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FARMACI ANTIVIRALI
Nella maggior parte dei casi le infezioni virali non richiedono intervento terapeutico, come ad esempio il
raffreddore, l'influenza, ovviamente se il soggetto sta bene. Nei casi di queste malattie comuni il virus se ne
va perchè l’organismo ha sviluppato una risposta immunitaria.
I farmaci antivirali in alcuni casi non sono ancora soddisfacenti e inoltre sono più tossici di quelli batterici
perchè questi farmaci devono attaccare le cellule dell'organismo dove i virus vi si riproducono all’interno
(tossicità relativa). Inoltre, come quelli batterici, hanno possibilità di sviluppare resistenze da mutazioni.
Bersagli di azione farmaci antivirali
I farmaci antivirali possono agire su tutte le tappe della replicazione virale, ovvero può esistere un inibitore
di entrata, di adsorbimento, scapsidazione, sintesi acidi nucleici, sintesi proteine, proteasi, e del rilascio del
virus dalla cellula.
Inibitori scapsidazione → Amantadina e Rimandatina, vengono usati per trattamento o la
• prevenzione dell'infezione da virus influenzale A (non richiede trattamenti l'influenza ma ci sono
magari soggetti a rischio, ovvero i soggetti che hanno malattie croniche debilitanti, polmonite), i
farmaci vengono somministrati per via orale raggiungendo livelli plasmatici idonei alla sua azione in
poco tempo (2-5 ore).
Si legano alla proteina virale che funziona come canale ionico che permette l'entrata di H+ nel virus
e quindi ne inibisce l’acidazione con la seguente dissoluzione del capside.
H H
+ +
H
+
0Inibitori della sintesi degli acidi nucleici → Aciclovir, sono degli analoghi nucleotidici ovvero sono
• simili ai nucleotidi della cellula ma vengono incorporati al posto di quelli naturali, difatti aciclovir è
un analogo non ciclico della guanosina. Questo tipo di farmaco viene soprattutto usato per la cura
dei virus herpetici umani.
Il farmaco viene fosforilato ad opera di un enzima chinasi virale che aggiunge 2 gruppi P rendendo
l’aciclovir un nucleotide trifosfato. A questo punto viene letto dalla DNA polimerasi virale e viene
incorporato nel DNA virale. La sintesi si blocca perchè aciclovir non ha un gruppo OH che serve
come innesto per attaccare un altro nucleotide, ed ecco perché questi farmaci vengono detti
“terminatori di catena”.
Il farmaco funziona solo se nella cellula è presente il virus (perchè è presente la chinasi virale) e
quindi riesce a limitare il suo funzionamento alle sole cellule infette.
Inibitori trascrittasi inversa → (retrovirus, virus epatite B), si utilizzano analoghi nucleosidici o
o inibitori non nucleosidici.
Gli inibitori non nucleosidici sono derivati delle benzodiazepine e sono detti inibitori allosterici
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della trascrittasi inversa perchè si legano ad una tasca idrofobica dell'enzima causandone
un cambio di conformazione e rendendolo meno affine al proprio substrato.
Gli inibitori nucleosidici (azidotimidina AZT), funzionano come aciclovir però azidotimina è un
analogo della timina, che impedisce l'aggiunta del nucleotide successivo. La trascrittasi
inversa ha attività esonucleasica (come quella polimerasi cellulare) ma ha una selettività
parziale e quindi è tossico.
Inibitori della RNA polimerasi RNA dipendente (RpRd) → (ribavirina) è un farmaco a tossicità
o selettiva poiché la cellula non possiede l’enzima RNA polimerasi RNA-dipendente. Funziona
come un terminatore di catena perchè analogo alla guanosina, inoltre ha un effetto
mutageno sul DNA virale.
Inibitori proteasi virali → alcuni virus, tra cui HIV, producono le loro proteine secondo un precursore
• poliproteico, che è una proteina lunga data dall'unione di tante proteine diverse. Il precursore è
inattivo ma quando arriva una proteasi che riconosce siti attivi li taglia in proteine che hanno una
loro specifica funzione.
Il farmaco blocca le proteasi e quindi il precursore non si attiva, le proteine mature non vengono
tagliate e quindi il virus non si forma.
Le proteasi sono diverse rispetto a quelle dell'ospite (riconoscono siti di taglio diversi) e quindi hanno
una tossicità selettiva, di conseguenza i farmaci sono poco tossici (appunto perché riconoscono
solo le proteasi virali) e ciò ha permesso di allungare la prospettiva di vita dei malati di AIDS.
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Retrovirus: virus HIV
Ci sono due tipi di virus AIDS: HIV-1 e HIV-2 (Human Immunodeficiency Virus).
Il virus HIV è una pandemia, ovvero è sparso in tutto il mondo ma in particolare in Africa.
I due virus si trasmettono con le stesse modalità: HIV-1 è diffuso in tutto il mondo ed è responsabile della
maggior parte dei casi di AIDS, mentre HIV-2 è prevalente in Africa.
Sono causa di una pandemia mondiale di AIDS (Acquired ImmunoDeficiency Syndrome).
Struttura virus.
Il virus HIV ha una struttura complessa: nel capside è contenuta una doppia copia di RNA, due trascrittasi
inverse, due integrasi e due nucleasi.
Il genoma è all'interno di un tronco di cono formato da una proteina (p24) ed è l'antigene del core e del
capside. All’esterno è presente un altro involucro fatto di un’altra proteina (p17), infine ancora più
all’esterno c’è l'involucro perché HIV è un virus rivestito.
L’involucro è formato da un doppio strato fosfolipidico e una serie di proteine virali inserire al momento
della fuoriuscita ella cellula, due sono importanti chiamate gp120 (sporge sulla superficie del virus) e gp41(si
inserisce nel l'involucro).
Ciclo replicativo HIV
a) ADSORBIMENTO → il virus prende contatto con la cellula ospite mediante un legame specifico tra
l'antirecettore virale (gp120) e il recettore cellulare (molecola CD4). Il recettore della cellula è una
molecola chiamata CD4 che viene espressa solo su alcune cellule del sistema immunitario, in
particolare sui linfociti T helper (CD4+) e macrofagi. I linfociti sono cellule importantissime per tutta
l'omeostasi dell'organismo (una delle funzioni è quella di produrre citochine che attivano i
macrofagi per la protezione dai batteri patogeni intracellulari) che se vengono attaccate dal virus,
a lungo andare causano l'immunodeficienza.
b) PENETRAZIONE → è un virus rivestito, quindi l'involucro si fonde con la membrana e il virus va
all'interno. La fusione è mediata dalla proteina gp4.
c) SCAPSIDAZIONE → l’RNA virale si libera del capside e viene riversato nel citoplasma della cellula
insieme ai suoi enzimi associati.
d) SINTESI DNA → Il filamento entra nel nucleo e, grazie alla proteina integrasi, si integra nel DNA
cellulare. Il virus integrato è detto provirus.
e) ESPRESSIONE GENI VIRALI → la RNA polimerasi cellulare trascrive i geni virali come se fossero geni
della cellula. Vengono prodotti due tipi di RNA virale: gli RNA lunghi (genomici) che sono lunghi
come tutto il genoma del virus e vengono trasportati nel citoplasma e rappresentano il genoma
delle nuove particelle virali; e gli RNA corti (subgenomici) che vengono trasportati nel citoplasma e
tradotti in molte proteine virali.
Il genoma contiene tre geni principali: gag, pol, env. Il gene gag codifica le proteine del core (p24
e p17), il gene pol codifica le proteine enzimatiche (trascrittasi inversa, integrasi, proteasi), il gene
env codifica le proteine dell’involucro (gp41 e gp120). Inoltre ci sono tanti altri geni che sono geni di
regolazione dell'espressione. Questi geni vengono trascritti in poliproteine che poi la proteasi taglia e
producendo proteine mature. 49
f) MONTAGGIO → l’RNA genomico si associa con le proteine del capside mediante un processo
spontaneo
g) GEMMAZIONE → il virus si avvicina alla membrana citoplasmatica da cui “ruba” un pezzo
dell’involucro: fuoriesce dalla cellula dando luogo alla formazione di una gemma (estroflessione di
membrana, ma può essere rilasciato anche con lisi della cellula ospite.
Infezione HIV (→ storia naturale dell’AIDS)
“Storia naturale dell’AIDS” significa descrivere tutte le tappe che si verificano dal momento in cui un
individuo acquisisce il virus al momento in cui si sviluppa (se si sviluppa) la malattia.
1) Trasmissione virus → la contrazione del virus avviene per:
a. Via parenterale: attraverso un’inoculazione di sangue infetto (una via di trasmissione
accidentale) per esempio con una trasfusione (è un rischio molto ridotto! Una volta non era
controllato, ma comunque anche adesso ci sono dei rischi), con una puntura accidentale con
siringa infetta, con lo scambio di siringhe tra drogati, strumenti chirurgici, tatuaggi, piercing. I
soggetti a rischio sono gli emofilici, politrasfusi, personale medico e paramedico,
tossicodipendenti.
b. Via sessuale: il virus è presente nelle secrezioni vaginali e seminali, per cui i soggetti a rischio sono
chi ha partner multipli o che hanno rapporti non protetti (sia eterosessuali che omosessuali)
c. Via verticale: la madre infetta il bambino, il virus si trasferisce con la placenta, con la via
perinatale (parto), o con l'allattamento. Circa il 20% dei bambini nati da madre sieropositiva
sono infettati, quindi se la madre ha il virus non è necessario che il bambino abbia il virus. Il 100%
dei bambini sono sieropositivi alla nascita (ricevono gli anticorpi per via parentale), ma come si
fa a vedere se hanno solo gli anticorpi o anche virus?
È necessario aspettare e fare la prova dopo un mese, se ha ricevuto solo anticorpi decadranno
fino a scemare, mentre se ha contratto il virus il neonato sviluppa i suoi anticorpi e quindi
aumentano.
d. Altre vie ipotizzate (non dimostrate): saliva, lacrime, urine, rapporti interpersonali in ambito
familiare o comunitario.
2) Marcatori sierici → per vedere l’andamento dell’infezione guardiamo un grafico che ha una serie di
parametri:
a. Virus antigene p24: la presenza della proteina nel sangue indica la presenza del virus. Al tempo 0
è avvenuto il contagio, il virus entra nel circolo e inizia a replicarsi nei linfociti T CD4+. Alcuni sono
di questi sono circolanti nell’organismo ma la maggior parte si trovano nei linfonodi e in organi
linfopoietici (es. milza), difatti c’è un aumento degli antigeni nel siero. Ad un certo punto questo
picco di virus arriva ad un punto massimo per poi decadere (6-10 mesi), perché a questo punto
il soggetto risponde con il sistema immunitario. Però mentre in una qualsiasi infezione virale il virus
scompare completamente, nel caso del HIV pochi virus permangono nel corpo del soggetto.
Successivamente si ha una brusca risalita dell’antigene p24 che si replica all’impazzata (perché
gli anticorpi pian piano decadono) e in questo modo la malattia &egrav