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EMATOMI, PETECCHIE, DIATESI EMORRAGICA.
L’ematoma è la presenza di un’emorragia che coinvolge diversi tessuti,che può
essere tessuto muscolare,tessuto sottocutaneo oppure un parenchima,cioè il
tessuto di un organo. Questa emorragia,cioè lo spendimento di
sangue,comporta un effetto massa,cioè c’è un gonfiore. Questo effetto di
massa per via del sangue travasato,determina la presenza di 3 dimensioni se
voi lo andate a toccare:
1. Lo spessore
2. La larghezza
3. L’altezza.È una cosa tridimensionale.
Molto spesso l’ematoma avviene a livello muscolare e quindi voi vedete una
tumefazione di un muscolo.
L’ecchimosi,invece,è sempre un’emorragia,ma è a livello cutaneo. Produce una
macchia solo poco rilevata,cioè lo spessore della macchia è lieve,è impalpabile.
È di colore rosso scuro e poi diventa violaceo,verdino, giallo e poi scompare. La
lesione può essere dolorosa se la palpate a causa della reazione
dell’emoglobina ridotta e della bilirubina che si formano in loco e anche dalla
reazione infiammatoria che avviene allo scopo di eliminare quella sostanza per
degradarla. Quand’è che succede questo? Molto spesso: quando voi per
esempio effettuate un prelievo. L’ecchimosi,a differenza dell’ematoma,ha solo
2 dimensioni: la larghezza e l’altezza. Non ha la profondità perché è piana,non
è una cosa quindi massima. Soltanto le emorragie che hanno una certa entità
producono degli ematomi.
La petecchia è una lesione piccolissima che si presenta come una lesione di
colore rosso scuro,che si presente in alcune zone in cui la nostra cute,il nostro
corpo entra in contatto con indumenti che creano delle microlesioni,che
comprimono(tipo gli elastici dei calzini). Possono anche comparire in zone dove
non c’è una lesione, una microlesione da parte di un elastico,ma dove c’è una
pressione di tipo gravitazionale del sangue,cioè negli arti inferiori (dove c’è una
maggiore pressione idrostatica).
La petecchia,se si comprime con un dito non scompare,perché c’è sangue
stravasato. Oggi parleremo dei processi che provocano emorragie. Questi
processi nascono,si inseriscono in un fenomeno che si chiama COAGULAZIONE
DEL SANGUE e che è un fenomeno positivo che impedisce di morire dissanguati
e che purtroppo qualche volta non funziona bene. Prima di vedere cos’è che
non funziona bene,dobbiamo capire la fisiologia,cioè quando funziona bene.
Immaginiamo una persona che si ferisca: esce il sangue. Perché esce il sangue?
Perché nel taglio si è tagliato anche un vaso sanguigno. C’è una
pressione,anche se minima,a livello venoso nel vaso,che fa si che sia maggiore
di quella atmosferica,per cui esce il sangue. E qui vediamo il sangue che
fuoriesce. Però se voi fate attenzione,dopo un po’ il sangue cessa di uscire.
Perché? Cosa succede di fatto? Mettiamoci come un occhio,una telecamera
nascosta all’interno del vaso e vediamo la parete di questo vaso con un
tagliettino,che è quell’affare nero,quella specie di luna nera dove il sangue
esce.
Cosa è successo li? È successo che una parte del vaso sanguigno,in genere la
membrana basale o le pareti esterne,sono venute a contatto con il sangue,cosa
che non succede mai perché il sangue è a contatto solo con la piastrellatura del
vaso sanguigno,cioè con l’endotelio. Invece in questo caso viene a contatto con
delle sostanze a cui non è abituato,ed in particolare con una sostanza che si
chiama collagene. Il collagene è quella sostanza prodotta dai fibroblasti,che
incolla i vari tessuti. E chi è che riconosce questo collagene? Ci sono residui di
cellule nel nostro sangue che si chiamano piastrine. Queste piastrine sono
piccole,ma sono molto numerose e sono le prime sentinelle che cercano di
impedire l’emorragia,perché hanno dei recettori sulla loro membrana che
riconoscono diverse sostanze e soprattutto riconoscono il collagene. Non
solo,ma queste piastrine hanno al loro interno dei granuli(che sono delle
vescichette),dei serbatoi contenenti delle sostanze che sono in grado di
richiamare altre piastrine. Si chiamano alfa-granuli. Cosa succede di fatto? Che
quando attivano le piastrine sul vaso rotto,riconoscono il collagene,si
appiccicano come se trovassero della colla e appiccicandosi si
raggrinziscono,cioè praticamente si contraggono,perché al loro interno hanno
delle proteine simili alle proteine dei nostri muscoli,che fanno sì che queste
cellule,queste proteine aggregano tra di loro e formano un iniziale tappo che si
chiama tappo piastrinico. Ma mentre fanno questo,mentre formano questo
tappo,si spremono, buttano fuori i loro granuli,e in questi granuli ci sono delle
sostanze di richiamo di altre piastrine,quindi richiamano altre piastrine ed è
come se amplificassero il fenomeno. Qui si vede la freccia grigia,che fa sì che
queste piastrine arrivano richiamate da quelle che si sono appiccicate alla zona
di emorragia,e si crea appunto una copertura,un tappo piuttosto grosso su
questa zona emorragica. Finisce tutto qua? No,perché questa zona emorragica
coperta da il tappo,se è in una arteriola per esempio,è soggetta a delle
pressioni di sangue piuttosto elevate. E questo tappo piastrinico è piuttosto
debole. Quindi occorre che ci sia un sistema un pochettino più efficace che va a
completare il lavoro di chiusura. Questo sistema è dato non più da delle
cellule,ma è dato dalla parte liquida del nostro sangue,cioè dal plasma. Che
cosa c’è nel plasma? Nel plasma ci sono tutte le sostanze necessarie per
coagulare il sangue. Il sangue in certe condizioni cambia la sua struttura
fisica,da liquido diventa una sostanza solida o semisolida gelatinosa. E questo è
quello che avviene quando noi ci feriamo: il processo è iniziato dalle
piastrine,ma subito dopo, man mano che le piastrine costruiscono il trombo
bianco,avviene la coagulazione del sangue. Ovviamente non avviene la
coagulazione di tutto il sangue nel nostro circolo arterioso e venoso, altrimenti
moriremmo,ma avviene solo in quella determinata zona. Immaginiamo sempre
il nostro trombo bianco lì che sta facendo la sua opera iniziale argine
all’emorragia e si attiva la coagulazione del sangue,cioè la parte
plasmatica,con l’attivazione dei vari fattori della coagulazione.
Tutte le strade della coagulazione,tutte le derivazioni,portano ad unico fattore
che si attiva,che si chiama trombina. La trombina da inattiva diventa attiva (da
pro-trombina diventa trombina). E cosa fa la trombina? La trombina
organizza,cioè praticamente è l’attore fondamentale per la formazione del
coagulo (ovvero del trombo in questo caso)sulla prete. Nel nostro plasma
circola una proteina che ha un altissimo peso molecolare,che si chiama
fibrinogeno. Questa proteina che viene prodotta dal fegato,è una proteina della
coagulazione,che è fatta da pezzi di proteine una attaccata all’altra ripetute.
Cosa fa la trombina? È un enzima proteolitico,che rompe
dei legami peptidici all’interno di altre proteine(in
questo caso all’interno della molecola fibrinogeno). Ed è
una molecola potentissima: prende questo fibrinogeno e
lo taglia a fette. Questi pezzi di fibrinogeno si
appiccicano alle piastrine(che hanno un recettore per il
fibrinogeno)e anche alla parete del vaso rotto e organizzati dalla trombina,cioè
spezzati dalla trombina,si organizzano tra di loro creando una rete
tridimensionale e inglobano in questo modo piastrine,ma anche globuli
rossi,globuli bianchi,.. cioè anche la parte corpus colata del
sangue,determinando una vera e propria chiusura
della ferita,della lacerazione del vaso
stabile,duratura,resistente al flusso sanguigno. Ma
perché avvenga questo,ci vuole un pochettino di
tempo,non avviene in un attimo. Quindi la prima
fase di contrasto all’emorragia è data dalle
piastrine e poi subito dopo interviene la
coagulazione del sangue,che completa il lavoro e lo rende definitivo.
Naturalmente succede che la ferita si chiude perché le piastrine producono dei
fattori,oltre che di aggregazione fra di loro e di richiamo delle piastrine
stesse,di stimolo ai fibroblasti a creare la cicatrice. Quindi dopo qualche giorno i
fibroblasti avranno fatto una bella cicatrice sul vaso che si sarà chiuso,
l’endotelio lo avrà ricoperto all’interno,i macrofagi avranno mangiato
tutto(avranno mangiato piastrine,portato via dendriti,distrutto i ponti di
fibrina)e tutto torna come prima,non si vede più niente. Quindi avremo una
chiusura del vaso completa e definitiva grazie appunto a delle sostanze che
sono prodotte dalle piastrine(PDGF),che stimolano la proliferazione delle cellule
endoteliali e dei fibroblasti. Il coagulo internamente al vaso viene rimosso da
dei meccanismi fibrinolitici dai macrofagi,per cui c’è la cosiddetta ”restituzio ad
integrum”,cioè praticamente al soggetto viene restituita la funzione.
Il nostro sistema della coagulazione del sangue è un sistema potentissimo:
pensate che in un paio di cc(ml) di plasma c’è una quantità di fattori della
coagulazione sufficienti a scatenare la coagulazione di 5 litri di sangue. Per
cui,se io avessi una sostanza in grado di scatenarmi la coagulazione e non
funzionasse un sistema che in qualche modo la rallenta,la controlla,io tutte le
volte che mi taglio morirei,perché mi coagulerebbe tutto il sangue di colpo. Altri
sistemi paralleli ma contrari come funzione a quello della coagulazione
esistono. Come quelli della coagulazione portano all’attivazione della
trombina,quelli della anti coagulazione portano all’attivazione di un fattore che
si chiama plasmina. Sono tutte delle proteine che hanno effetto di distruggere
le altre proteine. Sono enzimi proteolitici. Praticamente distruggono la rete
tridimensionale di fibrina che si è creata quando si è attivata la coagulazione.
È un fenomeno molto utile perché man mano che si crea il coagulo,all’esterno
di questo comincia a manifestarsi un fenomeno di distruzione del coagulo,che
necessita di un po’ di tempo,per cui il coagulo ha tutto il tempo di formarsi e
viene mangiato dall’esterno verso l’interno pian pianino e quindi c’è il tempo
per fare la cicatrice e perché tutto sia armonicamente sincrono. Noi abbiamo 2
grossi sistemi emostatici,uno che serve a coagulare il sangue,che agisce
insieme alle piastrine,ma siccome è molto
potente,va controllato da un altro sistema che si
attiva automaticamente quando si attiva la
coagulazione,ch