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La funzione primaria degli alveoli è lo scambio di gas tra l'aria contenuta in essi ed il
sangue. Ogni alveolo è costituito da un singolo strato di epitelio di scambio che presenta 2
tipi di cellule:
• Cellule alveolari di tipo II ---> sintetizzano e secernono il surfactante che si
mescola con lo strato di liquido che riveste gli alveoli per facilitare l'espansione
polmonare durante la ventilazione. Queste cellule contribuiscono anche a
minimizzare il volume di liquido presente negli alveoli trasportando soluti seguiti da
acqua fuori dagli spazi alveolari.
• Cellule alveolari di tipo I ---> ricoprono il 95% della superficie alveolare e i gas
possono diffondere rapidamente attraverso di esse.
La parete alveolare non contiene tessuto muscolare e quindi il tessuto polmonare non può
contrarsi; il tessuto connettivale presente tra gli alveoli contiene però molte fibre elastiche
e di collagene che creano un ritorno elastico del tessuto polmonare precedentemente
stirato.
Nella circolazione polmonare passano circa 0.5 L di sangue che equivalgono al 10% del
volume totale. La portata del flusso nei polmoni è molto più alta rispetto a quella negli altri
tessuti poiché i polmoni ricevono l'intera gittata cardiaca dal ventricolo destro. La
pressione del sangue è invece molto bassa e la resistenza del circolo polmonare è molto
bassa per la minore lunghezza totale dei vasi polmonari. La pressione idrostatica netta
che spinge il liquido fuori dai capillari nello spazio interstiziale è bassa a causa della ridotta
pressione arteriosa, il sistema linfatico si occupa di rimuovere efficacemente il liquido
interstiziale polmonare che solitamente è minimo.
Nel sistema respiratorio i cambiamenti di volume della cavità toracica durante la
ventilazione generano gradienti di pressione che determinano il flusso d'aria. Se il volume
del torace aumenta diminuisce la pressione intratoracica e l'aria entra mentre al contrario
se il volume del torace diminuisce aumenta la pressione e l'aria esce: questo movimento è
chiamato flusso di massa.
La funzionalità polmonare si valuta con la misura del volume di aria che un soggetto riesce
a spostare durante la ventilazione.
La quantità di aria che viene mossa durante la ventilazione è divisa in quattro volumi:
• Volume corrente
• Volume di riserva inspiratoria
• Volume di riserva espiratoria
• Volume residuo
Questi volumi variano considerevolmente in funzione dell'età, del sesso e dell'altezza.
Il volume di aria che si muove durante una singola inspirazione o espirazione è noto come
il volume corrente, il suo valore medio è di 500 mL.
Il volume aggiuntivo inspirato oltre al volume corrente è il volume di riserva inspiratoria
(VRI) che in un uomo è pari in media a 3000 mL.
Il volume di aria esalata forzatamente dopo la fine di un'espirazione tranquilla è detto
volume di riserva espiratoria (VRE) che in media è circa 1100 mL.
Il volume di aria residuo dopo un'espirazione massimale è detto volume residuo (VR) e la
presenza di questo volume è da imputare al fatto che i polmoni sono mantenuti adesi alla
parete toracica per azione del liquido pleurico.
La capacità vitale (CV)è la somma del volume di riserva inspiratoria, del volume di riserva
espiratoria e del volume corrente e rappresenta il massimo volume d'aria che può essere
spostato volontariamente; la somma della CV e del volume residuo danno la capacità
polmonare totale (CPT). Altre misure importanti sono la capacità inspiratoria (volume
corrente + volume di riserva inspiratoria) e la capacità funzionale residua (volume di
riserva espiratoria + volume residuo).
La respirazione utilizza la contrazione muscolare; l'aria entra perché esiste un gradiente di
pressione. I muscoli della cassa toracica e il diaframma agiscono da pompa muscolare,
quando questi si contraggono i polmoni si espandono; i muscoli coinvolti nella ventilazione
sono: diaframma, muscoli intercostali e scaleni.
Il flusso d'aria segue il gradiente di pressione e varia in maniera inversamente
proporzionale alla resistenza al passaggio dell'aria.
Perché l'aria vada verso gli alveoli è necessario che la pressione dei polmoni sia inferiore
a quella atmosferica; i movimenti prodotti durante l'inspirazione fanno si che il volume dei
polmoni aumenti in seguito alla contrazione del diaframma e dei muscoli della gabbia
toracica. Quando il diaframma si contrae si abbassa verso l'addome e (in caso di
ventilazione tranquilla) questo movimento è responsabile dell'aumento del 60-75% del
volume polmonare. Il movimento della cassa toracica è responsabile del restante 25-40%
di variazione del volume; durante l'inspirazione i muscoli intercostali esterni e gli scaleni si
contraggono esercitando una trazione sulle coste verso l'alto e l'esterno, la combinazione
di questi due movimenti allarga la cassa toracica. All'aumentare del volume la pressione
diminuisce, analizziamo ora le pressioni e i volumi in dettagli nella ventilazione
respiratoria:
• Nella pausa tra un atto respiratorio e l'altro, la pressione alveolare è uguale a quella
atmosferica e quindi non si ha un flusso di aria
• Quando l'inspirazione inizia il volume toracico aumenta riducendo così la pressione
che scende circa a -1mmHg rispetto a quella atmosferica. L'aria inizia quindi a
muoversi verso gli alveoli, la pressione alveolare raggiunge il suo punto minimo a
circa metà dell'atto inspiratorio. Mentre l'aria entra negli alveoli la pressione tende ad
aumentare finché non vi è più un aumento di volume toracico appena prima della fine
dell'inspirazione. Va ricordato che il flusso di aria continua fino a che la pressione
all'interno dei polmoni non è uguale a quella atmosferica
• Al termine dell'inspirazione i motoneuroni simpatici smettono di inviare potenziali di
azione ai muscoli inspiratori e il ritorno elastico dei polmoni riporta il diaframma e le
coste nella loro posizione originale. Per questo motivo l'espirazione è definita come
un processo passivo.
• Mentre i volumi della cassa toracica e dei polmoni diminuiscono la pressione
interna aumenta fino al massimo di +1mmHg rispetto alla pressione atmosferica;
questo inverte il flusso di aria
• Il movimento di aria si blocca quando la pressione alveolare è di nuovo uguale a
quella atmosferica
La frequenza ventilatoria normale è di 12-20 atti respiratori al minuto per un adulto
L'espirazione attiva i muscoli intercostali interni e i muscoli addominali che quindi vengono
chiamati muscoli espiratori.
La ventilazione richiede che i polmoni si muovano in associazione alla cassa toracica
seguendo la sua espansione o il suo rilasciamento, questo è consentito dal particolare
rivestimento dei polmoni. La superficie dei polmoni è rivestita dalla pleura viscerale e la
porzione del sacco che fodera la cavità toracica è detta invece pleura parietale; la forza di
coesione esercitata tra queste due membrane dal liquido che vi scorre tra di esse provoca
l'adesione dei polmoni alla cassa toracica. La pressione intrapleurica è di norma inferiore a
quella atmosferica (-3mmHg) di modo che le due membrane rimangano adese tramite il
liquido e i polmoni si mantengano distesi; questa pressione è il risultato della
combinazione della spinta verso l'esterno della cassa toracica e del ritorno elastico dei
polmoni verso l'interno.
All'inizio dell'inspirazione la pressione intrapleurica è di circa -3mmHg rispetto a quella
atmosferica e mentre l'inspirazione procede le membrane tendono a seguire il movimento
della cassa toracica mentre in polmoni tendono ad allontanarsi da essa e questo porta la
pressione intrapleurica a valori ancora più negativi scendendo a circa -6mmHg rispetto a
quella atmosferica.
Durante l'espirazione i polmoni si rilasciano dalla loro posizione di estensione forzata e la
pressione intrapleurica torna al proprio valore normale di circa -3mmHg.
La capacità dei polmoni di espandersi è detta complianza, il suo inverso è l'elastanza.
Una proprietà degli alveoli polmonari che causa una resistenza all'espansione è la
tensione superficiale che si forma al livello dello strato di liquido che si frappone fra le
cellule alveolari e l'aria; in corrispondenza di qualsiasi interfaccia aria e liquido di forma
una tensione superficiale. Assumendo gli alveoli come sferici va ricordato che la tensione
superficiale generata dal liquido è diretta verso il centro di questa bolla generando quindi
una pressione all'interno della bolla stessa. La pressione all'interno dipende da 2 fattori: la
tensione superficiale e il raggio.
Se nell'organismo non ci fossero dei mezzi di regolazione di questa tensione servirebbe
molto più lavoro per espandere gli alveoli piccoli, per questo motivo i polmoni secernono il
surfactante che è composto di molecole che riducono la forza di coesione tra le molecole
di acqua inserendosi in corrispondenza della superficie. Nei polmoni il surfactante
diminuisce la tensione superficiale del liquido alveolare e diminuisce la resistenza
intrinseca del polmone all'espansione, per questo risulta più concentrato negli alveoli più
piccoli.
La resistenza del sistema respiratorio è analoga a quella del sistema cardiocircolatorio e
dipende tra 3 fattori: la lunghezza delle vie, la viscosità del liquido che vi passa e il raggio
delle vie. Assumendo come costanti i due parametri risulta evidente che il principale fattore
ad influenzare la resistenza è il raggio delle vie respiratorie. Il 90% della resistenza delle
vie aeree può essere attribuito a trachea e bronchi. Solitamente i bronchioli non vengono
coinvolti nella resistenza del sistema respiratorio ma un loro massiccio reclutamento li può
trasformare in una importante fonte di resistenza. I bronchioli sono sotto il controllo riflesso
del sistema nervoso e del sistema endocrino ma la maggior parte dei cambiamenti a breve
termine è determinata da sostanze paracrine quali ad esempio la concentrazione di
anidride carbonica che porta ad una broncodilatazione. Il muscolo liscio dei bronchioli
presenta inoltre molti recettori all'adrenalina e la stimolazione di questi recettori porta al
β2
rilasciamento muscolare con conseguente broncodilatazione.
L'efficienza polmonare si stima calcolando la ventilazione polmonare che è data dalla
frequenza ventilatoria per il volume corrente, assumendo valori standard di frequenza
compre tra i 12 e i 20 e di volume di circa 500 mL si ottiene un totale di 6L/min. Va
sottolineato però che