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FATTORI DI RISCHIO DI TBC
Immigrati da paesi ad alta endemia
Conviventi/contatti stretti di pazienti con TBC
Pazienti immunodepressi (HIV, tumori e chemioterapie, cortisonici, farmaci
biologici, immunosoppressori)
Alcoolisti
Detenuti
Tossicodipendenti
Malnutriti
Gastrectomizzati, by-pass digiuno-ileali
Anziani
Soggetti con patologie croniche (diabete, IRC in dialisi, silicosi)
PATOGENESI
Sorgente di infezione:
espettorato di ammalati di tubercolosi polmonare “bacillifera”
– urine in pz con tubercolosi renale
– “pus” di focolai ossei
– latte bovino non pastorizzato (M. bovis)
–
Vie di acquisizione:
Trasmissione per via aerea àinalazione delle goccioline di Flugge (95%)
– Più rare: via gastrointestinale, via cutanea, via transplacentare.
–
I pazienti emettono “goccioline di Flugge” ricche di micobatteri infettanti
mediante tosse, starnuti o semplicemente parlando.
I nuclei delle goccioline rimangono in sospensione nell’ambiente per lungo
periodo
Le particelle in sospensione possono essere inalate e raggiungere le basse vie
respiratorie
MODALITA’ DI TRASMISSIONE DEI MICRORGANISMI EMESSI CON LE
SECREZIONI RESPIRATORIE
Trasmissione da Droplet
STORIA NATURALE DELLA TBC assenza
infezion di
e infezion
e (?%)
esposizio
ne al M.
tubercoli
s
TBC ATTIVA (5%) entro 2 anni
LATENTE (95%) RIATTIVAZIONE (5%)
NESSUNA RIATTIVAZIONE (90%)
MALATTIA VS INFEZIONE
Infezione tubercolare latente (assenza di malattia)
L’infezione rimane sotto il controllo del sistema immunitario
– Non è contagiosa
–
Malattia tubercolare
Il sistema immunitario non riesce a controllare l’infezione
– Può essere contagiosa
–
TUBERCOLOSI POLMONARE
Nel 75-80% dei casi, la malattia tubercolare si presenta come malattia
polmonare
Sintomi più frequenti:
Tosse prolungata (> 2 settimane) non responsiva agli antibiotici
– Calo ponderale
– Febbricola >serotina
– Emoftoe (escreato con sangue)
– Sudorazione notturna
–
TUBERCOLOSI EXTRA POLMONARE
Localizzazioni extra-polmonari si osservano nel 20-25% dei casi
La tubercolosi può colpire qualsiasi organo o apparato
Le localizzazioni più frequenti sono:
Linfonodale (sptt laterocervicale)
– Ossea (rachide, anca)
– Apparato genito-urinario (vescica, rene, testicolo, tube e ovaio)
– Sistema nervoso centrale (meningite, parenchima cerebrale, midollo
– osseo)
Tratto gastro-intestinale
– Pericardio, peritoneo
– Laringe
–
DIAGNOSI MICROBIOLOGICA DELLA TUBERCOLOSI
Raccolta di campioni (3x) per:
Es. diretto o microscopico
– Es. colturale + eventuale antibiogramma
– Ricerca del DNA di MTB (PCR)
–
Quali materiali?
Materiale respiratorio (espettorato, espettorato indotto, BAS/BAL)
– Feci
– Sangue
– Urine
– Citologia agoaspirativa/presa bioptica
–
COME RACCOGLIERE L’ESPETTORATO
Di norma per la ricerca dei micobatteri su espettorato, feci o urine si
processano tre campioni raccolti in giorni diversi.
Deve essere eseguito sull’espettorato e non sulla saliva, quest’ultimo materiale
è da ritenersi inidoneo.
E’ necessario inoltre evitare la presenza di residui alimentari nel campione;
pertanto, è utile suggerire sciacqui preliminari. Non fumare prima!
I campioni devono essere portati in laboratorio quanto prima. Se strettamente
necessario, possono essere conservati a +4°C per non più di 3 giorni dal
momento della raccolta.
SE IL PZ NON ESPETTORA
Induzione dell’espettorato con aerosol di soluzione salina ipertonica: il paziente
elimina materiale acquoso, che va inviato in laboratorio con l’avvertimento
“espettorato indotto”
Raccolta di succo gastrico; può essere il miglior metodo di raccolta per ottenere
campioni da pazienti pediatrici.
Broncoaspirazione/lavaggio bronchiolo-alveolare
TEST DIAGNOSTICI PER INFEZIONE LATENTE
La ricerca della risposta immunitaria specifica (immunità ritardata cellulo-
mediata) viene utilizzata per identificare i pazienti che hanno avuto un contatto
con il bacillo tubercolare
Intradermo-reazione alla tubercolina (test di Mantoux)
– Test basati sul rilascio di interferone-gamma
– (Quantiferon, TB test)
Nella maggior dei pazienti asintomatici, ciò è indice di infezione tubercolare
latente
Tuttavia tali test non distinguono infezione da malattia tubercolare
MANTOUX
Ricostituire il prodotto e aspirare 5 UI di tubercolina (PPD)
Disinfettare l’avambraccio (superficie volare)
Somministrazione intradermica (si deve vedere il ponfo)
L’area sede della somministrazione NON DEVE essere protetta da cerotto
(rischio di reazione allergica)
Il paziente deve ritornare dopo 72h per la lettura (reazioni positive possono
perdurare fino a una settimana)
Deve essere misurato l’infiltrato, non l’eritema!
Munirsi di:
Righello (o ponfometro)
– Penna a sfera
–
INTERPRETAZIONE DELLA MANTOUX
Indurimento < 5 mm à negativo
Indurimento > 10 mm à positivo
In alcune categorie di pazienti, si considera positivo un indurimento >5 mm
HIV Ab positivi
– Pazienti in terapia immunosoppressiva
– Contatti stretti
– Bambini
–
TEST BASATI SULL’INTERFERONE- Y
I linfociti del soggetto in esame vengono posti in contatto con l’antigene
Ricerca dell’IFN-γ dopo opportuna incubazione
assenza di IFN-γ = ASSENZA DI INFEZIONE
– presenza di IFN-γ = INFEZIONE o MALATTIA TUBERCOLARE
–
QUANDO CERCARE L’INFEZIONE LATENTE?
In gruppi ad elevato rischio di infezione tubercolare
Contatti
– Immigrati
– Personale sanitario
– Senza fissa dimora/dormitori
– Carcerati
–
In gruppi ad elevato rischio di malattia tubercolare
Cuticonversioni recenti / Contatto recente
– HIV Ab positivi
– Tossicodipendenti
– Soggetti candidati a terapie immunosoppressive (PCT per malattie
– ematologiche, terapia cortisonica, farmaci biologici per malattie auto-
immunitarie, immunosoppressori, trapianti)
Malattie croniche (silicosi, diabete, IRC e dialisi)
–
E POI?
In caso di sospetta infezione latente
Escludere malattia tubercolare (Rx torace, sintomi, eventuali esami
– microbiologici)
Profilassi dell’infezione latente
–
Trattamento dell’infezione tubercolare latente = Isoniazide 5 mg/Kg al giorno
(max 300 mg) per 9 mesi
TERAPIA ANTITUBERCOLARE
La terapia anti-tubercolare è una terapia di combinazione
Necessario l’utilizzo di almeno 3 farmaci attivi, per garantire l’efficacia su tutte
le forme (dormienti e non dormienti) di MTB e per prevenire l’insorgenza di
resistenza
Generalmente si utilizza una combinazione di 4 farmaci in fase iniziale (2 mesi),
seguita da una terapia di mantenimento con due farmaci (4-7 mesi)
In caso di multifarmaco-resistenza, si utilizzano trattamenti più lunghi (18-24
mesi di trattamento) e molto peggio tollerati
SCHEMA DI TRATTAMENTO STANDARD DELLA TUBERCOLOSI
Fase iniziale intensiva (2 mesi):
per determinare la riconversione batteriologica rapida
– Isoniazide + rifampicina + pirazinamide + etambutolo
–
Fase di mantenimento (4-7 mesi):
per consolidare la guarigione prevenendo le recidive ed eliminare
– eventuali bacilli persistenti
Isoniazide+rifampicina
–
TBC MULTIRESISTENTE
Il termine di multiresistenza (MDR) identifica quei bacilli che sono RESISTENTI
all’isoniazide ed alla rifampicina
La multiresistenza influenza in maniera significativa la gestione e la prognosi
La stragrande maggioranza dei casi di TB-MDR sono osservati in soggetti già
sottoposti a uno o più trattamenti: MDR secondaria
incongruità terapeutica
– compliance
mancata del paziente
–
IN SINTESI
La TB è ancora oggi una delle principali cause di morte nel mondo
La diagnosi eziologica di TB si basa sull’identificazione dell’agente patogeno in
campioni biologici (generalmente espettorato). Peraltro, un terzo dei casi
rimane microbiologicamente negativo
La terapia della malattia attiva prevede schemi terapeutici standardizzati a più
farmaci, per aumentare le probabilità di successo e limitare l’insorgenza di
forme resistenti
L’infezione tubercolare latente finora poteva essere dimostrata solo con il test
cutaneo alla tubercolina, scarsamente sensibile e specifico. Test in vitro di
recente introduzione possono superare i limiti del test cutaneo
Per contenere la diffusione della tubercolosi è fondamentale identificare i
soggetti candidati al trattamento dell’infezione latente, soprattutto tra coloro
che hanno rischio maggiore di sviluppare la malattia attiva
TUBERCOLOSI E RISCHIO PROFESSIONALE
PROSPETTIVA ATTUALE
“Il reparto di Malattie Infettive è il posto più sicuro dove si possa lavorare”
Nonostante l’elevato numero di esposizioni al bacillo tubercolare e i numerosi
test tubercolinici che siamo chiamati a fare, è difficile attribuire il tasso di
cuticonversione all’attività lavorativa piuttosto che alla visita fuori dall’ospedale.
Allora?
Prendendosi cura di pazienti ammalati di tubercolosi, gli operatori sanitari si
espongono ad un rischio occupazionale reale
Il rischio può essere ridotto, ma non potrà mai essere zero
Il rischio di trasmissione della TB nelle strutture sanitarie è consistente e
dimostrato
E’ variabile nel tempo, tra strutture e tra figure professionali
–
Il rischio di malattia è legato alla compromissione dello stato immunitario
I pazienti sono a maggior rischio degli operatori
–
L’azzeramento del rischio dipende dall’eradicazione nella comunità
Finchè esiste la tubercolosi esisterà il rischio per gli operatori
–
FATTORI CHE FAVORISCONO LA TRASMISSIONE IN AMBITO
OSPEDALIERO
Ritardo nella diagnosi (= ritardo nella terapia, ritardo nell’isolamento)
Isolamento inadeguato
Mancato riconoscimento della resistenz