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BSAE: beni storici artistici ed etnoantropologici
1881: direzione generale per le antichità e belle arti
1923: istituite le soprintendenze dell'arte medioevale e moderna
1974: le soprintendenze passano al "Ministero per i Beni Culturali e ambientali"
1998: Ministero per i Beni e le Attività Culturali
2013: Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo
Dagli anni '70 parte un'ampia campagna di catalogazione dei beni culturali nel territorio Italiano da parte del ICCD che concepisce varie schede di catalogazione.
Cultura materiale e archeologia
Gli aspetti di cultura materiale sono stati per primi indagati con l'antropologia e l'archeologia.
Andrea Carandini (presidente FAI) nei suoi anni cruciali aveva proposto un'archeologia con aspetto più ampio di quella tradizionale che comprende la considerazione di quelle cose che erano in grado di dare indizi sulla quotidianità e sulla storia economica-sociale.
antropologiadel mondo antico– testimone degli aspetti del mondo antico. Tutte le cose, contestualizzate e capite nel loro uso, sono importanti perché ricostruiscono gli aspetti antropologici della vita del passato. - Archeologia e cultura materiale, 1973
Quello che Kubler teorizza in mole americana per altre via Carandini con un forte substrato umanistico arriva a considerare una teoria sequenziale d’importanza di tutte le cose.
Sciolla definisce che in questo libro si trova un’archeologia rinnovata, intesa come storia della civiltà antica, considerata attraverso tutte le testimonianze materiali e i prodotti umani, che sia in grado di dare informazioni sulla vita economica e sociale di un determinato ambito antropologico e culturale. - Ricerche storico artistiche sul territorio
Art.1: Tutto merita di essere restaurato, scopo di dare una definizione a tutto ciò che includa una serie di cose sia intere che frammentarie.
Art.2: Importanza anche all’ambiente con
Inserimento di parchi e giardini. Negli anni '70 tentativo di definire uno spettro largo e vasto di cose che devono essere assolutamente tutelate. Nel 1964 fu istituita la commissione d'indagine per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico e del paesaggio con lo scopo di condurre un'indagine sulle condizioni attuali e sulle esigenze in ordine alla tutela e alla valorizzazione delle cose di interesse storico, archeologico, artistico e del paesaggio, e di formulare proposte concrete al fine di perseguire i seguenti obiettivi:
- revisione delle leggi di tutela nonché delle strutture e ordinamenti amministrativi e contabili
- ordinamento del personale
- adeguamento dei mezzi finanziari
Pier Paolo Pasolini - La forma della città, 1974
Delinea il profilo della città di Orte e delinea anche il profilo culturale molto preciso. Pasolini realizza questo filmato essendo sempre stato attento su questo tema. Pasolini vuole difendere qualcosa
che nessuno difende. Fondamenta costruite dai popoli che hanno costituito l'emergere di grandi opere. Dvorak, 1916 Il catechismo di (tradotto in italiano nel 1971) La tutela dei monumenti non può limitarsi a singole, eccellenti opere d'arte, ma deve abbracciare tutto ciò che viene considerato un bene artistico pubblico. Nessuno sarebbe così folle da distruggere le più grandi opere d'arte ma oggigiorno viene minacciato ciò che non è stato riprodotto centinaia di volte nei manuali di storia dell'arte; ed è proprio tutto questo che ha bisogno di essere tutelato perché, nel suo ambito ristretto, opera affinando gli animi ed è insostituibile al pari della celeberrima opera d'arte. David Freedberg Conosciuti per i suoi studi per le sue risposte sulla psicologia dell'arte in particolare modo sull'iconoplastia e sulla censura. - Il potere delle immagini, 1989 Tradotto in italiano nel 1993. Libro che resta.Tutt'ora un caposaldo e che è stato come un prodromo su visual studies. Il potere delle immagini non è un libro sulla storia dell'arte ma è un libro sui rapporti che intercorrono tra le immagini e le persone, analizzati nella loro dimensione storica. Deliberatamente accoglie nel proprio ambito tutte le immagini, senza limitarsi a quelle considerate artistiche. Spostamento importante: si passa da tutte le cose a tutte le immagini (anche immateriali). Questa teoria è più astratta rispetto la teoria di Kubler. Gli storici dell'arte hanno alquanto trascurato il comportamento "primitivo" in occidente, così come hanno accantonato per lungo tempo le prove dell'esistenza, nelle società occidentali, di quella che è sempre stata ritenuta una delle categorie più sofisticate del pensiero occidentale sull'arte, vale a dire la sua autocoscienza critica, con il relativo sviluppo di una terminologia critica.
Gran parte di quanto segue ha a che fare con quella varietà di comportamento occidentale che il positivismo razionale amava descrivere come irrazionale, superstizioso e primitivo, e pertanto spiegabile solo in termini di "magico". di recuperare le categorie di reazioni alle immagini che dichiara essendo primitiva e provenendo da una lunga storia anche di superstizioni e irrazionali (Huizinga) che noi abbiamo represso. Quando nel corso di libro Freedberg impiega il termine "reazione" si riferisce, in generale, ai sintomi rivelatori del rapporto tra immagini e fruitore, e lo usa con riferimento a tutte le immagini (come tutte le "cose") esistenti al di fuori del fruitore stesso (anche se poi in certi capitoli emergerà l'importanza delle immagini mentali). Freedberg nel suo libro inizia con una serie di esempi di reazione che a noi possono sembrare improbabili ma che un tempo erano abbastanza comuni, nel contempo suggerisce l'idea del.Possibile recupero di qualche loro potere se consideriamo l'interesse sessuale. Descrive alcuni dei modi come l'immagine diventa carica di presenza; considerare seriamente i topoi, le similitudini e le metafore rivelatori del potere delle immagini. Nel quarto capitolo Freedberg sostiene che il mito dell'aniconismo sorge proprio a causa della nostra paura di riconoscere che le immagini sono davvero dotate di qualità e forze che sembrano trascendere nel quotidiano e che noi costruiamo il mito per non ammettere questa possibilità. Quinto capitolo: Se le immagini sono vestite di potere, quali caratteristiche devono avere per essere efficaci? I successivi capitoli parlano delle esemplificazioni particolari del potere delle immagini a partire dal notevole potere d'attrazione esercitato da immagini di pellegrinaggi. Il decimo capitolo tratta di alcune credenze pratiche che potrebbero apparire tra le più stravaganti, secondo le quali le immagini potrebbero
essere usare per disonorare o punire l'effigiato o causargli reali danno o servire come mezzo di seduzione. Freedberg fa un tracciato molto netto tra antropologia e psicanalisi con questi continui richiami sessuali. - Capitolo 1: Reazione e repressione Tratta lungo di un dipinto della Venere di Urbino con tutte le espressioni sessuali ed erotiche del gesto della Venere. Freedberg dice che rifiutiamo, o rifiutiamo di ammettere quegli elementi di reazione alle immagini che sono più apertamente manifestati dalle persone meno istruite: in tali circostanze, o non vogliono essere analitici da un punto di vista psicologico, oppure il disagio nei confronti dei sentimenti più grezzi ne ostacola l'espressione verbale. Se noi togliamo tutto quella superfetazione di strumenti critici e terminologici, di gusto e convenzione rimane qualcosa che rifiutiamo perché ci appare grezzo e questo grezzo rimane nel tempo. Ancora oggi, di fronte a un quadro del genere, dobbiamo esercitare una.forteespressione per evitare di confessare le conseguenze del voyerismo e dell'azione dicontemplare con desiderio.Se togliessimo le nostre barriere di gusto e di studio avremmo la reazione più primitivache però la reprimiamo ritenendola poco consona.(Esempio delle tavolette per i malcapitati)Per distinguere gli aspetti di giudizio estetici Freedberg fa il caso della Nostra Signoradi Rocamadour; una statuetta che venivano dati degli importanti poteri. Parla di unasua amica che gli raccontava il viaggio e di tutte le peripezie per arrivarci e una voltaarrivata difronte a questa immagine fu molto delusa perché è una statua grezza ebrutta. La sua amica per esprimere la sua rabbia usava il pronome "she" (arrabbiataall'oggetto come una persona); Freedberg rivela che in un momento di rabbia fa capirela personificazione cioè attribuire all'immagine una capacità o un potere che si ètramandato in secoli.Da noic'è un rifiuto occidentale legato da un determinato tipo di cultura: rifiuto di un primitivismo (Warburg e phatos formen).-Capitolo 4: Immagine e pellegrinaggio Nel corso dei pellegrinaggi si ha una moltiplicazione dell'immagine; là dove si ha un'immagine venerata e che si ritiene depositaria di un potere si ha una replicazione (souvenir) che in qualche modo diffondevano l'immagine e anche in questa immagine sostituta si riconosceva comunque un potere. Luoghi che restano immagini moltiplicate alla quale viene assegnato qualche potere. Tramite un'immagine si ha il potere di trasmettere un ringraziamento alla divinità per qualche grazia; ex voto.-Capitolo 10: Idolatria e iconoclastia Idolatria: culto animista verso immagini che vengono dotate di qualche potere attraverso dei riti. Iconoclastia: quando ad un'immagine viene dato un potere molto forte di rappresentanza con dei processi di deificazione si può ritenere checolpendol'immagine si possa arrivare a colpire l'effigiato (Haskell e Rivoluzione Francese che per cancellare il passato ha colpito vari stemmi e monumenti ma anche delle immagini) un'immagine significa riconoscere all'immagine un potere. -> distruggere
L'oggetto fondamentale è l'immagine. Freedberg si chiede se questa azione è solo simbolica oppure se dietro questa azione ci sia una attribuzione di potere e quindi disconoscerlo?
Aggressioni alle opere: Michelangelo, Rembrandt. Iconoclastia in certi casi è lecita ma se non la permettiamo anche in questi casi la definiamo primitiva e atavica e vuol dire che accantoniamo e sopprimiamo ciò che non possiamo affrontare e la consideriamo pazzia censura avviene in caso o di infantilità o di un avere una visione da -> la "contadini" ovvero primitivi e grezzi. Freedberg dice che in ognuno di noi c'è un