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MARIO PRAZ
Il collezionista ed il suo sistema di oggetti
Mario Praz: 1896/1982, personaggio schivo, burbero, si pensava che portasse sfortuna, era di una cultura alta e vasta. Ad un certo punto della sua vita si ritira dalla scena pubblica nella sua casa. Si laurea in legge e letteratura, appassionato di collezionismo, insegna. Si sposa con una ragazza inglese da cui ha una figlia, si separa e quindi torna nuovamente in Italia. Il collezionismo ha sempre rispettato le sue possibilità economiche: oggetti quotidiani, busti di marmo, piccole porcellane, argenteria, oggetti di inizio e fine '800, possiede anche qualcosa del '900, ma solo piccoli ritratti. Costruirà la sua casa per viverci, ha scritto molto di interni il testo più importante è "La casa della vita" dove racconta e scrive stanza per stanza la casa. A Roma vivrà a Palazzo Ricci, poi nella Fondazione Primoli, un'appartamento di 200mq con 9 stanze, datagli per aver donato dei
libri alla biblioteca. Ha paura che dopo la morte i suoi oggetti verranno venduti, quindi prima di morire vende allo Stato la collezione, che vale più il valore simbolico che i pezzi singoli. Subito dopo la morte i ladri rubano gli oggetti, la Galleria Nazionale riacquista i pezzi e decide quindi di metterli via per 9 anni. Successivamente viene fatta una ristrutturazione e l'appartamento viene messo a norma per diventare così un museo, che aprirà al pubblico nel 1995 diventando casa-museo. La casa è definita un monumento funerario, in parte è vero perché crea un percorso, paragonata alle tombe egiziane perché è la casa della vita. Colleziona acquerelli di interni e i Conversation Pieces, tipologia di dipinti che si sviluppa tra Inghilterra e Olanda, scene domestiche che testimoniano la vita di tutti i giorni, personaggi che conversano e sembra che ti rendano partecipe. Questi quadri diventano basi per costruire gli ambienti di casa sua, riproducevano quello che sivedeva per ogni stanza, per creare un effetto distracciamento poiché è come se fossimo dentro e fuori da un'immagine contemporaneamente. Ogni persona deve cercare di capire perché non viene scritto nulla e non viene spiegato, l'osservatore scopre rimandi pian piano che si gira.
Nell'ingresso abbiamo un tempo ciclico, è presente Eros che rappresenta amore in caccia, giovane, pronto alla vita. Amava il punto e croce infatti ha ricamato lui il divano.
È presente un dipinto raffigurante gli interni di Palazzo Ricci realizzato da Sergio De Francisco.