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LA CITTÀ DI MATHURA E I KUSHANA

Oltre al Gandhara in questo periodo emerge anche un altro importantissimo centro artistico, la città di Mathura (nella pianura da gangetica, affacciata al fiume Yamuna), oggi luogo per eccellenza di devozione a Krishna.

L'esistenza della città è documentata già nelle V secolo aec ma è con i re Kushana, nei primi secoli dell'era comune, che diventa un grande centro artistico e di potere.

La dinastia reale dei Kushana è fra le più importanti di tutta la storia dell'India e arrivò a controllare non solo gran parte del subcontinente indiano ma anche vastissimi territori più settentrionali, al di là dell'Hindu Kush e del Pamir, e Mathura è solo una delle loro grandi capitali. La sua massima espansione si ha sotto il re Kanishka (la tradizione buddista fa di questo sovrano un protettore della dottrina buddhista, sul modello di Ashoka). Questa dinastia non è

però di origine indiana; le fonti infatti parlano di nomadi provenienti da territori centro asiatici e appaiono un popolo di tradizioni essenzialmente iraniche. Tuttavia vi sono ancora molte incertezze sulla loro identità e provenienza.

La storia artistica di Mathura, tuttavia, inizia ben prima dell'arrivo di questa dinastia. Agli esordi abbiamo una serie di grandi statue che dovrebbero ritrarre Yaksha e Yakshi, antiche divinità connessi alle forze della natura. La più antica (150 aec) si presenta come un gigante alto più di 2 m e mezzo in arenaria e dai volumi massicci, espressione di prosperità. Queste statue sono da ritenere la fonte di ispirazione dalla quale l'arte di Mathura elaborerà le proprie iconografie nei secoli successivi.

Il culmine dell'arte Kushana si ha nel II secolo, dove spiccano una serie di opere particolarmente significative dal punto di vista artistico. La grande abbondanza di sculture prodotte qui, fatte di

Arenaria rossa screziata, sono state ritrovate anche incittà lontane poiché i laboratori locali godevano di una grande reputazione.

Monete Kushana = una delle fonti più importanti per lo studio dei Kushana sono le monete, ritrovate in abbondanza nelle varie regioni dell'impero e che costituiscono le prime emissioni regolari in oro di tutta la storia indiana. Monete estremamente importanti in quanto figurano i regnanti e le divinità onorate dall'impero. La monetazione fa anche pensare ad una grande tolleranza religiosa e culturale, visto l'uso di diversi alfabeti sulle monete stesse. Pagina 23

Santuario dinastico dei Kushana (II secolo, villaggio di Mat) = si tratta di un piccolo tempio di mattoni con una cella rotonda in cui sono stati ritrovate quattro statue di signori Kushana. Le meglio conservate e più significative sono quelle dei re Vima Kadphises e Kanishka, i re più importanti della dinastia, identificati grazie alle

Iscrizioni presenti sulle due sculture. L'esecuzione delle statue è sicuramente locale come dimostra l'uso dell'arenaria rossa screziata, proveniente dalle cave di Sikri, in cui sono state scolpite. Tutte le statue Kushana sono pervenute a noi acefale, tuttavia grazie al grande numero di monete raffiguranti vari sovrani e anche grazie a frammenti di altre opere è possibile ricostruire idealmente queste immagini.

Kanishka è raffigurato in posizione stante. Particolarmente vistosa nella statua di Kanishka è la frontalità, elemento tipico dell'arte iranica, resa ancora più accentuata dalla postura innaturale dei piedi. Con la mano sinistra tiene una grossa spada con l'impugnatura a forma di collo e becco di uccello mentre con la destra tiene una mazza dal disegno tipicamente indiano, che termina con la raffigurazione di un makara (mostro acquatico). Entrambi hanno un abbigliamento tipicamente iranico-centroasiatico, costituito da vesti.

Pesanti e stivali di feltro. Vima invece è raffigurato, frontalmente, seduto su un trono con alti braccioli a forma di leone, in una postura chiamata "all'europea". La simbologia del leone è comune in tutto il Medioriente sin dalle epoche più remote ed è associato alla sovranità. Le statue dei sovrani non erano però l'oggetto principale del culto in quanto non erano collocati nella cella ma alla sinistra di chi entrava nel santuario.

Scultura Kushana: figure femminili e divinità (II secolo) = si tratta di grandi statue di figure femminili scolpite sulla facciata esterna dei pilastri di uno stupa buddhista, mentre la facciata interna era decorata con scene di jataka. Queste figure poggiano i piedi su dei nani accovacciati e sono ritratte quasi nude, ma riccamente ingioiellate. Hanno posture e rilassate e la presenza di piccoli uccelli rimanda alla sfera dei giochi amorosi. Si tratta probabilmente di figure che evocano buon auspicio.

Fecondità e in generale felicità. Altra statua con soggetto femminile molto famosa di questo secolo rappresenta l'idea dell'abbondanza Lakshmi, realizzata in arenaria rossa screziata. La figura sorge da un vaso da cui crescono fiori di loto, ben visibili sul retro dove, oltre ai tralci e alle colonne, vi sono anche due pavoni. Con la mano sinistra sembra offrire latte dal seno mentre con la destra indica i propri genitali. Infine è stata ritrovata anche una statua del dio sole Surya, con caratteri tipicamente iranici: l'abbigliamento, le armi, il modo in cui è seduto, la presenza di un altare di fuoco disegnato sul basamento. Secondo la tradizione il dio viaggia su un carro trainato da cavalli, dei quali è trasportato attraverso il cielo.

Gruppo scultoreo: la cortigiana Vasantasena (I-II secolo) = gruppo di sculture bifronti di interpretazione incerta. Queste opere erano state definite come scene di baccanali, data la contaminazione.

Occidentale dellacultura Kushana. Un'interpretazione più convincente però è che si tratti di momenti di una delle vicende teatrali più famose del teatro sanscrito, cioè "Il carrettino d'argilla", che parla dell'amore fra il nobiluomo impoverito Charudatta e l'onesta cortigiana Vasantasena.

Scultura "Il giovane principe" (I-II secolo) = statua che compare su un pilastro di cancellata di uno stupa, che probabilmente rappresenta uno Yaksha dato il suo abbigliamento principesco. Il pilastro probabilmente risale al I secolo aec.

Scultura Kushana: Buddha e Bodhisattva (II secolo) = sebbene provenienti sicuramente da Mathura, per il tipo di pietra utilizzata e per lo stile, sono state ritrovate in altri luoghi dell'India settentrionale a testimonianza di come i laboratori di Mathura costituissero un punto di riferimento fondamentale per l'arte del tempo.

Una delle statue più studiate rappresenta

probabilmente il Buddha, nonostante l'iscrizione presente su di essa lo definisca Bodhisattva, per l'assenza di gioielli e la presenza di un leone accovacciato fra i piedi (simbolo di Shakyamuni). L'iscrizione reca anche l'anno di produzione, cioè il terzo anno del regno di Kanishka (130 ec). Per i volumi, la frontalità e le misure colossali chiarissima è la derivazione di quest'opera dal modello antico delle grandi statue di Yaksha (II-I secolo aec). La testa era sovrastata da un ampio parasole di pietra scolpito con fiori di loto e altre figure di buon auspicio. Altra statua ben conservata, alta circa 70 cm, raffigura il Buddha del futuro Maitreya in posizione stante, con un ampolla nella mano sinistra e la destra nel gesto del "non temere", riccamente ingioiellato in quanto si trova ancora nella condizione di Bodhisattva. Tipicamente Kushana è l'aureola dal bordo smerlato, presenti anche in una stele che rappresenta il Buddha assiso.

in postura meditante. Dalla testa si sviluppa una protuberanza a spirale presente anche in altre raffigurazioni del periodo, che da a queste opere la definizione di "Buddha con la conchiglia". È affiancato da due Bodhisattva, a destra Vajrapani, a sinistra Avalokiteshvara. Sulle basamento è rappresentata una scena di adorazione dell'albero dell'illuminazione, le cui foglie a forma di cuore sono riprodotte sul bordo della stele.

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PERIODO GUPTA

Dopo la fase di frammentazione che segue il periodo Kushana, assume il dominio dell'India settentrionale la dinastia dei Gupta, totalmente indiana ed estremamente decisiva per gli sviluppi artistici del continente. La terra d'origine dei Gupta e la loro capitale principale coincidono con quelle della dinastia Maurya, cioè il Maghada e la città di Patna. L'epicentro politico culturale si sposta dunque di nuovo verso oriente. L'apogeo territoriale e culturale del regno Gupta è

raggiuntocon il sovrano Chandragupta II, sotto la cui corte probabilmente visse il massimo poeta dell'India antica, Kalidasa. L'arte del periodo Gupta viene spesso definita classica. In epoca Gupta accanto all'ancora vasta popolarità del buddhismo inizia ad emergere prepotentemente, nell'arte e nell'architettura, anche l'induismo. Sono di questo periodo infatti i primi templi induisti di pietra. Il periodo può suddividersi in uno stadio formativo, una fase di maturità nel V secolo e una fase più tarda, che si prolunga nel secolo seguente dopo il declino della dinastia vera e propria. Il luogo principale che vede la nascita e lo sviluppo dello stile Gupta è la città di Mathura, centrale durante l'epoca Kushana, e le cui opere sono riconoscibili principalmente per l'uso dell'arenaria rossa screziata. Elemento tipico dell'arte Gupta è lo sguardo del Buddha, non più quasi aggressivo verso il

Fedele ma con le palpebre abbassate come assorto nella meditazione. Le grandiaureole si fanno riccamente decorate e le tuniche sono caratterizzate da pieghe sottiliche aderiscono al corpo e lo svelano, in modo propriamente indiano. Le figure sono caratterizzate da una grande naturalezza e un profondo senso di spiritualità. Alcuni Buddha in posizione stante, databili intorno alla metà del V secolo, rappresentano il vertice di questa produzione ed esprimono al meglio le esigenze estetiche ed emotive connesse con la nuova fase artistica e culturale.

Scultura Gupta: Buddha di Mathura (metà V secolo) = statua di Buddha relativamente integra tranne per la mano destra, che doveva essere atteggiata nel gesto del "non temere". La veste è quella tipica dei Buddha creati nella Mathura dell'epoca: copre entrambe le spalle e forma pieghe sottili che aderiscono al corpo in modo da metterne in mostra ana

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A.A. 2018-2019
60 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/16 Archeologia e storia dell'arte dell'india e dell'asia centrale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher c.sara di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte dell'India e dell'Asia centrale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Pieruccini Cinzia.