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ENI, EFIM..).
Il terzo capitalismo : nel secondo dopoguerra si parla della “fase del
cespuglio”. In un clima di fermento assoluto, nascono come cespugli
numerosissime aziende, alcune destinate a sopravvivere mentre altre no.
Nascono e si sviluppano soprattutto piccole imprese molto dinamiche e non
emergono grandi nomi: la forza è nel reticolo che queste piccole imprese
formano tutte insieme.
Successivamente negli anni ’90 da queste piccole imprese se n’è distaccato un
gruppo per formare “multinazionali tascabili”: si intende imprese proiettate sin
dalla nascita su scala internazionale e dotate di strutture complesse, dinamiche
, capaci di crescere (Tod’s, Luxottica, Merloni).
Per comprendere bene le caratteristiche di una PMI può essere utile ricordare
due esempi: tonno Callipo che è assolutamente diverso dal tonno leader di
settore Rio Mare, i cuscinetti Omet anch’essi diversi dai prodotti del leader di
settore SKF.
Le caratteristiche che formano il quadro di riferimento per una PMI
sono le seguenti:
Dominanza del fatturato come indicatore di performance;
Focalizzazione su una o poche aree di business;
Concentrazione dei mercati di sbocco in pochi Paesi;
Forte coinvolgimento nella gestione dell’imprenditore e della famiglia;
Semplificazione di procedure e processi a cui si accompagna un sapere
tacito.
-Il fatto che il fatturato è il miglior indicatore di performance è dovuto al fatto
che la PMI non può valutare i propri risultati in termini di quota di mercato
perché , rispetto al mercato in senso assoluto, si concentra su un mercato
davvero ristretto e il valore non sarebbe rilevante. Callipo ad esempio è una
PMI eccellente ma se si guarda alla quota di mercato rispetto a Rio Mare è
irrisoria : è più opportuno valutare l’azienda comparando il suo fatturato con
quello di PMI simili.
-Generalmente le PMI hanno una bassa diversificazione, ma questo non esclude
che l’imprenditore negli anni non possa prendere in considerazione altre aree di
business. I business in cui l’imprenditore sceglie di entrare hanno una relazione
con il business di partenza al fine di creare sinergie. Ad esempio Callipo Group
opera in conserve alimentari, gelato, turismo e sport ma tutte le attività sono
strettamente connesse al territorio calabrese. Il gruppo Fin Omet invece si
occupa di cuscinetti e anche salviette umidificate, che tuttavia vengono
prodotte da un macchinario precedentemente utilizzato, rivisitato.
-Di solito la PMI sceglie ad hoc pochi Paesi di sbocco, secondo strategie ben
definite. Tale scelta rende la PMI molto diversa dalle grandi imprese, che
puntano invece ad una globalizzazione in più Paesi possibili.
-L’imprenditore è una presenza dominante. Infatti ogni singola scelta aziendale
deve ricevere la sua approvazione.
-La mancanza di molti manager che aiutano l’imprenditore può essere uno
svantaggio così come un vantaggio. Sicuramente l’imprenditore non ha un
confronto con personalità preparate che potrebbero apportare competenze
nuove e valore aggiunto, dall’altra parte però la struttura aziendale è più
snella, meno burocratica e la rapidità decisionale che ne deriva può essere
essa stessa un vantaggio competitivo.
1.2. Quale marketing per le PMI?
Il ruolo del marketing nelle PMI è esiguo e non ricopre l’importanza che merita.
Ciò è dovuto a diversi fattori: l’interpretazione dell’imprenditore sul marketing,
il contesto di mercato dell’impresa, il ruolo effettivo del marketing nella
creazione di un vantaggio competitivo.
Il primo punto è centrale, ovvero l’idea che gli imprenditori hanno verso il
marketing e si identificano 3 filoni dominanti:
Per qualcuno il marketing non c’è e non serve :
moltissimi imprenditori, senza ragioni precise, non reputano il marketing
importante e questo genera una debolezza. Molti altri addirittura non
conoscono il marketing o ritengono di non avere tempo da perdere con questa
funzione. Addirittura c’è chi ritiene che il marketing possa generare un
appesantimento della struttura aziendale, in quanto può necessitare di una
funzione aziendale ad hoc. In realtà è possibile fare marketing anche tramite le
scelte del singolo imprenditore, che può svolgere da sé indagini di mercato. Le
idee del marketing sono assolutamente contrarie all’idea di pesantezza ma
piuttosto puntano a ideali di snellezza, flessibilità e velocità al fine di avere un
impatto rapido e di successo col cliente.
Non sempre la funzione marketing deve essere presente in azienda, dipende
dai contesti.
Il professor Ferrero in un saggio “Variabili di contesto e compiti del marketing di
impresa”, ha individuato due variabili che possono rendere utile o no il
marketing in azienda : la criticità delle informazioni dall’ambiente esterno e la
misura in cui il vantaggio competitivo dell’impresa dipende dal marketing.
Si delineano dall’incrocio di queste due variabili , quattro tipologie di marketing
indipendenza del contesto: marketing con ruolo strategico-conoscitivo, con
ruolo esecutivo-di routine, con ruolo strategico-operativo, con ruolo operativo
creativo. Bassa criticità nel Alta criticità nel
marketing marketing
Alta importanza in RUOLO STRATEGICO - RUOLO STRATEGICO-
ricerche di marketing CONOSCITIVO OPERATIVO
Bassa importanza in RUOLO ESECUTIVO- DI RUOLO OPERATIO-
ricerche di marketing RUOTINE CREATIVO
Ruolo esecutivo di routine : quando il marketing non è la criticità
fondamentale e cioè quando i clienti acquistano il prodotto per le sue
caratteristiche e non per la pubblicità, e quando il mercato è solido e maturo e
le ricerche di mercato hanno poca rilevanza, allora il ruolo del marketing è
ridotto ad operazioni quotidiane di routine. (imprese di subfornitura)
Ruolo strategico-operativo: se il mercato è molto incerto e i clienti sono
soggetti molto attenti e sensibili al marketing, questa funzione diventa
indispensabile. Si crea una funzione ah hoc integrata verticalmente ed
orizzontalmente per la figura di molti manager competenti.
Ruolo operativo-creativo : in alcuni settori come la moda è preferibile
concentrarsi sul marketing come variabile per attrarre il cliente piuttosto che
ricerche di mercato in settori maturi.
Ruolo strategico-conoscitivo : è necessario in ambienti molto dinamici dove
occorre concentrarsi sulle analisi di mercato per comprendere i bisogni dei
clienti tramite interviste, prove da parte dei clienti della versione beta e cosi
via.
Questa classificazione ci porta a comprendere come non è in alcun modo vero
che il marketing sia inutile o inesistente: la realtà piuttosto complessa e il
marketing è utile e va adattato secondo le specificità della singola azienda.
Il marketing per le PMI è un marketing in miniatura
Secondo questa teoria il marketing vero è uno solo ed è quello per la grande
impresa. L’approccio classico, definito manageriale funzionale nel campo del
marketing, definisce per il marketing 4 aree operative (APIC dalla sigla inglese):
analisi, pianificazione, gestione e controllo. L’idea del marketing in miniatura
suggerisce di avere tutte quattro queste funzioni ma in maniera ridotta. Questa
interpretazione ha avuto più successo in letteratura che applicazione nella
realtà.
Infatti se una PMI si trova in un settore molto dinamico in cui i clienti sono
fortemente sensibili al marketing, il marketing deve necessariamente assumere
lo stesso ruolo di primo piano che potrebbe avere in una grande impresa. Le
PMI possono addirittura sembrare di gestione più complessa, perché per
operare bisogna spesso cercare spazi di mercato lasciati scoperti dalle grandi
imprese. Ad ogni modo la critica più spesso fatta è che le PMI fanno poca
analisi di mercato in generale. Spesso le aziende scelgono di acquistare i
servizi marketing all’esterno (opzione buy) piuttosto che gestirla
personalmente (opzione make): talvolta è anche per questo motivo che le
funzioni marketing all’interno delle strutture aziendali non sono molto grandi o
complesse, appunto per il fenomeno di esternalizzazione. Se il marketing viene
lasciato nelle mani di esterni e quindi a pagamento, è però normale che a
causa dei costi i servizi acquistati sono occasionali nella PMI rispetto alla base
continuativa di una grande impresa.
Il marketing per le PMI è speciale
Secondo quest’ultima teoria ogni piccola o media impresa è un caso a sé e non
è possibile mettere in evidenza regole nel marketing delle PMI ma accorre
procedere esclusivamente tramite analisi di casi. L’idea dell’unicità di ciascuna
PMI è interessante ma senza strumenti teorici e idee un ricercatore trova
difficoltà di lettura e interpretazione delle situazioni. In effetti l’analisi di un
caso è utile se esistono teorie note da verificare o smentire.
1.3. Le risorse delle PMI eccellenti: un’indagine empirica
Qualunque sia la configurazione del marketing nella PMI, il suo ruolo dovrebbe
essere quello di creare un vantaggio competitivo sostenibile. L’”osservatorio
PMI “ di Global Strategy ha svolto dal 2010 al 2016 indagini empiriche per
identificare il numero di PMI con vantaggio competitivo superiore al fine di
comprendere i fattori critici di successo che l’ hanno determinato.
Durante questa ricerca le imprese sono state valutate secondo 3 parametri ,
ovvero crescita, redditività, solidità finanziaria. Un’impresa PMI eccellente è
quella che :
cresce con continuità a tassi superiori di quelli della media di settore, con una
redditività superiore rispetto alla media di settore, con una solidità finanziaria
superiore.
In realtà il campione usato da questa ricerca è un gruppo di imprese
(esattamente 7456 ) con valore della produzione tra 20 e 150 milioni di euro,
escluse quelle dei settori immobiliare, finanziario e commerciale. Si tratta di
imprese “medio-medio/grandi” piuttosto che piccole ma questa scelta è dovuta
al fatto che queste imprese hanno avuto un vantaggio competitivo tale da aver
superato la soglia della piccola dimensione e inoltre sono imprese più
consapevoli delle ragioni del loro successo , quindi più facili da analizzare.
La crescita è misurata dal tasso di aumento del valore della produzione e dal
tasso di aumento del reddito operativo. La redditività può essere misurata
tramite ROS o ROI; la solidità finanziaria pu&og