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Il '900 e le rigide regole dell'etichetta
Il '900 aveva ereditato dall'età vittoriana rigide regole sia etiche sia di etichetta, che vincolavano la comunicazione oltre che i comportamenti. In quest'epoca vi era un clima aperto in termini di libertà di pensiero ma rigido nei limiti del dicibile e del rappresentabile. Il secolo si è aperto con un sistema di valori nel quale l'idea di onore era un vincolo dal quale potevano dipendere scelte di vita o di morte, mentre alla fine il concetto di onore e i rituali legati al "dare la parola" sono privi di rilievo o addirittura incomprensibili.
L'atto del giurare rimane simile ai gesti che sono stati trasmessi per secoli da generazioni: formule solenni, l'apposizione della mano su un oggetto sacro, sollevare la mano destra, ma è mutato il significato riconosciuto a questi gesti. La dissacrazione del giuramento è uno dei fenomeni di più radicale portata antropologica del XX secolo.
Con il termine giuramento si...
nel suo carattere solenne e sacro.Nell'atto in sé, nel farne un'entità diversa dalla comune comunicazione, sta nell'estrarre alcune parole dal loro normale contesto per inserirle in un universo differente. La sua efficacia sta nella compresenza nello stesso luogo e nello stesso momento del giurante e dei destinatari, dove il giurante invoca le conseguenze fatali dello spergiuro qualora non tenga fede alla parola data. La dottrina cattolica parla di un impegno a foro interno che rimane vincolante solo per chi lo presta, sostenendo quindi che si può giurare anche a sé stessi, in maniera tale da costruire un vincolo che sembra quasi imposto dall'esterno. Il giuramento ha il potere di collocare la parola in un'area sacrale, in una realtà autonoma, e richiede sia la collocazione fisica sia la ricostruzione di un contesto di sacralità. Il giuramento ha un carattere trasversale: nonostante varino gli oggetti sacri e le forze invocate, la struttura del cerimoniale cambia poco.
Tra popoli anche lontani. Chi viola l'impegno va incontro ad una sanzione che può essere religiosa o laica, ovvero la perdita dell'onore. Ogni parola ed ogni atto di chi spergiura perdono qualsiasi valore, e il giurante viene lasciato al giudizio di Dio. Il giuramento era già alla base della prima Chiesa, nonostante Cristo vietò esplicitamente il giuramento ai suoi seguaci, in quanto considerava la potestà di evocare la sfera sacrale come un atto di blasfemia. Nonostante questo solo poche aree del cristianesimo hanno rifiutato il giuramento: la Chiesa in quanto istituzione non poteva rinunciare alla funzione pubblica del giuramento, poiché questo è presente in ogni sacramento (battesimo, cresima, matrimonio, voti sacerdotali). Lo stato moderno ha costruito attorno al giuramento la religione civile, come dimostrano i cerimoniali di insediamento di cariche pubbliche o le cerimonie militari. Dalla seconda metà del '700 alla 1GM il
Il giuramento ha cambiato struttura, passando da quella sacrale e cristiana a quello sull'onore, che presenta alcune differenze: la parola d'onore può essere prestata anche solo tra due persone e non prevede la presenza dell'intera comunità che partecipa al rito, ed inoltre la parola d'onore esalta l'affidabilità.
Il giuramento si è poi collocato in una varietà di contesti, si è totalmente frammentato:
- pubblico, civile o religioso dei momenti cerimoniali;
- politico;
- privato, sia nell'universo degli affari sia nelle relazioni sociali.
Un primo segnale della dissoluzione del giuramento possiamo coglierlo in "La montagna incantata" di T.Mann (1924), dove emerge un politeismo dei valori che non permette di riconoscere un quadro comune di riti e credenze, e dove il giuramento non viene presentato come universale ma selettivo, cioè vincolante solo per chi ha scelto di credervi. Sarà poi con
Il '68, con la critica alle istituzioni e lo svuotamento della parola "onore" che si sgretolerà definitivamente il giuramento. Nei secoli della scrittura e della stampa il giuramento è sopravvissuto come atto orale, dove la voce, il corpo e la gestualità erano fondamentali, poiché il giuramento è fatto per coinvolgere interamente il giurante. La scrittura quindi non è riuscita a violare il giuramento, a differenza delle tecnologie di comunicazione, che sono riuscite a rendere impersonale il rito e a schiacciare le sue componenti quali la voce ed il gesto a semplice informazione. Infatti un giuramento fatto attraverso un registratore audio è molto simile a qualsiasi altro atto comunicativo, poiché perde la sua potenza evocativa. Inoltre i valori simbolici e sacrali del giuramento diventano oggetto di idealizzazione da parte dei media quali il cinema, perdendo di forza ed assumendo un carattere provvisorio.liberalizzazione della pornografia La rottura dei tabù avvenuta nel XX secolo è irreversibile, e qualsiasi misura di tipo restaurativo, come la censura, che mirasse a reprimere la pornografia sarebbe sia illegittima sia inutile sul piano sociale. La liberalizzazione della pornografia è un fenomeno non riconducibile ad un determinato evento storico, ma è un fenomeno erosivo che è passato attraverso la progressiva perdita di importanza di norme esistenti, che si è verificato con maggior velocità nel mondo Occidentale. Primi segnali si possono già riscontrare in opere quali "La professione della signora Warren" di Shaw, datata 1894, o in "Tre saggi sulla sessualità" (1905) di Freud. Una vera e propria linea di frattura si ravvisa tra gli anni '50 e la metà degli anni '70, anni nei quali vengono liberalizzate le riviste e compaiono sulla scena le prime sale a luci rosse. In Italia nel 1953 (anno di liberalizzazione della pornografia) viene pubblicato il primo numero di "Playmen", rivista che segna l'inizio di una nuova era per la pornografia nel paese. Da quel momento in poi, la pornografia ha continuato a diffondersi sempre di più, grazie anche all'avvento di internet e alla facilità di accesso a contenuti espliciti. La liberalizzazione della pornografia ha suscitato molte polemiche e dibattiti, con posizioni contrastanti. Da un lato, ci sono coloro che sostengono che la pornografia sia un'espressione di libertà sessuale e che la sua diffusione non debba essere limitata. Dall'altro lato, ci sono coloro che ritengono che la pornografia abbia effetti negativi sulla società, promuovendo una visione distorta e oggettificante della sessualità. In ogni caso, la liberalizzazione della pornografia ha cambiato radicalmente il modo in cui la sessualità viene rappresentata e consumata nella società contemporanea.Nel 1953, durante il periodo della censura cinematografica in Italia (che durò fino alla nascita di Playboy), venne approvato un regolamento di autodisciplina che, oltre ad escludere ogni esibizione corporea, vietava l'uso di parole forti come "divorzio". La censura cinematografica era estremamente rigida anche in materia di nudo.
Nel 1958 viene emanata la legge Merlin, che ha imposto la chiusura delle case chiuse. Questa legge fu molto discussa sia perché avrebbe riversato nelle strade la prostituzione, sia perché si temeva che questo avrebbe minato la solidità della società italiana. Le case chiuse erano delle istituzioni totali non incentrate solamente sul sesso, e la loro chiusura ebbe delle ripercussioni anche sulla vita psichica degli italiani, cadde un guscio protettivo che non permise più all'uomo di vivere una relazione sessuale priva di rischi emotivi. Questo genere di normative in tutta Europa è stato il motore della liberalizzazione della pornografia.
Nel 1959 con "Europa di notte" di A. Blasetti
aveva inizio il fenomeno dei sexy movies, che segnalava l'esistenza di un mercato capace di far pressione sulla censura. L'attrattiva di questo genere di film sta nel mostrare spettacoli che in altri paesi erano relativamente normali, a dimostrazione del fatto che in Italia la censura era ancora forte. Questo genere di film divenne il diretto sostituto delle case chiuse, divenne occasione di socializzazione e di iniziazione al sesso; la pornografia divenne un modo alternativo di vivere il sesso, una compensazione alla prostituzione. Nel 1960 negli Usa venne introdotta la pillola come anticoncezionale, che ebbe la forza di separare scientificamente il sesso dalla procreazione: 5 anni dopo la usavano sei milioni di donne americane. La pillola è, in un certo senso, collegata alla liberalizzazione della pornografia, poiché ha determinato l'affermarsi dell'individualismo in materia di scelte erotiche. Nel 1966 un giornale liceale, "la zanzara", fuaccusato di pubblicazione oscene per aver fatto un'inchiesta sul rapporto delle ragazze del liceo con il sesso, ma fu assolto; questo evento venne visto come un segnale di un cambiamento di mentalità. Nel 1971 iniziarono ad essere pubblicate riviste hardcore, così come l'anno seguente l'uscita di "deep throat" nelle sale americane legittimò la pornografia. Fino alla metà degli anni '80 ci furono diversi interventi giudiziari contro le pubblicazioni oscene, che però non fecero altro che sottolineare il carattere non programmato della liberalizzazione. Nel 1977 in Italia la stampa pornografica hardcore era estremamente diffusa al punto da essere accessibile anche ai minori. Da questo momento la pornografia si è radicata nel consumo di massa, e si è delineato un mercato suddiviso, dai film sexy all'italiana, ai sexy shop e le hot line. In Italia questo processo è stato estremamente rapido rispetto a paesi.quali la Francia o gli Usa, e non ha avuto alcun intervento regolativo da parte dello Stato. L'Italia da paese cattolico e rigido è passata ad essere in pochi anni un paese esportatore di pornografia. Negli anni '50 gli italiani erano per maggioranza cattolici praticanti, mentre vent'anni dopo erano sì cattolici, ma i praticanti erano una minoranza e non erano più disposti a seguire in tutto e per tutto la Chiesa, come nel caso dell'aborto e del divorzio, che venne approvato nel 1974, a conferma del fatto che la pornografia fosse inserita in un processo di più grande portata, di cambiamento totale della mentalità. L'azione della Chiesa in materia di sesso era incentrata sulla rimozione del tema, e la sua presenza in Italia è stata sì un freno alla liberalizzazione, ma con la sua resistenza censoria ha determinato una deregolamentazione selvaggia. Inoltre all'indomani della 2GM è cambiata la concezione.della religione: non più linea guida che dettava i comportamenti e fissava dei limiti, ma divenne un fattore privato legato alla vita personale. Lo stesso avvenne per lo Stato, che ha perso la sua funzione di educatore.