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Le origini delle scienze sociali e il metodo di studio
Quando nascono le scienze sociali, nasce la necessità di capire quale fosse il metodo più adatto per studiarle. La sociologia nasce verso metà dell'800, dopo le rivoluzioni industriale e francese e dopo grandi cambiamenti/rivoluzioni della vita quotidiana sociale, come l'invenzione dei treni e il conseguente spostamento dalle campagne. La sociologia nasce per gestire una nuova serie di problemi, nasce dall'esigenza di spiegare i nuovi fenomeni sociali, ma anche dall'esigenza di creare delle regole, di formalizzare il nuovo corpus di conoscenza.
Qual è quindi il metodo più adatto per studiare la sociologia, ossia le scienze sociali? A tal proposito nascono due scuole di pensiero:
Positivismo: sostiene che per studiare le scienze sociali si deve applicare lo stesso metodo delle scienze naturali.
Interpretativismo: questa corrente, nata in Germania, sostiene che l'azione umana è diversa da quella della natura.
Per questo non può essere studiata con lo stesso metodo. La realtà sociale è diversa e nello studio questa differenza deve essere preservata.
Positivismo
Secondo questa scuola di pensiero:
- La realtà sociale è conoscibile in maniera oggettiva: nella realtà sociale esistono delle regolarità, ed è il compito del ricercatore quello di trovarle.
- Esiste una realtà indipendente da chi la studia.
- Il ricercatore deve neutralizzare la sua azione il più possibile: la realtà è conoscibile in modo oggettivo senza alcuna interferenza da parte del ricercatore.
- Il metodo è unico ed è quello delle scienze naturali (unismo del metodo scientifico).
- L'obiettivo della scienza è la spiegazione dei fenomeni sociali in termini di nesso causali e la formulazione di leggi universali e immutabili.
- Il sapere è oggettivo e cumulativo.
Il sistema di leggi in ogni scienza presuppone quello della scienza.
Presuppone quello della scienza o delle scienze che la precedono
Cumulativo= da leggi più specifiche si può arrivare a leggi più generali
Il contributo di Durkheim
Durkheim è uno dei protagonisti del processo di istituzionalizzazione del metodo sociologico.
Il compito principale della sociologia consiste nella spiegazione, ossia nel trovare relazioni di causa e effetto, dei fenomeni sociali. Fenomeni che non hanno a che fare con il comportamento dei singoli individui ma fenomeni che siano macro (grandi gruppi di società/l'intera società). Quando si studiano i fenomeni sociali, i fatti sociali vanno studiati come "cose", sistemi di credenze e di valori indipendenti dagli stati della coscienza individuale ("cose" indipendenti dall'individuo che le svolge).
Assunto naturalistico: esiste una realtà sociale "oggettiva" esterna all'osservatore e dotata di una sua qualità coercitiva rispetto
All'individuo. -> ->I fatti sociali hanno un potere coercitivo rispetto all'uomo. Esistono delle regole che ci condizionano e regolano gli stati della nostra coscienza individuale. Contano i fenomeni collettivi che sono indipendenti dalle condizioni d'animo individuali.
Come facciamo a considerare i fatti sociali come cose? Dobbiamo trovare delle regolarità.
Gli osservatori come Durkheim vivevano un realismo ingenuo: perché l'attività di osservazione non riporta mai lo specchio del reale, perché l'osservatore influenzerà sempre l'osservazione.
Il suicidio come fatto sociale
Il suicidio viene osservato come fatto sociale. Infatti anche un fatto soggettivo può essere osservato sotto il punto di vista sociologico, prescindendo dalle motivazioni del singolo. Per poter capire cosa causa il suicidio il ricercatore deve raccogliere i dati nel tempo e nello spazio, che lo porteranno a capire quando avviene il suicidio.
più frequentemente. se ricercatore capisce qualisono le leggi che causano il suicidio allora sarà capace di prevenire o fare inmodo di migliorare la situazione che precedentemente ha portato al suicidio. Una volta fatta questa analisi bisogna guardare al suicidio con un altro puntodi vista. l’obiettivo del ricercatore sarà sempre quello di dare una spiegazione. Esistono due tipi di spiegazione:
Spiegazione funzionale: Mira a stabilire le corrispondenze tra il comportamento e i bisogni dell’organismo sociale. Utilizza una tecnica deduttiva (dal generale al particolare).
Spiegazione causale: Mira a stabilire le connessioni fra due o più fenomeni. La tecnica utilizzata è quella induttiva (dal particolare al generale.
Quando diamo una spiegazione causale, dobbiamo dare attenzione a tre elementi:
- Attenzione al confronto con teorie rivali: Durante la ricerca il ricercatore trova delle regolarità e forma delle ipotesi, ad esempio a comporta B.
È compito del ricercatore però assicurarsi che non ci siano delle spiegazioni di natura diversa: deve escludere ipotesi alternative ad esempio A e B sono comportati da C.
Attenzione alla definizione di concetti chiave:
Metodo della variazione concomitante o delle “covarianza”:
Lezione 4. 06/10 Conoscenza scientifica e metodo
Riassumendo il Positivismo prevede:
Centralità della spiegazione: lo scopo della sociologia e spiegare i fatti sociali attraverso altri fatti sociali antecedenti;
Monismo metodologico: l’unità del metodo scientifico, la quale prevede la centralità dell’osservazione, che porta all’induzione cioè al ragionamento induttivo (dal particolare al generale).
Oggettività della conoscenza: essa risiede nell’adeguamento scrupoloso del discorso scientifico ad una realtà del tutto esterna a noi.
Distacco tra il ricercatore e la realtà osservata
Progresso scientifico
lineare e cumulativo
Però la riflessione metodologica si sviluppa alcune trasformazioni culturali e sociali. Ci troviamo durante i primi del 900, dunque la riflessione positivista comincia a subire delle trasformazioni, anche a causa delle nuove scoperte scientifiche che mettono in discussione la base del pensiero positivista.
In particolare, delle scoperte in ambito scientifico modificano il modo di pensare. Tra queste abbiamo:
- Il principio di indeterminazione di Heisenberg: "È impossibile determinare allo stesso tempo la posizione e la velocità di una particella". Il processo di osservazione dei fenomeni può determinare dei cambiamenti sull'oggetto osservato. Dunque non è vero che è possibile osservare la natura senza modificarla: l'osservatore influenza l'oggetto di studio anche nelle scienze naturali.
- Teoria della relatività di Einstein: "Tempo e spazio cambiano a seconda del sistema di riferimento". Questa teoria ha rivoluzionato la concezione tradizionale di tempo e spazio, dimostrando che non sono grandezze assolute ma dipendono dal contesto in cui vengono misurate.
Neopositivismo
Le caratteristiche principali del neopositivismo sono:
- revisione del positivismo e del circolo di Vienna
- Condizione generale: insoddisfazione perché la filosofia non era riuscita a realizzare progressi nella trattazione di alcuni problemi tradizionalmente considerati fondamentali, in particolare quelli metafisici. Questi problemi si trascinavano da lunghissimo tempo senza che si vedessero dei progressi nella loro soluzione. I membri del circolo posero a confronto questa situazione della filosofia con la situazione tipica del metodo scientifico in cui il progresso si poteva vedere con tutta evidenza: nel campo scientifico i problemi vengono affrontati e risolti, ed emergono nuovi problemi da risolvere… cosa si poteva fare
Per mutare questa situazione di stallo della filosofia? Il circolo credeva che si dovesse analizzare il modo con cui i processi metafisici vengono formulati, ed analizzare se tali problemi sono dei problemi autentici. Nella scienza empirica si possono fare controlli rigorosi in grado di farci capire la validità o meno delle teorie scientifiche. Questo non è possibile nella filosofia: le dottrine metafisiche sono prive di qualunque contenuto empirico. Non avendo significato empirico, le dottrine metafisiche vennero considerate dei non-sensi, dei "non-sensi letterari", oppure espresse con un uso non descrittivo del linguaggio. Quindi i cosiddetti problemi metafisici non sono dei veri problemi, non essendo dei veri problemi non possono essere risolti. Possono unicamente essere dissolti per mezzo del "superamento della metafisica attraverso l'analisi logica del linguaggio". (-R. Carnap) - Resta il radicamento all'empiria (osservazione e induzione)-
Obiettivo: spiegazione Prevede attenzione agli aspetti metodologici della scienza (a partire dall'linguaggio) e ai criteri di demarcazione di scienza e non-scienza. Da molta importanza al linguaggio matematico, il linguaggio della fisica, che è universale. La verità di un enunciato risiede nella sua verificabilità empirica, ovvero la possibilità di ricostruire razionalmente (attraverso la logica) gli assunti teorici e controllarli empiricamente. Le proposizioni possibili sono quelle che sono dimostrate vere (scienza) e quelle formulate in modo da non poter essere verificate (metafisica/non-scienza). Viene data anche molta attenzione alle procedure, alla formalizzazione, allamisurazione delle proprietà degli oggetti. Ogni oggetto sociale va definito analiticamente sulla base di una serie di attributi e proprietà empiricamente rilevabili, chiamate "variabili" e i fenomeni sociali analizzati in termini di relazioni tra variabili. Siccomel'osservazione influenza l'oggetto osservato, bisogna definire delle regole che ci permettono di eliminare il soggetto dall'osservazione. Il contributo di Karl Popper, uno dei fondatori del Post-positivismo. Da video: https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2019/01/Zettel-Presenta-Giulio-Giorello---Popper-e-la-filosofia-della-scienza-204851c7-7845-49c8-97f5-ec56f32f2317.html Fino a minuto 26:31 e poi da 49 a 54. Popper sostiene che tutta la sua concezione del metodo scientifico può essere riassunto dicendo che questo consiste in tre passi: 1. Inciampare in qualche problema, in qualche enigma di cui non conosciamo la risposta; 2. Tentare di risolverlo con qualche nuova teoria; attingendo però sempre a quello che ho nella mia conoscenza pregressa (quindi c'è l'influenza dell'osservazione.) 3. Impariamo dai nostri sbagli e ra