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GENOMA
Esistono più di 5000 diversi genotipi, suddivisione in Famiglie, Superfamiglie e Generi. Nel 1933 una
Conferenza di Microbiologia (Mosca) istituì l'ICTV Comitato interazione per tassonomia virale, il quale
sviluppò uno schema tassonomico universale, ma furono trovate poche caratteristiche comuni per poter
classificare.
Solo DNA o RNA, ss o ds, lineare, circolare e segmentato; elica- e elica+ (stessa polarità l'mRNA)
Struttura.
e ambisenso. Le dimensioni del genoma sono molto diverse: 3500 nt per fagi e Leviviridae; 47000nt per
poxv. e herpesv; 76000nt per PhycoDnaviridae e Mimivirus.
Mimivirus Acanthamoeba polyphaga mimivirus (APMV).
È il virus più grande conosciuto, lontanamente correlato ai poxvirus; capside più grande fra tutti quelli noti
(diametro 400nm) circondato da filamenti proteici, diametro finale di 600nm e molto più grande di piccole
cellule. Genoma complesso: molecola lineare dsDNA 1,2 x10^6 bp (coppia di basi), il più grande genoma
virale mai riscontrato, circa il doppio del miovirus (fago G) ritenuto finora il più grande; hanno 911 geni
codificanti con geni mai riscontrati in altri virus.
L'informazione genica virale è complessa: le dimensioni del genoma sono correlate con quelle della
particella virale; nei virus più piccoli i geni sono sovrapposti (overlapping).
Poxv. ed herpes (circa 250nm) con genomi di grande dimensione (circa 200kb), molti geni per la
replicazione.
HIV (100nm) con genoma di piccola dimensione (circa 10kb), 9 geni (3 strutturali, 3 regolatori, 3
accessori).
La replicazione dipende dal genoma virale.
nei virus a DNA: il genoma è simile a quello dell'ospite e la replicazione viene condivisa con la
cellula ospite ed è generalmente nucleare sfruttando enzimi comuni.
Nei virus ad RNA: il genoma è diverso da quello dell'ospite, i virus possiedono enzimi che la cellula
ospite non possiede. Ad esempio RNA pol RNA dip (replicasi) hanno funzioni analoghe agli enzimi
cellulari; la replicazione è generalmente citoplasmatica.
La velocità di replicazione rispecchia quella dell'ospite; 20-30 minuti nei batteri e 12-24 h nelle cellule
eucariote.
Nel 1971 D. Baltimore propose una nuova classificazione basata sul diverso tipo di replicazione; si
distinguono 7 classi per superare le diverse classificazioni esistenti, basate su morfologia e patogenesi (virus
con morfologia simile > diversa patologia; virus con patologia simile > diversa morfologia).
Herpes, Adeno, Papilloma: replicazione nucleare che dipende da fattori cellulari. Poxvirus:
1. dsDNA.
replicazione solo citoplasmatica (eccezione), posseggono tutti i fattori per la trascrizione e
replicazione.
Parvovirus: replicazione nucleare, formano un dsDNA intermedio che funge da stampo per
2. ssDNA.
sintetizzare la progenie ss.
Reovirus (Rotavirus): causano per lo più gastroenteriti nei bambini, la replicazione è
3. dsRNA.
citoplasmatica e il genoma segmentato.
Picorna (Poliov. Rhinov. FMDV), Coronavirus (SARS), Togavirus (sindbis,
4. ssRNA elica +.
rosolia): replicazione generalmente citoplasmatica; il virus codifica generalmente per la sua RNA-
pol RNA dip, dopo essere entrato nella cellula la polimerasi sintetizza RNA- che fa da stampo per
RNA+ genomico. Rabbia, Ebola, Hanta, Paramixo (morbillo, parotite, RSV): a replicazione
5. ssRNA elica -.
citoplasmatica tranne Orthomixo (influenzale A, B, C) a replicazione nucleare. Il virus codifica per
la sua RNA-pol RNA-dip durante il ciclo replicativo precedente e la inserisce nella particella virale;
polimerasi sintetizza RNA+ (che produce le proteine) che fa da stampo per RNA-genomico.
Retrovirus: genoma diploide, RNA+ non serve direttamente
6. ssRNA elica+ con intermedio a DNA.
quale mRNA ma serve da stampo per RT (retrotrascittas); il DNA provirale serve da stampo per
RNA+ genomico e per mRNA per la sintesi proteica (trascrizione mediata da RNA pol II cellulare).
Epatite B (Hepadnavirus): infettano gli epatociti, infezione virale.
7. dsDNA con intervallo ad RNA.
Traslocazione del nucleo, circolarizzazione DNA genomico > cccDNA (covalenting closed circular
DNA), trascrizione ed accumulo RNA sfruttando pol II dell'ospite in sRNA (RNA progenomico),
traduzione RNA nei prodotti P, C, S, X, poi incapsidazione di pgRNA e RT (P, hanno
retrotrascrittasi che permette al virus di fare doppia elica), sintesi del genoma e sullo stampo di RA
viene sintetizzato DNA-, digestione RNA sull'ibrido, sullo stampo DNA- viene sintetizzato DNA+,
gemmazione attraverso ER per acquisire gp env.
Nei virus RNA+ la replicasi viene sintetizzata subito dopo la penetrazione (per sintetizzare RNA- serve
RNA+ genomico), invece nei virus RNA- la replicasi è gia presente nel core (per sintetizzare RNA+ serve
RNA genomico e proteine).
COLTIVAZIONE VIRALE
Nel 1881 Pasteur produsse il primo vaccino artificiale (vaccinazione di Jenner, sempre legata ad un virus
naturale, come quello della vacca, che era patogeno per l'uomo). Attualmente gli animali vengono utilizzati
per la produzione di virus non propagabili in virus, per lo studio patogeno di infezioni virali e per i test sulla
sicurezza dei vaccini. Le conseguenze sono però economiche, etiche e possono portare ad una risposta non
omogenea dovuta alla variabilità dell'ospite.
La coltivazione virale necessita:
della scelta del substrato cellulare specifico per recettori specifici a cui il ligando, o antirecettore del
1. virus, può legarsi. Es. HIV entra solo nei linfociti. Questa scelta dipende quindi dal diverso tropismo
virale.
dell'uso di terreni di coltura per le cellule con parametri di crescita specifici per favorire la
2. replicazione e per impedire il sopravvento di altre specie.
I primi substrati cellulari sono state le uova embrionate; la replicazione però avviene in compartimenti
diversi in base ai diversi virus: Poxvirus, Herpes e RSV nella membrana carion-allantoidea, Orthomixo nella
cavità amniotica, Orthomixo, Coronavirus e Paramyxo nella cavità allantoidea, Rhabdo e Picorna nel sacco
vitellino; i poxvirus formano pocks emorragici su CAM.
Ad esempio HIV ha come recettore principale il CD4 che definisce il tropismo per macrofagi e Th (linfociti
T). Il CCR5 e CXCR4 sono corecettori (aiutano il recettore) e definiscono il diverso tropismo per macrofagi
o Th.
Alcuni virus non sono ancora coltivabili in vitro, crescono solo su alcuni tessuti o animali. Ad esempio HPV:
lesioni solo a livello cutaneo o mucosale; HIV replica solo in alcuni animali (tropismo ristretto); CRPV solo
sul coniglio (papilloma virus); virus epatite C, D, E crescono in animali da laboratorio.
Esistono anche meccanismi intracellulari che bloccano il processo replicativo dei virus. Alcuni poxvirus
come EP (virus del pollo) e CP (v del canarino) replicano solo in cellule aviarie, bloccano la post-
penetrazionale nelle altre cellule; esprimono Ag senza produzione di virus, vengono utilizzati quali vettori
solo per esprimere Ag (es. per la preparazione vaccinali). I virus oncogeni murini replicano invece solo su
cellule specifiche, o di specie uguale a quella di origine o di specie diversa da quella di origine (v. ecotropi,
xenotropi, anfotropi).
I dipendono dalle cellule utilizzate, hanno una composizione specifica: soluzione salina
terreni di coltura
iso-osmolare per equilibrare la pressione osmotica intracellulare esercitata sulla membrana. Contengono una
sorgente di energia (glucosio 4,5 g/litro), complessi polivitaminici, amminoacidi essenziali e non; fattori di
crescita aspecifici, soprattutto il siero di mammifero (5-10%) e si parla o di siero di vitello neonato o fetale;
fattori di crescita specifici come EGF (crescita di cellule epiteliodi) e IL-2 (crescita di linfociti T).
Nel terreno vengono inseriti antibiotici e antifungini (penicillina, streptomocina, amphotericina B), per
controllare le contaminazioni presenti nell'involucro del virus e causate dall'operatore. I batteri e lieviti
avrebbero il sopravvento e i loro prodotti catabolici inibirebbero o ucciderebbero le cellule. Nei terreni
inoltre vengono inseriti indicatori del PH come il rosso fenolo presente nel mezzo di coltura (bluastro = 7.6,
rosso = 7.4, arancio = 7 e giallo = 6.5).
Il sistema tampone utilizzato è il bicarbonato di sodio e Hepes per riequilibrare l'anidride carbonica del
terreno; l'aumento di CO2 provocherebbe la morte cellulare. Le cellule trasformate o molto concentrate
producono CO2 e acido lattico. Le cellule a bassa concentrazione perdono CO2 e bicarbonato sciolti nel
mezzo.
Vengono utilizzate le piastre Petri e Flask aperte, semi-aperte e gas permeabili per evitare aumento o
diminuzione del PH.
Le colture cellulari vengono manipolare sterilmente in cappe a flusso laminare verticale, consentono di
lavorare in modo antisettico (ambiente sterile) e proteggono l'operatore. Le cellule vengono cresciute in
incubatoio che mantengono al temperatura a 37° e contengono una miscela di aria e CO2 5% (CO2 mantiene
il PH a 7-7.2 in presenza di bicarbonato).
Le cellule che crescono adese al substrato vengono propagate mediante trattamento enzimatico con tripsina,
promasi e collagenasi; previo trattamento con PBS o agenti chelanti (EDTA), gli enzimi non danneggiano
generalmente la cellula e alcuni enzimi rimuovono recettori di superficie.
Ci sono delle cellule che crescono in sospensione e vengono propagate mediante aumento di volume del
terreno previa rimozione del terreno acidificato. A questo punto le cellule vengono contate utilizzando
generalmente un colorante non-vitale (tripan blu) e camere di conta (es. Bunker).
Talora è necessario agarizzare il terreno; l'agar è un polisaccaride estratto dalle alghe, atossico e non influisce
sul metabolismo, solidifica il terreno (polvere aggiunta al terreno all'1-2%, fonde ad una temperatura
maggiore di 90° e solidifica a temperature minori di 45°). Limita il trasporto passivo da una cellula all'altra
(es. durante le titolazioni); è stato utilizzato anche per evidenziare la capacità proliferativa di cellule
trasformate, e le cellule hanno perso inibizione di contatto. La crescita soft agar è un metodo di Macpherson
e Montagnier.
Le colture cellulari vengono distinte in: primarie, quelle derivate da animali, e a linea continua, quelle con
cellule immortalizzate o di derivazione tumorale. Hanno una diversa crescita: quelle in linea continua
crescono in modo indefinito (linea cellulare), e quelle primarie vengono estratte direttamente dal tessuto
(cellule non subcoltivate) con un numero di passaggi limitato, poi degenerano e muoiono.
Le cellule vengono infettate al fine di
identificare un virus (es. mediante ME),
amplificare un virus,
verificare l'effetto citopatico virale (CPE),
isolare un mutante o ricombinante: trasferimento delle placche con membrana originale e replica la
prima membrana; trattamento del DNA adsorbito sulla membrana con denaturazione,
neutralizzazione e fissazione del DNA