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GIALLO DI SEGESTA
Calcare marnoso a grana fine, noto anche dai romani, particolare perché ha una tonalità gialla, che va dal più chiaro al più scuro, ci sono delle mineralizzazioni brunastre date da ossidi di ferro e manganese con tipico sviluppo dendritico. Il materiale si presenta eterogeneo, sia in termini di colore che di struttura, può presentare delle differenze. Al microscopio presenta foraminiferi e in misura minore lamellibranchi pelagici dispersi in una matrice carbonatica a grana fine, caratteristica la presenza di venature colmate da siderite ed ossidi di ferro e manganese. Giallo oro più pregiato rispetto al giallo pallido.
Materiali di pregio comparto di Trapani
COMPARTO DI PALERMO
ROSSO KUMETA
Questo materiale viene chiamato anche montecitorio o rosso della pianadei greci e/o degli albanesi, prende il primo nome perché è stato utilizzato nei saloni di montecitorio. Sono presenti due varietà: una brecciata e una a grana più fine.
Ha una particolare co-lorazione e difatti è stato apprezzato e utilizzato per diversi impieghi. Ha una compattezza elevata, ed è stato possibile estrarre il materiale sia per blocchi monolitici per la realizzazione di colonne e gradini. Il rosso kumeta si trova ad esempio al Duomo di Monreale e al Teatro Massimo. In sezione sottile si vedono gusci di ammoniti, belmniti, crinoidi, lamellibranchi e sono presenti anche ossidi di ferro e manganese che danno la colorazione rosso intenso. pag. 21
GRIGIO DI BILLIEMI
Si tratta di una breccia calcarea con colorazione grigio-azzuro, con porzioni macchiate di nero-brunastre o giallo, ed è possibile distinguerne tre varietà: fossilifera, brecciata e a grana fine. La più diffusa è la varietà brecciata. Questo materiale viene utilizzato per interni ed esterni, ed è diffusamente utilizzato nell'edilizia barocca e neoclassica di Palermo (p.es. piazza pretoria) come colonne, elementi architettonici,
molto diffuso nell'architettura e nella costruzione di edifici. Viene utilizzato per realizzare capitelli e scalinate, grazie alla sua resistenza e durabilità. Il colore grigio di Billiemi è spesso associato al rosso Kumeta per creare un bel contrasto di colore. Questa pietra può essere estratta in blocchi di grandi dimensioni, rendendola molto versatile. È anche molto compatto e lucidabile. Tuttavia, presenta un problema legato allo sbiadimento del colore grigio quando esposto all'esterno. Secondo la letteratura, ciò può essere causato dall'azione corrosiva dell'acqua, dalla formazione di un velo di calcite secondaria o dall'ossidazione della frazione organica presente nella pietra. In sezione sottile, è possibile osservare frammenti litici carbonatici come intraclasti e frammenti di spugna calcarea. Negli spazi intergranulari possono essere presenti microsparite e micrite. Come minerali accessori, si trovano il quarzo e l'apatite. L'utilizzo di questa pietra è molto comune nell'architettura e nella costruzione grazie alle sue caratteristiche estetiche e tecniche.Stato segnalato di certo a livello locale ma anche al museo di Berlino e nella pavimentazione del duomo di Monaco.
GIALLO DI CASTRONOVO È un calcare fine molto compatto di mare profondo a tinta unita o può presentare delle venature; ha un aspetto simile al giallo antico cavato nell'Africa settentrionale (colorazione più giallo-brunastra). Viene utilizzato, ad esempio, negli intarsi dei lapidei, alternato con altri marmi di pregio, quindi un utilizzo sicuramente come piccoli elementi da decoro, anche nelle cappelle e nelle chiese.
In sezione sottile presenta diversi frammenti fossili di radiolari, spigoli di spugna, la matrice è data da calcite micritica con impronte di radiolari e lamellibranchi pelagici più raramente; le piccole vene sono costituite da calcite spatica e dagli ossidi di ferro che impregnano la matrice carbonatica.
Utilizzato in epoca romana e medievale per mosaici, e lo vediamo utilizzato nei marmi mischie tramischi nelle chiese.
barocche di Palermo (presenti nelle chiese barocche con decori tridimensionali), utilizzato per le balaustre, pavimentazioni, balaustre, cornici e intarsi.
Cava: affiora a Monte Cassero e Castronovo di Sicilia, queste cave furono sfruttate dal XVII secolo, tutt'oggi è comunque possibile trovare ancora un po' di materiale che viene utilizzato per restauro.
Come tutti i materiali a grana fine e compatti può essere lucidato. Una particolarità è data dal fatto che mediante la tecnica della fiammatura si ottengono diverse tonalità di colore del materiale; questa tecnica prevede essenzialmente che il materiale venga riscaldato a circa 300°, ed era già conosciuta in epoca romana e poi applicata ai decori barocchi.
ALABASTRINe esistono diverse varietà, quello da ricordare però è il cotognino di Palermo, prende questa denominazione perché ha un colore simile alla melacotogna. È una roccia calcarea da
de-posito chimico, utilizzata nel periodo Cotogninobarocco per interni delle chiese; è un Incarnata di Valde-di Bel materiale compatto ma anche lavora- ricemontebile e spesso è messo in opera dando risalto alla particolarità estetica dell’alabastro, è stato usato per colonne, lastre e sculture. La sua particolarità è che è un materiale tipicamente laminato, il taglio può essere fatto parallelo alla laminazione oppure trasversal-mente. Impurità argillose e ferruginose danno particolare colorazione al materiale. In sezione sottile si vedono dei grossi cristallidi calcite con sviluppo raggiato con abito fibroso e aciculare. Cotognino di Pa-lermo DIASPRIMateriale molto compatto e duro, la sua caratterista è che ha una grande varietà di colori ed è molto resistente. È stato generalmente utilizzato per intarsi, si trova diffusamente nelle chiese barocche del palermitano, in alcuni dettagli dellecappelle e altari. È una roccia silicea con quarzo micro e cripto cristallino, il colore è dato da elementi pigmentanti come ossidi di ferro (ematite, goethite e limonite) o di manganese (pirolusite o hausmannite).
Sulla base delle caratteristiche macroscopiche si distinguono cinque tipologie di diaspri: diaspro a bande o agatati, diaspro radiocellare (fitte radici), diaspro fiorito (sottili venatura), diaspri ghiacciati, e macchiati.
I diaspri si formano generalmente in bacini di sedimentazione profondi per deposito chimico, oppure organogeno, per l'accumulo di organismi a guscio siliceo come radiolari e spugni. I processi geologici trasformano la silice amorfa (opale) in quarzo microcristallino.
In sezione sottile può presentarsi con minerali aciculari o con cristalli di quarzo criptocristallino.
pag. 23
SMALTINI DI CALCARA
Sono dei materiali di scarto, delle scorie vetrose, che hanno una colorazione azzurra allo stato grezzo; venivano trovate vicino alle antiche
fanno presenti diverse caratteristiche. Le fornaci di calce nella provincia di Palermo sono legate alla presenza di piccole quantità di silice nelle rocce carbonatiche localmente utilizzate come materia prima. Nel XVII-XVIII secolo, le fornaci di calce furono considerate dai marmorari palermitani e utilizzate al posto del lapislazzuli per decorare altari e, in particolare, tabernacoli (intarsi lapidei). La calcarà è un materiale di scarto che deriva dal processo di lavorazione della calce, ma dalla cottura delle dolomie. Ci sono delle antiche fornaci a Monreale, San Martino delle Scale e Boccadifalco, e questi scarti sono stati utilizzati nelle pavimentazioni di alcuni monumenti palermitani di epoca normanna. Hanno una colorazione bianco-avorio e sono accostati a materiali di estremo pregio come il porfido verde antico e il porfido rosso. Su questi materiali è stato fatto uno studio petrografico. In sezione sottile si vede micrite di neoformazione su cristalli dolomitici. In base al grado di cottura (basso o alto), si presentano diverse caratteristiche.Vede ancora la struttura della roccia in quelle di basso grado mentre in quelle di alto la compagine dolomitica è stata sostituita da calcite magnesite microcristallina e negli interstizi si osserva la presenza di cristalli di brucite (idrossido di magnesio).
Materiali di pregio comparto di Palermo pag. 24
CERAMICA
Per ceramica si intendono tutti gli oggetti forgiati a freddo in cui la materia prima è prevalentemente costituita da sedimento argilloso, in seguito il materiale viene consolidato in maniera irreversibile mediante la cottura. Al sedimento argilloso può essere aggiunto altro come nel caso delle ceramiche grossolane, oppure può essere tolta qualcosa come nel caso delle ceramiche fini in cui il sedimento argilloso viene depurato.
Lo studio della ceramica è utile a comprendere la storia economica (produzione, scambio commerciale) e sociale, inoltre dallo studio della manifattura della ceramica si comprende la qualità del materiale.
importante anche per stabilire cronologie: se ci sono ceramiche prodotte in un periodo ristretto queste diventano una sorta di fossile guida. Le ceramiche archeologiche per lo studio completo necessitano di diverse figure professionali come archeologi, storici, chimici, fisici geologi etc.METODOLOGIE DI STUDIO DEI REPERTI CERAMICI
Esistono diverse tipologie di studio: storico artistico (stile), tipologico (forme), contestuale e archeometrico. Il metodo archeometrico è un approccio scientifico che serve a caratterizzare il materiale, a comprendere il contesto di produzione, determinare le temperature di cottura e le antiche ricette, comprendere la storia economica-sociale, distinguere i materiali autentici dai falsi. Il luogo di produzione di un materiale può essere individuato alle diverse scale, l'inquadramento a livello regionale non è sufficiente (in una regione c'è una certa variabilità geologica), da uno studio geologico si individua unareale più ristretto, quindi si passa da una scala regionale ad una locale. L'analisi dei materiali si svolge con diversi metodi, a scale differenti, ciascun metodo è complementare all'altro. Scale di osservazione:- Centimetrica: campione a mano (dal rivestimento al corpo-struttura e composizione)
- Millimetrica: analisi petrografica in sezione sottile, in cui si individuano inclusi/matrice e eterogeneità legate alla matrice/mixing.
- Micrometrica: al SEM, si osservano matrice e porosità, differenze composizionali mineralogiche all'interno della matrice e degli inclusi.
- Nanometrica: si osserva l'eterogeneità intracristallina, la distribuzione degli elementi e le fasi presenti.