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COLLEGAMENTI FILETTATI

Obiettivo: partendo da componenti singoli, si vuole ottenere un insieme (cioè gruppo funzionale) che svolga la propria funzione nel modo migliore possibile quindi con:

  • Maggior sicurezza
  • Minor costo
  • Maggiore facilità d'impiego
  • Semplicità di manutenzione

Prima di tutto suddividiamo i collegamenti in smontabili e fissi. I collegamenti smontabili si hanno quando le parti unite si possono separare l'una dall'altra con semplici operazioni. In questi casi il vincolo tra le parti può essere l'attrito oppure un ostacolo fisico.

Collegamenti filettati: largamente impiegati nelle costruzioni meccaniche con funzioni di collegamento, di arresto, di registrazione e di manovra.

Filettatura: risalto di sezione costante (filetto), avvolto ad elica sulla superficie esterna di un elemento cilindrico o conico, che prende il nome di vite, o sulla superficie interna di un analogo elemento che prende il nome di

madrevite. Gli elementi filettati assolvono due compiti principali:
  • funzione di collegamento;
  • funzione di trasmissione (viti di manovra).

MRT Pagina 37

Le viti comprimono due pezzi l'uno con l'altro e fanno sì che due pezzi non si muovano reciprocamente per attrito. La vite infatti non va a sbattere contro la parete interna del filetto. Le viti lavorano solo per trazione e non per taglio. Si chiamano dadi solamente gli elementi con cui si va ad avvitare una vite (un foro con una filettatura usato appunto per avvitare una vite);

elementi di filettatura:

elica = curva descritta da un punto che si muove di due moti uniformi e simultanei, uno circolare e uno rettilineo, su di una superficie cilindrica o conica.

Se si considera il moto elicoidale di una figura piana (triangolo, trapezio, ...), si ha una superficie elicoidale (il filetto, detto anche pane o verme).

profilo = l'intersezione del filetto con un semipiano avente per origine l'asse della

filettatura può avere diverse forme:

  • MRT Pagina 38
  • triangolo generatore di altezza H;
  • angolo del filetto = angolo al vertice del triangolo generatore.
  • cresta = congiunge i due fianchi di un filetto;
  • fondo = congiunge i fianchi di due filetti consecutivi;
  • passo = distanza tra due punti omologhi del profilo.

madrevite = foro filettato che ospita la vite

esistono anche viti con due o più eliche che si rincorrono tra di loro: filetti contigui.

definizioni (immagine a seguire)

  • diametro esterno = diametro misurato sulla cresta del filetto della vite (d) o sul fondo del filetto della madrevite (D)
  • diametro di nocciolo = diametro misurato sul fondo del filetto della vite (d3) o sulla cresta del filetto della madrevite (D1).
  • linea media = linea contenuta in un piano assiale tale che le sue intersezioni con i fianchi del filetto siano equidistanti.
  • diametro medio = diametro misurato sulla linea media (d3 e D3)
  • diametro nominale = diametro esterno d della vite
quello corrispondente D della madrevite (utilizzato per la designazione convenzionale della filettatura). MRT Pagina 39 (utilizzato per la designazione convenzionale della filettatura). Una filettatura può essere destrorsa e sinistrorsa. Tipi di filettature: - Metriche ISO - Whitworth - Gas - Trapezie - A denti di sega Per definire completamente una filettatura bisogna specificare 5 caratteristiche: - Tipo di profilo - Diametro - Passo - Numero di principi - Senso di avvolgimento MRT Pagina 40 Filettature metriche ISO si distinguono in: - Passo grosso - Passo fine Come si vede dalla figura in realtà in corrispondenza delle creste e dei fondi ho degli smussi oraccordi. Come si designano le filettature metriche: 1. Lettera M 2. Diametro nominale in mm 3. Passo preceduto da segno di moltiplicazione (obbligatorio se ho passo fine) 4. Se ha più principi allora indicare il numero e dopomettere scritta "fil". 5. Se èsinistrorsa si mette sin.filettature WHITWORTHdesignazione whitworth:
1. diametro nominale espresso in pollici o frazioni di inch
2. lettera (W)se le filettature whitworth non è unificata allora:
1. diametro nominale in pollici.
2. segno x moltiplicazione.
3. numero di filetti per pollice MRT Pagina 411. diametro nominale in pollici.
2. segno x moltiplicazione.
3. numero di filetti per pollice
4. WFilettature GASderivano dalle precedenti whitworth ma hanno passi più fini
classificazione :
• per tubazioni non a tenuta stagna sul filetto
○ vite e madrevite cilindrica.
○ ermeticità affidata a guarnizioni
○ designazione G e classe di tolleranza A o B ( se parliamo di filettatura esterna)
• a tenuta stagna sul filetto
○ vite conica
○ madrevite conica o cilindrica
○ designazione
▪ filettature interne cilindriche Rp
▪ filettature interne coniche Rc
▪ filettature esterne coniche R nom>come si realizzano le filettature ?• fusione ;• stampaggio;• asportazione di truciolo ( più usata) ;• rullatura (ricalcatura).

IMPORTANTE = RAPPRESENTAZIONE DEGLI ELEMENTI FILETTATI

MRT Pagina 42

Vite: diametro esterno linea grossa e diametro interno linea fine.
La filettatura non arriverà mai alla testa della vite (per problemi di realizzazione della filettatura): la parte in alto senza filetto è il filetto incompleto. Esso è caratterizzato da una parte vicino al filetto vero e proprio che non è a 90° con l'orizzontale.
L'inizio del tratto utile di una filettatura è rappresentato con una linea grossa.
La parte finale della vite è smussata per farla entrare nella madrevite.

Madrevite: bisogna innanzitutto distinguere tra foro passante e foro cieco .Come per la vite non posso andare a filettare fino alla fine del foro. La fine del tratto utile della filettatura è indicata con una linea grossa. Quelloche rappresento con linea grossa è il diametro interno, a linea fine il diametro nominale o esterno. In alto c'è uno smusso finale che arriva al diametro esterno(?). Non bisogna campire gli elementi di bulloneria: viti e bulloni non si sezionano anche se il piano di sezione passa per essi. MRT Pagina 43 Nelle viste trasversali la linea fine è realizzata per poco più di 3/4 di giro (per sottolineare che è una filettatura, circa 270°). Se però si ha un piano di sezione che passa per metà vite, nella vista trasversale la linea fine viene realizzata a 180°. Quotatura filettature MRT Pagina 44 esempi MRT Pagina 45 Si indica il diametro nominale (quindi nel caso della madrevite le linee di riferimento partono da una linea fine). Si quota anche il tratto utile della filettatura che è quello funzionale. Inoltre le viti presentano spesso delle "gole" per far arrivare a battuta la vite (la vite non ha filettatura fino alla testa).

ma così si può avvitare fino a battuta).Invece i fori possono avere una parte in alto a diametro maggiore per incassare la testa di una vite.

organi di collegamento filettati:

  • vite• gambo filettato (interamente o parzialmente)• testa ( elemento di manovra)
  • dado• elemento esagonale o quadrato con foro filettato
  • bullone• insieme di vite e dado
  • vite prigioniera• cilindro filettato da entrambe le parti
  • inserti filettati
  • raccordi filettati

DADI caratterizzati da :

  • filettatura (tipo, dimensioni, lunghezza )
  • forma esterna MRT Pagina 46
  • forma esterna○ prisma retto a base quadrata○ prisma esagonale retto○ …
  • esempi di rappresentazione semplificata :

VITI caratterizzati da :

  • filettatura (tipo, dimensioni e lunghezza)
  • gambo
  • testa
  • estremità

esempio di collegamento con vite passante e dado MRT Pagina 47

esempio di vite passante e dado 2 MRT Pagina 48

collegamento con vite mordente MRT Pagina 49

vite

prigionieravite prigioniera in foro cieco MRT Pagina 50

designazione bulloneria

tipo di organo filettato

filettatura

lunghezza (sotto testa, ove questa esista)

tabella ENI / UNI di riferimento

Categoria (A B C) basata sulle tolleranze di lavorazione

classi di resistenza che indicano le caratteristiche meccaniche

DISPOSITIVI DI APPOGGIO

Rosette = diminuiscono la pressione esercitata per effetto serraggio.

piastrine (per materiali teneri) = si mettono tra dado o testa della vite e superficie del pezzo.

MRT Pagina 51

DISPOSITIVI ANTI SVITAMENTO

Rosette elastiche = interposte tra dado o testa della vite e superficie di appoggio

esistono dei dispositivi anti-allentamento, i quali servono per non far svitare la vite, per esempio la rondella (non tutte le rondelle servono per non allentare la vite, ma per esempio solo per distribuire il carico). Questo succede per esempio quando in una macchina le vibrazioni fanno spostare le componenti. Se non mettiamo alcun dispositivo, succede che il dado lentamente

sisposti verso l'esterno. Una soluzione tipica è la rosetta spaccata: essa è in materiale molto elastico, è spaccata con le punte affilate e messe con un verso tali per cui deve essere concorde con il verso della filettature (destrorsa e sinistrorsa). rosette dentate = Le dentature sono tutte piegate, come una torsione. Quando sono schiacciate hanno una capacità elastica. Dentatura esterna o interna. Nel montaggio il dado non è a contatto con il pezzo, ma si vede che c'è di mezzo il dispositivo. MRT Pagina 52 rosette di sicurezza rosette di sicurezza = Si utilizza una linguetta (non elastica) la quale va a piegarsi sul bordo del pezzo. In questo modo il dado non può ruotare poiché la linguetta blocca su una faccia. controdadi dado e controdado = Nella slide abbiamo sopra una rondella un primo dado e poi un controdado. Il controdado e ruotato bloccando il dado di sotto (appunto contro il dado). Si crea una pressione sulla superficie

tra i due dadi. Il dado viene spinto verso il basso dal controdado. La filettatura dellavite è messa in contatto nella parte sotto nella parte del controdado, e nella superficie superiorenella parte del dado: anche se la parte con la rosetta va ad allentarsi, la forza di attrito tra i duedadi è elevatissima e i dadi rimangono bloccati.

MRT Pagina 53dadi è elevatissima e i dadi rimangono bloccati.ci sono anche i dadi autobloccantighiererappresentazione di una ghiera MRT Pagina 54il giunto in mezzo serve ad allineare i due p

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mattia_galesi11 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi di rappresentazione tecnica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Cascini Gaetano.