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SEID.
Il ricercatore è parte dell’indagine. La nozione di diversità sempre presente attraverso i secoli, lo
scopo dell’antropologia è produrre la conoscenza dell’”altro”, diversità è un concetto costruito da
ogni cultura, ma è sbagliato considerarla in modo negativo ( nel passato si vedeva l’Europa come il
centro della cultura e gli altri popoli come barbari) . Dopo la rivoluzione francese la corrente
evoluzionista nell’antropologia : classificazione, creare alcuni livelli di comprensione fra le
popolazioni, stabilire dei “ponti”, educazione interculturale, multicultura. Gli antropologi si sono
smarcati fuori dall’intercultura. Cos’è un mediatore culturale? Si addestrano una serie di persone,
che siano madrelingua delle persone che devono aiutare nei problemi quotidiani dei paesi nei quali
sono arrivati, spesso, purtroppo, questi mediatori sono persone non bene preparate e incapaci a
fornire un valido aiuto. Seguiamo il libro, si parla di Lévi Strass- metodo strutturalista- i suoi studi
ebbero grande importanza, struttura delle parentele, analisi dei miti, studia gli indigeni del Mato
Grosso, molto importante il suo libro: Tristi Tropici (vale la pena di leggerlo!). Altro libro
interessante, scritto da Ruth Benedict :Patterns of Culture, dove si fa un’analisi di tipo psicologico
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09/10/2012
Dall’osservazione e la comparazione alla ricerca sul campo del xx secolo. Il contatto con la
popolazione, che prima non c’era o era minimo, la permanenza sul territorio ; Cuscing vive nei
pueblos, studia gli Zuni, ma si fa coinvolgere troppo, non è consigliabile per un antropologo, la
permanenza non deve essere troppo lunga e l’osservatore deve mantenere sempre un certo distacco.
Arnold Vangedden scrive un testo fondamentale su pratiche e rituali, teoria dei riti di passaggio, in
tre fasi: 1) separazione; 2) marginale; 3) reincorporazione. Simbolismo di morte e resurrezione.
La ricerca deva avere obiettivi scientifici e deve esserci una buona preparazione, si devono
esplicitare le fonti, come sono state date le informazioni, metodo nella raccolta dei dati.
Critica dell’osservazione partecipante, il difetto è la posizione asimmetrica del ricercatore .
All’inizio degli anni ’90 la ricerca antropologica si inizia a ragionare ed osservare sé stessi e gli altri
che ti osservano, ad instaurare un dialogo con l’altro, si negoziano dei significati e si crea un
“mondo terzo”, a metà fra intervistato e l’intervistatore. Saggio di Barbara Tedlock (1991).
Qual è il valore scientifico dell’osservazione? Come deve essere l’atteggiamento dell’intervistatore?
Ognuno vede le cose a suo modo, l’osservazione deve essere allenata, un buon osservatore vede di
più. Cosa “restituire” alla popolazione che ci ha dato le informazioni.
11/10/2012
Tentativo di interpretare la “produzione di senso”, anni ’70( Bourdieu; Geertz), in Italia poco
recepito, sempre antropologia di nicchia (anche a causa del fatto che si scriveva in italiano), si inizia
a recepire questi input a partire dalla fine degli anni ’80. Interpretazione delle strutture e dei fatti,
scrittura etnografica, il ricercatore “spariva”e non si nominavano gli “informatori”. Furono scritti
libri contro le pretese di “oggettivazione”, i fatti non sono cose precise da incasellare e pretendere di
fare “leggi generali”. Altre critiche: i contesti culturali non sono omogenei perché costituiti da da
individui, il carattere solistico lo dobbiamo dimenticare perché il contesto è discontinuo.
Sui manuali processi dinamici e statici, fra questi ultimi c’è la tradizione- come patrimonio
culturale- si diceva fosse statico ma, attraverso il tempo la cultura cambia, “deriva culturale”, i
cambiamenti avvengono attraverso processi interni, scoperte o invenzioni. Le interazioni fra anziani
e giovani, come si trasmettono le tradizioni, gli interessi degli individui, come si generano le azioni.
Osservare come viene prodotta la conoscenza (Bourdieu): 1) fenomenologica: primaria, osservo
l’ambiente e lo descrivo; 2) oggettivista: si riflette, conoscenza consapevole, elaborazione, teorie,
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costruzione più elaborata e critica; 3) prassiologica: le pratiche non sono delle cose che vanno
osservate ma insiemi di elementi, linguaggi e gesti che sono espressione di individualità, che noi
dobbiamo cercare di capire per poterle interpretare.
Produzione del “senso” del comportamento, questo insieme ci dà il “senso comune”, la società vista
come un’arena in cui le persone mettono in campo i loro interessi. “Habitus”, l’insieme dei loro
comportamenti, è importante perché struttura la società.
15/10/2012
Opinioni filtrate attraverso la disciplina - l’onore- relatività che si deve mettere in campo, diverso in
ogni società. I miti sono la storia fondante dei popoli: miti dei pellirosse- la comparsa dell’uomo
bianco e di quello nero. Il linguaggio ha significati molto forti a seconda di come si usa; per i Cabili
contrapposizione uomo/donna: positività:uomo, luce; negatività: donna, buio.
Bachofen, evoluzionista, scrive: “Il Matriarcato”(Das Mutterrecht) poliandria, teoria agamia
primordiale poi matriarcato ed infine ribellione degli uomini che , da allora, comandano. Presso gli
Irochesi studiati da Morgan, il ruolo della donna, che possedeva i campi che si coltivavano,
diventava, dopo la menopausa, molto importante e veniva consultata nei consigli dei capi.
La poliandria esiste in poche società.
17/10/2012
Il concetto e lo statuto del “terreno” antropologico, terreno come luogo e come metafora, il viaggio
è lo spostamento dal proprio ambiente e si deve adottare una prospettiva di “estraniamento”. La
prima volta è fondamentale, si dovrà osservare una realtà in modo diverso, il terreno è come un
tatuaggio per l’antropologo- si sperimenta la diversità. La presenza all’interno degli informatori,
come si selezionano ( la prof. dice che non si devono scegliere mai quelli che vengono a proporsi).
Oggi si studiano di più i dissensi nelle popolazioni, che sono molto significativi. Negli anni ’70 si
inizia a costruire la “cassetta degli attrezzi”- costruirsi le domande, giusto, ma come?
Sul campo adottare una postura e cercare di assumere un ruolo che possa legittimarci, si deve
condividere la vita di quei popoli che si studiano, rapporto orizzontale, come “entrare”. “ Il campo
trasforma ciascuno di noi in vero antropologo, ma l’etnologo non può cancellare la sua tara
originaria, è, e resterà, uno straniero solo di passaggio”(Grottanelli).
Margaret Mead, a Samoa, condusse importanti studi di genere sulla transizione delle ragazze che
diventano adulte e girò, con il marito, interessanti filmati etnografici, “Coming of Age in Samoa”. 5
Più tardi Margaret Mead fu aspramente criticata per il suo metodo di indagine sbagliato.
18/10/2012
La Prof. Faldini ci racconta alcune delle sue esperienze a S.Paolo in Brasile, dove si reca spesso per
i suoi studi di campo, lei si interessa del candomblé e segue la costruzione di un santuario in quel
paese. I disagi e i problemi non sono pochi in quella zona. L’igiene, il cibo, il rischio di contrarre
malattie che talvolta possono manifestarsi anche dopo anni ed essere incurabili. Conviene sempre
informarsi sulle normative sanitarie, fare le profilassi del caso, e fare una buona assicurazione
sanitaria .
Rivisita, tornare dopo anni sul terreno di studio dopo 5-10 anni, per studio diacronico - come e cosa
è mutato- analisi “piatta”. Ristudio, ricerca in terreno già studiato da altri, cambiamenti nello studio
del territorio e nello studioso. Raymond Firth, appartenente alla scuola sociale britannica, scrisse il
libro: “We, The Tikopia”, nella rivisitazione venivano fuori cose che smentivano gli studi
precedenti.
22/10/2012
L’inchiesta antropologica- tre modi di apprendere i fenomeni sociali- problematizzare questi sistemi
di produrre conoscenza. Vedere-Udire- Scrivere. Acquisizione e costruzione della conoscenza,
prima esperienza del ricercatore; “domesticazione” teorica del modo di vedere- già alterato dai suoi
studi- schema concettuale come una lente attraverso cui lo studioso “vede”.
Studioso in Amazzonia, va in un villaggio, non conosce una parola della lingua locale, osserva le
abitazioni, la capanna collettiva, i focolari, conta le amache, ma tutto questo è una “natura morta”
non è ancora in grado di capire e conoscere questa realtà che vede. Le persone, le relazioni fra loro,
egli le “sente” attraverso il filtro dell’osservatore e dell’informatore, che influenza molto, anche il
“modello nativo”, le interviste- che assomigliano ad una conversazione (serve il “consenso
informato”). La natura della relazione tra intervistatore e intervistato è quasi sempre assimetrica; si
deve arrivare alla “fusione degli orizzonti” per arrivare ad un “mondo altro”.
Le regole della osservazione partecipante: l’osservatore assume un ruolo che è decifrabile dagli
osservati, ciò porta a formulare delle ipotesi che verranno “testate”, in un terzo momento deve
scrivere. Due tappe: l’antropologo che sta lì e quello che sta qui; nel primo caso diari e note, nel
secondo: monografie, dati e registrazioni, note di campo, osservazioni e riflessioni, dati filtrati
attraverso un’interpretazione teorica e personale. L’autonomia del ricercatore non esiste, egli dà una
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interpretazione che condiziona e dipende dal contesto in cui scrive; egli scrive per la comunità
scientifica, scrivere è assai diverso dal lavoro di campo- perché è un racconto di qualcosa che è già
passato, già stato vissuto ed elaborato-
Le monografie: classiche (non si fanno più), ambiente- economia -costumi sociali- famiglie e
struttura politica. Il secondo tipo tratta un solo tema alla volta. Il terzo tipo (post moderno) parla
dell’interazione tra ricercatore e il popolo che sta studiando “scrittura polifonica”, tutti partecipano.
Processi di relativizzazione, rifuggire dall’etnocentrismo.
24/10/2012
Osservazione partecipante, ricerca di tipo scientifico con caratteristica investigativa, metodi rigorosi
tecniche di raccolta dei dati per verificarne la veridicità. Strumenti: occhi e orecchie, alcuni dicono
che la presenza dell’osservatore sul campo può influenzare i dati raccolti, egli non può controllare
ciò che avviene nel luogo dove si trov