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Omotalliche --> specie che possono effettuare fusione tra ife dello stesso
micelio. 5
- Glomeromiceti --> organismi che presentano un micelio non settato; sono di
enorme importanza ecologica perché producono le micorrize arbuscolari e
sono simbionti obbligati: non possono vivere separati dall’ospite --> si
ritrovano in circa l’80% delle piante vascolari.
Si riproducono asessualmente con la produzione di spore, singole o
raggruppate in sporocarpi ipogei.
- Ascomiceti --> comprendono circa 30,000 specie, che spesso sono causa di
gravi malattie delle piante e del marcire delle foglie. Sono funghi sia terrestri
che marini, vivono persino in luoghi molto aridi. Sono saprotrofi e unicellulari
(lieviti) o filamentosi, generalmente divisi da setti trasversali perforati che
lasciano passare solo il citoplasma e difficilmente i nuclei.
La riproduzione asessuale avviene per mezzo di conidi --> specie di spore
prodotte da estremità di ife dette conidiofore. Diversamente dalle spore degli
zigomiceti queste degli ascomiceti vengono prodotte all’esterno e non
all’interno. I nuclei degli anteridi (gametangi maschili) passano
nell’ascogonio (gametangio femminile) attraverso il tricogino, in cui avviene
la fusione dei due nuclei --> plasmogamia. Da qui si producono delle ife
ascogene che durante la riproduzione sessuale produce un ascocarpo che
contiene degli aschi (a forma di uncino, prototunicati; eutunicati; bitunicati),
strutture a sacco che contengono le ascospore aploidi formatesi dopo una
mitosi. Questi aschi si intrecciano in una struttura complessa --> corpo
fruttifero (ascocarpo), dove coppie di nuclei compatibili iniziano ad associarsi
--> riproduzione sessuale: cariogamia e mitosi --> si forma una ascospora che
germina e porta alla produzione di conidi --> ciclo ricomincia.
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Sia gli aschi che gli ascocarpi possono avere forme diverse: i primi possono
essere prototunicati (A)---> asco ha una forma sferica e non possiede alcun
meccanismo di dispersione attivo, ovvero la parete dell'asco maturo
semplicemente si dissolve in modo che le spore possano liberarsi, oppure si
rompe per mezzo di fattori esterni come ad esempio gli animali;
bitunicati (E)---> asco provvisto di un guscio esterno fragile e sottile ed una
parete interna elastica e spessa. Quando le spore sono mature il guscio si apre
in modo che la parete interna può assorbire acqua. Di conseguenza questa
comincia ad estendersi con le sue spore fino a sporgere sopra il resto
dell'ascocarpo cosicché le spore possano liberarsi in aria;
Unitunicati / eutunicati (C/D)---> asco formato da un cerchio elastico che
funziona come una valvola a pressione. A maturazione esso si estende
brevemente e così spara fuori le spore.
Gli ascocarpi invece possono avere forma a coppa (A)--> apotecio;
tonda (B)--> cleistotecio; a fiasco (C)---> peritecio /pseudotecio.
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- Basidiomiceti --> comprendono circa 22,300 specie. Sono funghi saprotrofi;
parassiti o simbionti. Vivono in ambienti marini, ma anche terresti, infatti si
trovano persino in luoghi molto aridi. Questa specie si distingue dalle altre
per la produzione di basidiospore, che si formano sulla superficie di una
struttura a forma di clava --> basidio. Questo basidio possiede degli sterigmi,
che sono delle piccole strutture fialmentose che portano le spore.
Inoltre il micelio di questi funghi è sempre settato e perforato --> poro con
margine a ciambella o botte --> doliporo. Il micelio è molto importante anche
perché durante la riproduzione passa attraverso diverse fasi: il basidio
produce una basidiospora che germinando può produrre un micelio
inizialmente multinucleato. Successivamente si formano dei setti e il micelio
si divide in cellule monocariotiche ---> micelio primario / monocariotico. Un
micelio secondario si può avere in seguito alla fusione dei due miceli
precedenti (+ e -) --> micelio dicariotico --> sono presenti due nuclei in un
solo setto. Successivamente le cellule apicali del micelio secondario si
dividono con la formazione di connessioni a fibbia --> assicurano esatta
distribuzione dei nuclei in ciascuna cellula figlia.
É presente anche un terzo tipo di micelio --> micelio terziario che consiste in
un basidiocarpo, ovvero una struttura carnosa preposta alla produzione di
spore (formato da tanti basidi) --> qui avviene la riproduzione sessuale -->
cariogamia --> meiosi --> produzione nuovi basidi e conseguenti nuove
basidiospore. 8
Le ruggini e i carboni ---> I primi si chiamano così perché producono sulle piante
infettate macchie color ruggine formate dalle spore di alcuni funghi parassiti
come la ruggine dei cereali che può infettare vari cereali provocando ingenti
danni ai raccolti. I carboni invece comprendono funghi parassiti di piante (per
esempio il carbone del frumento) che coprono di spore nere, mortali per la
pianta ospite.
I Basidiomiceti e gli Ascomiceti sono detti anche macrofunghi / macromiceti
perchè posseggono un carpoforo che supera 1 mm, è quindi visibile ad occhio
nudo. Le caratteristiche principali di questo tipo di funghi sono:
- commestibilità ---> non posseggono elementi nocivi o velenosi. Es: porcino,
gallinaccio, tartufo e ovulo bianco; chiodino.
- coltivazione ---> gli unici funghi che l’uomo è in grado di coltivare sono i
saprotrofi (che crescono per esempio su sterco o legno morto). Es: prataiolo,
champignon, orecchietta, gelone, piopparello. L. edodes --> il nome in
giapponese (Shiitake) significa fungo che germoglia in mezzo al bambù.
- tossicità ---> micetismo, ovvero avvelenamento da funghi. I funghi possono
contenere principi tossici termolabili o termolabili. I primi sono caratterizzati
dalla presenza di sostanze tossiche che vengono degradate con il calore (si
ottiene tale risultato quando la temperatura raggiunge i 70°C circa), es:
Amanita. I secondi invece non reagiscono a nessun intervento sul fungo, le
sue caratteristiche di tossicità, non sono modificate, quindi la bollitura,
l’essiccamento o altro sono processi inutili. Non tutti gli esseri viventi
reagiscono alle sostanze velenose nello stesso modo, ad esempio una lumaca
può cibarsi di un fungo velenoso senza incorrere in alcun tipo di problema;
alcuni funghi invece hanno esiti letali se assunti dall’uomo anche in piccole
dosi. L’essere un fungo oggetto di attenzione da parte di animali non può
essere considerata prova di non tossicità. Oltretutto non tutti gli uomini
hanno le medesime reazioni, soprattutto in relazione alle condizioni
complessive (sano/debilitato) ---> peso, sesso, età e condizioni di salute sono
i principali fattori che incidono sull’avvelenamento. I sintomi variano da
fungo a fungo e dipendono dal tempo di incubazione (dopo 4 h --> lunga
incubazione. Funghi del genere possono essere mortali; entro le 4 h ---> breve
incubazione), ma i primi sintomi sono sempre vomito e diarrea, tranne nel
caso dei funghi allucinogeni.
ES: Amanita phalloides --> insufficienza renale e epatica poi morte;
Cortinarius orellanus --> dialisi, poi morte; Gyromitra esculenta ---> epatite e
poi morte.
Quasi il 95% degli avvelenamenti mortali da funghi segnalati in Europa e in
Nord America sono connessi con il consumo di specie di Amanita.
Le amatossine contenute in questo tipo di fungo vanno ad attaccare i nuclei
delle cellule del fegato o dei reni degradandoli completamente. Le fallotossine
invece degradano la membrana cellulare, non il nucleo.
Psilocina e il suo estere fosfato psilocibina furono scoperti nella Psilocybe
mexycana e successivamente identificati in diverse specie di funghi reperibili
in varie aree geografiche ---> gli effetti della psilocina e della psilocibina sono
comparabili a quelli provocati dalla mescalina e dall’LSD o altre amfetamine.
L’ingestione di 1 mg di psilocibina provoca una soggettiva modificazione dello
stato psicofisico in 30 minuti. Gli effetti sono in genere sensazioni piacevoli di
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distensione intellettuale e fisica e di distacco dall’ambiente. Dosi di 6-20 mg
determinano profonde modificazioni psichiche con distorsione della
percezione dello spazio e del tempo, illusioni e allucinazioni. Generalmente la
durata dell’effetto è di 2 ore. Psilocybe cubensis per esempio contiene questi
principi allucinogeni.
- medicinali ---> alcuni funghi fin dall’antichità furono usati come metodi
curativi; alcuni hanno proprietà antitumorali, diminuzione colesterolo e
glicemia, attività antibatteriche, antifungine antivirali. Es: Cordyceps sinensis
(cresce sull’Himalaya); Lentinula edodes (cresce spontaneamente in diversi
paesi dell’estremo oriente con clima temperato, come Cina + Taiwan,
Giappone e Korea dove è rinomato da tempi antichissimi per le sue proprietà
nutrizionali e medicinali); Ganoderma lucidum (fungo parassita o saprotrofo,
non commestibile per il suo sapore amaro e la consistenza legnosa.
Annoverato tra le 50 sostanze naturali più efficaci. É chiamato “fungo
dell’immortalità”).
- Licheni --> fanno parte dei funghi con relazioni simbiotiche mutualistiche
(insieme alle micorrize), ovvero che entrambe le parti ricevono benefici.
I licheni nel momento in cui si associano con un altro organismo prendono il
nome di micobionti (specie fungina), mentre l’altro ospite prende il nome di
fotobionte (alghe o cianobatteri). Il 98% dei licheni appartiene agli
ascomiceti, mentre il resto appartiene ai basiodiomiceti.
La relazione simbiotica porta vantaggi al fungo --> le necessità primarie sono
assicurate; ma anche l’alga ha i suoi benefici ---> assorbimento di acqua e sali
minerali maggiore; protezione da stress e dall’ambiente circostante e la
filtrazione della luce è migliorata. Un vantaggio comune ai due membri è la
colonizzazione di zone in cui le condizioni ambientali possono essere estreme
---> i licheni vivono in tutti i tipi di territori, dall’arido al ghiacciato.
I loro talli possono microscopici, tanto da non vederli ad occhio nudo, oppure
possono essere gigantestiche, tanto da coprire intere aree geografiche. Ci
sono due tipi principali di tallo --> omomero: assenza di strati; il fotobionte è
distribuito in modo omogeneo; ha un aspetto gelatinoso. Eteromero: è
costituito da più strati e quello esterno è il migliore per la ricezione della luce
e per gli scambi gassosi. Questi talli possono avere 3 forme diverse: crostosa
--> appiattia e strettamente aderente al substrato; fogliosa --> aspetto simile
a quello di una foglia; fruticosa --> il tallo è eretto e spesso ramificato, simile
ad un arbusto. Nelle zone aride estreme (fredde o calde) prevalgono i crostosi.
Man mano che le