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La risoluzione con la quale è stata digitalizzata un'immagine si può anche aumentare a posteriori con un processo di interpolazione, ma ciò non comporta un miglioramento della qualità nativa dell'immagine (le informazioni non aumentano). Occorre prestare attenzione ad avere un'immagine con risoluzione sufficiente per gli usi a cui si intende destinare l'immagine stessa.

Per l'elaborazione digitale delle immagini raster esistono vari software commerciali, alcuni disponibili anche in versione trial. In alternativa, si propone un software libero: gimp. Per la grafica vettoriale, invece, si propone inkscape.

Meccanismi della percezione

Ogni segnale visivo è mediato dai meccanismi della percezione visiva. Si può distinguere tra segnali di comunicazione visiva casuale e intenzionale.

  • Una comunicazione casuale può essere liberamente interpretata da chi la riceve;
  • una comunicazione intenzionale dovrebbe
essere ricevuta nel pieno del significato voluto nell'intenzione dell'emittente. Il messaggio visivo, nel raggiungere il suo scopo, incontra sia ostacoli esterni che interni al ricevente e deve fare i conti con gli aspetti fisiologici del processo percettivo visivo. La rappresentazione grafica è un tipo di comunicazione visiva intenzionale. Serve soprattutto per comunicare qualcosa agli altri. Quando la grafica diventa comunicazione è necessario che adoperi adeguatamente un codice visivo comprensibile e universale. La grafica non deriva da una capacità innata, ma si progetta. Ogni immagine può essere frutto di composizione. Gli elementi primari della composizione formale si relazionano tra loro e con lo spazio della composizione, tenendo conto delle caratteristiche del ricevente. Gli aspetti da considerare nella composizione di una buona progettazione sono: i meccanismi della percezione visiva, gli elementi primari della composizione formale, i rapporti tra

elementi primari e tra essi e il contesto,- l'apparenza superficiale.

Il campo visivo

Lo studio della percezione visiva parte da considerazioni sulla fisiologia dell'organo umano della vista. Nell'occhio umano, la risoluzione del campo visivo è varia: nella zona centrale del campo la vista è acutissima, mentre ai margini vediamo male un oggetto grande come una mela.

A causa del variare dell'acutezza, il cervello elabora solamente il 5% del campo visivo per volta e siamo costretti a muovere lo sguardo per captare la realtà. La visione è un processo attivo che si compie attraverso una vera e propria esplorazione.

Esiste anche un punto cieco della retina, privo di recettori, nel quale non passa l'informazione visiva. In quel punto, è il cervello a completare l'immagine della realtà con ciò che gli è noto.

Il nostro cervello decide dove guardare, dove andare a fissare per mettere a fuoco

Ciò che vuole vedere nel punto centrale del campo visivo, quello di massima acutezza. Per questo muoviamo lo sguardo. I movimenti dell'occhio sono impercettibilmente veloci: tra una fissazione e l'altra c'è un momento in cui la visione è soppressa.

Uno degli studi più completi sulla percezione visiva è stato quello di Rudolf Arnheim, che si basava sulla Gestaltpsychologie. Se una figura possiede una struttura semplice, la sua struttura risulta molto forte e tende a essere percepita come piatta: non se ne percepisce subito la tridimensionalità perché il nostro cervello la riconduce subito alla struttura più semplice e conosciuta.

La composizione ha a che fare con la struttura, quindi con l'organizzazione delle parti di un'unità. Le singole parti di un'immagine vivono in relazione tra loro.

Le teorie sulla percezione. Sulla percezione ci sono teorie bottom-up, per le quali le forme sono già

insistenelle cose e si imprimono nel cervello, e teorie top-down, secondo le quali è ilcervello a imporre le regole alla realtà e a decidere cosa vede.

Emilia BrunduGli elementi primari del disegno sono concetti astratti, che esistono solo inquanto da noi percepite e riconosciute.

Nel campo dell'arte, si è sempre cercato distabilire quali fossero i principi compositivie quali fossero gli elementi basilari daconsiderare nei reciproci rapporti. Ci siappoggiava a principi filosofici, religiosi. Fula Gestaltpsychologie a introdurre i principidella "buona forma" e a parlare di forme chenon appartengono al mondo ma sono datedall'occhio che guarda.

Gli elementi primari definibili come unità basilari, secondo la teoria diKandinsky, sono il punto, la linea e la superficie. I disegni più elementari sonoquelli costituiti dagli elementi minimi e sono detti strutture formali o tipicognitivi.

In questo senso, c'è un rapporto tra

disegno e somiglianza. La struttura formale si associa subito al significato. Disegni elementari sono più velocemente riconoscibili, perché rimandano immediatamente alla struttura delle cose conosciute.

Il punto è l'unità minima percepibile generata dal contatto dello strumento col supporto. Non è percepita come estesa, ma solo per la sua collocazione spaziale nel piano della rappresentazione. Il punto in natura non esiste, ma siamo noi che lo razionalizziamo (come nei disegni di stelle, che vengono viste come punti anche se non lo sono).

La linea è composta dalla successione di punti adiacenti. Si distingue per configurazione e unidirezione nel piano della rappresentazione. Per Kandinsky è un punto in movimento. Anche le linee non esistono in natura. I contorni, infatti, sono dati dalla differenza che la luce induce nella percezione visiva.

La superficie (o forma) è l'unità spaziale bidimensionale percepita come

altro rispetto allo sfondo. Si sviluppa in due direzioni. Il nostro sistema percettivo tende a riconoscere poche e principali forme semplici. Una figura delimita uno spazio: lo spazio positivo è ciò che sta dentro una forma, percepibile come unitario, mentre quello negativo è lo spazio che sta intorno a un oggetto. I due si influenzano tra loro. Una figura riconoscibile è percepita come unitaria rispetto allo sfondo: si percepisce come spazio positivo la figura e come spazio negativo lo spazio circostante. Il rapporto tra figura e sfondo e spazio positivo e negativo può essere ingannevole e creare illusioni visive e ottiche. Composizione degli elementi primari I tre elementi basilari del linguaggio grafico (punto, linea e superficie) sono modulati in base a dimensione, quantità, posizione, forma, colore, texture, luminosità, contrasto, proporzioni, ritmo, reciprocità. Gli elementi sono sempre in relazione tra loro. Kanizsa ha

Divulgato e sviluppato in Italia la teoria gestaltica. Il suo famoso triangolo è importante per spiegare i principi gestaltici.

  • La legge della chiusura ci dice che il nostro cervello tende a completare le forme incomplete, prediligendo le forme più semplici.
  • La legge della vicinanza o prossimità ci dice che il nostro cervello tende a raggruppare le forme tra loro più vicine, riconoscendole come nuove unità.
  • La legge della similarità o uguaglianza ci dice che il nostro cervello tende a raggruppare forme tra loro simili, quando percepite tra una moltitudine di elementi diversi. La similarità è più forte della vicinanza.
  • La legge della forma chiusa ci dice che le linee tendono a essere raggruppate secondo forme chiuse. Essa prevale su quella della vicinanza.
  • La legge del destino comune ci dice che le forme tendono a essere raggruppate per coerenza formale. Questa legge prevale su quella della chiusura.
  • La legge del moto comune
dice che tendono a essere percepiti in unità gli elementi che si orientano nella stessa direzione. Questa legge ci introduce alla percezione dell'equilibrio. In base all'esperienza tendiamo ad associare questo concetto a sensazioni dinamiche, di movimento, di direzionalità. Arnheim ha parlato anche di "potere del centro": il centro è il punto in cui la forma appare in configurazione più stabile. Inoltre, il convivere con la forza di gravità ci porta istintivamente a trasferire significato di peso agli elementi grafici: il punto poggiato in basso appare fermo, mentre quello sospeso sembra in procinto di cadere. Infine, la linea orizzontale posta in posizione centrale rappresenta l'orizzonte, al di sopra c'è il cielo, l'astratto, e sotto c'è la terra, il concreto, il basso: il significato risente di questa interpretazione. L'orizzontale definisce relazioni di parità.mentre la verticale definisce gerarchie. Lo spazio figurativo è influenzato, dunque, da nozioni proprie a tutti gli uomini. Un altro importante aspetto di condizionamento è il verso di lettura. Sommando l'influenza della gravità e del verso di lettura, si deduce che l'angolo dotato di maggiore dinamismo in uno spazio figurativo è quello in basso a destra. Infatti viene spesso sfruttato per dare maggiore enfasi e forza a quanto vi viene posto. Da queste interpretazioni nasce la legge dell'esperienza, che ci dice che, dopo aver organizzato le forme in unità secondo le leggi formali, le interpretiamo per significato in base alle esperienze note che abbiamo di quelle forme. A questa legge è a sua volta legata la legge della pregnanza o della "buona forma", che ci porta a ricondurre ciò che percepiamo alle forme più semplici. Gli indizi visivi che ci permettono di percepire la profondità dello spazio derivano.sempre dalle nostre modalità percettive: sempre in base all'esperienza possiamo individuare alcuni indizi bidimensionali che ci permettono di percepire la profondità. Questi sono i termini legati a questo concetto: - Sovrapposizione: se una forma copre un'altra, percepiamo più vicina quella che sta davanti. - Prospettiva lineare: convergenza di rette parallele verso l'orizzonte. - Posizione rispetto all'orizzonte: la forma posta più in alto è percepita come se fosse più lontana. - Grandezze relative tra le cose: le forme più grandi sono percepite come più vicine. - Ombreggiatura: la deduzione della presenza e posizione delle ombre degli oggetti. - Sfocatura: gli oggetti più vicini appaiono più nitidi. - Prospettiva aerea: le
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
46 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/17 Disegno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fakeemib di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi e tecniche della rappresentazione grafica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Vanini Cristina.