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DIAMO UN’ OCCHIATA ALLE SINGOLE VOCI DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI

La voce terreni e fabbricati accoglie i terreni , s’intende terreni di carattere agricolo, aree edificabili, i modi

gli ormeggi, tutto ciò che ha attinenza al suolo. Essi si distinguono in:

• Fabbricati di uso civile , fabbricati che hanno destinazione di carattere abitativo, sportivo, mense

etc

• Fabbricati di uso industriale sono quelli volti allo svolgimento di attività produttive, negozi,

autofficine etc.

In questa voce sono presenti anche le costruzioni leggere che sono tettoie e baracche ,costruzioni che

possono essere , a differenza dei fabbricati smobilitate abbastanza agevolmente.

Nella voce impianti e macchinari troviamo gli impianti che si dividono in :

• Impianti generici, impianti che non sono legati al core business dell’impresa ma sono impianti

necessari all’ordinario funzionamento di qualunque tipo di attività(impianto do riscaldamento, di

condizionamento, impianto elettrico, di allarme e elettrico).

• Impianti specifici, impianti strettamente legati all’attività aziendale (esempio impianto di

imbottigliamento per un produttore di vini ).

Il macchinario può essere:

• Automatico

• Semiautomatico

Nella voce attrezzature industriali e commerciali abbiamo le attrezzature vere e proprie che sono una serie

di strumenti necessari al funzionamento di impianti o macchinari più complessi. L’attrezzatura varia :

attrezzature di carattere minuti, tipicamente di utensili che hanno un ricambio frequente.

La voce altri beni accoglie diverse tipologie di beni:

• Mobili e arredi , quindi dotazioni di ufficio o di officina in relazione ad armadi scrivani etc

• Macchine d’ufficio elettroniche , tutto ciò che fa riferimento agli apparecchi elettronici della società

, computer stampanti elaboratori elettronici etc

• Imballaggi destinati ad essere riutilizzati per più esercizi

• Autovetture automezzi e motocicli

• Beni gratuitamente devolvibili : beni interessati dalle concessioni attraverso i quali lo stato o un

altro ente concede ad un terzo soggetto, tipicamente privato, l’utilizzo e lo sfruttamento di un

bene o lo svolgimento di un servizio dedicato alla pubblica amministrazione . Nel caso in cui

oggetto della concessione sia un bene , al termine della concessione questo bene deve essere

restituito all’ ente concedente, esso ha valore pari a 0.

La voce immobilizzazioni in corso e acconti accoglie i costi sostenuti per la realizzazione di un cespite che al

termine dell’esercizio non è ancora arrivato al suo compimento, pertanto non può essere iscritto come tale

nel patrimonio aziendale. Gli troviamo gli acconti dati a fornitori per l’acquisto di beni strumentali la cui

proprietà non è ancora passata in capo all’impresa, pertanto l’impresa non può iscriverla in patrimonio.

Conto di transito, i valori iscritti in questa voce non possono essere ammortizzati .

ESEMPIO BILANCIO FERRERO

La nota integrativa ci dice:

Ci esplicita tutti i processi che vengono sanciti dal 2426 comma 2 e 3, il valore espresso al netto del relativo

fondo ammortamento a fine esercizio, e nel caso in cui risulti una perdita di valore l’immobilizzazione

viene corrispondentemente svalutata . Se negli esercizi successivi vengono meno i presupposti abbiamo il

ripristino del valore.

Inoltre abbiamo il criterio di valutazione: i beni sono ammortizzati sistematicamente in relazione alla loro

residua possibilità di utilizzazione. Inoltre dice che i beni acquisiti nell’esercizio sono ammortizzati a partire

dal mese in entrata in funzione del bene.

Vengono date poi delle informazioni relative a delle voci particolari: i costi di manutenzione e i contributi in

conto capitale o in conto impianti.

I costi di manutenzione si dividono in due tipi:

1. Costi di manutenzione ordinaria: sono costi che servono per mantenere la normale efficienza di un

bene e quindi devono essere spesati a conto economico perché mantengono lo standard

tecnologico e la normale efficienza del bene stesso.

2. Costi di manutenzione straordinaria sono costi legati ad interventi particolari volti ad aumentare la

capacità produttiva di quel bene la sua utilità , e modificare la durata della vita utile . Questi costi

hanno come obiettivo di incrementare il valore del cespite allora devono essere iscritti nello stato

patrimoniale tra le immobilizzazioni immateriali ad incremento del valore del cespite stesso.

I contributi in conto capitale o i contributi conto impianto sono delle somme di denaro che vengono

erogate dallo Stato o da altri enti per incentivare la realizzazione, l’acquisto o l’ampiamento, incremento e

il miglioramento di determinati beni straordinari. Sono somme concesse con una finalità di sviluppo ;

generalmente sono somme che vengono concesse a imprese che operano in aree geografiche svantaggiate

o in settori che stanno affrontando un particolare periodo di crisi. La contabilizzazione dei contributi in

conto capitale o conto impianti può essere di due tipi:

In dare andrò a registrare l’ incasso, movimenterò la banca dove verrà ricevuto il contributo e poi posso

decidere di contabilizzarlo in due modi :

1. Lo vado ad imputare direttamente al bene materiale per il quale il contributo è stato ottenuto e

questo comporta una riduzione del valore del bene e quindi anche una riduzione della quota di

ammortamento

2. Lascio inalterato il valore del bene per il cui ho avuto il contributo e vado ad iscrivere il contributo

tra altri ricavi e proventi con un accorgimento; sappiamo che il contributo è stato ottenuto in un

esercizio ma fa riferimento ad un bene che ha una vita utile che va oltre l’esercizio, quindi secondo

il principio di competenza devo correlare questo contributo al costo del bene . Se iscrivo il

contributo tra altri ricavi e proventi questa correlazione la posso stabilire unicamente attraverso il

meccanismo del risconto passivo. Il risconto passivo verrà calcolato per un numero di anni pari alla

vita utile del bene a cui il contributo di conto capitale o conto impianti fa riferimento.

Dobbiamo dare contezza all’interno della nota integrativa di tutte le variazioni che hanno interessato le

immobilizzazioni immateriali in questa tabella c’è la variazione del periodo.

Vi è inoltre l’esplicitazione di tutti i movimenti che hanno interessato le immobilizzazioni immateriali a

partire dalla fine dell’esercizio precedente , che cosa è avvenuto nel corso dell’anno in termini di

acquisizioni, cessioni, riclassificazioni, ammortamento svalutazioni , ripristini di valore e rivalutazioni, fno

alla situazione a fine esercizio ( ammontare dei fondi e valore residuo da ammortizzare).

Viene indicata anche la vita utile stimata di ciascuna categoria di immobilizzazione materiale, questa è una

indicazione .

Occorre dare espressa indicazione di eventuali svalutazioni che hanno interessato le immobilizzazioni

immateriali o materiali e un eventuale ripristino di valore. Particolarità esplicitata in nota integrativa è il

fatto che alcuni beni iscritti in patrimonio , in questo caso al 31.08.2013 che per la Ferrero , è la data di

chiusura dell’esercizio (che non coincide con l’esercizio solare), sono stati rivalutati a seguito

dell’applicazione di una legge speciale, legge 72 dell’83: a differenza dei ripristini di valore una rivalutazione

può essere effettuata soltanto se c’è una legge esplicita che lo consente.

Vi è una tabella in cui si riassumono i beni materiali oggetto di rivalutazione con l’indicazione della specifica

legge che consente la rivalutazione.

Vi è un’indicazione dei valori iscritti nella voce incrementi di immobilizzazioni per lavori interni che dà l’idea

dei progetti che si portano avanti per realizzare un’immobilizzazione materiale o di eventuali acconti pagati

per acquisire l’immobilizzazione materiale o immateriale ma di cui non si ha ancora acquisito la proprietà

Informativa sui beni acquisiti in leasing , informazione sulle quote di ammortamento e sulle svalutazioni con

eventuali indicazioni di plusvalenze o minusvalenze relative alla cessione o dismissione dei cespiti .

Infine vi è la relazione sulla gestione anche senza una esplicita indicazione del 2428 : vengono indicati tutti

quelli che sono stati gli investimenti strategicamente più rilevanti in immobilizzazioni materiali per la

società Ferrero.

IL PRINCIPIO CONTABILE PER LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI

IPRINCIPI CONTABILI NAZIONALI: OIC 16 La valutazione delle immobilizzazioni materiali

Iscrizione in bilancio delle immobilizzazioni materiali

Il valore originario d'iscrizione di un'immobilizzazione materiale è costituito dal costo di acquisto o di

produzione. Il costo di acquisto include anche gli oneri accessori. Il costo di produzione comprende tutti i

costi direttamente imputabili; inoltre può includere anche costi indiretti per la quota ragionevolmente

imputabile alla immobilizzazione.

Limite al valore d'iscrizione

Il valore d'iscrizione (al costo) delle immobilizzazioni materiali non può eccedere il valore recuperabile

tramite l’uso definito come il maggiore tra il presumibile valore realizzabile tramite alienazione ed il suo

valore in uso.

Le svalutazioni

«La svalutazione è la riduzione del valore contabile di un’immobilizzazione per adeguarla al valore

recuperabile.

Il valore recuperabile di un’immobilizzazione è pari al maggiore tra il valore d’uso e il suo valore equo (fair

value), al netto dei costi di vendita.» (OIC 16)

Su questo punto l’OIC 16 rimanda all’OIC 9 “Svalutazioni per perdite durevoli di valore delle

immobilizzazioni materiali e immateriali” che stabilisce che: «Se il valore recuperabile di

un’immobilizzazione è inferiore al suo valore contabile l’immobilizzazione si rileva a tale minor valore. La

differenza è imputata nel conto economico come perdita durevole di valore. »

La società deve quindi valutare se esiste un indicatore che un’immobilizzazione possa aver subito una

riduzione di valore e procedere alla stima del valore recuperabile. Tale processo di verifica è definito

“Impairment test”. Sul tema si rimando a quanto riportato nella NT12 relativa alle immobilizzazioni

immateriali.

La svalutazione quindi può essere fatta solo in caso di perdita di valore durevole (permanente) rispetto al

valore recuperabile tramite l’uso.

Serve per riallineare il valore contabile residuo del cespite (Costo – ammortamenti) al valore effettivamente

recuperabile.

La svalutazione può avere natura ordinaria o straordinaria.

Alcune possibili cause di perdita durevole di valore:

• obs

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A.A. 2018-2019
149 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher scanzi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Todisco Alessandra.