vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Similmente a Marx, secondo Mousnier il modello idoneo si identifica con quello dei 3 “stati” o “ordini”:
nobiltà, clero e terzo stato, modello ripreso dal trattato “Sugli ordini e sulle dignità” (opera di un giurista e
perciò la divisione della società viene identificata dalla legge). Prima della rivoluzione francese (1789),
nobiltà e clero erano le classi privilegiate, mentre tutto il resto era “terzo stato”.
Weber ha definito le classi come “gruppi di persone lecui opportunità di vita sono state determinate dalla
situazione di mercato, dai “ceti” o “gruppi di status”; La posizione dei gruppi di status era sancita a partire
dalla nascita e definita legalmente.
Se Marx definisce le classi in termini di produzione, Weber lo fa in ordine di consumo.
Contrariamente a Marx, Weber non sostiene che lo “status” venga imposto, con successo o meno, dalla
classe dominante. Inoltre, Marx e Weber si trovano in disaccordo poiché ricercavano risposte a domande
differenti relative alla diseguaglianza: Marx si interessava al potere e al conflitto, Weber allo status e allo
stile di vita. “Mobilità Sociale”
o
“Mobilità Sociale” è un termine molto usato dagli storici, ma di cui molti ignorano le distinzioni operate dai
sociologi: distinguere tra ascesa e discesa sociale, la mobilità attuata all'interno di una singola esistenza
(intragenerazionale) e quella operata in più generazioni (intergenerazionale), e quella individuale e quella di
gruppo.
Nello studio della mobilità sorgono due grandi problemi: i mutamenti nei tassi di mobilità e i mutamenti nei
modi di attuazione. È necessario uno studio comparativo e quantitativo.
Inotre bisogna affrontare i problemi che potenziali scalatori sociali affrontano e i vari percorsi che utilizzano
per raggiugere i propri scopi.
“Consumo Vistoso e Capitale Simbolico”
o
Un canale per aumentare il proprio status era identificato nell'imitazione di uno stile di vita più elevato ed
mirato ad esibire una forma di “consumo vistoso”, mirato ad emulare la classe agiata, caratterizzata da un
consumo irrazionale e dispersivo; la ragione risiede nel distanziarsi dallo stato di necessità. Lo spreco
rappresenta una conversione del capitale da “economico” a “politico”, “simbolico” “sociale” e “culturale”.
Il consumo vistoso diventa uno dei modi attraverso il quale un gruppo sociale afferma la propria superiorità;
tuttavia, nell'applicare questo modello si corre il rischio di riduzionismo, ossia descrivere il mondo come una
serie di illustrazioni della teoria. Per evitare di incappare nel riduzionismo, la soluzione è di rivolgersi ad una
teoria contrapposta che permetta di ottenere un altro punto di vista, quello dello scambio o della
reciprocità. “Reciprocità”
o
Un esempio di reciprocità è trattato dal resoconto di Fredrik Barth sui Khan, che spendolo la loro ricchezza
in doni e ospitalità al fine di ottenere maggiore credito. Un Khan con problemi economici non ridurrrà la sua
ospitalità, ma altresì la incrementerà anche se questo potrebbe significare la vendita dei suoi possedimenti.
(Un Khan rivolge la sua osservazione a Barth: “solo la costante ostentazione della forza impedisce lo
scoppio di guerre”)
Karl Polanyi (anni '40) definisce 3 sistemi base per l'economia: il sistema di mercato, il sistema della
reciprocità e quello della ridistribuzione. Quello della reciprocità non ha nessuno scopo economico, ma ha
come unico obiettivo quello di mantenere la solidarietà sociale.
Se la reciprocità ha come destinatari membri dello stesso piano sociale, la ridistribuzione interessa due
diversi gradini della gerarchia sociale; le tasse confluiscono prima nella capitale per essere poi ridistribuite
nelle provincie, o nelle società Pathan, i Khan distribuiscono tra i seguaci i beni presi agli stranieri. I Seguaci,
poi, non sono obbligati a restituire questi beni, ma ad offrirne altri come frutto di contro-prestazione.
“Clientelismo e Corruzione”
o
I Pathan, oltre alla distribuzione, comprendono al suo interno un esempio anche di “clientelismo”, definito
come un sistema politico basato sulla relazione personale fra persone “non uguali”, come i leader e i
seguaci. Entrambe le parti hanno qualcosa da offrire all'altra: i “clientes” offrono ai leader l'appoggio
politico e la deferenza (anche con linguaggio simbolico, come referenza e doni), mentre i “patrones” offrono
ospitalità, lavoro e protezione.
Il clientelismo è stato oggetto di molti sociologi e antropologi, soprattutto nella regione mediterranea.
Per quanto riguarda la corruzione, il problema diventa di capire se riguardi un giudizio personale verso la
corruzione dei costumi o un'”etichetta” con la quale le società burocratiche liquidano altre forme di
organizzazione politica. La corruzione può venire definita come un comportamento deviante dai doveri
formali dettati da un ruolo pubblico.
Per identificare i luoghi in cui possa presentarsi la corruzione e come la si recepisce; la corruzione risulta più
evidente in società più organizzate formalmente, dove vi è maggior distinzione tra vita privata e pubblica.
La corruzione apre la riflessione, ovvero di come la corruzione assuma forme diverse in diverse culture.
Per Waquet (definisce la corruzione come una sottrazione del potere ad una parte superiore) è
economicamente rilevante.
“Potere”
o
La parola “potere” è molto usata, anche nei casi visti di “corruzione” e “clientelismo”; la parola potere, per
quanto possa essere priva di contraddizioni, almeno in Occidente, assume diversi significati nelle altre
società.
Il potere può essere pensato come coloro, un gruppo ristretto, che “ha” quello che manca alla maggior
parte, che è racchiuso all'interno di un'élite. (“quelli che hanno di più sono l'élite, il resto è massa”, Harold
Lasswell)
Per Robert Dahl, il modello dell'élite può essere verificato solamente quando vi sia un conflitto osservabile
fra gli interessi di diversi gruppi.
Per Micheal Mann, le società sono composte da reti socio-spaziali di potere che si sovrappongono e si
intersecano, e quattro sono le fonti del potere: ideologica, economica, militare e politica.
Uno studioso del potere deve tenere conto non solo della situazione, ma anche della “cultura politica”,
termine che include anche la “socializzazione politica”, gli strumenti attraverso cui le idee, conoscenze e
sentimenti sono trasmessi da una generazione all'altra.
Le recenti elezioni politiche possono essere viste come una forma rituale che si sviluppa più sulla
personalità del candidato che sulle questioni politiche.
“Centro e Periferia”
o
Mentre i processi di “centralizzazione politica” sono un tradizionale oggetto di studio, l'interessamento
verso la “periferia” è piuttosto recente.
Gli economisti seguaci delle linee generali dell'analisi leninista sull'imperialismo e di quella marxista sul
capitalismo individua il paradosso di come la nazione madre espropria il surplus economico dai suoi satelliti
e se ne appropria peril proprio sviluppo (“lo sviluppo del sottosviluppo”).
Alcuni studiosi hanno identificato il rapporto della crescita delle civiltà urbane e la diminuizione della servitù
come la creazione della “seconda servitù”, o di come il capitalismo sia il responsabile della servitù nel Nuovo
Mondo; viene attuata una divisione del lavoro tra “centro” e “periferia”.
Un esempio proposto da Turner è quello dell'Impero Ottomano, il quale centro poteva prevalere solo con
un depredamento delle comunità periferiche; tuttavia questo sottintende che l'impero debba impegnarsi in
una lotta continua e sulla sua impossibilità nell'esercitare una continua espansione. Quando questa si
fermò, la stabilità dell'impero cominciò a vacillare e la struttura sociale cominciò a cambiare.
La parola “centro” può essere usata sia in senso letterale-geografico, sia metaforico (politico o economico).
Edward Shils ha preso in analisi la connessione tra il “sistema centrale dei valori” e le istituzioni
identificando con che è centrale ciò che è sacro in una comunità. Ad esempio il Re di Bali che siede
immobile nel centro deolle manifestazioni trasmettendo un senso di calma (similmente in Europa anche
Filippo IV di Spagna) o come il risveglio del Re, Luigi XIV fosse un rituale che coinvolgesse tutta la corte
(senza implicare che tutti i suoi membri dovessero necessariamente rispettarlo)
Si può criticare a Shils la sua disattenzione verso la periferia, considerata un non-centro, differentemente da
Turner che la considera una terra ricca di libertà e di opportunità.
“Egemonia e Resistenza”
o
Il rapporto centro-periferia implica capire se si tratti di un rapporto complementare oppure conflittuale.
Si intende “controllo sociale” il potere esercitato da una società sugli individui attraverso la legge,
l'educazione o la religione; tutto questo suggerisce l'esistenza di un “consenso” e di un “centro sociale”. Il
“controllo sociale” è definibile come il rafforzamento del consenso.
Tuttavia risulta difficile rispondere alla domanda se i valori della classe al potere siano condivisi da tutti; se
lo fossero non si spiegherebbero i fenomeni di resistenza o di ribellione.
Antonio Gramsci utilizza il concetto di “egemonia”. Secondo lui la classe dominante non governa attraverso
la forza, ma attraverso la persuasione, che è uno strumento indiretto: le classi dominate imparano a vedere
la società con gli occhi di chi la governa.
Per essere utilizzato, il concetto di “egemonia culturale” deve sottostare a 3 quesiti: se è un fattore costante
o opera in luoghi e tempi determinati, se è semplicemente descrittivo o ha valore esplicativo, e come può
essere misurato il successo di tale egemonia.
Ad una classe dominata viene imposta una “violenza simbolica” (termine di Pierre Bordeiau), che impone la
cultura della classe dominante, dove quest'ultima diviene la legittima definendo illegittime tutte le altre
forme di cultura. Oppure, vi è la negoziazione, quel silenzioso processo tra l'élite e i gruppi subordinati.
In alternativa, la classe subordinata può resistere anzich&eac