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STATO PATRIMONIALE, PASSIVO
D) DEBITI, CON SEPARATA INDICAZIONE, PER CIASCUNA VOCE, DEGLI IMPORTI ESIGIBILI
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda Pagina 141 di 166
Valentina Minerva Sezione Appunti
OLTRE L’ESERCIZIO SUCCESSIVO:
1) OBBLIGAZIONI
2) OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI
3) DEBITI VERSO SOCI PER FINANZIAMENTI
4) DEBITI VERSO BANCHE
5) DEBITI VERSO ALTRI FINANZIATORI
6) ACCONTI
7) DEBITI VERSO FORNITORI
8) DEBITI RAPPRESENTATI DA TITOLI DI CREDITO
9) DEBITI VERSO IMPRESE CONTROLLATE
10) DEBITI VERSO IMPRESE COLLEGATE
11) DEBITI VERSO IMPRESE CONTROLLANTI
12) DEBITI TRIBUTARI
13) DEBITI VERSO ISTITUTI DI PREVIDENZA E SICUREZZA SOCIALE
14) ALTRI DEBITI
Sono rappresentati tutti i debiti infragruppo, indipendentemente che derivino da operazioni di
funzionamento o di finanziamento, a differenza dei crediti.
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda Pagina 142 di 166
Valentina Minerva Sezione Appunti
105. Iscrizione dei debiti
BENI: Trasferimento della proprietà:
- Ricevimento del bene
- Spedizione del bene (franco magazzino fornitore)
SERVIZI: Ricevimento della prestazione
FINANZIAMENTI: Sussistenza dell’obbligazione verso il finanziatore
DEBITI TRIBUTARI, per imposte di esistenza certa e di ammontare determinato
CRITERIO GENERALE DI VALUTAZIONE DEI DEBITI
Secondo il PC n. 19, i debiti si iscrivono al valore nominale.
VALORI RETTIFICATIVI DEI DEBITI
Secondo il PC n. 19, i valori rettificativi dei debiti sono:
- Resi e rettifiche di fatturazione (rinvio)
- Sconti commerciali (rinvio)
- Scorporo interessi passivi impliciti (rinvio)
FONDI RISCHI E ONERI
RAPPRESENTAZIONE DEI FONDI RISCHI E ONERI
STATO PATRIMONIALE, PASSIVO
B) FONDI PER RISCHI E ONERI
1) PER TRATTAMENTO DI QUIESCENZA E OBBLIGHI SIMILI : fondi che accolgono
accantonamenti a fronte di pensione integrativa o indennità per cessione di rapporti non di lavoro
subordinato.
2) PER IMPOSTE, ANCHE DIFFERITE (RINVIO) : al suo interno prevede due categorie di fondi:
FONDO IMPOSTE : fondo rischi
FONDO IMPOSTE DIFFERITE : fondo oneri
3) ALTRI
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda Pagina 143 di 166
Valentina Minerva Sezione Appunti
106. Fondi rischi e oneri e dei debiti: valutazione
Occorre stimare con ragionevolezza a fine esercizio, in osservanza dei principi di
competenze e di prudenza, accantonamenti in misura congrua.
Non sono ammesse politiche di bilancio attraverso la formazione di fondi rischi generici, privi di precisa
motivazione economica.
Visto che le stime sono molto soggettive, in NI bisogna essere analitici nel dettagliare questi elementi.
ESEMPIO:
SCRITTURA CONTABILE:
ACCANTNAMENTO A FONDO GARANZIE PRODOTTI a
FONDO GARANZIEPRODOTTI SP PASSIVO B3
FONDO GARANZIE PRODOTTI a
UTILIZZO FONDO GARANZIE PRODOTTI
Se il costo eccede il fondo, utilizzo tutto il fondo e il resto lo lascio a CE come costi.
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda Pagina 144 di 166
Valentina Minerva Sezione Appunti
107. Le operazioni e partite in valuta estera: norme di riferimento
PRINCIPI CONTABILI CNCD : DOCUMENTO N. 26
NORME CIVILISTICHE : ART. 2426 comma 8-bis
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda Pagina 145 di 166
Valentina Minerva Sezione Appunti
108. Definizione di debiti e crediti in valuta estera
Sono crediti e debiti che originano da transazioni poste in essere con operatori non nazionali e regolamentate
con monete diverse da quelle aderenti all’area euro.
Il legislatore ha previsto alcune specifiche norme per regolamentare le operazioni in valuta:
- RILEVAZIONE INIZIALE DI RICAVI, ONERI E PROVENTI IN VALUTA (ART. 2425-BIS) : “I ricavi
e i proventi, i costi e gli oneri relativi ad operazioni in valuta devono essere determinati al cambio corrente
alla data nella quale la relativa operazione è compiuta”, ossia al cambio vigente nel momento in cui
l’operazione in valuta è effettuata.
- MODALITÀ DI ESPOSIZIONE IN BILANCIO DEGLI UTILI E DELLE PERDITE SU CAMBI (ART.
2425)
- VALORE DA ATTRIBUIRE ALLE ATTIVITÀ E ALLE PASSIVITÀ IN VALUTA ALLA CHIUSURA
DELL’ESERCIZIO (ART. 2426 N.8-BIS)
- ULTERIORI INFORMAZIONI DA FORNIRE IN NOTA INTEGRATIVA.
L’art. 2426 n.8-bis prescrive che:
Le attività e le passività in valuta, ad eccezione delle immobilizzazioni, devono essere iscritti al tasso di
cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio e i relativi utili e perdite su cambi devono essere imputati
al conto economico e l’eventuale utile netto deve essere accantonato in una riserva che non può essere
distribuibile fino al realizzo.
Le immobilizzazioni in valuta, materiali, immateriale e finanziarie, che costituiscono immobilizzazioni,
devono essere iscritte al tasso di cambio al momento del loro acquisto o a quello inferiore alla data di
chiusura dell’esercizio se la riduzione debba giudicarsi duratura.
L’espressione “immobilizzazione” non riguarda la definizione prevista dall’art. 2424 bis comma 1, ma
indica la scadenza temporale a medio/lungo termine, ovvero oltre l’esercizio successivo, del credito o del
debito in valuta.
Quindi la valutazione dei debiti e dei crediti in valuta deve avvenire tenendo separatamente quelli a breve
termine rispetto a quelli a medio/lungo termine.
Occorre tener presente che nella valutazione dei crediti in valuta si deve considerare anche il rischio paese,
ovvero al rischio di mancata riscossione del credito che deriva dalla Nazione, più o meno debole, in cui ha
sede l’azienda verso la quale è vantato il credito.
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda Pagina 146 di 166
Valentina Minerva Sezione Appunti
109. I crediti e i debiti a breve termine
I crediti e i debiti a breve termine in moneta estera sono rilevati in bilancio in maniera provvisoria alla data
in cui sorgono.
Nel momento in cui avviene il regolamento monetario con la riscossione del credito o il pagamento del
debito in valuta può emergere una differenza positiva o negativa su cambi, derivante dalla differenza tra il
cambio con cui l’operazione è stata aperta e quello con cui è stata chiusa.
Il componente positivo o negativo è sempre considerato dal legislatore di natura finanziaria,
indipendentemente dalle caratteristiche dell’operazione e va iscritto in CE C17-bis.
Se il debito o il credito sono ancora in essere a fine esercizio occorre procedere, per una corretta
determinazione del reddito, all’aggiornamento monetario, in quanto il valore originariamente scritto sulla
base del cambio storico potrebbe non essere più attendibile. Bisogna innanzitutto scegliere il cambio più
appropriato.
Richiamato l’articolo 2426 n.8-bis “i crediti e i debiti a breve termine in valuta estera devono essere iscritti
al tasso di cambio a pronti a fine esercizio.
La conversione a fine esercizio del credito o del debito in moneta estera in base al cambio aggiornato può
generare una differenza positiva o negativa.
Il principio generale della prudenza impone di imputare a CE la perdita di conversione (presunta), che deriva
dalla differenza tra il cambio storico e quello di fine esercizio.
Per lo stesso principio l’eventuale utile da conversione deve essere accantonato in apposita riserva non
distribuibile fino al momento della chiusura dell’operazione, ovvero fino alla riscossione del credito o del
pagamento del debito. Questa riserva ha la funzione di non consentire la distribuzione ai soci di componenti
positivi di reddito non ancora realizzati, però questa riserva può essere utilizzata a copertura di perdite di
esercizi precedenti. Però in NI occorre fornire tutte le indicazioni relative alla variazione delle Riserva su
Utili. La riserva è data dall’”utile netto su cambi non realizzato” (differenze tra utile e perdita su cambi non
realizzate).
Ne segue che alla fine dell’esercizio successivo se:
- l’utile su cambi risulta superiore alla Riserva per Utili su Cambi, allora bisognerà integrare la riserva
stessa;
- l’utile su cambi risulta inferiore alla Riserva per Utili su Cambi o se emerge una perdita si svincola la
differenza portandola a riserva disponibile.
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda Pagina 147 di 166
Valentina Minerva Sezione Appunti
110. I crediti e i debiti a medio-lungo termine
Per questi occorre procedere a fine esercizio alla conversione del credito o del debito sulla base del tasso di
cambio in vigore a tale data.
L’art. 2426 n.8-bis prevede uno specifico criterio di valutazione per le attività e le passività considerate
immobilizzazioni.
L’applicazione di questa disposizione può configurare tre differenti situazioni:
- La conferma a fine esercizio del tasso di cambio con cui sono stati iscritti al suo sorgere il credito o il
debito in valuta. In questo caso non si pone alcun problema valutativo.
- Il tasso di cambio è migliorato a fine esercizio rispetto alla data in cui è sorta l’operazione. Trattandosi di
un debito o di un credito che scadono in tempo successivo al prossimo esercizio non si deve rilevare, in
conformità al principio di prudenza, l’utile (provvisorio) su cambi, mantenendo perciò il cambio storico.
- Il tasso di cambio è peggiorato a fine esercizio rispetto ala data in cui è sorta l’operazione. Anche in questo
caso l’operazione per le sue caratteristiche di durata medio-lunga, porta a non considerare l’effetto delle
fluttuazioni negative nei cambi, fatta eccezione della situazione in cui vi sono fondate ragioni di permanenza
o addirittura di peggioramento ulteriore, nei tassi nel o nei successivi esercizi con caratteristiche di
durevolezza. In questa circostanza alla fine dell’esercizio in cui è accertata questa situazione deve essere
attribuita per prudenza e secondo competenza economia la perdita (presunta) su cambi che si è manifestata
sino a quel momento rispetto al valore di iscrizione originario dell’operazione in valuta estera per effetto
della conversione dell’operazione medesima al cambio puntuale in vigore alla data di chiusura
dell’esercizio. La revisione della stima deve essere ripetuta, di esercizio in esercizio, nel caso di progressivo
peggioramento nel cambio valutario fino all’ultimo esercizio antecedente la chiusura dell’operazione. Con la
riscossione del credito o del debito sarà accertata la definitiva misura dell’utile o della perdita su cambi, con
il correlato possibile emergere di una sopravvenienza attiva o passiva.
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda Pagina 148 di 166
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111. Nota integrativa per i crediti e i debiti
In Nota Integrativa il redattore