vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il problema del confounding nella ricerca scientifica
Quando il termine confounding viene riferito ad entrambi i casi, cioè quando qualcosa riguardante la variabile indipendente causa quella dipendente, ma non è chiaro cosa, una terza variabile covaria con la variabile indipendente, un problema che riguarda la validità della ricerca.
Variabile confondente = variabile non controllata che covaria con la variabile indipendente, ma ne è estranea e deriva da artefatti nelle procedure di ricerca. Costituisce una minaccia alla validità interna, perché mette in discussione l'esistenza del nesso causale individuato. Si può controllare anche esaminando se le variazioni nella variabile indipendente sono inavvertitamente correlate con variazioni in variabili estranee, che si sospetta essere di disturbo.
Variabile confusa = variabile non controllata che covaria con la variabile indipendente ed è intrinsecamente associata ad essa o alla sua operazionalizzazione. Ciò si verifica quando la variabile
“di disturbo” ha a che fare con il costruttostesso della variabile indipendente.
La variabile confusa costituisce una minaccia alla validità di costrutto, perché simette in discussione la validità della spiegazione dell’esistenza dell’effetto.
Si può controllare attraverso la corretta programmazione e pianificazione deldisegno di ricerca e della variabile indipendente
4) L’errore che si compie durante la misurazione, che le distingue in: variabili cheinducono in errori casuali e variabili che inducono in errori sistematici.
5) La possibilità di osservare direttamente la variabile, che le distingue in variabililatenti e manifeste.
Variabile latente = variabile che non può essere osservata ma di cui si ipotizzal’esistenza per spiegare altre variabili che possono essereosservate direttamente (manifeste)
4 – FASE DELL’ANALISI DEI DATI
Le osservazioni empiriche vengono codificate in forma numerica e disposte
secondo un ordine, tramite ad esempio una matrice di dati o una tabella di contingenza. Esse consentono di descrivere grandi quantità di osservazioni e di evidenziarne la significatività. In questa fase vengono eseguite le elaborazioni descrittive sul campione e i test statistici, che permettono di prendere delle decisioni e di verificare l'ipotesi sulla popolazione partendo dal campione. (Vedi tab. e fig. pag. 51-52)
5 - FASE DELL'INTERPRETAZIONE
Per interpretare i dati, il ricercatore deve verificare:
- Se i risultati danno una risposta all'ipotesi della ricerca
- Se tale risposta contribuisce ad approfondire la conoscenza del problema
Questo comporta che le informazioni raccolte siano inserite in un contesto collegato sia al problema iniziale, che ad altre tematiche del settore. In molti casi i risultati suggeriscono di modificare l'ipotesi di partenza.
6 - FASE DELLA COMUNICAZIONE
La divulgazione dei dati scientifici avviene attraverso:
- Le comunicazioni orali nei convegni 2) Gli articoli nelle riviste scientifiche 3) I libri Il resoconto di una ricerca scientifica richiede la descrizione dettagliata dei risultati e delle procedure, per un'eventuale sua ripetizione, che è importante, in quanto costituisce un metodo di controllo.
- I test
- L'osservazione del comportamento
- L'analisi del contenuto
- L'intervista
- I questionari
- Le misure fisiologiche e neuropsicologiche
- Gli inventari di personalità
- Le scale di misura degli atteggiamenti (Scaling unidimensionale e multidimensionale)
- le condizioni
- la standardizzazione
- la validità
- la affidabilità
- la sensibilità
- Unidimensionali: Thurstone, Guttman, Likert
- Multidimensionali
CAP. 4 - "LA RACCOLTA DEI DATI"
Il ricercatore attraverso diverse modalità principali di rilevazione dei dati assume evidenze empiriche per rispondere alle domande di ricerca.
Le modalità principali di rilevazione dei dati in psicologia sono:
1 - I TEST PSICOLOGICI
Il test è una tipologia di strumenti psicologici.
Test (o reattivo psicologico) = procedura attraverso cui si pone
Il soggetto è in una situazione standardizzata in cui gli si forniscono una serie di stimoli o item (domande, problemi, stimoli visivi o luminosi, ecc.) in grado di tirar fuori delle risposte, che costituiscono un campione delle risposte del soggetto e che sono valutabili sulla base di criteri quantitativi predefiniti e interpretabili come indicatori di un determinato costrutto psicologico.
Test psicologico = strumento di raccolta dei dati
Il suo scopo è prevedere il comportamento di un soggetto in situazioni analoghe, avendone una valutazione obiettiva.
Si distingue dalla conoscenza intuitiva delle persone, perché è costruito in maniera da essere oggettivo, attendibile, valido e sensibile.
Test statistico = procedimento attraverso cui alcuni valori, presi da uno o più campioni, vengono comparati con la loro distribuzione campionaria per prendere delle decisioni in merito alla verifica delle ipotesi statistiche.
Gli aspetti che definiscono il test riguardano:
di somministrazione standardizzate
gli stimoli standardizzati
il campione del comportamento del soggetto
le modalità predefinite di misurazione delle risposte intese come indicatori di un costrutto
Standardizzazione (del contesto e delle risposte) = uniformità delle procedure durante la somministrazione degli stimoli e nella determinazione del punteggio
Le risposte dei soggetti agli stimoli sono considerate un campione di comportamenti.
I test raccolgono campioni significativi, rilevanti e rappresentativi degli universi di comportamento dei soggetti.
Anche le procedure di attribuzione dei punteggi o di classificazione delle risposte devono rispettare regole relative alle definizioni concettuali e operative dei costrutti che stiamo misurando.
I test psicologici sono strumenti indispensabili che permettono di ottenere informazioni per prendere decisioni importanti con rapidità.
Tuttavia chi ne usufruisce deve essere cosciente delle implicazioni etiche e deontologiche, degli
aspetti sociali e culturali (etichettamento, privacy, discriminazione delle minoranze, riservatezza, ecc.), tecnici e procedurali (rispetto della standardizzazione per la somministrazione del test, per gli stimoli e per la valutazione dei punteggi) e integrare l'uso del test con altre fonti di informazioni attendibili (interviste, osservazioni, ecc.). L'uso dei computer ha favorito la standardizzazione delle condizioni e degli stimoli e lo scoring immediato delle risposte. Sulla base dell'aspetto psicologico indagato si possono suddividere in cognitivi (o di massima performance) e non cognitivi (o di performance tipica). 1) I test cognitivi misurano aspetti legati alle capacità del soggetto: intelligenza, attitudine, profitto. a) I test d'intelligenza cercano di misurare queste capacità. b) I test attitudinali cercano di individuare le aree del soggetto che hanno maggiori capacità di essere sviluppate. c) I test di profitto valutano il livello di competenza diun individuo (Es: test diammissione a una facoltà) I test non cognitivi rilevano le preferenze del soggetto o i suoi comportamenti2) abituali. a) I test di personalità si basano sull'intervista: I) Gli inventari di personalità sono costituiti da un insieme di item che riportano affermazioni riguardanti la propria personalità (Es: "Mi piace andare alle feste") a cui il soggetto deve rispondere graduando la sua risposta su una scala di risposta dicotomica o più ampia.Es: l'inventario di personalità globale (Gpi) è uno strumento di misura di personalità sviluppato per l'uso nei contesti lavorativi da psicologi dell'organizzazione (selezione del personale). II) I test proiettivi somministrano al soggetto una serie di stimoli ambigui, che devono essere descritti dal soggetto con l'assunto che le descrizioni riflettano aspetti affettivi e nascosti della personalità. b) Le scale di misura degliGli atteggiamenti sono un insieme di affermazioni che riguardano l'atteggiamento del soggetto verso un oggetto o la sua opinione (es: la guerra in Iraq). Le scale di misura degli atteggiamenti si dividono in:
II) I METODI OSSERVATIVI
I metodi osservativi permettono di osservare, registrare, descrivere, trascrivere e codificare l'interazione sociale che si realizza tra le persone in condizioni standardizzate (osservazione controllata) e in condizioni naturali (osservazione naturalistica). Il mezzo principale per la rilevazione dei dati è l'osservatore, che deve essere addestrato per ridurre eventuali suoi errori. L'osservazione può essere live (nel momento in cui avviene il comportamento) oppure differita (sistemi di audio/video-registrazione). Con i metodi osservativi si possono campionare comportamenti spontanei, raccogliere informazioni anche su soggetti che non sono in grado di parlare o riempire.
questionari (bambini e animali) e di studiare processi interattivi interpersonali che si svolgono dinamicamente nel tempo (es: Gottman 1994 interazioni di coniugi in crisi e quelle di coppie normali).
L'osservazione del comportamento in psicologia è detta "con metodo" e si distingue da quella ingenua che realizziamo quotidianamente.
L'osservazione "con metodo" può essere realizzata con un approccio quantitativo (osservazione espressa in numeri dotati di significato) o qualitativo (espressa in prosa), a seconda della posizione epistemologica del ricercatore che confidi o meno nel misurare, quantificare il comportamento umano.
L'approccio quantitativo si divide in codifica (osservazione sistematica o coding) e osservazione valutativa (metrica o rating).
Nell'osservazione sistematica, l'osservatore associa determinate categorie comportamentali nominali o ordinali ogni volta che si verificano determinati eventi e produce, quindi,
La osservazione sistematica è una forma di osservazione pubblica e replicabile che utilizza schemi di categorie comportamentali, qualitative e prefissate, che l'osservatore associa ai comportamenti o agli eventi interattivi in base a regole di corrispondenza, descritte nei manuali di codifica.
Alcuni ritengono che l'osservazione sistematica sia un tipo di osservazione che comprende sia la codifica di variabili qualitative, sia la misurazione di variabili quantitative.
L'osservazione sistematica non dipende dal contesto (context-free).
Prima venivano usati dei macchinari che permettevano la codifica del comportamento pigiando dei tasti che immagazzinavano direttamente la categoria e la durata dei comportamenti.
Oggi si utilizzano apposite postazioni informatiche, con notevoli funzioni.