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Si fa fare inizialmente una pre corsa con gli anfoliti in modo che
possano raggiungere il loro PI e tamponare e stabilizzare il PH ,
successivamente si fanno correre le proteine che si andranno a
porre nel tubo dove incontreranno il loro PI tamponando e
stabilizzando il ph. Ovviamente se nei nostri campioni ci saranno un
mix di proteine tutte a ph diversi noi andremmo a selezionare solo
quelle a pI desiderato .
Ciò vuol dire che se le proteine hanno un Punto Isoelettrico
superiore al Ph più alto del gradiente non entrano nel gel, se invece
hanno un punto isoelettrico più basso escono al di sotto del gel.
Successivamente a questa analisi si può fare una elettroforesi
bidimensionale, cosi da poter selezionare tra quelle proteine a
stesso pI quelle a peso molecolare differente e fare cosi un analisi
completa.
Western blot : STAGE.
-Spettroscopia di massa –
Le tecniche spettroscopiche misurano l’assorbimento o l’emissione
di energia da parte di molecole che transitano da stati energetici
differenti. Uno spettro è rappresentato da un grafico che riporta
energia emessa o assorbita in funzione della lunghezza d’onda.
Per ogni lunghezza d’onda ci saranno visaulizzazioni differenti,
nell’infrarosso nel visibile nell’ultra violetto e nelle microonde.
A seconda delle molecole useremo lunghezze d’onda adatte ad
interagire fornendo informazioni specifiche .
Per quanto riguarda gli spettri elettronici , si vanno a sollecitare gli
stati energetici grazie all’ausilio di radiazioni elettromagnetiche, che
permettono alla molecola di passare da una fase HOMO ( highest
occupied molecular orbital ) ad una fase LUMO (louvest onoccupied
molecular orbital ) . Quindi di far transitare gli elettroni dagli orbitali
più esterni (fase di stabilità) a quelli più interni cosi da creare
possibilità di nuovi legami avendo resa reattiva la molecola. Tutta
questa energia è racchiusa in fotoni che hanno proprio il compito di
far transitare le molecole da uno stato all’altro. Questo tipo di
spettri è rilevabile nell’UV E nel VISIBILE.
Ci sono però anche spettri ROTAZIONALI O VIBRAZIONALI che
invece sono la sollecitaizone di transizioni da stati rotazionali o
vibrazinali differenti, e questi sono rilevabili nell’INFRAROSSO.
Quindi abbiamo detto che queste tecniche potranno essere sia nel
misurare l’energia emessa o assorbita.
- Per l’energia emessa avremo SPETTROSCOPIA IN EMISSIONE
(FLUORESCENZA )
- Per l’energia assorbita avramo la SPETTROSCOPIA DI
ASSORBIMENTO ( assorbimento uv –visibile DICROISMO CIRCOLARE)
La legge che regola l’assorbimento della luce sarà la legge :
A= epspilon c d
dove A è il logaritmo di 1/T dove T è TRASMITTANZA e A è
l’assorbanza d è il cammino ottico , epsilon è il coefficiente di
estinzione molare, c è la concentrazione.
L’assorbanza è definita come proporzionale alla concentrazione del
campione e alla lughezza d’onda del cammino ottico d secondo la
costante di proporzionalità epsilon . E’ anche definita come il
logaritmo della luce incidente e luce rimasta dopo
l’attraversamento del campione .
Spettrofotometro : sarà una tecnica ad assorbimento . Avremo
una fonte di luce al tungsteno per il visibile e H2 E D2 per gli uv ,
successivamente un monocromatore che seleziona di volta in volta
la lunghezza d’onda desiderata, successimante metteremo la
cuvetta con il campione di interesse (di plastica per il visibile di
quarzo per uv e visibile). Successivamente si sarà un detector che
rileva ciò che resta del raggio che ha oltrepassato il nostro
campione per calcolare concretamente quanto ne è stato assorbito.
Questi dati poi verranno rielaborati in base ad una retta di taratura
nota e potremmo avere un grafico con luce assorbita in funzione
della lunghezza d’onda .
Assorbimento proteine 190 – 220 nm (lontano all’UV)
Assorbimento catene laterali e aromatiche 260 -280 ( vicino all’UV)
.
Quando si va ad allestire un grafico bisognerà sempre settare lo
spettrofotometro mettendo un “bianco” che sarà tutto ciò che
abbiamo aggiunto al campione tranne il campione.
Per ogni aa è nota una lunghezza d’onda specifica ad esempio :
fenialanina 257, tirosina 274 e triptofano 280, questi valori sono
fondamentali perché da questi posso trarre il coefficiente di
estinzione di ognuna e da queste dell’intera proteina. Il punto
isoelettrico si raggiunge quando due specie in equilibri chimico ad
una determinata lunghezza d’onda hanno stesso coefficiente di
estinzione molare , il valore dell’assorbimento o dell’estinzione
molare non dipendono dalla concentrazione della singola specie ma
dalla somma di queste.
La proteina avrà coefficineti di estinzione differenti se è in forma
denaturata o nativa, quindi dovremmo sempre usare il coefficiente
di estinzione specifico per la forma specifica .
Normalmente quindi le proteine non assorbono nel visibile ma
possiamo associarle a gruppi prostetici tipo eme o flavoproteine che
conferiscono bande nel visibile(flavoproteine 450 nm) .
Gli acidi nucleici quindi formeranno una banda di assorbimento a
260 nm per via delle basi azotate
PUREZZA del campione di DNA dalle proteine = A260/A280
PUREZZA delle proteine quindi dipenderà dalla composizione aa
Applicazioni : quindi possiamo determinare la concentrazione
proteica conoscendo il coefficiente di estinzione , verificare
l’associazione a cofattori , determinarne eventuali affinità , seguire
la denaturazione proteica attraverso il rilascio del cofattore
Fluorescenza : la fluorescenza è una modalità di decadimento
di una molecola eccitata nella quale l’energia elettronica è emessa
sotto forma di luce.
Anche in questo caso come nella spettroscopia , ci sarà un modo
attraverso il quale questa energia verrà emessa per la transizione
tra stato di latenza e stato eccitato; sono i fotoni .
I fotoni sono emessi da fluorofori , i quali sono in grado di far
passare una molecola dallo stato quiescente allo stato eccitato ma
anche non emettere fotoni, subendo il QUECHING che consiste
proprio nella situazione in cui le molecole in stato eccitato
interagiscono con altre molecole che ne assorbono parte
dell’energia.
SPETTRI DI ECCITAZIONE = posso misurare la fluorescenza ad una
lunghezza d’onda fissa della radiazione emessa variando la
lunghezza d’onda incidente, rappresentato da un grafico con
intensità della lunghezza d’onda emessa fissa in funzione della
lunghezza d’onda incidente
SPETTRI DI EMISSIONE = posso misurare la lunghezza d’onda
incidente ad una lunghezza d’onda fissa della radiazione
eccitazione variando la lunghezza d’onda della radiazione emessa,
rappresentato quindi da un grafico con l’intensità della lunghezza
d’onda eccitata fissa in funzione della lunghezza d’onda emessa.
Fluorimetro : è uno strumento simile allo spettrofotometro, che
però avrà ben due monocromatori uno di eccitazione ed uno di
emissione l’ultimo dei quali posto a 90 gradi rispetto al primo per
non rilevare anche la luce incidente non assorbita.
Soregente monocromatore eccitazione rilevatore emissione a 90
gradi per evitare interferenza della luce nn assorbita dal campione
monocromatore emissione rilevatore (tubo fotomoltiplicatore) pc
Nello spettro di eccitazione il massimo è vicino al visibile , mentre
nello spettro di emissione ne sarà lontano , questo accade perché la
resa non potrà alla fine essere del 100 per cento in quanto non tutta
l’energia assorbita verrà riemessa una parte infatti viene dissipata
durante lo stato eccitato .
Per esempio prendiamo tre aminoacidi :
- triptofano avrà come lunghezza d’onda di eccitazione 280 nm ma
con uno spettro di emissione di ben 348 nm
- tirosina avrà come = 274 e come = 303
-fenilalanina = 257 e come = 282
In più in presenza di aa aromatici dobbiamo tener conto che essi
sono molto sensibili alla polarità dell’intorno in cui si trova l’aa
stesso ; ciò ha permesso studi conformazionali che ci possono
anche dare informazioni sullo stato proteico.
Riusciremo a captare la struttura nativa laddove gli aa sono
schermati dal solvente (ambiente apolare ) trovandosi nel core della
proteina in questo caso si troveranno nella blu shift a lunghezze
d’onda minori , laddove invece la struttura è denaturata gli aa sono
esposti c’è uno spostamento della lunghezza d’onda dello spettro di
emissione cambiando la posizione del massimo che assumerà
lunghezze d’onda maggiori in questo caso si troveranno nella red
shift.
Ad esempio il triptofano in acqua emette a 350 nm mentre
schermato nel core idrofobico emette a 330 nm.
Intensità. La resa quantica (ovvero il rapporto fra fotoni emessi e
assorbiti, ovvero l’intensità della fluorescenza) di un fluoroforo in
genere aumenta con l’idrofobicità dell’ambiente (intensità
fluorescenza triptofano in proteina nativa in genere maggiore che in
proteina denaturata).
Quindi l’intensità potrà aumentare o diminuire con la denaturazione
proteica, alcune aumenterenno l’intensità una volta denaturate
altre invece anno resa quantica maggiore in forma nativa.
Fluorescenza estrinseca : è sempre per lo studio
conformazionale di proteine in stato nativo o denaturato, ma viene
fatto con SONDE FLUORESCENTI come ad esempio ANS che sono
piccole molecole la cui fluorescenza è data proprio dalla polarità
dell’ambiente . Si possono legare sia per interazioni elettrostatiche
sia per interazioni idrofobiche , ma solo queste ultime danno una
fluorescenza maggiore.
Infatti le proteine con ans in concentrazioni differenti di etanolo
hanno una fluorescenza rilevata di eccitazione di cieca 375 .
Quindi con 374nm avremo per la proteina uno picco più alto che
rappresenta la proteina completamente denaturata con ph vicino a
2.4, avremo poi un picco leggermente più basso che rappresenta la
proteina nativa in conformaizone aperta a ph 8 , a ph neutro
avremo la proteina nativa . l’assorbanza è tutta s 375 ms ls
percentuale di fluorescena è al 100 % solo a conformaizone
denaturata.
Applicazioni : fluorescenza sia estrinseca che intrinseca rileva le
variazioni nella struttura terziaria delle proteine , alterazioni del
core idrofobico e dei contatti tra catene laterali.
Dicroismo circolare : è una tecnica spettroscopica c