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COLORAZIONE DI GRAM
La colorazione di Gram divide i batteri in 2 grandi categorie: gram positivi e
gram negativi. La colorazione di Gram vede se c’è la parete batterica: gram +
si colora in un certo modo,gram – non si colora. Ma la parete che si colora
conferisce al batterio una protezione. I batteri che sono protetti si producono
questa protezione e noi abbiamo scoperto che esistono delle sostanze che
inibiscono questa protezione (penicilline).
I batteri gram positivi hanno sì questa protezione,ma noi sappiamo bene come
togliergliela e quindi li ammazziamo meglio. I batteri gram negativi non hanno
questa protezione,ma sono più cattivi,perché producono delle
endotossine,delle sostanze che fanno molto male (sono tossiche) e i batteri
gram negativi riescono a generare delle infezioni peggiori dal punto di vista del
coinvolgimento del paziente globalmente parlando. Clinicamente sono peggiori
le infezioni da gram negativi rispetto le infezioni da gram positivi. È importante
sapere che i batteri presenti nell’escreato siano gram positivi o gram negativi
perché questo cambia la prognosi e la terapia,perché io non posso usare dei
farmaci antibiotici contro i gram positivi. Se io ho un’infezione da gram positivi
userò dei farmaci adatti per quell’infezione. Se io un’infezione da gram negativi
dovrò usare un altro tipo di antibiotico. Quindi è importantissimo l’esame
dell’escreato. E chi lo fa? L’infermiere. La colorazione di Gram non lo fa
l’infermiere, ma la raccolta dell’escreato sì. Quindi è importantissimo la
colorazione di Gram,ma anche le colture. L’escreato deve essere inviato in
microbiologia per essere sottoposto ad indagine colturale. Ne prendono una
piccola quantità,la spalmano su una capsula contenete un terreno di coltura
semisolido,i batteri crescono a colonie,si vedono il giorno dopo e si
identificano,e si fa un altro esame che si chiama antibiogramma.
Questo è l’esame microbiologico,ma abbiamo visto che la tosse può essere
cronica,e la tosse cronica può essere data da malattie neoplastiche. Quindi,per
cercare cellule tumorali,dobbiamo mandare il nostro escreato in anatomia
patologica per essere sottoposto ad esame citologico,cioè valutazione della
presenza di cellule: le cellule vengono viste,vengono colorate,si guarda la
morfologia delle cellule,cioè se sono cellule che in genere non ci sono
nell’escreato,perché nell’escreato troviamo macrofagi, qualche
granulocita,qualche cellula che tappezza l’epitelio bronchiale, qualche cellula
che tappezza l’epitelio alveolare. Non troviamo cellule neoplastiche. Come si fa
la raccolta per l’esame citologico? L’esame citologico sull’escreato si fa facendo
raccogliere l’escreato (più sputi) in un barattolo non sterile,in cui si può mettere
dell’alcool denaturato per impedire la proliferazione di batteri che distruggono
le cellule e che quindi non consentono più di vedere le cellule tumorali
all’anatomo patologo. Non è una metodica sterile, come non è una metodica
sterile la raccolta dell’escreato per esame microbiologico. L’escreato non è
sterile,bisogna solo evitare di contaminare l’interno del barattolo con le
mani,con la bocca del paziente,con la barba,… Quando il paziente deve
espettorare,espettora all’interno del barattolo. È possibile che voi abbiate un
escreato con dei batteri,ma che questi batteri non siano patogeni, non siano
batteri in grado di produrre una malattia. I batteri patogeni,invece,sono batteri
in grado di produrre un’infezione. La polmonite,per esempio,è prodotta dal
pneumococco,che è uno streptococco pneumonee. Se voi prendete uno
stuzzicadenti e lo raschiate su un dente,spalmate questo po’ di film che trovate
sui denti su un vetrino e guardate al microscopio,vi spaventate: la selva della
foresta amazzonica ha meno animali che quella goccina. Tutte le zone che sono
umettate,bagnate,consentono più vita delle zone che sono secche. Nel secco i
batteri vivono male, vivono meglio nell’umido, dove c’è acqua.
Questi batteri possono anche essere inalati e andare nell’escreto,ma non sono
batteri che portano a malattie,non sono patogeni. Se voi fate un’esame
dell’escreato,batteri ne potete trovare. Però,il microbiologo,fa una colorazione
di Gram dell’escreato,può trovare batteri qua e la,ma va a cercare certi tipi di
batteri.
Come facciamo a raccogliere l’escreato come si deve? Bisogna fare in modo
che il paziente abbia escreato. A volte bisogna indurre l’escreato: si fa inalare
al paziente delle soluzioni umide(per esempio facendo l’aerosol). Si può fare
dell’aerosol con della banale soluzione fisiologica,e così, inumidendo l’albero
tracheo-bronchiale il paziente potrà tossire ed espellere meglio. A volte però
noi siamo così avidi di escreato che andiamo a prelevarlo. Come lo preleviamo?
Inserendo un sondino di aspirazione nell’albero bronchiale. Questo può avere
dei vantaggi: quello di disostruire l’albero bronchiale e di prendere il materiale
che poi noi andiamo a coltivarlo in microbiologia. Anziché inserire un sondino
naso gastrico,inseriamo un sondino naso tracheale. È la stessa tecnica che si
usa in rianimazione per disostruire il paziente. Il paziente in rianimazione non
può essere intubato senza anestesia generale, perché l’avere un tubo nella
trachea determina tosse continua. Quindi per impedire il riflesso della tosse
viene sedato e viene narcotizzato. È in narcosi,è in coma farmacologico. Le sue
secrezioni un po’ vengono espulse con il meccanismo delle ciglia,ma un altro
po’ rimane li e rischia di intasare l’albero tracheo- bronchiale. L’infermiere della
rianimazione,quotidianamente,più volte aspira la trachea e i bronchi del
paziente. L’aspirazione è un procedimento che va fatto con grande
cautela,perché può provocare dei traumi e può provocare delle infezioni. Quindi
quello va fatto sterilmente. Quando noi invece vogliamo raccogliere
estemporaneamente dell’escreato,usiamo un sistema sterile,ma se infiliamo il
sondino naso-tracheale nel naso del paziente,il naso non è sterile,quindi un po’
si contamina. Il materiale che andate a prelevare(in genere si usa una siringa e
si aspira,oppure si inietta un po’ di liquido,5-10 cc,e si fa un broncolavaggio)è
materiale che potrebbe essere contaminato da batteri che sono più in alto. Per
esempio nei pazienti anziani ci può essere una micosi del cavo orale. Se voi
non siete stati bravi a fare la pulizia del cavo orale al paziente, inserendo
questo sondino contaminate il sondino con dei miceti che possono essere
ritenuti invece responsabili dell’infezione ma che in realtà non è così perché è
solo una contaminazione. In quel caso il medico legge il referto del
microbiologo e interpreta come contaminazione una segnalazione di presenza
di miceti nell’escreato.
BRONCOSCOPIA
È un’indagine endoscopica che va a vedere attraverso l’uso di particolari
tecnologie(delle fibre ottiche)cosa c’è nell’albero tracheo-bronchiale. È una
procedura molto utile per visualizzare per esempio tumori,o anche per
raccogliere dei campioni per un esame citologico o anche istologico o anche
microbiologico. Questa metodica consente di ispezionare la mucosa dei bronchi
principali e anche però della trachea,e può far vedere anche la presenza di
sacoidosi o di grandi neoplasie. Ovviamente chi fa la broncoscopia è un
medico,che ovviamente deve anestetizzare la gola del paziente perché
introducendo il broncoscopio irrita la laringe e poi la trachea.
Il bronco lavaggio(o lavaggio endobronchiale)è un’operazione molto utile anche
per la diagnosi di alcune malattie che non sono solo quelle neoplastiche,perché
ci consente di andare a vedere per esempio la presenza di granulociti,di
particolari quantità di macrofagi o di altre cellule che sono indice della
presenza di una certa malattia. Spesso si sottopongono i pazienti a questo
esame,per il quale occorre una certa preparazione: la prima cosa da fare è
ricordarsi che il paziente non deve aver mangiato,perché assieme al senso
della tosse si può,introducendo questo broncoscopio a fibre ottiche,scatenare il
senso del vomito. Per cui se il paziente ha mangiato vomita tutto il cibo che ha
mangiato e rischia di inalarlo.
Se qualcuno di voi assiste il medico broncoscopista,deve sapere come deve
avvenire la raccolta dei campioni,la raccolta dei materiali per il bronco
lavaggio,per la microbiologia,per l’anatomia patologica,..
COMPLICAZIONI DELLA TOSSE
Il paziente che ha tosse,può avere delle complicazioni,cioè dei problemi legati
al fatto che la tosse è cronica. In genere difficilmente nella tosse acuta
capita,anche se raramente può avvenire. Un paziente può avere per esempio
dolore toracico o addominale,perché dà molti colpi di tosse per via della
contrazione continua dei muscoli della gabbia toracica e dei muscoli
addominali. Oppure può avere parossismo: se uno tossisce tante volte,può
avere una sincope a causa dell’aumento della pressione intratoracica,che fa
ridurre il sangue che torna dalle vene. Praticamente è come se facesse tante
manovre di Valsalva,poi alla fine sviene perché ritorna poco sangue a livello del
cuore destro.
Una cosa che può capitare è quello di fratture costali,per colpi di tosse
particolarmente violenti. Le fratture costali possono comparire in pazienti che
stanno tutto sommato bene,ma fanno a volte sospettare la presenza di
malattie ossee come l’osteoporosi,oppure una molto più brutta che è il
mieloma.
ASPIRAZIONE
L’aspirazione di contenuto gastrico,l’aspirazione di cibo,l’aspirazione o
inalazione di materiale che non dovrebbe penetrare nell’albero
tracheo-bronchiale,sono tutti problemi tipici dell’assistenza infermieristica.
Io visto più volte infermieri ed oss dare da mangiare a pazienti disfagici e fare
inalare il paziente,cioè il cibo veniva inalato. Questo capita soprattutto con dei
cibi semisolidi (il peggiore di tutti è il purè,che può determinare un arresto
respiratorio). I cibi
peggiori sono quelli che hanno una componente liquida e una solida. Quelli
sono molto più difficili da deglutire nel paziente anziano che ha difficoltà nella
deglutizione. Cosa bisogna fare prima di somministrare il pasto al paziente?
Con un cucchiaio fargli deglutire prima dell&rsq