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Estratto del documento

MAURO D'AMICO - Martedí H 12:30

mauro.damico@unibocconi.it

Testi:

  1. MATEMATICA IN AZIENDA 1
  2. MAT. IN AZIENDA 2
  3. MAT. IN AZIENDA
  4. PROBABILITY

PROGRAMMA DEL CORSO

  • FUNZIONI DI PIU VARIABILI / CALCOLO DIFFERENZ. A+ VARIABILI
  • PROBABILITA
  • CALCOLO INTEGRALE

FUNZIONI A PIU VARIABILI REALI

  1. Def) Dati due insiemi non vuoti A e B di dice funzione da A a B la legge che ad ogni elemento di A associa uno solo elemento di B.
    • per dare una funzione servono:
      • 2 insiemi non vuoti
      • legg di corrispondenza univoca
  2. NB

    Similogia: f: A → B - x ∊ A => f(x) ∊ B

    f(x) e' l'immagine di x secondo f.

    A: Dominio Funzione / B: Codominio

    Possono distinguere i seguenti casi:

    1. A ⊂ R e B ⊂ R => Funzioni SCALARI (cioe: funzione di una variabile)

      • Es. f: R → R; f(x) = x2+3x
    2. Se A ⊂ R2 e B ⊂ R => Funzioni scalari di vettore (funzioni di 2 variabili)

      • Es f: R2 → R f(x1, x2) = x12 + 3x2 (p. di 2 variabile)

        V∊ vettor della variabile indipendenti x ∊ R2 → (12 )

        • f (-1, 2) = (-1)2 + 6 =?

    3. Se A ⊂ R e B ⊂ Rm => Funzioni vettoriali di scalare (L’immagine è un vettore)

      • Es. f: R → R2 f (x)= {3X}/{-X} {(-2)/(-2)}
    4. Se A ⊂ Rm e B ⊂ Rn si parla di funzione Vettoriale dei vettore

      • Es. f: R4 → Rm x ∊ R2 → (f(x)) ∊ Rn

        Es. f: R2 → R3 f(x) = ( x1-x2 x + x2 x2 + x2)

        (x (1) / (2) = (1-2 x 2 + (1)

L'insieme di tutte le immagini di una funzione con dominio A si dice:

INSIEME IMMAGINE DI f

Im(A)

E.S.

f : R^3 → R f(x) = x₁-x₂ + x₃² Dove abbiamo variabile indipendenti (= dimensione spazio di partenza) X = X₁ X₂ X₃ ∈R^3 → x₁-x₂ + x₃² ∈ R rm X = ( -1 -2 3 ) la funzione è localmente posivola e calcolo l'immagine - Qual è la differenza tra domino naturale e dominio della funzione?

Il primo auxito, insiemi X ∈ R^n (spazio di partenza) in cui c’é go una punione, e dove neuvo possiamo trovare in immagine si dice dominino naturale delle punione.

E.S.

f:R^3 →R f(X) = x₁ + X₂ X₃ 7 DENOMINATORE NON NULLO

f( -1 1-3 ) NO f( -1 -1-2 ) NO

Def

X= { x ∈R^3 X ≠ 0 ; x₁ - x₂X₃ ≠0 } X⊂ R3

Racchiudo I radici ol al esp. peer non regale (x >0)

E.S.

f :R² → R f(x) = √x₁ × √x₂

x₁>0 x₂0 x₂ x₂ x₁a>0 -x₂ X₁>0 x₁>0 x₂ x2> 0 X₁x₂> X₀

f( x-x₁ ) /{ -1 2 } NO >0 (3) Argomento del Logarithmo positivo ( >0 ) f0; X ∗ R:< R^12)

Proprietà della norma

(1) ∀x ∈ ℝⁿ: ‖x‖ ≥ 0 (proprietà di non negatività)

x = 0 ⇔ x è il vettore nullo: x coincide con l'origine

(2) ∀c ∈ ℝ, ∀x ∈ ℝⁿ: ‖c× x‖ = |c|×‖x‖

(3) ∀x, y ∈ ℝⁿ: ‖x + y‖ ≤ ‖x‖ + ‖y‖ (disequazione triangolare)

Alcune applicazioni interessanti valgono solo se uno dei vettori è nullo oppure se il vettore è uguale a zero

(4) Si dice distanza euclidea tra due vettori x, y ∈ ℝⁿ e si indica con

d(x, y) e si definisce come la norma della differenza dei due vettori

d(x, y) = ‖x - y‖ = √((x₁ - y₁)² + (x₂ - y₂)² + ... + (xₙ - yₙ)²)

Infatti, per i due vettori x = (-1, 3, 7), y = (-2, 4, 5):

  1. ‖x‖ = √(-1)² + 3² + 7² = √59
  2. ‖y‖ = √(-2)² + 4² + 5² = √45
  3. √(x₁)² = √(-1)² + 3² + (-2 + 5)² =√62

Dunque, se x = (-1, 3) e y = (-2, 5), d(x, y) = √9 + √4 =√182

Proprietà della distanza

(1) La distanza è sempre ≥ 0 per qualsiasi x, y ∈ ℝ (proprietà di non negatività).

d(x, y) = 0, quando e solo quando x = y

(2) ∀x, y ∈ ℝⁿ, d(x, y) = d(y, x) (proprietà di simmetria)

(3) ∀x, y, z ∈ ℝⁿ: d(x, y) ≤ d(x, z) + d(z, y) (disequazione triangolare)

Se cerco di derivare un punto preso Xo restituisco il numero alla variabile.

NB su una funzione di piú variabili non si calcola la derivata ma le derivate Def il ( o dico gradiente di una funzione{ X Rn--->R Indicato V f. Il vettore Vxo da raccoglie le derivate parziali prime di F.

V*f =[fx1 fx2 fxn]

  • Esempio f: R2 f: R--->R f(x) = x12 + x2 x1 + e x x2 + x3 +...+x2n Xo E Rd
  • f: R( x)
  • fx1 = e x x2
  • fx2 = x1 x2
  • f3o1 =xx2
  • fxo
  • __ V*f (x) =[ x1 x2 e x2 x2 x1 + x1 x1 x2]
  • x -o
  • (100)
  • Vf(x0) = [ -3 - 2 - 1] Gradiante valutato in x0

Funzioni vettoriali di vettori :

f ( x E Rn---> Rm : f1 f2

  • le m funzioni possono pensare come Rn--->R/le sue scalari di vetore.
  • f1f(x)---> Rn--->R
  • f2f(x)---> Rn--->R
  • V1(i)------->
  • le m parziali Vf(x) (m =1,2)
  • e possono accolgliere in una matrice dx dip. m,n) che si dice matrice jacobiana(Simolo)
  • J f(xi)= (Vf
  • Vf),V2n1)
  • la matrice che ha x righe:i gradienti delle m funzioni che la compongono.
    1. m = numero di funzioni scalari ( dimensione primo del vettore)
    2. n = numero variabili indipendenti (dimensione spazio di partenza)

Esempio

  • R2 → R
  • (x)𝜵(x) x2
  • 8x1 x2 - 3x22
  • (x) 6x1x2
  • (x)2 (f)2x / 2 - (18x2)2
  • d(x)1 6x2
  • d(x)2- (f)2 =(18x1) x2
  • osservazione x scolus
  • H(xx)11(x) = H(xx)21
  • H(xx)21(x) = det
  • (H(xx) (X) =(36x8) H1 36x

Calcolare i determinanti

di sono determinati

OSERVAZIONE:

xX liberi(space)

  • (x,v)
  • (XT,x)
    • (X)1 (x)
    • (principalmente) x
    • (OS2 misore prime ali dal nord oves

Dello studio delle variabili possiamo distinguere me:

ESTREMI LIBERI

  • (diminuire
  • (bassiamo legare) (incl

ESTREMI VINCOLATI

  • (le variabili sono legate da parametri)
Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
176 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-S/06 Metodi matematici dell'economia e delle scienze attuariali e finanziarie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marco_B di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Matematica finanziaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano o del prof D'Amico Mauro.