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A+ T +G+C
Quando due organismi hanno lo stesso contenuto in G+C non significa necessariamente
che essi siano correlati, tuttavia se essi differiscono per più del 5% appartengono a specie
diverse.
CLASSIFICAZIONE NUMERICA: si basa sulla similarità generale valutata per confronto
di molti caratteri, a ciascuno dei quali è assegnato lo stesso “peso”. Il procedimento
comincia con una determinazione della presenza o dell’assenza di caratteri scelti nel
gruppo di organismi in esame. Per ottenere una classificazione accurata si dovrebbero
confrontare molti caratteri, almeno 50. Dopo l’analisi dei caratteri, per ogni coppia di
organismi appartenenti al gruppo si calcola un coefficiente di associazione, una funzione
che misura il grado di concordanza tra i caratteri posseduti. Il coefficiente di
corrispondenza semplice è la percentuale di caratteri che sono in corrispondenza
indipendentemente dalla presenza/assenza dell’attributo. Talvolta si calcola il coefficiente
di Jaccard, trascurando i caratteri che sono assenti in entrambi gli organismi. I coefficienti
di corrispondenza vengono poi raggruppati in modo da formare una matrice di similarità.
Gli organismi con elevati gradi di similarità vengono raggruppati tra loro e separati da
quelli dissimili; questi gruppi di organismi sono detti fenoni. I risultati dell’analisi vengono
spesso riassunti e rappresentati graficamente con un diagramma detto dendogramma.
Ogni punto di ramificazione corrisponde al valore di similarità che mette in relazione i due
rami. Al di sotto del punto di ramificazione i due gruppi risultano essere un gruppo unico. 2
94
ceppi con più del 90% di coefficiente di similarità sono considerati appartenenti alla stessa
specie.
CLASSIFICAZIONE MOLECOLARE: utilizza l’analisi molecolare di una qualsiasi delle
biolmol presenti nelle cell.
Ibridazione DNA:DNA: misura il grado di somiglianza di sequenza ed è utile per
differenziare microrganismi strettamente correlati. Il DNA isolato da un microrganismo è
32 3
reso radioattivo P o H, frammentato, denaturato con il calore e mescolato con un
eccesso di DNA non marcato di un altro microrganismo. La soluzione viene poi raffreddata
per permettere la riassociazione. Il DNA a doppio filamento è separato da tutto il rimanente
DNA ; viene determinata la quantità di radioattività nel DNA ibridato che viene confrontata
≥
con il controllo, considerato come 100%. Valori di ibridazione 70% sono preferibili per
considerare due organismi appartenenti alla stessa specie, mentre valori di almeno 20-
30% sono richiesti per asserire che due organismi appartengono allo stesso genere.
Ribotyping: tecnica per l’identificazione batterica che valuta la risposta caratteristica che
si genera quando il DNA di un particolare MO è sottoposto a digestione con enzimi di
restrizione e i frammenti vengono separati e rintracciati con una sonda di rRNA. Poiché le
differenze nella sequenza degli rRNA di due organismi si traducono nella
presenza/assenza di specifici siti di taglio per gli enzimi di restrizione, il modello di
restrizione di una specie batt è unico.
Procedimento:
amplificazione con PCR della totalità del DNA
1. trattamento con uno o più enzimi di restrizione
2. separazione dei frammenti per elettroforesi
3. individuazione dei frammenti mediante una sonda marcata.
4.
CRONOMETRI MOLECOLARI: alcune macromol possono servire come orologi
dell’evoluzione, ossia come misura dei cambiamenti evolutivi. Poiché la sintesi proteica è
un processo molto antico, gli rRNA sono mol eccellenti per riconoscere relazioni evolutive
tra gli organismi viventi. Sono mol dotate della stessa funzione, presenti in tutti gli
organismi con una sequenza abbastanza conservata anche in organismi tra loro
filogeneticamente distanti. Inoltre, poiché il nr di possibili sequenze diverse è molto alto,
l’omologia tra due sequenze è sempre indice di una qualche relazione filogenetica. È il
grado di omologia tra le sequenze di rRNA di due organismi che indica la loro relazione
evolutiva. Il più usato è l’RNA 16S, perché è sufficientemente grande da contenere
sequenze altamente conservate, tuttavia è abbastanza piccolo da essere maneggevole in
lab.
PCR: reazione a catena della polimerasi. Ricostruisce in vitro uno specifico passaggio
della riproduzione cellulare: la ricostituzione (sintesi) di un segmento di DNA "completo" (a
doppia elica) a partire da un filamento a singola elica. Il filamento mancante viene
ricostruito a partire da una serie di nucleotidi che vengono disposti nella corretta
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sequenza, complementare a quella del DNA interessato. Questo processo viene svolto in
natura da enzimi chiamati DNA-polimerasi, che sono in grado di sintetizzare
progressivamente un nuovo filamento di DNA nelle seguenti condizioni:
devono essere disponibili i nucleotidi da polimerizzare, sotto forma di
• desossiribonucleotidi trifosfati (dNTP).
il DNA deve essere denaturato.
• il segmento da ricostruire può essere soltanto prolungato, ovvero non è possibile
• sintetizzare un nuovo filamento a partire da zero.
devono inoltre essere rispettate opportune condizioni di temperatura, pH, ecc.
•
È possibile quindi ricostruire le condizioni che portano alla formazione dei nuovi segmenti
di DNA, ponendo in soluzione:
una quantità, anche minima, del segmento di DNA che si desidera riprodurre;
• una quantità opportuna di nucleotidi liberi per costituire i nuovi filamenti;
• opportuni "inneschi", detti primer, costituiti da brevi sequenze di DNA
• (oligonucleotidi) complementari agli estremi 5’ e 3’ del segmento da riprodurre;
una DNA polimerasi termo-resistente
• un Buffer che serve a mantenere il pH stabile (tampone) e necessario per costituire
• l'ambiente adatto alla reazione;
altri elementi di supporto (ad es. ioni magnesio) indispensabili per il corretto
• funzionamento della DNA polimerasi;
acqua per portare a volume la soluzione.
•
Per avviare la reazione della polimerasi (fase di prolungamento del filamento a partire dal
primer 5’) è prima necessario provvedere alla separazione dei filamenti del DNA (fase di
denaturazione), quindi alla creazione del legame tra i primer e le regioni loro
complementari dei filamenti di DNA denaturati (fase di annealing). Questo processo risulta
però incompatibile con la DNA polimerasi umana, che viene distrutta alle temperature
necessarie alla denaturazione (96-99°C).
Per ovviare a questo inconveniente si fa ricorso alle polimerasi appartenenti a organismi
termofili che non sono inattivate dalle alte temperature, ad esempio la Taq polimerasi
proveniente dal batterio termofilo Thermophilus aquaticus. Ciò consente di realizzare più
cicli di PCR in sequenza, in ciascuno dei quali viene duplicato anche il DNA sintetizzato
nelle fasi precedenti, ottenendo una reazione a catena.
IL MANUALE DI BERGEY: è un compendio di informazioni di base e molecolari su tutte le
specie conosciute di procarioti. La prima edizione è basata essenzialmente su
caratteristiche fenetiche. Inoltre vengono evidenziate le differenze tra Gram+, Gram- e
micoplasmi. La seconda edizione, in 5 volumi, riporta molti concetti emersi tramite il
sequenziamento dell’rRNA.
Domande:
Quali tecniche utilizzò Carl Woese per stabilire l’esistenza dei 3 regni
96
Qual è la differenza tra tassonomia classica e molecolare?
A cosa serve il manuale di Bergey?
Teoria endosimbiontica.
ANTIBIOTICI :
AGENTI ANTIMICROBICI: un agente antimicrobico è un composto chimico, naturale o di
sintesi, che uccide i MO (= battercida, fungicida, virocida) o ne inibisce la crescita (=
batteriostatico, fungistatico, virostatico). Gli agenti antimicrobici sono molti diversi per
quanto riguarda la tossicità selettiva: alcuni agiscono in maniera poco selettiva,quindi
agiscono su più tipi cell, mentre altri sono molto più
selettivi. Agenti dotati di tossicità selettiva sono molto
importanti nella trp delle malattie infettive, in quanto
uccidono i MO patogeni senza danneggiare l’ospite.
Gli agenti batteriostatici sono inibitori della sintesi
proteica e agiscono legandosi ai ribosomi attraverso
legami molto deboli; quando la concentrazione
dell’agente batteriostatico diminuisce, i ribosomi si
liberano dell’inibitore e la crescita può riprendere. Gli
agenti battericidi, invece, provocano la morte della
cell senza causarne la lisi: sono una classe di
composti chimici che si legano in maniera
irreversibile ai loro bersagli cell e non vengono
rimossi per diluizione. Gli agenti batteriolitici
determinano la morte della cell provocandone la lisi,
effetto che si riflette in una diminuzione del nr delle cell.
Misura dell’attività antimicrobica: l’attività
antimicrobica si misura determinando la concentrazione più bassa del composto in esame
necessaria per inibire la crescita di un dato organismo; questo valore viene detto minima
concentrazione inibente (MIC). Per determinare la MIC viene allestita una serie di
provette, ciascuna contenente un terreno di coltura con una diversa concentrazione
dell’agente antimicrobico da saggiare. Tutte le provette vengono inoculate e dopo
l’incubazione vengono controllate per la presenza di una crescita visibile (torbidità):
l’assenza di torbidità denota un’inibizione completa della crescita microbica. Quindi la MIC
è la concentrazione più bassa che inibisce completamente la crescita di un dato
organismo. È possibile in questo modo confrontare agenti antimicrobici diversi e
determinare quale sia il più efficace contro un dato MO.
Un altro sistema per studiare l’azione antimicrobica è il metodo della diffusione in agar:
viene allestita una piastra Petri contenente un terreno agarizzato in cui è stato inoculato il
MO test. Quantità note dell’agente antimicrobico sono adsorbite su dischetti di carta da
filtro che vengono poi depositati sulla superficie del terreno agarizzato. Dopo
l’incubazione, il composto diffonde dal filtro dell’agar creando un gradiente di contrazione:
quanto più ci si allontana dal dischetto, tanto minore sarà la sua concentrazione. Al di là
del punto di MIC ci sarà crescita confluente, mentre nella zona più vicina al dischetto la
crescita sarà assente. La zona in cui non si ha crescita è detta alone di inibizione e il suo
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diametro sarà proporzionale alla quantità di agente antimicrobico presente sul filtro e alla
sua efficacia intrinseca.
Antisettici: composti chimici che possono pro