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RICOGNIZIONE SUL CAMPO
Tipo non sistematico
Noi camminiamo sul territorio senza uno schema
Prima presa di contatto col territorio
Tante volte è l’unica scelta se la visibilità è scarsa e non ci permette di attuare altro metodo
Ci si basa su evidenze monumentali visibili
Possiamo trovare iscrizioni reimpiegate
Come anche vecchi edifici
Attenzione perché non sono in giacitura primaria
Tipo sistematico
Direttamente terreno, in maniera uniforme, zone ben definite
Copre tutto il terreno
Zone coltivate
Continua modifiche (es. aratura)
L’agricoltura moderna causa maggior degrado
La vite va sotto di 1,5 m e può intaccare depositi antichi
Impatto agrario
Porta in superficie il materiale e lo distrugge e lo sposta (il materiale in superficie sarà distribuito in
modo sempre più ampio)
Nonostante questo possiamo ancora capire molte cose e interpretare
Intacca la muratura
Distruzione della stratigrafia
PROCEDURA OPERATIVA
FASE PREPARATORIA
Cartografia
Si segna ciò che è noto
Analisi fotografia aerea
Controllo reciproco sul campo
Ricognizione sistematica in gruppo
Si lavora per file parallele (10-20 m)
Secondo alcuni è un’operazione replicabile, al contrario dello scavo
che non è replicabile
Posso rilevare solo una parte dei siti
Si lavora per campi, uno ciascuno
Ci si può orientare con metrelle o bussole
Importante definire l’intensità della ricerca (tempo a disposizione, aspettative…)
Dev’essere dichiarata (numero operatori, distanza, tempo di impiego…)
Carotaggio
Sono “microscavi”, distruttivi, ma permettono di non fare tutto lo scavo
Sonde metalliche (es. per tombe, nelle lagune per riconoscere strutture sotto i sedimenti)
Georadar
Resistività
Magnetometria
Le tecniche geodiagnostiche sono usate anche sott’acqua
Come impostare la diagnostica su un’area?
Procedere in maniera sistematica coprendo tutta l’area
Ci si interfaccia con un gps o con la picchettatura del campo
Prima di una prospezione di questo tipo è importante valutare ostacoli dell’area
E anche le tempistiche
E le condizioni del terreno (per poter usare una strumentazione piuttosto che un’altra)
DOCUMENTAZIONE SUL CAMPO
Tracce positive (manufatti) o negative (assenza di oggetti)
UT = unità topografiche
Simbologia o disegno realistico
Finestre stratigrafiche (smottamenti, erosioni…)
Bisogna pulirla per vedere bene gli strati e documentare
Dobbiamo dichiarare la visibilità del sito
Copertura vegetativa
Caratteristiche geologiche (accumulo, erosione, alluvionale…)
Presenza di foreste
Presenza di cave recenti
Delimitazione, non per forza fisica
Uso stazione totale, GPS…
Quadrettatura dopo posizionare ogni oggetto
Compilazione delle schede di UT e US
Coordinate, descrizione, rilievo di massina delle dimensioni, orientamento, densità dei materiali per
m quadrato
E’ possibile fare una quadratura (ha senso in un sito di età preistorica)
Registrazione del sito su carta
Disegno del sito
Fotografia del sito
Diario del ricognitore
Di tutto ciò che non rientra nelle schede
Segnalare tutte le variabili (anche la luce)
Raccolta dei reperti
Presenza di specialisti per i vari reperti
Si può interpretarli sul posto, altrimenti si campiona per analisi (meglio)
Si possono documentare anche singoli oggetti, magari solo menzionando gli altri
Comportamento soggettivo
Importante è quantificare ogni tipo
Campionatura
Dibattito post-processualista
Posso lavorare saltando certi campi e preferendone altri
Pro e contro
ELABORAZIONE DEI DATI IN LABORATORIO
Paesaggio attuale come palinsesto di superfici di epoche diverse che, per essere capito, per decodificare gli
strati, si creano delle carte diacroniche o di fase ( foto con pallini per individuare i siti)
Inserimento schede in archivio digitale
Aggiornamento GIS
Con schede e foto
Gestione molto agevolata
Digitalizzazione rilievi
Database di file fotografici
Editing dei diari
Lavaggio, siglatura, primo inventario dei reperti
Interpretazione del materiale raccolto
Datazione e riconoscimento degli indicatori che mi permettono di identificare le UT
Da tenere in conto
I siti possono aver avuto diverse fasi di vita interrotte da fasi di abbandono
Altri siti possono aver avuto una vita brevissima (necropoli, tombe, installazione per caccia
nomadica)
Generalmente si lavora con dati quantitativi
Statistica
Si cerca di individuare, gestendo molti dati, modelli/forme ricorrenti (insediativi…)
con pochi dati le statistiche danno risultati inutili/sfalsati
Riconosciamo rapporti fra siti secondari e sito dominante, aree produttive, aree residenziali,
artigianali e agricole
Per i dati a disposizione molte tecnologie non sono sempre applicabili
Vale per l’archeologia dei paesaggi, la geologia e l’ecologia
Perché ciò che sta sotto i sedimenti ha avuto un filtro
Raccogliamo dei dati incompleti
Per analizzare modelli insediativi
Posizione (distribuzione, densità per fasi cronologiche, rapporti dei siti fra di loro)
Dimensione
Funzione e tipologia (aree funerario, di culto, posizioni militari…)
Collegamenti fra insediamenti (valli, passi percorribili, fiumi, porti, approdi…)
Rapporto con l’ambiente circostante
Durata d’uso (temporanei, stagionali, duraturi…)
Rapporto con le risorse (terreni, pascoli, boschi…)
Analisi dei bacini di approvvigionamento (site catchment analysis)
Quando si analizza una città, le zone più vicine con materia prima pesante (legno e pietra)
sono quelle più sfruttate, per velocità di trasporto
Per la pastorizia e l’agricoltura tendono a essere più periferiche
Modello = anello di Von Thunen
Es. La coltivazione oltre 2h di cammino diventa antieconomica
L’attività produttiva e il mercato tendono a concentrarsi in un unico posto, perché possiamo
beneficiare degli stessi servizi, riducendo le distanze per i clienti
Modello di analisi spaziale
Poligoni di Tiessen (importato dalla geografia)
Lavora su spazi piani con distanze astratte/ideali in linea d’aria (senza considerare
gli ostacoli, come i fiumi)
= Distanza intermedia fra due siti
Va tenuto presente che l’aumento della quantità di siti rispetto a fasi precedenti viene
interpretato come “espansione demografica”
Il sito che non scaviamo fa parte del sito originario, ma non possiamo pretendere su dati
completi e originari perché si è deturpato o ha perso alcuni materiali (organici)
Aumento prosperità economica
Es. studio delle necropoli
Indicatore per determinare il numero degli abitanti di una città
Paesaggi antichi
Interazione fra fattori ambientali, produttivi, politici e culturali
Per l’archeologia processualista l’ambiente assume una grande importanza per condizionare
una popolazione di una regione
Il post processualismo concepisce anche una componente culturale e considera le tradizioni,
la mentalità e le strutture sociali
Archeologia dei paesaggi italiani
Fusione tra le due visioni
Visione di ciò che l’uomo fa in realtà piuttosto di ciò che dovrebbe fare nel più logico dei
modi possibili
Lascia spazio alle variabilità singole culturali
Recepisce le proposte post che invitano alla valutazione di quella che è la percezione dei
paesaggi per gli antichi (archeologia percettiva)
Vedono il territorio attraverso filtri culturali
Sforziamoci di immergerci nella mentalità del periodo storico per usare gli stessi filtri
Facciamolo recuperando le fonti scritte che ce ne parlano, la toponomastica,
l’etnoarcheologia
Problematiche e dibattiti degli ultimi anni
L’archeologia dei paesaggi si confronta con lo sviluppo della popolazione e l’impatto dell’agricoltura
Lavora sempre più per la tutela e la prevenzione (prevedere i danni che può fare quell’opera su un
paesaggio storico)
Sviluppo di archivi sempre più grandi per archivi sempre più numerosi
Proposti sulla rete di condivisione dei dati territoriali che si incontrano tamite piattaforme GIS (non
c’è niente di più stupido che limitare la condivisione di dati)
E’ un’operazione culturale e può comportare dei danni
Remote sensing, utilizziamo la tecnologia
Problema della preservazione degli archivi
Masse di dati devono essere archiviati con soluzioni definitive (i dati digitali hanno questa
limitazione)
Immagini, cartografie…
LO SCAVO
E’ un esercizio irripetibile
Al contrario dell’archeologia dei paesaggi, che è ripetibile, se non si attua l’esportazione di materiali
Anche se in realtà per qualcuno il territorio è in movimento, perché quello di superficie è sempre in
movimento
Lo scavo è la distruzione del deposito
La distruzione può essere gestita raccogliendo informazioni più raffinate possibili per arrivare a ricostruire
delle storie del deposito, raccogliendo il massimo dei dati
Schema di Giovanni Leonardi
Perdita di informazioni durante uno scavo
Dalla cima si ha l’info più
completa (azione dell’uomo)
Info diminuisce già prima dello
scavo (ridotta rispetto alle iniziali)
2 quanto rimane in traccia del
terreno
3 degrado = prima fase di
deposizione
Successivi processi di degrado
post deposizionali (antropici come
l’aratura e naturali)
2a l’operazione di scavo porta ad
una perdita di dati rispetto
all’evidenza
2b documentazione, attraverso
ipotesi di ricostruzione cerchiamo
di riprenderci le info perse
Non si potranno mai conservare tutti i dati
L’archeologo trova un contesto
Ci devono essere degli indizi e dei quesiti storici
Altra cosa è lo scavo di emergenza
Si deve costruire un’opera pubblica e il Ministero impone uno scavo archeologico (limitato all’area
di deposizione dell’