Medicina legale - nozioni generali
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viene provata in corrispondenza delle due grandi articolazioni del corpo:
gomito e ginocchio. Se la prova della rigidità viene effettuata entro le
prime 24 ore, i ponti tendono a saldarsi perché c'è un residuo di attività
vitale, se invece è fatta dopo le 24 ore i ponti si risolvono naturalmente
sino ad arrivare alla risoluzione totale, a causa dell'inizio della
putrefazione. Dopo 24 ore il corpo è perfettamente rigido
3) IPOSTASI (ipòstasi). Sono macchie violacee di sangue che si raccoglie
nelle parti declivi ma non compresse del corpo e sempre però all'interno
dei vasi, sotto la spinta della forza di gravità essendo venuta meno la
pressione cardiaca. Indicano la posizione assunta dal corpo dopo la morte
e insieme alla rigidità e al raffreddamento consentono di stabilire l'epoca
della morte. Le ipostasi si distinguono in mobili (lo sono entro le prime 72
ore dal decesso: spostando il cadavere, si spostano le ipostasi perché il
sangue non si è ancora coagulato) e fisse (oltre le 72 ore: spostando il
cadavere non si spostano le ipostasi perché il sangue si è coagulato). Per
l'impiccato le ipostasi si formano a guantoni (mani) e stivaloni (piedi). Le
ipostasi si presentano rossastre nel caso di avvelenamento da ossido di
carbonio
4) DISIDRATAZIONE. consiste nell'evaporazione e nel conseguente
disseccamento post-mortale, più o meno intensi o rapidi a seconda degli
elementi estrinseci o intrinseci (costituzione, peso, sottigliezza della cute,
etc…).
5) ACIDIFICAZIONE. Consiste nell'accumulo di acido lattico dovuto alla
carenza di ossigeno nei muscoli.
6) PUTREFAZIONE. Consiste in un progressivo sfacelo dei tessuti del
corpo per l'azione di batteri aerobi e anaerobi e degli enzimi autolitici.
Questi ultimi fungono da catalizzatori e accelerano il processo di
autodistruzione delle cellule. A seconda del tempo trascorso dal decesso,
distinguiamo quattro periodi di putrefazione: a) PERIODO COLORATIVO
è caratterizzato dalla comparsa della cd macchia verde putrefattiva nella
fossa iliaca o intestino crasso che si manifesta nella seconda o terza
giornata successive al decesso ed è dovuta alla formazione di solfo-
emoglobina o solfo-meta emoglobina; b) PERIODO GASSOSO (inizia
verso il 3-4 giorno, in inverno entro 15-20 giorni dal decesso) si ha quando
i germi si moltiplicano e formano gas dando al cadavere un aspetto
gigantesco, il volto diventa enorme e la lingua è gonfia ed esce di fuori; c)
PERIODO COLLIQUATIVO (si verifica in estate verso il 2 mese, in
inverno dopo 4 mesi): la colliquazione è dovuta ad enzimi autolitici e a
germi aerobi e anaerobi; d) PERIODO DELLA SCHELETRIZZAZIONE (si
completa dopo 3-5 anni): è più precoce nei cadaveri interrati, più lento in
quelli in cassa di zinco. Alla fine del periodo colliquativo, si forma del
liquame nerastro in mezzo al quale guazzano indumenti, ossa e frammenti
di tessuto. Le ossa possono dare informazioni sul sesso e sull'età.
7) SAPONIFICAZIONE. È un processo trasformativo tipico dei cadaveri
esposti ad ambienti molto umidi o scarsamente ventilati o che restano
tanto tempo in acqua. È sempre preceduta da un certo grado di
putrefazione: l'APODICERA si presenta esternamente come massa
bianca, saponosa, viscida e friabile che sa di rancido.
8) MUMMIFICAZIONE. È il processo trasformativo tipico dei cadaveri esposti
ad un ambiente molto secco, assai caldo e ben ventilato. È caratterizzato
da una perdita rapida e massiccia di liquidi: il cadavere pare di aspetto
bruno, pergamenaceo, a tipo cuoio vecchio.
9) MACERAZIONE. È il processo trasformativo tipico dei feti che muoiono
senza essere espulsi dall'utero ed è dovuto all'azione degli enzimi
autolitici.
10) CORIFICAZIONE. È il processo trasformativo dei cadaveri nelle casse di
zinco. La cute ha aspetto di cuoio fresco e sul fondo della cassa si può
osservare per molto tempo liquame cadaverico
L'AUTOPSIA
L'autopsia può essere disposta dall'Autorità Giudiziaria per l'identificazione del
cadavere e per stabilire epoca, modalità e cause del decesso ai fini
dell'accertamento della responsabilità. Dovrebbe essere disposta tutte le volte
in cui vi è la certezza o il sospetto che la morte non è naturale ma violenta. Si
deve anzitutto procedere a un esame esterno del cadavere: si denuda il
cadavere, si accerta la presenza di lesioni antiche e recenti, la presenza di
materiali estranei sul corpo (macchie di sangue, peli, capelli) e si fotografa il
cadavere. Quindi si prova la rigidità cadaverica e poi si procede a un esame
interno degli organi:
1) si scopre l'encefalo operando un'incisione da 1 orecchio all'altro;
2) si incide la calotta cranica;
3) si estrae l'encefalo e se si nota una grande quantità di sangue scuro vuol
dire che c'è stata sofferenza;
4) si divide in due il cervelletto e se c'è sangue vuol dire che c'è stata
un'emorragia intercerebrale;
5) si opera un'incisione a Y sul torace e sull'addome;
6) si analizzano i tessuti toracico-addominali;
7) si possono estrarre gli organi interni che vengono conservati in formalina
per eventuali analisi anotomo-patologiche.
IL VELENO
È una sostanza subdola (perché può essere fatta ingerire al soggetto senza
che questi se ne accorga) e insidiosa (perché agisce in microquantità). Nel
caso di esame di cadavere esumato, bisogna distinguere i veleni che possono
derivare dal terreno. Bisogna prelevare un campione di terra sotto, accanto e
sopra la bara: se il veleno è nella terra di sotto, è il cadavere ad averlo
trasmesso al terreno, se invece si trova nella terra sopra o accanto, il veleno
viene dal terreno.
LE LESIONI
L'ESCORIAZIONE è l'esportazione o la distruzione dell'epidermide ad opera
di forze oblique senza toccare gli strati sottostanti.
L'ECCHIMOSI è un travaso modesto di sangue (nell'ematoma il travaso
invece è più sostanzioso) che infiltra la cute e il sottocute senza alterare lo
stato superficiale nella sua continuità. L'ecchimosi figurata o a stampo è
determinata dalla pressione esercitata dal substrato sulla cute e ne riflette la
forma.
LE LESIONI DA TAGLIO sono quelle in cui le fibre che tengono uniti i tessuti
vengono recise: i margini sono regolari. Ci sono due CODETTE, ovvero
prolungamenti superficiali del taglio, quella d'ingresso che è verticalizzata e
quella d'uscita che è allargata. L'ampiezza dell'angolo formato dalle due
codette determina la direzione del colpo inferto. Nel caso di superfici tonde, le
codette tendono ad invertirsi.
LE LESIONI DA PUNTA sono quelle in cui le fibre non si recidono e al
momento dell'estrazione dell'arma i tessuti tendono a riunirsi Nelle lesioni
vitali, a differenza di quelle post-mortem, vi è la presenza di infiltrato
ematico ai margini della ferita che può essere rilevato tramite l'esame
istologico.
LE LESIONI LACERO-CONTUSE derivano per esempio dalla pressione del
corpo contundente sulla teca cranica a seguito della quale i tessuti scoppiano
e i margini sono frastagliati.
LA PRECIPITAZIONE diverge dalla caduta perché mentre in quest'ultima non
si trova alcun dislivello, nella precipitazione il corpo passa da un livello
superiore a uno inferiore e ha una velocità iniziale.
INCIDENTI DEL TRAFFICO STRADALE: L'INVESTIMENTO DI PEDONE
L'investimento di pedone comprende tutte le lesioni che il corpo subisce a
seguito del contatto con un veicolo in movimento. Nel modello tipico,
distinguiamo cinque fasi successive:
1) L'URTO, ossia il momento di contatto tra veicolo e corpo umano: in questa
fase predominano lesioni dirette, in particolare fratture del bacino e degli
arti inferiori, associate ad escoriazioni o ecchimosi.
2) LA PROIEZIONE E L'ABBATTIMENTO AL SUOLO del corpo urtato che
può avvenire in avanti o lateralmente al veicolo: in questa fase
predominano lesioni da caduta: escoriazioni e ferite lacero-contuse del
cuoio capelluto, delle ginocchia, dei gomiti e del dorso delle mani, fratture
craniche.
3) LA PROPULSIONE O ACCOSTAMENTO, per azione di spinta in avanti
che il veicolo esercita sul corpo abbattuto al suolo: in questa fase si
verificano lesioni lacero-contuse .
4) L'ARROTAMENTO O SORMONTAMENTO in cui il veicolo transita con le
ruote sul corpo steso al suolo: si riscontrano lesioni da schiacciamento e
spappolamenti di organi interni.
5) IL TRASCINAMENTO che può avvenire quando il corpo, talora con gli
indumenti, rimane impigliato in parti sporgenti del veicolo: si riscontrano
lesioni da strisciamento di tipo escoriativo.
Di norma l'investimento si verifica secondo un numero inferiore di fasi (due o
tre): rari sono il trascinamento e il sormontamento. Se il corpo viene urtato al
di sotto del baricentro da un veicolo avente un basso frontale, anziché
abbattersi in avanti può essere proiettato sul cofano o sul parabrezza.
La lesione degli occupanti di un autoveicolo sono dovute ad urti contro le
strutture interne dell'abitacolo o a fattori di decelerazione.
LA RESPONSABILITA' PROFESSIONALE (art. 2236 c.c.)
È disciplinata dall'art. 2236 c.c.. In caso di particolare difficoltà, il prestatore
d'opera risponde del danno per dolo o colpa grave. In casi normali, risponde
anche per colpa lieve. La responsabilità professionale può essere determinata
oltre che dal dolo anche dalla imperizia, imprudenza e negligenza.
L'omissione può determinare un reato omissivo e fa sorgere responsabilità
professionale solo quando con il suo intervento si poteva salvare al 100% la
vita del soggetto.
DANNO E LESIONI
Il danno è la modificazione in peius per fatto doloso o colposo. Il danno
patrimoniale è costituito dalla perdita economica e viene provato attraverso
la denunzia dei redditi: si fa riferimento alla capacità lavorativa del soggetto.
Si articola in danno emergente e lucro cessante. Il danno biologico è il
danno all'integrità psicofisica e viene valutato attraverso tabelle che
esprimono delle percentuali di invalidità. Il risarcimento calcolato sulla base
delle tabelle viene ridotto in proporzione all'età. A ciò si aggiunge l'invalidità
temporanea assoluta o relativa e il danno morale. Nelle assicurazioni private,
il contratto la fa da padrone rispetto ai parametri di invalidità delle tabelle di
cui sopra.
Il reato di lesioni personali si ha quando dallo stesso derivi malattia nel
corpo o nella mente e si differenzia dal reato di percosse da cui non deriva
alcuna malattia. La malattia è un'alterazione anatomica o funzionale
dell'organismo con il carattere evolutivo (la malattia si conclude quando il
quadro clinico è stabile). La lesione può essere lievissima (guarigione entro il
20 giorno), lieve (guarigione entro il 40 giorno), grave (oltre il 40 giorno),
gravissima (quando ne derivi malattia certamente o probabilmente insanabile,
es. AIDS).
Ci sono circostanze aggravanti della lesione personale che rendono grave o
gravissima quella lesione che non lo sarebbe per la durata della malattia. Le
circostanze aggravanti sono dettate dall'art. 583 c.p. e vi rientrano:
l'indebolimento permanente di un organo o di un senso e questa è una
lesione grave (in medicina legale l'organo è visto come apparato) così come
quando ne deriva una malattia che fa correre il pericolo di vita; si hanno
lesioni gravissime, invece, quando si perde l'intera funzione, quando ne deriva
la perdita della favella, della capacità di procreare o quando si ha uno sfregio.
Lo sfregio deve essere visibile a distanza di conversazione e si ha quando
viene colpito il viso ossia la parte ricompresa tra l'attaccatura dei capelli, le
orecchie con esclusione del collo. Si ha sfregio anche quando la lesione
colpisce il collo ma viene comunque coinvolto il volto.
NOTA BENE: Nella valutazione del danno, occorre distinguere tra ambito
penale (differenza lesioni personali-percosse), ambito civile (differenza danno
patrimoniale-danno biologico) e ambito assicurativo (il contratto la fa da
padrone).
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina legale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università La Sapienza - Uniroma1 o del prof Scienze mediche Prof.
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