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La divisione mista Frecce, 1938, in Archivio Istituto Luce-Cinecittà

https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000029428/2/la-divisione-mista-frecce.html?startPage=40&jsonVal={%22jsonVal%22:{%22query%22:[%22guerra%20di%20spagna%22],%22fieldDate%22:%22dataNormal%22,%22_perPage%22:20}}

La guerra aerea

Il materiale bellico tedesco era però il più prezioso, dal momento che per la prima volta nella storia la guerra aerea dispiegava tutta la sua potenza distruttiva.

La dimostrazione di questa forza divenne chiara la quantità enorme di bombe, sganciate tedesca e italiana, dall'aviazione che nel 1937 rasero al suolo la cittadina basca di Guernica, centro di 7.000 abitanti, senza che avesse un particolare valore strategico dal punto di vista militare. al suolo. Testimone dell'accaduto il giornalista inglese George Steer, che sulle pagine "Times" "New York Times" descrisse l'evento come un massacro: in tre ore di azione la città venne rasa.

del e del York Time”una corrispondenza destinata ad avere un’eco straordinaria nell’opinione pubblicapubbòmondiale. A mantenere indelebile nel tempo la memoria della strage resta il dipinto,Guernica appunto, di Pablo Picasso che dopo la sconfitta repubblicana avrebbe abbandonatola Spagna senza più farne ritorno.

Volontariato internazionale 9Quanto accadeva in Spagna si diffuse in tutto mondo trasformandola da un evento locale,come sono le guerre civile, in una guerra “internazionale”, anche se si combattemilitarmente solo sul territorio iberico.

Abbiamo visto l’appoggio a livello di stati come l’Italia e la Germania a favore deie dell’Unione Sovieticanazionalisti a fianco dei repubblicani.nell’agosto arrivarono in territorio spagnolo volontari provenienti da numerosi paesiMa giànon solo europei. In stragrande maggioranza parteggiavano per i repubblicani ma vi furonoanche adesioni per la causa nazionalista.

prime organizzazioni che, in tutto il mondo, si attivarono per reclutare volontari a favoredella Repubblica, furono i partiti di sinistra e i sindacati.Nell'autunno 1936 nacquero ufficialmente le Brigate Internazionali, controllate dalComintern che quindi avevano la loro ossatura nei militanti comunisti, anche sel'appartenenza politica non fu resa ferrea per far assumere a questa struttura una valenzaantifascista.Il totale dei volontari inquadrati nelle Brigate internazionali fu di circa 59.000 unità,provenienti da 53 nazioni dei cinque continenti. Le Brigate erano costituite principalmenteda francesi (circa9.000), tedeschi (5.000), polacchi (5.000), italiani (4.000), statunitensi (3.000), britannici (2.000) e jugoslavi (1.600).In rapporto tra popolazione del paese d'origine e volontari il contingente più numeroso fuquello cubano, con circa 800 combattenti.Molti erano quelli provenienti da paesi oppressi da dittature fasciste, e che quindi legavanoalla

Causa spagnola la speranza di riscatto. –Un riscatto che assumeva un valore particolare per gli antifascisti italiani recenti studihanno quantificato in oltre 4.000 unità la partecipazione dei volontari italiani inquadratinelle Brigate e non - impegnati a combattere contro i loro connazionali in camicia nera.Episodio fortemente evocativo avvenne nella battaglia di Guadalajara quando i «volontari»di Mussolini furono sconfitti dai volontari italiani inquadrati nelle Brigate Internazionali,destinato a divenire simbolo dell’antifascismo militante e un augurio per il futuro,eventotradotto Carlo Rosselli nel motto «Oggi in Spagna, domani in Italia».Gran parte della memorialistica immediatamente successiva alla Seconda guerra mondialeha enfatizzato il ruolo del volontariato internazionale , che comprese uomini e donne di ognietà, condizione sociale e colore politico, ma anche intellettuali che la guerra di Spagnaromanzarono e raccontarono.

Il caso più noto è certamente quello di Ernst Hemingway che nel 1940 pubblicò il suo romanzo "Per chi suona la campana", ma si possono citare anche George Orwell (pseudonimo di Eric Arthur Blair) con il suo "Omaggio alla Catalogna" che, pubblicato nel 1938, a guerra ancora in corso, racconta la sua esperienza in Spagna, dove rimase dal dicembre 1936 al giugno 1937. Da questo romanzo, nel 1995, Ken Loach trasse spunto e ispirazione per il suo film "Terra e libertà".

L'alto contributo di sangue versato dalle Brigate Internazionali e dagli altri volontari, non servì però a risolvere le sorti della guerra, che volse inesorabilmente a vantaggio delle truppe di Franco.

La fine della guerra

Fra l'inverno del 1937 e la primavera del 1938 i nazionalisti si spinsero verso sud nel cuneo arrivando fino alla Catalogna ed isolandola aragonese che segue il corso dell'Ebro completamente dalla zona centrale nell'aprile del 1938.

Barcellona venne

Colpita dai bombardieri italiani e tedeschi, che lasciarono sul campo oltre 1.000 vittime, spezzando così le ultime speranze repubblicane. Dalla Catalogna assediata fuggirono verso la Francia i combattenti repubblicani, definiti "generalissimo" criminali da Franco e per i quali il aveva idee chiare circa la loro sorte al termine del conflitto: né amnistia, né riconciliazione. E sarebbe stato di parola, visto che nel 1939, quando le sue truppe entrano nella regione, si consumò un massacro. Dopo Barcellona, e siamo nella primavera del 1939, cadde anche Madrid, decretando così la vittoria delle truppe di Franco. Si chiudeva così una guerra che aveva coinvolto oltre due milioni di uomini, provocando circa 150.000 morti sui campi di battaglia, ai quali si aggiungono gli oltre 400.000 esuli fuggiti dalla Spagna dopo la vittoria dei franchisti. Più complesso il calcolo delle vittime cadute nei raid aerei e nelle rappresaglie politiche (le.

  • Le ultime stime oscillano tra le 500.000 e le 800.000).
  • «Le lacrime mordono il vento e non si sente altro che il pianto», recitano i versi di unafucilato all’inizio dellapoesia composta tra il 1932 e il 1934 da Federico Garcia Lorca,guerra civile; versi che pochi anni dopo, nel 1939, sembravano descrivere l’intero drammadegli spagnoli sconfitti.
  • I loro volti, così come quelli dei soldati repubblicani e delle Brigate Internazionali sconfittied esiliati nei campi di internamento in Francia, sono stati immortalati dagli scatti di Endre9Erno Friedmann, alias Robert Capa (nato a Budapest nel 1913) che, fin dal 1936, seguì da“Vu” “Life”.
  • Vicino la guerra spagnola, pubblicando le sue foto su riviste come e Iun’icona dellal 5 settembre 1936 realizzò la foto che gli diede celebrità e che divenneL’immagine, come si intuisce dal titolo (inguerra civile spagnola, la morte di un

miliziano.“Life”)realtà la didascalia che compare su immortala la morte di un miliziano repubblicanosul fronte di Cordoba, nei pressi di Cerro Muriano.Si tratta di un’immagine Capa seppe cogliere l’attimo oppure fu una fotocontroversa:costruita? Da anni se ne discute. La foto venne pubblicata prima da settimanale francese“Vu” e poi da “Life” dando l’esatto senso di quanto stava accadendo in Spagna epreannunciando quando sarebbe potuto accadere in Europa negli anni successivi.“Picture Post”,Il 3 dicembre il rotocalco inglese, pubblicò un suo servizio con 26 immaginidella battaglia di Ebro e non solo della guerra civile spagnola e non esitò a definirlo «il piùgrande fotografo di guerra del mondo».GUARDA IL VIDEOL'avanzare delle truppe nazionali a sud di Madrid durante la guerra civile, 1936, in Archivio

Istituto Luce-Cinecittà: L'avanzare delle truppe nazionali a sud di Madrid durante la guerra civile I festeggiamenti per la vittoria, Madrid 1939, Archivio Istituto Luce-Cinecittà: I festeggiamenti per la vittoria Lezione VII totalitarismi: il nazismo Totalitarismo Totalitarismo è una parola chiave del Novecento. Il concetto di totalitarismo fa riferimento a quei regimi che nel corso del Novecento hanno attuato, attraverso gli organi dello Stato e di un partito depositario di un'ideologia ufficiale, un controllo sull'intera società il più possibile esteso e quinditotalitari in quanto presentano alcune caratteristiche comuni: 1. Concentrazione del potere: i regimi totalitari si caratterizzano per la concentrazione del potere nelle mani di un'unica persona o di un gruppo ristretto di individui. Questo permette loro di controllare ogni aspetto della vita politica, economica e sociale del paese. 2. Ideologia dominante: i regimi totalitari si basano su un'ideologia dominante che viene imposta a tutta la società. Questa ideologia spesso promuove il nazionalismo, il militarismo e il culto della personalità del leader. 3. Controllo della comunicazione: i regimi totalitari controllano strettamente i mezzi di comunicazione, come la stampa, la radio e la televisione. Questo permette loro di manipolare l'opinione pubblica e di diffondere la loro propaganda. 4. Repressione politica: i regimi totalitari reprimono ogni forma di opposizione politica. Vengono spesso utilizzate la censura, la repressione violenta e la creazione di organizzazioni di spionaggio per mantenere il controllo sulle persone. 5. Controllo della società: i regimi totalitari cercano di controllare ogni aspetto della vita sociale, come l'educazione, la cultura e la religione. Vengono spesso create organizzazioni di massa, come i partiti unici, per controllare e manipolare la società. 6. Economia centralizzata: i regimi totalitari tendono ad avere un'economia centralizzata, in cui lo Stato controlla i mezzi di produzione e distribuzione. Questo permette loro di esercitare un controllo totale sull'economia e di utilizzarla per i propri fini politici. In conclusione, i regimi totalitari sono caratterizzati dalla concentrazione del potere, dall'imposizione di un'ideologia dominante, dal controllo della comunicazione, dalla repressione politica, dal controllo della società e dall'economia centralizzata. Queste caratteristiche rendono questi regimi estremamente autoritari e oppressivi.caratterizzati da alcuni elementi peculiari:
  1. la volontà di controllo assoluto su ogni aspetto della società e la compenetrazione tra organi dello Stato e del partito;
  2. un'ideologia ufficiale e un partito unico, un organismo di massa che esercita un assoluto controllo politico su tutta la società;
  3. un leader carismatico coadiuvato da un ristretto gruppo dirigente;
  4. la concentrazione del potere economico nelle mani dello Stato;
  5. un controllo capillare della società attraverso la polizia politica, la creazione di un nemico assoluto e permanente, il terrore di massa;
  6. la volontà di trasformazione radicale della società, di creazione di un nuovo modello umano, ideologicamente o razzialmente puro;
  7. una gigantesca macchina burocratica che rende possibile l'amministrazione di ogni aspetto della società, dallo sport alla guerra, dalla scuola alla repressione.

Totalitarismi del '900

Oltre al fascismo, sul quale torneremo con una lezione specifica,

ia un'Europa devastata dalla guerra e in cerca di una nuova direzione. I leader politici si sono riuniti per cercare di ricostruire il continente e prevenire futuri conflitti. Questo periodo è stato caratterizzato da una serie di importanti eventi e cambiamenti che hanno plasmato l'Europa moderna. Uno dei primi passi verso la ricostruzione è stato il Piano Marshall, un programma di aiuti economici forniti dagli Stati Uniti all'Europa occidentale. Questo ha contribuito a stimolare la crescita economica e a migliorare le condizioni di vita nella regione. Parallelamente, è stata fondata l'Unione Europea nel 1957, con l'obiettivo di promuovere la cooperazione economica e politica tra i paesi membri. Questo ha portato alla creazione di un mercato comune e alla libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali. Negli anni successivi, l'Europa ha assistito a una serie di trasformazioni politiche e sociali. La caduta del muro di Berlino nel 1989 ha segnato la fine della guerra fredda e ha portato alla riunificazione della Germania. Questo evento ha anche contribuito a rafforzare l'integrazione europea. Negli ultimi decenni, l'Europa ha affrontato nuove sfide, come la crisi economica del 2008 e la crisi dei migranti. Tuttavia, l'Unione Europea ha continuato a lavorare per promuovere la pace, la stabilità e la prosperità nella regione. Oggi, l'Europa è una delle principali potenze economiche e politiche del mondo. L'Unione Europea conta 27 paesi membri e continua a lavorare per affrontare le sfide del XXI secolo, come il cambiamento climatico, la globalizzazione e la sicurezza. In conclusione, il secondo dopoguerra è stato un periodo di profondi cambiamenti per l'Europa. Grazie alla cooperazione e all'integrazione, il continente è riuscito a superare le divisioni del passato e a costruire una nuova realtà basata sulla pace, la prosperità e i valori condivisi.
Dettagli
A.A. 2019-2020
330 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martinamarino14 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Miletto Enrico.