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MERCATI E STATO IN UN’ECONOMIA MODERNA
Nel corso della storia le società hanno ridefinito innumerevoli volte il ruolo dello Stato e del mercato. Ad esempio:
- XIX secolo → epoca del laissez-faire (lo Stato interferisce il meno possibile sull’attività economica e lascia le decisioni al mercato)
- Fine del XIX secolo → parziale abbandono del laissez-faire a favore di un “welfare state” (Stato del benessere), in cui mercati controllano le attività della vita economica quotidiana mentre lo Stato stabilisce le condizioni sociali e fornisce pensioni, assistenza medica e altri beni
- Fine del XX secolo → parziale ritorno al laissez-faire
1. Che cos’è un mercato
Un mercato è un meccanismo che consente ad acquirenti e venditori di interagire al fine di determinare il prezzo e la quantità di un bene o un servizio.
Un’economia di mercato è un complesso meccanismo che coordina individui, attività e imprese tramite un sistema di prezzi e mercati.
MA nessun individuo, organizzazione o Stato è responsabile della soluzione dei problemi economici.
In un’economia di mercato ogni cosa ha un prezzo
↓
il valore del bene in termini di moneta
I prezzi:
- coordinano le decisioni dei produttori e dei consumatori
- se elevati, riducono gli acquisti dei consumatori e aumentano la produzione
- se bassi, aumentano il consumo ma frenano la produzione
I prezzi fungono dunque da equilibratori.
Equilibrio di mercato (o equilibrio tra domanda e offerta). L’equilibrio di mercato è il punto in cui la quantità offerta dai venditori è uguale alla quantità richiesta dai compratori.
Il mercato individua dunque il prezzo di equilibrio che soddisfa sia i desideri degli acquirenti sia quelli dei venditori.
Come i mercati risolvono i 3 problemi economici. Trovando un equilibrio tra acquirenti e venditori (domanda e offerta) in ciascun mercato, un’economia di mercato risolve contemporaneamente i 3 problemi economici:
- Cosa produrre
viene stabilito dal cosiddetto "voto con il portafoglio" dei consumatori, nelle loro decisioni di acquisto quotidiane.
Le imprese desiderano massimizzare il profitto (o ricavo netto)
- la differenza tra il valore totale delle vendite e i costi totali; (tra le attività attualmente più proficue rientrano la produzione e commercializzazione di farmaci)
- Come produrre
dipende dalla concorrenza tra i diversi produttori. Come far fronte alla concorrenza? Mantenendo i costi a un livello minimo e adottando metodi di produzione più efficienti.
- Per chi produrre
(chi consuma e in quale quantità), dipende dalla domanda e dall’offerta sul mercato dei fattori di produzione.
Il capitale è uno dei 3 fattori di produzione fondamentali. Gli altri due sono detti “primari” (lavoro e terra).
La sua offerta è in gran parte determinata da fattori non economici (fertilità e geografia del paese, ad esempio).
Se gli individui sono pronti a risparmiare (sacrificio, trade-off temporale) la società può destinare le proprie risorse alla creazione di nuovo capitale.
L'accumulazione di capitale genera crescita economica (costruzione di nuove fabbriche o strade, anni di studio aggiuntivi, ecc...).
MA OCCORRE FARE ATTENZIONE!: Troppi investimenti indiretti provocherebbero un'eccessiva riduzione dei consumo presente.
Proprietà privata.
In un’economia di mercato il capitale è di proprietà dei privati.
I titolari dei “diritti di proprietà” hanno la facoltà di utilizzare, scambiare, cedere o sfruttare i loro beni capitali.
CAPITALISMO: capacità degli individui di possedere e sfruttare il capitale.
MA... i diritti di proprietà sono limitati (la società decide i limiti entro i quali una fabbrica può emettere sostanze inquinanti, ad esempio).
Crescita e stabilità macroeconomiche
Sind dalle sue origini, il capitalismo è stato turbato da fasi di INFLAZIONE (aumento dei prezzi) e RECESSIONE (tasso di disoccupaz-
zione elevato) → CICLO ECONOMICO
L'attento impiego di politiche fiscali e monetarie consente allo
stato di influenzare la produzione, l’occupazione e l’inflazione.
POLITICHE FISCALI: rappresentano il potere di far pagare le imposte
e di spendere
POLITICHE MONETARIE: consistono nella determinazione dell’offerta di
moneta e dei tassi d’interesse, che influenzano gli investimenti
interni capitali e altre spese sensibili ai tassi d’interesse.
Grazie allo sviluppo della macroeconomia, a partire dagli anni
'30 gli stati sono riusciti ad attenuare gli eccessi di inflazione
e disoccupazione