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Bozza di progetto per un'indagine etnosociologica sul Project Management
Raccogliendo l'invito fatto dal professor Lichtner al termine del laboratorio, mi sono sforzato di immaginare un possibile ambito d'indagine e di applicazione delle metodologie apprese.
Prendendo spunto dalla mia professione di Project Manager (PM) nel campo dell'Informatica, vorrei quindi delineare i tratti di una possibile indagine che approfondisca quali siano le competenze originarie dei soggetti e con quali criteri essi vengano scelti dalle Aziende per svolgere questa mansione.
Lo scenario.
L'incarico di PM, infatti, rappresenta spesso un punto di arrivo per molti tecnici che, dopo aver percorso tutti i gradini della loro carriera, vengono individuati come responsabili di gruppi di lavoro e possibili riferimenti per i colleghi più giovani o comunque meno esperti.
Le competenze richieste per lo svolgimento della mansione, tuttavia, sono tutt'altro che scontate e
intuitive. Gli ambiti di intervento di un PM, infatti, spaziano dall'impiego di capacità comunicative e relazionali, alla conoscenza ed applicazione di principi di contabilità generale ed analitica, all'analisi dei rischi e delle opportunità che si possono presentare nel corso del lavoro, alla capacità di guidare e motivare gruppi di lavoro e singoli individui nello svolgimento dei loro compiti, gestendo complesse dinamiche di gruppo e molti altri. È da un paio di decenni che in Italia si sta affermando la Certificazione delle competenze di Project Management, un riconoscimento di carattere internazionale che attesta i saperi, le abilità e le capacità individuali per applicare di volta in volta le strategie più idonee alle situazioni manageriali e gestionali tipiche della conduzione dei progetti, definiti come uno "sforzo temporaneo intrapreso allo scopo di creare un prodotto, un servizio o un risultato unici", sottoVincoli di tempo, risorse e qualità assegnati. La cultura anglosassone, ed in particolare la cultura industriale post-tayloriana, ha posto sotto stretta osservazione gli ambiti progettuali, a partire dagli anni quaranta in poi. Ne è derivato un quadro coerente di conoscenze, tecniche e metodologie che oggi vengono sistematicamente applicate nella conduzione di progetti di ogni tipo, sia che si tratti della costruzione di un grattacielo, sia che si tratti della preparazione e guida di una campagna politica.
Questo quadro è stato raccolto e strutturato dal Project Management Institute, PMI, organizzazione con base in USA, ma con sussidiarie ("Chapter") in tutto il mondo, in un documento di riferimento, il PMBoK ("Project Management Body of Knowledge"), familiarmente ribattezzato "La Bibbia del PM". Il PMBoK descrive tutte le competenze richieste ad un PM, suddividendole in diverse aree di conoscenza e definisce i processi ottimali.
("best practices") consigliati per la corretta conduzione di un progetto. Sulla base di questo corpo di conoscenze è possibile sostenere un esame scritto con risposte a scelta multipla che, se superato, dà accesso alla Certificazione PMP (Project Manager Professional). "Laboratorio di Metodologie e tecniche qualitative nella formazione degli adulti" Pag. C / 1 Riccardo Orfei