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COLLEGAMENTI VERTICALI
I collegamenti verticali, essenziali per permettere lo sviluppo verticale degli organismi edilizi, possono
essere a percorrenza pedonale o meccanici. A seconda delle caratteristiche di percorrenza si possono
distinguere tre tipologie di collegamenti pedonali:
1. scale;
2. gradonate;
3. rampe.
I collegamenti meccanici sono invece classificati in:
4. scale mobili;
5. ascensori;
6. montacarichi e simili.
SCALE
Sistema che permette di superare un dislivello tramite un percorso costituito da elementi unitari
ripetuti detti scalini o gradini.
I gradini hanno la sezione schematica di un triangolo rettangolo con due cateti posti uno orizzontale e
uno verticale: quello orizzontale è detto PEDATA (P) mentre quello verticale ALZATA (A).
Il passo equivale approssimativamente alla sequenza di movimenti necessari per salire un gradino:
per l’innalzamento il dispendio di energia è all’incirca doppio rispetto a quello necessario per la
traslazione
Se indichiamo con a l’alzata e con p la pedata, l’equivalente energetico necessario per salire un
gradino è P=2a+p
Essendo il valore metrico del passo umano intorno a 62,0-65,0 cm si ha che
P=2a+p=62,0-65,0 cm (Formula di Blondel, XVII sec.)
A parità di velocità si consuma meno energia salendo scale con pendenza compresa tra 25° e 30°
(Diagramma di Döll e Lehmann - 1955)
Il valore della sagoma di un essere umano è di 60,0 cm circa (la sagoma di fianco è parimenti
considerata di 35,0 cm) ed equivale al modulo stabilito dalla normativa antincendio: le scale di edifici
pubblici devono avere una larghezza di almeno due moduli (120,0 cm). L’altezza minima consigliata
per una scala è di 235,0 cm (una persona con le braccia al di sopra della testa) anche se il minimo
possibile è di 215,0 cm .
Di solito la misura scelta per l’alzata è intorno ai 17,0 cm la pedata è intorno ai 30,0 cm.
L’insieme di più gradini forma una rampa di scale. Quando il dislivello è tale da richiedere più di una
rampa di scale le stesse sono interrotte da pianerottoli di sosta: tale piano deve essere realizzato
tutte le volte che la rampa prevede più di 12 scalini.
La larghezza del pianerottolo è di solito pari alla larghezza della rampa.
GRADONATE
Collegamento fra le quote differenti ottenuta con l’unione ripetuta di gradoni. Il gradone si distingue
dallo scalino perché ha il piano di calpestio inclinato e sopratutto molto più grande, tanto da
permettere ad ognuno di essi lo sviluppo di più passi.
RAMPE
Collegamento verticale pedonale o carraio caratterizzato dalla mancanza di scansioni.
Si può utilizzare un collegamento pedonale a rampa soltanto se il dislivello non supera il 12%: in
particolare, per l’abbattimento delle barriere architettoniche, si richiede una pendenza massima
dell’8% (D.M. 236/89).
STRUTTURE PORTANTI
Fino al XIX secolo la struttura delle scale era per lo più in muratura: la scala era a stretta ovvero
contenuta tra due muri portanti paralleli. Nel caso di scale a sbalzo la rampa veniva poggiata su volte
che, nella particolare concatenazione delle varie spinte, riuscivano a trovare uno stato di equilibrio
strutturale (scale alla romana).
Un’ulteriore soluzione prevedeva la realizzazione di scalini a sbalzo ottenuti con lastre di pietra o
marmo incastrati nella muratura con tante mensole.
Attualmente le scale più diffuse sono quelle in calcestruzzo armato. Le possibili soluzioni sono a
gradini portati o a gradini portanti: la scelta di una soluzione piuttosto che un’altra dipendono
essenzialmente dai vincoli offerti dalla struttura perimetrali. Nel caso di travi inginocchiate (due tratti
rettilinei collegati da un tratto inclinato) la struttura portante è sempre sul lato lungo.
In alternativa alle strutture a sbalzo si può utilizzare una struttura rampante doppia o singola: in
entrambi i casi gli scalini non hanno alcuna funzione strutturale.
Le armature sono disposte in modo tale da fare a fronte alle sollecitazioni di trazione. I gradini, per lo
più non armati, sono spesso realizzati in un unico getto con la soletta, conformando opportunamente
la cassaforma; in alternativa si possono utilizzare elementi in laterizio.
ELEMENTI DI COMPLETAMENTO
il fissaggio dei rivestimenti dipende dal materiale impiegato: di solito, i materiali litoidi si fissano con
malta; il legno con viti e/o colle; le resine e le gomme con colle; ecc.
In fase di finitura è consigliato dare alla pedata un minimo di pendenza (1,0-2,0 mm): questa
pendenza (acquatura), anche se minima, ha la funzione di favorire la pulizia e migliorare usabilità
della scala.
SCALE PREFABBRICATE
Le scale prefabbricate, non molto diffuse, hanno differenti soluzioni di ancoraggio con la struttura
dell’edificio.
SCALE ELICOIDALI E A CHIOCCIOLA
SCALE ANTINCENDIO
In caso di incendio la scala può diventare un camino di tiraggio in grado i veicolare la propagazione
del fuoco e dei fumi dal luogo in cui l’incendio è spiccato agli ambienti sovrastanti.
In edifici a più di due piani e a non più di sei è sufficiente una scala protetta delimitata da pareti e
porte REI 60.
In edifici con più di sei piani è necessario realizzare una scala a prova di fumo, con un’apertura di
almeno 1,0 mq posta in sommità e con le seguenti limitazioni:
7. <24,0 m = REI 60
8. 24-54 m = REI 90
9. >54,0 m = REI 120
23/03/15
LEGNO
Classificazione alberi
Foreste sono il 29,6% della sup terrestre. Foreste russe sono le più utilizzate x produzione legname.
Europa produce il 25% legname per costruzioni. 1 miliardo di ettari di foresta si estendono attraverso
44 paesi e la loro sup continua a crescere di 510.000 ettari l'anno: legno può essere considerato
risorsa inesauribile.
Legno è composto da 50%carbonio 42%ossigeno 6%idrogeno 1%azoto e altri . Costituito da fibre di
cellulosa trattenute da matrice di lignina.
Classificazione alberi in coniferi e latifogli
In conifere o gimnosperme la massa legnosa è costituita da cellule allungate che costituiscono
sistema di sostegno e sistema di conduzione dei succhi linfatici. (larice, cipresso, cirmolo, e pini). Nel
commercio son chiamati Softwood.
Nelle latifoglie o angiosperme la massa legnosa è costituita da 2 tipi diversi di cellule, diverse per
sostegno e conduzione.
Betulla, castagno, faggio , frassino… Hardwood .
A seconda del legno ho finitura, venatura superficiale diversa.
Durante periodo vitale legno presenta elevata quantità di acqua: ina parte libera nelle cavità cellulari
(acqua di imbibizione), altra parte è legata a sostanze che costituiscono le pareti delle cellule (acqua
di saturazione ). In entrambi casi l'acqua raggiunge il 75% del suo peso umido.
Abbattimento consigliato nel periodo tra dicembre e marzo ovvero momento di stati del ciclo
vegetativo. Tronco lasciato integro o tagliato secondo moduli di 4-10/4-20m.
Dopo abbattimento legno inizia la perdita graduale di acqua fino ad arrivare ad equilibrare la propria
umidità con quello dell'ambiente (igroscopia).
In passato stagionatura avveniva sotto tettoie e durava anche 12 mesi per ogni cm di spessore, i
sistemi moderni per effetto di impiego di celle a ventilazione forzata, si ottengono gli stessi risultati in
3/4 settimane. La stagionatura è fondamentale per stabilità morfologica.
l'umidità anche in un legno stagionato che ha raggiunto buon livello igroscopico , continua a
intervenire in stabilità del materiale attraverso il ritiro. Legno tende a contrarsi e dilatarsi, in
funzione variazioni umidità nel suo interno . Ritiro massimo: nella direzione tangente agli anelli di
accrescimento , 10-12%. Ritiro medio direzione assi midollari 5/6%, ritiro minimo asse midollare
0,1/0,2%.
Scortecciamento , operazione da effettuare con particolare attenzione.
Produzione segagione
Lavorazioni più diffuse:
Srotolatura , riduzione in fogli sottili
Taglio, riduzione in pezzi
Tranciatura, piccoli pezzi
Tipologie di taglio: carpenteria, tangenziali( più economici, ) di quarto con mezzoni, tangenziali con
taglio a spigolo vivo..
Eterogeneità, grazie a diverse parti che costituiscono tronco e rami.
Difetti più ricorrenti dei tronchi:
Nodi, inserzione ramo nel fusto
Torsione delle fibre , fibre non parallele all'asse del fusto ma con andamento elicoidale
Cipollatura . Distacchi parziali o totali fra 2 anelli. Diffusa nel castagno
Fusto ad asse variamente curvilineo
Tensione, alla base del tronco su alberi posti su terreni in forte pendenza oppure soggetti a
forti venti dominanti. Legno di tensione non piò essere utilizzato
Cuore eccentrico , per alberi che crescono lungo forti pendii
La lunatura , per effetto del gelo
Fenditure, spaccature e cretti
Canastro
Marezzatura
Attacchi di diverso genere da parte di parassiti vegetali (muffe, funghi..) e animali (batteri
..insetti xilofagi)
INSETTI XILOFAGI
Tarlo dei mobili , specie sinatropa di 3/5mm che infesta strutture mobili , in grado di aggredire
cellulosa ed emicellulosa.
Orologio della morte, vive nel legno abbattuto o in opera e il suo ciclo si completa in un periodo
da 1 a 6-10anni
Lyctus brunneus Stephens, piccole dimensioni che predilige legni porosi e distrugge in maniera
irreversibile.
Neoclytus acaminatus, diffusi, in latifoglie
Capricorno delle case
………………………………………………..
24/03/2015
Alterazioni morfologiche
Fattore che influenza più di tutti il legno è umidità. Diverso tasso di umidità presente fra zone centrali
e periferiche , fra zone esterne (durame) e interne (alburno), quindi differente contrazione delle varie
direzioni.
Se si impedisce al legno di ritirarsi e restringersi si spacca perché la sua resistenza alle sollecitazioni di
trazione ortogonale alle fibre è quasi nulla.
Effetti più frequenti dovuti al ritiro del tavolame sono
Imbarcamento, frequente
Falcatura
Arcuatura
Svergolamento, frequente
Il legno non teme severità condizioni ambientali ma le variazioni
Caratteristiche meccaniche e anisotropia
Legno è comparabile a un fascio di tubicini: natura fibrosa determina materiale anisotropo.
Caratteristiche del legno variano secondo limiti molto ampi che dipendono dalla essenza, dal peso
specifico secco, dal grado di umidità e dai difetti del legno stesso. La sua resistenza meccanica
dipende da direzione fibre rispetto sollecitazione.
Scarsa resistenza a compressione per sollecitazioni ortogonali alle fibr