copia del cromosoma batterico.
A questo punto i 2 compartimenti si uniscono, si fondono le membrane (3). Quello più piccolo entra in quello grande e
questa fase prende il nome di inizio della formazione della prespora. Le due membrane si avvolgono l’una sopra l’altra,
quindi abbiamo 2 membrane. Il compartimento più piccolo ha gia due strati di membrana (interna ed esterna), sono
sempre 2 strati fosfolipidici, non hanno niente a che fare con la membrana esterna della cellula.
Il cromosoma all’interno di questo doppio strato, rimane integro; quello invece nel compartimento più grande viene
degradato. Questa è la PRESPORA: compartimento più piccolo con doppia membrana contenente il cromosoma.
Iniziano a formarsi poi fra le due membrane, tutti gli strati che caratterizzano la spora (4).
Si forma la cortex, formata da peptidoglicani, che viene sintetizzata dalla membrana interna, e un’altra viene
sintetizzata dalla membrana esterna. Questo porta a due strati di cortecce di peptidoglicano, che hanno delle
modificazioni chimiche diverse. Questo perché questi due strati vengono prodotti dalle 2 membrane quindi hanno
caratteristiche leggermente diverse. Intanto, in questo processo, attraverso dei meccanismi attivi, viene espulsa l’H2O
(5), ed entra, attraverso altri canali, il dipicolinato di calcio.
Allo stato più esterno della corteccia si sovrappongono le tuniche (6). Nell’ultima fase, la spora è pronta e fuoriesce dalla
cellula che l’ha generata.
L’esproprio (7) deriva dalla membrana citoplasmatica più esterna dello sporangio. E può essere presente oppure no. Può
anche essere liberata dallo sporangio.
Dopo che la spora ha resistito alle condizioni ambientali avverse (mancanza di nutrienti…), l’ambiente cambia, tornano
i nutrienti.
Allora la spora è pronta per ridifferenziarsi in cellula vegetativa. Il processo di passaggio da spora a cellula vegetativa è
detto GERMINAZIONE.
Questo non è un ciclo biologico, perche un ciclo biologico è un insieme di eventi obbligati: questo non lo è. La cellula
vegetativa può nascere e morire senza diventare spora; e una spora può rimanere tale per centinaia di anni.
Come fa la spora a sentire, attraverso recettori, che l’ambiente esterno cambia, se è impermeabile? Lo può rilevare solo se
avvengono determinate condizioni. La prima fase della germinazione prende il nome di ATTIVAZIONE, che prevede
l’alterazione di queste strutture superficiali, cioè soprattutto le tuniche possono diventare meno impermeabili. Questo in
genere è determinato dall’invecchiamento della spora. Ci sono altri fattori che possono attivare, ad esempio l’aumento
della T fino a 8085°C, variazione di pH…
Dopo questa fase segue un periodo in cui sono eventualmente presenti dei nutrienti e la spora è in grado di rilevarli, e
allora inizia la fase di germinazione propriamente detta. Fase in cui iniziano tutti i processi inversi della sporulazione.
Innanzitutto c’è una specie di “risveglio metabolico”, rinizierà a sintetizzare proteine, l’RNA messaggero ce l’ha gia,
servono gli amminoacidi. 13
Nel citoplasma, durante la fase di sporulazione, le spore accumulano proteine di riserva. Nel momento della
germinazione, comincia a degradarle, da qui ricava gli amminoacidi per sintetizzare gli enzimi necessari per la
riattivazione metabolica.
Dopo comincia a degradare tutte le strutture superficiali, e nel frattempo entra H2O e fuoriesce l’acido dipicolinico.
Poi se ci sono nutrienti a sufficienza, si ha una fase di replicazione che prende il nome di ESOCRESCITA
I
2 MMUNOLOGIA
Ogni organismo vivente è un unicum morfologico e unicum biochimico. Ognuno è un unicum irripetibile, e tale unicità deve essere
mantenuta. Ognni essere vivente si oppone a ogni tentativo di modifica di questa individualità biochimica di cui è espressione. I
meccanismi per difendersi sono studiati dall’immunologia, oerche tali meccanismi rendono l’organismo immune dagli effetti. La
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cosa che si oppone all’individualità è detta antigene. Non esiste un quid che sia antigene assoluto per ogni organismo, è
funzionale. Non si identifica con nessun costituente dell’organismo con cui viene in contatto questo è NONSELF. L’antigene
tenta di modificare l’individualità quando entra dalle porte d’entrata dell’organismo, strutture che mettono in comunicazione
l’esterno con l’organismo. L’antigene è tale se però riesce a rimanere nell’organismo per un certo periodo di tempo, se no è come se
non fosse mai entrato. Le porte di uscita sono dette emuntori. La seconda proprietà è la natura chimica: lipidica, proteica,
saccaridica. Un lipide diffonde piu lentamente. Un antigene più diffonde, meno permane e ha meno possibilità di alterare. La
terza caratteristica è la grandezza molecolare. C’è una soglia critica di grandezza: 3000 Dalton. Al di sotto, l’antigene anche se
entra, riesce facilmente dagli emuntori e quindi è come se non fosse mai entrato. Gli antigeni migliori sono sopra i 10000 Dalton.
Ma per es. il globulo rosso è tutto antigene? No, ma solo una parte detta epitopo, tutto il resto è il carrier, che serve per dare
grandezza molecolare all’antigene.
La prima cosa che l’organismo deve fare è identificare SELF da NONSELF, per attivare risposte per eliminarlo. Infatti non
può provocare una risposta a un SELF, se no attaccherebbe i propri costituenti.
Una volta superata la porta di entrata l’antigene si trova tra una cellula e l’altra, dove ci può essere lo spazio intercellulare dove
risiede il liquido intercellulare che viene convogliato a formare il vaso linfatico. I vasi convergono in un unico grande collettore: il
dotto toracico, che sbocca nella succlavia, nella circolazione venosa gli antigeni diffondono per via linfatica e non via ematica,
perché dovrebbero superare le pareti dei vasi, che sono molto difficili.
Lungo le vie linfatiche si trovano a sbarramento i linfonodi. Il sistema immunitario è formato dal sistema linfatico.
Linfonodo: ha una struttura a capsula che lo racchiude. Tale capsula penetra all’interno verso l’ileo. Il tessuto connettivale si
sfiocchetta in tante trabecole che formano una maglia. A tali trabecole o fibre reticolari sono attaccate le cellule reticolari al cui
interno troviamo i linfociti in varie fasi di maturazione.
Cellule reticolari: appartengono alla categoria dei macrofagi. Hanno la capacità di fagocitare. Hanno citoplasma particolare,
scarsamente basofilo e scarsa capacità di sintesi.
Linfociti: formati da un grande nucleo con pochissimo citoplasma, molto basofilo e grande capacità di sintesi.
Quando c’è qualcosa di estraneo i macrofagi formano delle estroflessioni della membrana, si formano quindi gli pseudopodi. Viene
internalizzato la cosa esterna. L’antigene dunque forma un organulo delimitato da pseudopodi FAGOSOMA. le cellule sono
ricche di lisosomi e quando fagosoma e lisosoma si uniscono si forma il fagolisosoma. Gli enzimi del lisosoma degradano il SELF,
ma non il NONSELF. C’è una prima enucleazione dell’epitopo. La cellula proietta sulla membrana l’epitopo, offrendolo al
linfocita.
Qualunque linfocita ha la capacita di reagire con tutti gli antigeni ogni cellula è titopotente: in realtà non è così. I linfociti
sono una popolazione differenziata, non ce ne sono uguali: ognuno è programmato a reagire con un antigene (teoria selettiva) il
linfocita riconosce i