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B-VZV

 E’ morfologicamente simile a HSV, MA si limita in 1 spettro più limitato di cell: -Epiteliali (in vivo); -Fibroblasti

embrionali diploidi umani (in vitro);

 E’ contratto generalmente durante l’infanzia (→ varicella), rimane in latenza nei GD dei nervi periferici/cranici

e può riattivarsi in anziani/ID (→ Zoster);

 La trasmissione è aerogena/per contatto col fluido vescicolare.

Patogenesi

 Varicella (PI 2 settimane): il V replica nei lnf reg→ via dotto toracico induce 1 viremia 1° (4°-6° g)→ replica

nelle cell endoteliali con viremia 2° (14° g)→

1. Eritema maculo-papulare a diffusione centripeta (fianchi→ ascelle→ tronco);

2. Complicazioni: encefalite, varicella emorragica, polmonite, epatite, malformazioni fetali se in

gravidanza.

 Zoster: l’eruzione molto dolorosa è limitata al dermatomero innervato da 1 radice dorsale o da un ganglio

craniale. 1 dei più colpiti è il ganglio V (→ Zoster oftalmico). Nei >60 rischio di nevralgia post-erpetica.

Diagnosi/terapia

 Diagnosi clinica;

 Terapia→ benigna nei bambini, aciclovir negli adulti. Esiste 1 vaccino attenuato α VZV da dopo i 2 anni.

C-EBV

 Spettro d’ospite/tropismo sono determinati dalla limitata distribuzione del R cell CD21 per C3d del

complemento, presente su cell epiteliali di rino/oro-faringe e sui LB. CoR sono MHCII, l’AR è la GP 350/200;

 L’infezione può essere:

1. Latente→ EBV va incontro nel LB a latenza PRIMA di iniziare 1 ciclo litico→ il LB va incontro a

immortalizzazione proliferando continuamente, MA esprimendo solo ALCUNI geni (6P EBNA, 3 LMP);

2. Produttiva→ dip dall’espressione del gene IE BZLF1 con sintesi dell’omologa P detta anche ZEBRA→

agisce da innesco nel passaggio dalla latenza alla fase litica, trans-attivando i geni che codificano per

2 P regolatrici BRLF1 e BMLF1→ sintesi delle P EA, VCA e MA.

Patogenesi/manifestazioni cliniche

Trasmissione per via orale tramite la saliva (cell dell’epitelio faringeo→ TL oro-faringeo→ LB in circolo)→

 Mononucleosi infettiva:

1. EO→ epatosplenomegalia, linfo-adenopatia laterocervicale;

2. Striscio ematico→ linfocitosi.

 Complicazioni:

1. Sia l’infezione 1° che le riattivazioni possono evolvere in malattie linfoproliferative o linfomi, in ptc:

-linfoma di Burkitt; -Carcinoma nasofaringeo;

2. In gravidanza: l’infezione 1° può causare malattie linfoproliferative fatali;

3. Correlazione con: meningoencefaliti, mieliti, sindrome di Guillain-Barré.

Diagnosi

 Ricerca degli Ac vs Ag:

1. EA→ Ag NON strutturali. Gli Ac compaiono nell’infezione acuta/cronica;

2. EBNA→ Ag NON strutturali. Gli Ac compaiono in convalescenza;

3. VCA→ Ag strutturali.

I. IgM→ scompaiono in convalescenza;

II. IgG→ compaiono all’inizio della sintomatologia e persistono per tutta la vita.

 Ricerca degli Ac eterofili: agglutinano gli eritrociti di montone→ compaiono nella reazione di Paul-Bunnel.

 Determinazione della carica virale mediante PCR Q su linfo-monociti del sangue periferico.

Terapia→ NO, la migliore prevenzione è infettarsi da bambino (infezione asintomatica)→ immunità perenne.

D-CMV

 E’ 1 V ubiquitario che deve il suo nome al tipico CPE che produce sulle cell infettate, che tendono ad ↑ molto

di V prima di lisare. Tra gli HerpesV è quello con d (fino a 250nm) e genoma (220-240kb) >;

 Sull’E sono presenti 6 GP g: B,N,O,H,M,L→ intervengono nell’entrata del V nelle cellule, nella diffusione da

cellula a cellula e nella maturazione dei virioni: l’adsorbimento via legame tra gB ed eparan-solfato cell;

 Nel C sono presenti 2 P < mCP e 2 > MCP.

La R è più lenta degli altri HerpesV (8-14g)→ -In vivo→ in cellule epiteliali, endoteliali, mesenchimali, epatociti; -In

vitro→ in fibroblasti di P embrionario umano o in colture di cellule endoteliali. Il CPE è caratteristico: inclusioni

nucleari HerpesV, ↑ V e anche inclusioni citoplasmatiche (→ aspetto “a occhio di civetta”).

Trasmissione

 Prenatale→ per via transplacentare;

 Perinatale→ secrezioni cervicali, allattamento, saliva, liquidi organici;

 Postnatale→ anche per via venerea, trasfusioni di sangue, con i trapianti d’organo.

1. L’infezione 1° è asintomatica/sindrome mononucleasica, con latenza V in: cell endoteliali, ghiandole

salivari, P, intestino, R, leucociti (sprt monociti)?

2. Negli ID: polmonite interstiziale, corioretinite, esofagiti, gastroenteriti, coliti.

Diagnosi

 Isolamento→ ricerca del caratteristico CPE su fibroblasti inoculati con il campione biologico. Durata: 1-3

settimane;

 Test della viremia/isolamento rapido→ IF degli Ag IE nel nucleo di fibroblasti infettati con leucociti. Durata:

24h;

 Test dell’antigenemia→ Immuno-colorazione della P p65 nel nucleo di leucociti PMN. Durata: 3-4h.

 PCR Q→ in campioni di plasma, sangue intero, leucociti.

 Per la: -polmonite interstiziale→ isolamento rapido da BAL; -meningoencefalite→ PCRq su liquor; -Infezione

fetale→ isolamento rapido/PCR Q su liquido amniotico.

Terapia

 Analoghi nucleosidici→ ganciclovir, cidofovir;

 Analogo del pirofosfato→ Foscarnet.

E-HHV6

 E’ 1 V ubiquitario acquisito presto nel corso della vita (il 60-80% della popolazione presenta Ac specifici);

 Si trasmette tramite: saliva, secrezioni cervicali latte, verticale madre/feto;

 Mostra tropismo cell vs: LB/T, cell timiche e gliali, megacariociti e fibroblasti.

Diagnosi

 Sierologica→ Ig G/M specifiche;

 Isolamento V da saliva, sangue, L di cordone

ombelicale umano stimolati con fito-emoagglutinina;

 PCR su linfomonociti, liquor e BAL.

F-HHV7

G-HHV8

Adenovirus

 Sono V NUDI (d 60-90nm) a simmetria cubica, con genoma a DNA bicatenario (30-42kb);

 Il NC è costituito da 252 C, coi 12P caratterizzati dalla tipica fibra sporgente vs l’est (→ forma a satellite).

Struttura

 Esone→ trimero del PP II;

 Pentone→ trimero del PP III (base) del PP IV (fibre);

 NC→ è formato da P basiche, ricche in Arg, adatte a interagire col DNA, es:

1. PP VII→ funzione ≈ istonica sul genoma V;

2. PP V→ fa da collegamento tra le P del C;

3. P µ→ stabilizza la cromatina.

 A ciascuna estremità del genoma è poi legata la P TP, che funge da:

1. Primer per la duplicazione del DNA;

2. Ancoraggio alla MN.

Appartengono alla famiglia Adenoviridae, che include 4G, di cui il più importante per l’uomo è MastadenoV. E’

ulteriormente diviso in 6 sottogeneri (A-F) in base a proprietà emagglutinanti e omologia DNA. 51 sierotipi umani:

 1-8→ i più diffusi;

 40,41,42 F→ enterici.

Replicazione

L’adsorbimento avviene per legame del P a R GP CAR o CD46/interazione del P con integrina αv→ internalizzazione

per endocitosi mediata da R→ lisi endosoma e rilascio nel citoplasma→ trasporto al N da pt della dineina MT→

scapsidazione→ legame alla MN via TP→ Espressione dei geni:

 Precoci:

1. E1A/E1B→ codificano per le omonime P che + la crescita cellulare legandosi p53 e RB= P che - la

crescita cellulare;

2. E2A→ codifica per la DNAp e per TP.

 Tardivi: vengono trascritti dopo la replicazione del DNA e codificano per le P strutturali.

→ Sintesi delle P V, montaggio nel N, lisi della cell infetta per l’effetto citotox di E3.

Patogenesi/manifestazioni cliniche

L’infezione può essere di 3 tipi:

 Citocida→ produzione di numerosi virioni ( );

 Cronica→ sintesi di pochi virioni senza morte cellulare;

 Trasformante→ integrazione del genoma V nel DNA cell senza produzione V;

 La replicazione in tessuti linfoidi può essere seguita da viremia con infezione 2° di organi viscerali.

Nei soggetti IC in genere sono asintomatici, MA a N:

 Infezioni delle VA (sprt da B,C 1,2,5,6)→ faringiti, riniti e febbre;

 Cherato-congiuntivite epidemica (sprt D, 8 endemico in Oriente)→ per VA, contatto diretto, H2O piscina;

 Enteriti (solo F, sprt 40-41);

 Bambini→ rischio di polmoniti, epatite fulminante, diarrea/ID→ polmonite, meningoencefalite, cistite

emorragica, epatite;

 SNC e miocardio in seguito a viremia. Terapia→ NON ne esiste 1 specifica; cidofovir e

ribavirina sono efficaci in vitro, NON altrettanto

nell’uomo.

Parvovirus Sono i più piccoli V conosciuti→ es: V B19

 Sono V NUDI (d 22nm), con genoma a DNA monocatenario

(5,6kb). Il NC è icosaedrico;

 Il genoma è costituito da:

1. 1 lunga regione codificante (4,8kb):

I. 5i→ P NON strutturale NS1, ad attività

catalitica multipla e reg;

II. 3i→ P C VP1/2.

2. 2 reg terminali NON tradotte (400N): complessa

struttura 2° che funge da primer.

NB: esiste in 1 solo sierotipo!

Replicazione

V B19 replica solo in cell in fase S, e mostra tropismo per il globoside P delle cellule della linea eritroide (di MO umano,

eritroidi di fegato fetale)→ endocitosi→ scapsidazione→ migrazione del DNA a singolo filamento nel N→ il genoma è

convertito in bicatenario da 1 DNAp/ligasi, poi trascritto da 1 RNAp cell→ Sintesi delle P strutturali e funzionali→

Montaggio dei virioni in sede N→ Fuoriuscita per lisi cellulare.

Patogenesi/manifestazioni cliniche

La trasmissione può avvenire per:

 Via aerea→ la malattia ha decorso bifasico:

1. Replicazione 1° nelle VA sup→ viremia, con replicazione 2° (dopo 7g) nei precursori eritroidei→ lisi

degli eritroblasti→ CAT in pz con anemie croniche;

2. Dopo 10-14g la viremia cessa con la comparsa degli Ac, responsabili di eruzione cutanea e artralgie.

 Via trans-placentare→ distruzione dei pronormoblasti del fegato fetale dovuta alla replicazione V di tipo litico

→ Aborto, morte intrauterina, idrope fetale, grave anemia fetale.

Diagnosi

 Sierologica: -2 settimane dopo infezione il 90% dei pz presenta IgM; picco dopo 1 mese, può persistere anche

per molti mesi; -IgG compaiono dopo 3-4 settimane, persistono indefinitamente con immunità permanente.

 Ricerca del DNA V via PCR: -su siero: nell’ID in caso di anemia; -su liquido amniotico: nell’infezione prenatale.

Papillomavirus

 Sono V NUDI (d 45-55nm), con genoma a DNA bicatenario CIRCOLARE (8kb). Il NC è icosaedrico a 72C. Sono R

ai solventi dei L, relativamente al calore;

 I HPV più importanti per l’uomo sono classificati nei generi:

1. α (mucosali)→ 15S, di cui da ricordare:

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
10 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/19 Microbiologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ponzioda3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microbiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Cavallo Rossana.