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INTERPRETAZIONE "BIOLOGICA DEI RISPETTIVI "CONFINI". - LEWIS THOMAS
I patogeni spesso non hanno alcun interesse a uccidere l'ospite, perché è proprio grazie all'interazione con esso che il microbo ricava nutrimento e protezione. Nell'albero filogenetico che riporta le famiglie di batteri patogeni, ogni nome in grassetto rappresenta un phyla, evidenziando la grande diversità che sussiste tra essi. Nella mappa sono compresi vari patogeni di pericolosità variabile e di caratteristiche diverse, perfino quelli usati come armi biologiche per il bioterrorismo.
Per quanto riguarda, invece, i patogeni eucariotici, essi sono perlopiù protisti, funghi che attaccano il sistema respiratorio e urogenitale e nematodi la cui azione è diretta sul sistema digerente. Questo tipo di patogeni produce malattie c.d. parassitarie. Distinguiamo ora il commensalismo, interazione simbiotica non obbligatoria tra due esseri viventi in cui uno
approfitta del nutrimento o degli scarti dell'altro senza procurare sofferenza o disturbo, dal mutualismo, forma di interazione tra due individui di specie diversa, grazie alla quale entrambi riescono a ricavare dei benefici, e ancora dal parassitismo, forma di interazione biologica, generalmente di natura trofica, fra due specie di organismi di cui uno è detto parassita e l'altro ospite: il Commentato [EP21]: Trofico = il nutrimento è dato dai tessuti biologici dell'ospite parassita trae un vantaggio (nutrimento o protezione) a spese dell'ospite, creandogli un danno biologico. Questi concetti sono dinamici, nel senso che un organismo può passare da uno stato all'altro in determinate condizioni. In generale, un rapporto parassitario è identificato dalle seguenti caratteristiche: - Il parassita è privo di vita autonoma e dipende dall'ospite a cui è più o meno intimamente legato da una relazione anatomica efisiologica- Il parassita ha una struttura anatomica e morfologica semplificata rispetto all'ospite- Il ciclo vitale del parassita è più breve di quello dell'ospite e si conclude prima della sua morte- Il parassita ha rapporti con un solo ospite; a sua volta, questo può avere rapporti con più parassitiI parassitoidi sono dei parassiti di natura estremamente particolare che hanno dimensioni confrontabili aquelle degli ospiti, come accade per certi nematodi che parassitano gli insetti instaurando con loro relazionidi natura trofica e, spesso, portandoli alla morte. 81Per portare allo sviluppo di una malattia infettiva ènecessario il superamento di diverse fasi, che hannosuccesso se le caratteristiche del patogeno sonoadeguate. Si definisce infezione la penetrazione emoltiplicazione (crescita) di microrganismi in un ospite,mentre la malattia è definita come l'alterazione dellostato fisiologico e psicologico dell'organismo,
capace di ridurre, modificare negativamente o persino eliminare le funzionalità normali del corpo. La patogenicità è la capacità di causare una malattia, e si distingue dalla virulenza in quanto questa è la misura quantitativa della patogenicità stessa. La virulenza è valutata sulla mortalità delle cavie modello, pertanto non è precisa per quanto riguarda gli organismi umani. Si noti che la presenza di microrganismi all'interno del corpo umano può essere riconducibile alla definizione di infezione, ma non necessariamente, in seguito all'infezione, si sviluppano patologie. La prima fase, quella di esposizione, può essere combattuta con la prevenzione, quindi si deve costituire un contatto durevole e di successo con i tessuti bersaglio, che siano essi mucose del tratto digestivo, piuttosto che tratto urogenitale o ancora ferite della pelle, grazie ai c.d. fattori di adesione. Una volta verificata l'adesione,Il microbo si sposta in un ambiente che gli permette la colonizzazione (come avviene nel sangue, che normalmente è sterile, in cui la presenza di microbi è considerata patologia), che potrebbe essere addirittura un intero sistema. Quindi grazie alla sua tossicità e invasività, un patogeno riesce a provocare dei danni ai tessuti, quindi lo sviluppo delle malattie infettive. Tossicità e invasività sono tecniche di attacco dei patogeni e si escludono l'un l'altra di solito: un microbo ha molto successo se eccelle in una delle due. La tossicità consiste nella capacità di produrre fattori che risultano tossici per l'ospite a livello locale o sistemico (= che coinvolge l'intero organismo), mentre l'invasività è il risultato di una buona strategia replicativa di crescita.
Tipi di infezione in relazione agli organismi parassitari
Ascesso: Infezione localizzata con raccolta di pus
di un'infezione primariaSistemica Diffusa in tutto il corpoSubclinica Asintomatica, in assenza di sintomiSuperinfezione Infezione che si sviluppa durante il corso di un'altra infezioneToxigenica Caratterizzata dalla produzione di tossine da parte dell'agente infettivoVirale Causata da un virusZoonotica Trasmissibile dagli animali agli esseri umaniun adeguato ripristino dei fluidi, unitamente alla presenza di anomalie di perfusione che possono includere acidosi lattica, oliguria o alterazioni acute dello stato mentale. Sepsi: Condizione derivante dalla presenza di batteri o dei loro prodotti nel sangue o nei tessuti. Risposta sistemica all'infezione; tale risposta si palesa attraverso due o più delle seguenti condizioni come risultato di un'infezione: temperatura > 38°C o < 36°C, frequenza cardiaca > 90 battiti al minuto, frequenza respiratoria > 20 respiri al minuto o pCO < 32 mmHg, conta leucocitaria > 12 000 cellule per mL o > 10% di forme immature. Setticemia: Intossicazione del sangue che si associa a persistenza di organismi patogeni o di loro prodotti al suo interno. Shock settico: Sepsi associata a ipertensione malgrado un adeguato ripristino dei fluidi, unitamente alla presenza di anomalie di perfusione che possono includere acidosi lattica, oliguria o alterazioni acute dello stato mentale. Sepsi severa: Sepsi in relazione a disfunzione d'organo, ipoperfusione o ipotensione; ipoperfusione e anomalie diPerfusione possono contemplare acidosi lattica, oliguria o alterazioni acute dello stato mentale
Sporadica Si manifesta solo occasionalmente
Subclinica Assenza di sintomi o di manifestazioni riscontrabili (inapparente o asintomatica)
Sistemica Con disseminazione in tutto l'organismo
Tossicemia Condizione derivante dalla presenza di tossine nel sangue
Zoonosi Causata da un organismo parassitario presente di norma in animali diversi dall'uomo
Un'infezione acuta è piuttosto intensa e di breve periodo, mentre una malattia cronica viene mantenuta per mesi o anni con un danno inferiore a quella acuta, spesso non presenta sintomi clinici ed è latente. La differenza tra sepsi, setticemia e shock settico è importante, ed è presentata nella tabella sopra riportata.
Per determinare quantitativamente la virulenza si usano diversi test su modelli tipicamente rappresentati da topi, ma anche cellule in coltura, anche se questo metodo è più lontano dalla realtà.
Il numero di animali che decedono in seguito all'iniezione di un patogeno rende la quantificazione della virulenza (LD50, dose di patogeno che uccide la metà delle cavie). Nel grafico a sinistra di seguito, è rappresentata la virulenza di patogeni uno molto virulento a confronto con quella di uno moderatamente virulento: la LD50 si legge sull'asse delle ascisse posizionandosi al 50% di morti. In un patogeno molto virulento, questo valore sarà vicino alla LD100. La virulenza tende a essere persa se i patogeni vengono mantenuti in laboratorio senza essere inseriti in ospiti, per non diminuire il fitness della popolazione, cosa che accadrebbe perché mantenere geni che codificano per tossine o proteine che danneggiano l'ospite ha un costo metabolico: questo fenomeno è chiamato attenuazione e avviene spesso nel lavoro con microrganismi patogeni. Nel grafico riportato sotto a destra, si osserva il comportamento di un ceppo patogeno che non ha.Subito attenuazione (rosso), accanto a un ceppo che, invece, ha subito attenuazione (blu).
Poniamo la nostra attenzione, ora, ai fattori di virulenza di Helicobacter pilori, patogeno che vive nell'ambiente acido dello stomaco ed è legato ai fenomeni di ulcere. I flagelli sono considerati fattori di virulenza perché permettendo agli acidi gastrici di irritarlo permettono al patogeno di raggiungere il suo target, anche se non sono direttamente correlati alla patogenicità del microbo. Le ureasi sono proteine che causano idrolisi dell'urea con conseguente innalzamento del pH, che impedisce gli effetti di tampone di molte sostanze. Essendo un Gram-, la sua membrana cellulare esterna è dotata di lipopolisaccaridi, noti fattori di virulenza, data la loro tossicità, al pari di quanto lo sono le adesine, che permettono l'adesione del patogeno.
Il sistema di secrezione di tipo IV è ritenuto un fattore di virulenza in quanto permette la secrezione di tossine direttamente all'interno di altre cellule. Fattori di virulenza sono anche enzimi secreti che abbassano la viscosità del muco, che facilita lo spostamento del batterio, e esotossine di cui parleremo più avanti. La coordinazione di tutti questi elementi permette lo scatenarsi della patologia. I fattori di virulenza di Salmonella, batterio associato alla consumazione di cibo contaminato, sono legate, oltre che alle strutture di adesione, anche a quelle strutture di protezione del patogeno dalle risposte immunitarie (che sia essa fagocitosi da parte di macrofagi del sistema immunitario, oppure altri aspetti della risposta immunitaria). La febbre, in realtà, solitamente associata a queste patologie, è scatenata dall'azione dei LPS sulla sua superficie. I siderofori sono molecole in grado di chelare il Fe, importante co