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La metamorfosi
Deriva da due parole greche: 'meta', un prefisso che indica "successione nel tempo", ma anche cambiamento e trasformazione; 'morfè' è la forma, che cambia e diventa diversa con l'andare del tempo. Secondo il dizionario Treccani significa trasformazione di un essere o di un oggetto in un altro di natura diversa, come elemento tipico di racconti mitologici e di fantasia, spesso soggetto di opere letterarie, specialmente del mondo classico.
La metamorfosi è anche una nozione scientifica, non è solo un tema che ha a che fare con l'orizzonte della metamorfosi del mito, ma esiste come processo fisico, biologico e zoologico. In zoologia è l'insieme dei cambiamenti morfologici e fisiologici, indicanti un diverso rapporto dell'organismo con l'ambiente, che dallo stadio larvale conducono a quello adulto, tipico di alcuni pesci, anfibi, e invertebrati; in botanica sta in ogni profonda
La modificazione nella conformazione esterna e nella struttura interna di una pianta cormofita ha costituito un vantaggio selettivo nell'adattamento funzionale e biologico dato dai cambiamenti ambientali. Il cambiamento può anche essere traslato dall'ambito fisico, come il cambiamento del carattere, della condotta.
La metamorfosi è qualcosa che accompagna l'immaginario umano fin dalle origini, e di ciò dice qualcosa di molto significativo Walter Benjamin, filosofo del 900.
"La natura produce somiglianze. Basta pensare al mimetismo animale. Ma la più alta capacità di produrre somiglianze è propria dell'uomo. Il dono di scorgere somiglianze che egli possiede, non è che un resto rudimentale dell'obbligo un tempo schiacciante di assimilarsi e condursi in conformità. Egli non possiede, forse, alcuna funzione superiore che non sia condizionata in modo decisivo dalla facoltà mimetica." - Walter Benjamin
Sulla facoltà mimetica (1933, in Angelus novus, Einaudi) La facoltà mimetica è l'istinto di conformarsi, di assomigliare a qualcos'altro, l'uomo sogna se stesso come altro, in tutte le fantasie mitiche, gli archetipi della metamorfosi nascono da questa capacità e predisposizione umana a immaginarsi identico ad altre cose, e proiettare la propria soggettività ad altri enti del mondo non umani. Grazie a questa predisposizione gli esseri umani sono in grado di scorgere somiglianze, di riuscire a generalizzare, a vedere degli elementi in comune tra oggetti ed enti diversi, ad astrarre. Massimo Fusillo, riprendendo la voce del Dizionario dei temi letterari, scrive che: «Con il termine metamorfosi si indica letteralmente il cambiamento di forme, e quindi un processo di trasformazione radicale di un essere che si muta in un altro essere, o si assimila e si contamina con lui, dando vita a prodotti ibridi. E' un termine molto presente nellessico scientifico, ma che in letteratura ha assunto una valenza prevalentemente legata alla sfera soprannaturale.
Massimo Fusillo, Metamorfosi (dal Dizionario dei temi letterari)
Nelle metamorfosi di Ovidio la metamorfosi può essere la trasformazione radicale di un essere che diventa un altro essere, ma può essere anche la fusione di due esseri, che insieme danno vita ad un terzo essere ibrido, come nel caso di Ermafrodito. Quando si parla di metamorfosi si parla di qualcosa di prodigioso, sovrannaturale. I miti nascono per spiegare il mondo e la metamorfosi è uno dei procedimenti tipici e comuni del mito per spiegare la nascita e l'origine di una serie di cose: si definiscono racconti eziologici, che ci danno la causa e l'origine del mondo così come lo conosciamo, come il racconto della genesi cattolica. La cultura ebraico-cristiana si fonda su un solo testo, e quindi su una tradizione mitologica molto lineare e compatta: al contrario, il mito
Il mito classico, essendo anche sincretistico, è un tipo di immaginario mitologico in continua espansione, è mutamento e nessuna di queste storie è canonica. Il mito nella storia classica ha anche avuto una funzione conoscitiva. La cosmogonia, la storia del mondo nel mito classico, prevede un graduale passaggio dall'età dei mostri a un'età più civilizzata fino ad arrivare all'olimpo di Zeus, in cui il mondo è ordinato e c'è giustizia. Il passaggio da una fase più caotica a una fase più ordinata nell'immaginario mitico è segnata dall'azione degli eroi civilizzatori. Queste figure costituiscono un tipo antropologico: un eroe, quasi sempre maschio, che in quanto ciò libera la terra dai mostri (ad esempio Teseo che uccide il minotauro).
Le Metamorfosi di Ovidio caratteri generali. Le Metamorfosi ovidiane sono state scritte in età augustea, quindi nei primissimi anni dell'era cristiana.
Sono presenti 250 trasformazioni che vanno dal Caos primordiale fino alla contemporaneità, cioè l'apoteosi di Cesare. La ricchezza di miti rende quest'opera un manuale di mitologia classica, soprattutto nel periodo del medioevo, prima che si diffondesse tra i critici e intellettuali occidentali l'abitudine di apprendere il greco. Il fatto che gli episodi mitici raccontati siano molto influenzati dalla sfera erotica porterà, in età medievale, a seguito di una "depurazione" di questo aspetto che porterà a rielaborare l'opera in un senso più edificante e vicino alla morale cristiana, alla perdita dello scopo posto da Ovidio stesso nella compilazione e l'opera rimane una semplice, seppur complessa, enciclopedia di spunti riguardanti la sfera del mito. Vi è, nei racconti, un confine molto labile tra tragico e comico, il che rende le Metamorfosi, un testo letterario molto complesso. Le trasformazioni sono non solo moltissime,
ma anche moltovarie, e ci offrono passaggi dal mondo animale a quello vegetale a quello minerale, da quello animato a quello inanimato fino ai cambiamenti di sesso. Ovidio si mostra irriverente nei confronti del mito: notiamo un grande sforzo di rielaborazione e la sua riscrittura è, per molti aspetti, "dissacrante". Innanzitutto nei confronti delle divinità, che vengono presentate spesso con atteggiamenti infantili, capricciose e soggette alle leggi dell'eros, del desiderio, della gelosia e della ripicca; la sostanza del mito stesso rappresenta la volontà dell'autore di focalizzarsi su conflitti etici o competizioni per il potere e l'autorità, eppure il mito è tutto declinato verso il sentimento del piacere, della libertà individuale e degli istinti in generale, primo tra tutti l'eros, ma anche la rabbia e la vendetta. Ovidio ci racconta molto più volentieri di personaggi appassionati, e se ci parla di eroi ce lipresentate come punizioni divine. Ovidio mette in evidenza la fragilità dell'essere umano e la sua dipendenza dagli dei, che possono trasformare la sua vita in un istante. Le Metamorfosi sono un'opera ricca di simbolismo e allegorie. Ovidio utilizza le trasformazioni fisiche dei personaggi per rappresentare i cambiamenti interiori dell'animo umano. Ad esempio, il mito di Narciso rappresenta l'amore per se stessi e la vanità, mentre il mito di Orfeo e Euridice simboleggia la forza dell'amore e la sua capacità di superare la morte. Inoltre, Ovidio utilizza spesso l'ironia e il sarcasmo per criticare la società e le sue convenzioni. Ad esempio, nel mito di Aracne, una tessitrice talentuosa viene trasformata in un ragno per aver sfidato la dea Atena. Questo mito mette in luce la rivalità tra artisti e la paura delle donne di eccellere in un campo tradizionalmente maschile. In conclusione, le Metamorfosi di Ovidio sono un'opera complessa e affascinante che esplora temi universali come l'amore, la morte, la trasformazione e la condizione umana. La sua scrittura vivace e ricca di immagini rende i miti antichi accessibili e attuali, offrendo al lettore una prospettiva unica sulla natura umana e sulle sue contraddizioni.riferite come già avvenute (vedi Eco), le quali ci vengono raccontate meticolosamente in tutte le loro fasi, accompagnate dalla percezione che il soggetto, o il testimone, ha della metamorfosi subita. Ovidio gioca spesso con la tecnica del cambio prospettico tra i personaggi e il narratore stesso (vedi Pigmalione): questa tecnica non fa altro che rendere l'opera sempre più raffinata e si può considerare persino avveniristica, tanto è che questa tecnica viene ripresa da Harry James quasi due millenni dopo. Ciò permette di mettere in evidenza la crisi esistenziale che pervade il soggetto nel momento in cui si trasforma, perché ci porta nella mente di questi che realizza il suo cambiamento (vedi Ociroe e il suo istinto di mangiare l'erba), il quale rimane sbalordito, ma anche spaventato. Anche questa caratteristica apportata da Ovidio nella sua narrazione costituisce una novità importante, perché le metamorfosi avvengono nelcorpo e nel carattere, ma la coscienza del soggetto trasformato rimane la stessa (mens pristina mansit, mito di Atteone), e quindi è possibile analizzare gli effetti sullo stato psicologico durante la metamorfosi. La metarfosi può assolvere alla funzione di risposta al comportamento o a una trasgressione (hybris), che meritano una vendetta divina (nemesi); in qualche caso più raro, la trasformazione è una ricompensa per una virtù: vedi Tiresia, punito da Giunone e premiato da Giove per aver detto la verità; anche Salmacide, la quale viene premiata per la sua fede e la sua carica erotica. La metamorofosi può, però, anche essere il risultato del graduale e prodigioso adeguamento del corpo a una mutata condizione spirituale e psicologica del soggetto (vedi Cliza ed Eco, consumate da un amore non ricambiato e inglobate dalla natura: nella prima rimane la "fissazione", nella seconda rimane la coscienza). In questo caso, quindi, lametamorfosi non è unarisposta, non un evento che si verifica a seguito di una trasgressione o una preghiera, ma unevento naturale che porta a far combaciare mente e corpo del sogetto.In entrambi i casi, in Ovidio - e generalmente nella metamorfosi classica – la trasformazionenon modifica l'identità del soggetto trasformato: anzi, i due lati sono strettamente legati, per cui lametamorfosi è necessariamente collegata all'identità che la subisce e accade per un motivo,diversamente dalle metamorfosi kafkiane, le quali avvengono senza un motivo esplicito ecostituiscono quasi una "violenza" nei confronti di chi la subisce.La maggior parte delle trasformazioni si originano dalla sfera dell'istinto, del desiderio erotico,sia del trasformato sia di chi le procura: il dio si trasforma perché vuole ricongiungersi conl'umano (vedi Zeus) oppure per la cupidigia di Salmacide.Questo non implica che l'eros sia una cosanegativa: al contrario, è considerata la fonte di tutti i prodigi, il grande motore del mondo perché l'amore giustifica tutto, anche Clizia che denuncia la nuova amante del suo.